Recensione Fire TV OLED Panasonic Z95A TV-65Z95A

Nicola Zucchini Buriani 30 Gennaio 2025 4K e 8K

In prova l'attuale ammiraglia di Panasonic nel taglio da 65 pollici. I principali motivi di interesse sono l'utilizzo di un pannello OLED WRGB con tecnologia MLA di ultima generazione e la nuova piattaforma smart basata su Fire TV OS.


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La serie Panasonic Z95A è sicuramente uno dei prodotti interessanti nella fascia alta del mercato TV OLED. Non è la prima volta che ne parlo: la scorsa estate ho avuto un primo contatto piuttosto approfondito che vi ho raccontato in questo articolo. In quell’occasione ho provato anche altri modelli e non c’è stato quindi il tempo per approfondire tutti gli aspetti di Z95A come avremmo voluto.

L’occasione buona è giunta grazie allo shoot-out che AVMagazine ha portato in quattro tappe: Milano, Bologna, Roma e Padova. L’evento mi ha dato la possibilità di paragonare tre prodotti di grande interesse sia in occasione delle presentazioni vere e proprie sia tra una data e l’altra. Sono pertanto riuscito ad accumulare decine di ore con misure e test, compartivi e non e posso ora portarvi una recensione completa dell’ammiraglia Panasonic per il 2024.

 

SOMMARIO

 

CARATTERISTICHE E DESIGN


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Z95A si colloca al vertice della gamma e va a sostituire il precedente MZ2000. Il cambiamento nel nome serve a rimarcare una rottura con il recente passato: come annunciato al CES 2024, gli OLED lanciati nel 2024 dal marchio giapponese hanno abbandonato la piattaforma proprietaria My Home Screen passando a Fire TV, come vi avevamo anticipato con largo anticipo in questa notizia.

Come vedremo questo cambiamento non è stato totalmente indolore: lo avevo del resto notato anche durante i primi test condotti la scorsa estate. Questo passaggio ha rivoluzionato completamente sia i menu sia la parte “smart” vera e propria. I menu sono ora completamente diversi e sono organizzati sulla parte destra dello schermo, un fatto che, come vedremo, ha avuto alcune ripercussioni.


Uno degli speaker laterali
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La Smart TV è invece assolutamente identica a quella delle Fire Stick TV di Amazon: non c’è alcuna differenza a livello di interfaccia grafica e funzionamento. Chi ha dimestichezza con i dispositivi Amazon si sentirà subito a casa. Il SoC chiamato a gestire tutte le funzioni è il MediaTek MT5896, che in realtà viene anche identificato come MT9205 da alcune applicazioni. In pratica si tratta del Pentonic 700, un chip sempre più diffuso sui TV usciti nel corso degli ultimi due anni.

Il modello che ho testato è il 65”, il più grande tra i due presenti nella gamma (l’altro è il 55”). Ricordo che da quest’anno il 77”, pur conservando quasi tutta la dotazione dei televisori più piccoli, è inserito in una serie distinta, la Z93A, un modo per rendere immediatamente evidente che non si tratta dello stesso prodotto. 55” e 65” sono infatti dotati di pannelli OLED WRGB di LG Display con tecnologia MLA, acronimo di Micro Lens Array. Parliamo in parole povere di micro-lenti inserite all’interno degli schermi per recuperare una parte della luce prodotta e indirizzarla verso lo spettatore, incrementando così la luminanza dei TV.


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In pratica la tecnologia MLA rende più efficienti i pannelli. Per gestire il calore generato dai display è presente un dissipatore multi-strato sviluppato appositamente da Panasonic. La risoluzione è ovviamente Ultra HD con una frequenza di aggiornamento che quest’anno raggiunge i 144 Hz. L’insieme di tutte queste caratteristiche è ciò che Panasonic riassume con la dicitura “Master OLED Ultimate", cioè la massima qualità attualmente proposta sui prodotti con emettitori organici.

Ad occuparsi dell’elaborazione dei segnali audio e video è invece il processore HCX Pro AI MK II, provvisto di una delle novità introdotte sulla gamma 2024: la funzione “Correzione gradazione”, che serve a rendere i passaggi tra le sfumature di colore più uniformi e progressivi. Naturalmente non mancano poi altri algoritmi che si occupano dell’upscaling e del miglioramento del dettaglio (4K Remaster) e l'interpolazione dei fotogrammi, cioè l’Intelligent Frame Creation.


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Z95A supporta HDR nei formati HDR10, HDR10+ Adaptive, HLG e Dolby Vision IQ (fino a 144 Hz) con Precision Detail. La sezione audio è di livello ben superiore alla media: parliamo di un sistema chiamato 360° Soundscape Pro messo a punto da Technics. La configurazione prevede 7 canali e un woofer così ripartiti:

  • Fronte (posto sotto il bordo inferiore): 80 W complessivi
  • Speaker laterali: 15 W x 2
  • Speaker Atmos in alto: 15 W x 2
  • Woofer: 20 W più un doppio radiatore passivo


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L’uscita cuffie si può commutare in uscita per collegare un subwoofer esterno. Il sistema audio è inoltre provvisto della tecnologia beamforming, che avevamo già provato in uno speciale dedicato a LZ2000. In sostanza l’utente può indirizzare i suoni in un’area o in una zona specifica dell’ambiente, avvalendosi di un menu dedicato che facilita le operazioni grazie ad un’interfaccia grafica molto semplice e chiara. Sono supportate le tracce in Dolby Digital, Dolby Digital Plus, Dolby TrueHD e Dolby Atmos. Purtroppo non c’è invece la compatibilità con DTS, nemmeno in passthrough tramite eARC.

Completano la dotazione le quattro porte HDMI, con due HDMI 2.0b e due HDMI 2.1. Su queste ultime si possono usare segnali Ultra HD fino a 144 Hz, Auto Low Latency Mode e il Variable Refresh Rate anche sotto forma di FreeSync Premium di AMD e G-Sync di Nvidia. Su una delle HDMI 2.1 c’è poi eARC, il canale di ritorno audio evoluto. Per quanto riguarda il design, Panasonic ha scelto la continuità con il passato: Z95A somiglia moltissimo a MZ2000 e ai sui diretti predecessori. Le linee sono pulite, con cornici sottili e una finitura in nero/grigio scuro. L’aspetto è però un po’ datato e più massiccio rispetto a quello dei diretti concorrenti, per via del sistema audio molto sofisticato. Non a caso Z95A sembra anche più grande rispetto agli altri 65”.


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Non c’era del resto un’altra via percorribile: il cospicuo numero di speaker integrati richiede spazio sia sul frontale sia sul retro, al massimo si può criticare la scelta di non proporre un’alternativa con audio semplificato. La costruzione è di alto livello: il TV è molto robusto e la qualità dell’assemblaggio è evidente. Il piedistallo rotondo, decisamente pesante e stabile, si aggancia in prossimità del centro e contiene efficacemente l’ingombro, permettendo di posizionare il televisore anche su mobili piuttosto stretti. Da notare che il supporto è tra i pochissimi a permettere la rotazione dello schermo.

Caratteristiche dichiarate

  • Modello: TV-65Z95AEG
  • Diagonale: 65"
  • Risoluzione: Ultra HD, 3840 x 2160 pixel
  • Pannello: OLED WRGB con tecnologia MLA
  • Frequenza di aggiornamento: fino a 144 Hz
  • Picco di luminanza: 1.600 nit
  • Tipo HDR: HLG, HDR10, HDR10+ Adaptive, Dolby Vision IQ
  • Tipo audio: Dolby Atmos, 160 W totali (5.1.2 canali)
  • SoC: MediaTek MT5896 alias Pentonic 700
  • Processore: HCX Pro AI MK II
  • Ricevitore: DVB-T2, DVB-S2, HEVC 60p
  • App: Netflix, Prime Video, Disney+, Paramount+, Apple TV+, YouTube, Rakuten, RaiPlay, DAZN, Chili
  • Ingressi: 2x HDMI 2.0b, 2x HDMI 2.1 (1 con eARC)
  • Uscite: 1x audio digitale ottica
  • Uscita cuffie: Sì, commutabile a subwoofer
  • Calibrazione bianco: 2 punti + 14 punti
  • Calibrazione gamma: Sì a 14 punti
  • Calibrazione colore: 6 assi (saturazione, tinta, luminosità per primari e secondari)
  • USB: 3x (2x 2.0 + 1x 3.0)
  • Wi-Fi: Sì (Wi-Fi 6)
  • LAN / Bluetooth: Sì / Sì
  • Telecomando: Sì
  • Consumo: 198 W in HDR
  • Dimensioni: 1.448 (L) × 350 (P) × 910 (A) mm con base, 1.448 (L) × 69 (P) × 889 (A) mm senza base
  • Peso: 30,5 kg con base, 25,5 kg senza base
  • Prezzo suggerito: 4.299 euro

 

MISURE E CALIBRAZIONE

 
Bilanciamento del bianco e gamut in modalità Normale SDR
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Come abbiamo spiegato nel precedente articolo su Z95A, Z90A e W95A, tutti i prodotti Panasonic alla prima accensione propongono la modalità Normale. Come purtroppo la quasi totalità delle impostazioni di fabbrica, la fedeltà dell’immagine lascia decisamente a desiderare: c’è un’evidente dominante blu e la precisione nella riproduzione dei colori è caratterizzata da errori ben visibili.

 
Bilanciamento del bianco e gamut in modalità Professionale 2 SDR
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Per questi motivi consigliamo di cambiarla immediatamente: fortunatamente Z95A mette a disposizione varie modalità video e quelle corrette sono più di una. Riportare un lungo elenco di tutte le opzioni presenti sarebbe inutile e tedioso, motivo per cui mi limito a suggerirvi quelle che ritengo le migliori in assoluto:

SDR e HDR:

  • Ambiente luminoso: Professionale 1
  • Ambiente oscurato: Professionale 2

Dolby Vision

  • Ambiente luminoso: Dolby Vision IQ
  • Ambiente oscurato: Dolby Vision Scura

 
Color checker e saturazioni in modalità Professionale 2 SDR
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Aggiungo qualche precisazione: perché Professionale 2 e non Filmmaker? Il motivo è semplice: Filmmaker ha un errore un po’ più alto su alcune saturazioni del rosso che Professionale 2 non ha e la mancanza di altre differenze sostanziali mi ha fatto propendere per una invece dell’altra. Per il Dolby Vision ho preferito la modalità IQ per ambienti ben illuminati: la regolazione automatica tramite il sensore di illuminanza funziona e bene ed è comoda.

 
Bilanciamento del bianco in modalità Normale e Professionale 2 HDR
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C’è comunque la possibilità di selezionare le altre voci che non adattano le immagini in funzione delle condizioni della stanza, un’alternativa che invece sconsiglio per ambienti oscurati perché può causare qualche apertura o chiusura eccessiva sulle basse luci. Ecco perché consiglio l’impostazione Scura: offre un quadro sempre coerente.

 
Color match e color checker in modalità Professionale 2 HDR
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La modalità Professionale 2 in gamma dinamica standard offre una base di partenza molto solida ma un pochino meno precisa rispetto ad altri Panasonic che ho testato in precedenza. Non ho modo di dimostrarlo ma ritengo che queste differenze siano legate al passaggio a Fire TV OS. La linearità sulla scala dei grigi è buona ma non perfetta: si nota la tendenza a scurire alcuni livelli con il gamma che si alza di conseguenza.

 
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale 2 HDR
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Sulle alte luci c’è un eccesso di rosso non troppo pronunciato, come del resto si può notare anche dal DeltaE, l’errore rispetto al riferimento: siamo mediamente a 2,3 con un picco che arriva a 3,2, appena sopra la soglia critica per l’occhio (è fissata a 3). Il gamma medio è 2,464. Sui colori abbiamo un’ottima riproduzione del gamut Rec.709: tutti i colori primari e secondari hanno un DeltaE inferiore a 2.

 
Spazi colore BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale 2 HDR
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Più significative le misure riportate nel color checker e sulle saturazioni intermedie: qui la precisione scende e la soglia di errore sale anche se di poco. Il color checker riporta un DeltaE medio di 1,93 e un massimo di 3,15 mentre sulle saturazioni la media è 1,82 e il picco arriva a 3,57. Passando a HDR il quadro non cambia di molto: la precisione nel riprodurre la scala dei grigi è molto alta, con un DeltaE sempre ben sotto a 2 anche nelle sue punte massime.

 
Bilanciamento del bianco e gamut in modalità Professionale 2 SDR calibrata
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Z95A segue con molta precisione la curva EOTF, fino ad effettuare il “roll-off” tra il 75% e l’80% circa. Il roll-off è il punto dal quale televisori e proiettori cominciano a discostarsi dal riferimento scurendo le immagini rispetto al riferimento. Come si può vedere dai grafici allegati all’articolo, questo processo è piuttosto netto sul Panasonic. In gamma dinamica standard il picco di luminanza si attesta a 219 nit. In HDR ho misurato i seguenti picchi:

  • Schermata all’1%: circa 1.626 nit
  • Schermata al 2%: circa 1.630 nit
  • Schermata al 5%: circa 1.627 nit
  • Schermata al 10%: circa 1.620 nit
  • Schermata al 25%: circa 935 nit
  • Schermata al 50%: circa 479 nit
  • Schermata al 75%: circa 297 nit
  • Schermata al 100%: circa 232 nit

 
Color checker e saturazioni in modalità Professionale 2 SDR calibrata
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La fedeltà cromatica è ottima: l’errore è sempre molto contenuto, in tanti casi anche sotto al 2, fatti salve alcune saturazioni che eccedono le capacità del pannello (come di qualsiasi altro OLED). Questi risultati di alto livello vedono una sola eccezione: la luminanza dei colori. Come si può vedere nel grafico relativo al color match, gli errori di luminanza sono in alcuni casi sensibilmente più alti. Come vedremo questa misura trova un effettivo riscontro anche in condizioni di utilizzo reale e dipende da una scelta precisa che sacrifica un po’ di impatto, in termini di luminosità, ottenendo però benefici per quanto riguarda i dettagli, anche nelle parti più brillanti.


Bilanciamento del bianco in modalità Professionale 2 HDR calibrata
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Calibrare il TV sarebbe teoricamente semplice se non fosse per il problema creato dai menu. Come ho spiegato nel capitolo sulle caratteristiche, l’interfaccia usata da Panasonic per Fire TV OS è eccessivamente invasiva e altera sia la visione sia le misure rilevate dagli strumenti. In poche parole non si può fare affidamento né su quello che si vede né su quello che riportano gli strumenti, quando c’è il menu a video. In pratica si perde tempo perché ogni modifica richiede di entrare nei menu, cambiare un valore, uscire ed effettuare la misura.

 
Color match e color checker in modalità Professionale 2 HDR calibrata
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Questo processo risulta alla lunga piuttosto tedioso perché rallenta nettamente tutte le operazioni, visto che l’iter descritto va ripetuto più e più volte per completare la taratura. Non si può nemmeno fare affidamento sul controllo diretto tramite il software Calman di Potrait DIsplays: nel momento in cui scrivo questa recensione, l’integrazione tra il software e i modelli Panasonic con Fire OS non è disponibile.

 
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale 2 HDR calibrata
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Per fortuna i controlli funzionano perfettamente: il bilanciamento del bianco mette a disposizione 14 punti, quasi tutti a passi del 10% tranne sulle basse luci, dove si può intervenire molto di fino (a patto di avere gli strumenti giusti) con le regolazioni a 0.5, 1.3, 2.5, e 5%. Gli stessi punti sono disponibili anche per modificare il gamma, una possibilità raramente presente sui televisori. Per i colori è previsto sia l’intervento sui primari sia sui secondari con tinta, saturazione e luminanza.

 
Spazi colore BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale 2 HDR calibrata
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Tutti gli strumenti funzionano perfettamente e rispondono come ci si aspetterebbe: da questo punto di vista Panasonic è una certezza anche dopo aver abbracciato Fire TV OS. La calibrazione abbassa il DeltaE a livelli infinitesimali e anche questa non è una sorpresa per chi conosce i prodotti del marchio giapponese. L’errore medio sulla scala dei grigi scende a 0,3, assolutamente invisibile a occhio. La linearità è eccellente: il mio obiettivo era un gamma di 2,3 e ho ottenuto un valore di 2,302.


Picchi di luminanza in HDR
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Sui colori l’errore cala sempre sotto la soglia critica per l’occhio: sul color checker la media è 0,77 con un massimo di 1,8 mentre per le saturazioni i valori si abbassano ancora, arrivando a 0,86 in media e 1,56 come massimo. Ottimi in particolare gli incarnati: il DeltaE è inferiore a 2 e questo significa che il colorito dei volti è sempre preciso e naturale. Segnalo poi una copertura perfetta (100%) dello spazio colore Rec.709. La calibrazione migliora anche l’HDR: sulla scala dei grigi il DeltaE massimo scende a 0,7 mentre sul color match ho misurato una media di 0,49 e un massimo di 1,36.


Un immagine del menu: evidente l'oscuramento parziale nella parte destra
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Calano anche gli errori relativi alla luminanza ma non di molto: vale quanto scritto sopra, ovvero che si tratta di una scelta ben precisa. L’ottima fedeltà cromatica è confermata anche dai grafici sulle saturazioni in DCI-P3 e BT.2020. Per quest’ultimo restano solo gli errori sulle saturazioni all’80% e al 100%: ad oggi non esistono OLED WRGB in grado di riprodurre quei livelli, è un limite degli attuali pannelli. La copertura dello spazio colore BT.2020 si attesta al 71,84% xy e 73,31% uv. Per il DCI-P3 arriviamo invece al 96,36% xy e al 97,17% uv.

 

LA PROVA DI VISIONE


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Il primo aspetto da valutare è inevitabilmente legato al passaggio da My Home Screen a Fire TV OS. Panasonic ha svolto un ottimo lavoro in sinergia con Amazon: l’interfaccia è quella delle Fire TV Stick ma al suo interno è integrata tutta l'esperienza del colosso giapponese. Ritroviamo pertanto tutte le regolazioni e le possibilità di intervento tipiche dei prodotti Panasonic. Tutto perfetto quindi? Non esattamente: un cambiamento così radicale difficilmente avviene senza intoppi e Z95A non è l’eccezione che conferma la regola.

I menu non prevedono la possibilità di effettuare regolazioni con l’interfaccia in trasparenza o con l’interfaccia ridotta per occupare la minor porzione possibile su schermo. Lo si nota nelle primissime fasi di utilizzo: basta andare a regolare contrasto e luminosità per vedere che i menu, visualizzati sulla destra, si sovrappongono alle immagini causando un parziale oscuramento di metà dello schermo. In poche parole il menu è troppo invasivo e non permette regolazioni in tempo reale: bisogna entrare, modificare le voci desiderate, uscire e controllare il risultato ed eventualmente apportare ulteriori ritocchi.


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Questo vale per qualsiasi tipo di modifica al video: contrasto, luminosità, bilanciamento del bianco e colori. Le operazioni risultano farraginose perché si deve continuamente entrare e uscire. La sovrapposizione (overlay) dell’interfaccia altera l’immagine, modificandola in modo da risultare fuorviante sia ad occhio sia per gli strumenti di misura. In pratica quello che si vede o si misura con menu a schermo è diverso rispetto all’immagine vera e propria. Per lo stesso motivo può capitare di non riuscire a valutare immediatamente l'impatto di alcune funzioni, specialmente se l’area su cui intervengono è spostato sul lato destro.

Spero che Panasonic corregga presto questo aspetto: fortunatamente non si tratta di limitazioni hardware ma del normale funzionamento di Fire TV OS. Ovviamente serve tempo per adattare ogni aspetto alle esigenze di Panasonic, l’importante è che si torni alla situazione precedente: sui modelli con My Home Screen l’interfaccia era meno invasiva. Si potrebbero apportare le opportune modifiche tramite un aggiornamento firmware. L’altro aspetto che non mi ha convinto del tutto è la frammentazione di alcuni menu, un aspetto che ho spesso criticato su Android o Google TV.


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Per accedere alla maggior parte delle impostazioni si usa il tasto sul menu che raffigura un ingranaggio. Ci sono però alcune funzioni che non si trovano qui: bisogna andare nella home page e spostarsi sul menu di Fire TV OS. Le elaborazioni del suono più avanzate, ad esempio, non si trovano nel menu principale e questo sulle prime è spiazzante, specialmente per gli utenti meno avanzati che potrebbero non pensare subito di spostarsi nel menu di Fire TV OS per trovare quello che cercano. Ovviamente non è un difetto rilevante ma indica che qualcosa a livello di coerenza e di ottimizzazione dell’esperienza va ulteriormente perfezionato.

La Smart TV vera e propria ha invece compiuto enormi passi in avanti: l’esperienza utente è molto più al passo coi tempi grazie all’integrazione con l’ecosistema di Amazon, ivi compreso l’assistente vocale Alexa. La disponibilità di applicazioni è enorme: ci sono praticamente tutte quelle per accedere ai principali servizi streaming internazionali e italiani, un deciso miglioramento rispetto a My Home Screen. Se poi consideriamo le potenzialità offerte dalla modalità sviluppatore e dalla possibilità di installare app non presenti sullo store di Amazon (è il cosiddetto sideloading), il panorama si apre ancora di più e solo sui sistemi Android o Google TV si riesce a fare di meglio.

 

Per gli amanti di videogiochi segnalo la possibilità di accedere ai servizi cloud gaming di Luna (Amazon) e di Xbox. Il SoC MediaTek riesce a gestire tutte le funzioni garantendo una fluidità generalmente piuttosto buona, anche se in alcuni casi ho notato qualche incertezza passando tra i vari menu. Non ho invece riscontrato rallentamenti quando ci si trova all’interno delle singole app. Con sorgenti a risoluzione Standard o HD, l’upscaling del Panasonic si comporta decisamente bene: il TV ricostruisce un quadro molto convincente seppur con una resa piuttosto morbida. Qui si inizia a vedere la mano degli ingegneri e l’approccio che ha guidato la messa a punto del prodotto.

Di base Z95A tende a non aggiungere nulla oltre il necessario, rispettando al massimo la sorgente. Se dovessi riassumere il concetto in poche parole, parlerei si alta fedeltà video: riproporre la visione del creatore dell’opera così come è stata pensata. Per questo motivo l'OLED top di gamma di Panasonic non aggiunge di base nessun filtro per aumentare il dettaglio (almeno nelle modalità video ottimali) e non esaspera la nitidezza. Ho sentito alcuni colleghi che definiscono la resa molto simile ad un’immagine analogica, una descrizione che trovo molto corretta. Di base la nitidezza è a zero e non c'è neanche il minimo accenno di ispessimento dei bordi (edge enhancement).


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Il consiglio è di alzare questo parametro gradatamente, in modo da enfatizzare maggiormente il livello di dettaglio, abbinando magari l’azione di “Ottimizzatore risoluzione” per massimizzare ulteriormente il risultato. L’immagine resta comunque morbida ma acquisisce incisività senza causare problematiche di alcun tipo (a meno di non esagerare). Risulta invece meno efficace il trattamento volto a ripristinare la qualità dei contenuti compressi, specialmente se si parla di “color banding”, cioè di difetti causati da transizione troppo nette tra le sfumature di colore. In questi casi l’utente può notare bande o cerchi che si formano nel passaggio tra una tinta e l’altra.

Z95A dispone di una funzione specifica che ho già citato nel capitolo sulle caratteristiche: è Correzione gradazione, un filtro introdotto a partire dal 2024. Avevo già espresso i miei dubbi sul suo funzionamento nell’articolo sul primo contatto con la gamma TV Panasonic 2024. Da allora sono arrivati alcuni aggiornamenti firmware e la situazione è parzialmente cambiata. La buona notizia è che effettivamente qualche cambiamento ora si può notare, soprattutto se si seleziona la voce al massimo. La notizia meno buona è che i suddetti cambiamenti rientrano in due casistiche: o sono molto sottili, quindi si vedono ma non hanno un impatto così netto, oppure sono praticamente nulli, tanto che ad occhio non ho notato alcuna differenza apprezzabile.


Una scena di Pan: il cappello della figura in secondo piano mostra una tinta virata verso il rosso
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Ci sono perciò dei timidi passi in avanti rispetto al debutto sul mercato di Z95A (a quei tempi il filtro non funzionava) ma c’è ancora del lavoro da fare, specialmente se si vuole raggiungere il livello dei migliori esponenti sul mercato, che a mio avviso sono Sony e LG. Con le regolazioni di base non ci sono problemi a gestire le immagini in movimento: il materiale cinematografico a 24 fotogrammi al secondo viene riprodotto senza nessuna conversione. L’incremento della fluidità e la riduzione delle sfocature passano tramite l’Intelligent Frame Creation, che come di consueto offre varie possibilità tra cui la modalità Personalizzato.

Attivandola si possono regolare separatamente la Riduzione Effetto Mosso (sfocature) e la Fluidità Film (aggiunge fotogrammi). Attenzione però: gli artefatti tendono a spuntare anche senza arrivare in prossimità del massimo, quindi consiglio di sfruttarlo al massimo con pochi tocchi. Aggiungo poi che in alcuni casi l’uso può introdurre scatti: mi è capitato ad esempio con alcuni DVD a 25 fotogrammi al secondo, dove l’elettronica sembrava perdersi un frame per strada in alcune scene. Come abbiamo visto nel capitolo relativo alle misure, la fedeltà cromatica è altissima: gli incarnati sono sempre naturali e anche tutte le altre tinte riproducono esattamente quello che è contenuto nella sorgente. C’è una sola eccezione che ho notato durante il confronto con il TV OLED G4 LG e il Mini LED Sony Bravia 7. In alcune scene scure Z95A tende a far emergere una dominante rossa che in realtà è appena accennata.


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Come potete vedere nell’immagine qui sotto, la figura in secondo piano presente in questa sequenza tratta dal film “Pan – Viaggio sull'isola che non c’è” sembra indossare un cappello rosso. In realtà il colore giusto è più bruno con solo qualche accenno tendente al rosso. Ho visto una tendenza simile in “Star Wars: Il risveglio della Forza”, durante una sequenza all’interno dell’abitacolo del Millenium Falcon: la parte scura a sinistra di Rey, la protagonista, tende al rosso. Chiarisco immediatamente che si tratta di notevole pignoleria: senza il riferimento dato dagli altri schermi e senza cercare ogni minima differenza all’interno delle sequenze che ho usato come test, quasi sicuramente non l’avrei mai notato. È però giusto farlo notare perché, visto il livello raggiunto dai televisori di fascia alta, le prestazioni vanno valutate anche su scenari di questo tipo.

Fatte salve queste casistiche limitate, la riproduzione delle immagini molto scure ha evidenziato la maestria con cui Panasonic mette a punto i propri schermi. La stessa scena di Pan che ho citato sopra è emblematica in tal senso: è difficilissima perché molto buia ma con un numero di particolari molto alto. Serve perciò un ottimo contrasto ma anche una sapiente gestione delle immagini appena sopra il nero assoluto. In pratica è necessario un controllo molto preciso per assicurare che il TV mantenga una linearità corretta. Scurire troppo significa mantenere nero e contrasto ma perdere dettagli, schiarire troppo fa invece emergere anche i particolari che lo spettatore non dovrebbe vedere e appiattisce il quadro per via della perdita di contrasto.

 

Z95A non restituisce una rappresentazione perfetta ma ci va molto vicino: il nero in alcuni punti è fin troppo profondo e fa perdere qualche particolare, il che è preferibile a quanto visto su altri prodotti che, per mostrare tutto, eccedono in senso opposto, sollevando il gamma e schiarendo eccessivamente molte parti della scena. In definitiva Z95A scurisce meno di quanto altri prodotti schiariscono. Proprio per questo motivo sul Panasonic si apprezza maggiormente lo stacco tra i piani che dona profondità all’immagine. Qui non è il pannello a fare la differenza ma la sua messa a punto: altri prodotti che montano esattamente lo stesso schermo si comportano in modo decisamente diverso.

Rispetto a MZ2000 è migliorata la pulizia delle basse luci, probabilmente merito anche del Pentonic 700: ho notato soprattutto una minore incidenza del cosiddetto “chrominance overshoot”. Questo effetto si manifesta sotto forma di bagliori repentini nelle scene buie, specialmente con materiale più compresso. MZ2000 ne soffriva un po’ di più mentre Z95A mi è sembrato più simile ai diretti concorrenti (ma c’è anche chi si comporta meglio), quanto meno quelli con pannello OLED WRGB; c’è invece ancora da lavorare per pareggiare il livello dei QD-OLED, che a mio parere riescono a sopprimere ancora meglio i bagliori. Per quanto riguarda invece l’estremo opposto, cioè le scene luminose, occorre tirare in ballo il tone mapping o mappatura dei toni, l’elaborazione che adatta i contenuti alle capacità dello schermo.


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In gamma dinamica standard non c’è infatti molto da dire: Z95A si comporta in modo molto simile ad altri OLED con la stessa tecnologia. Il picco di luminanza è molto simile e le prestazioni sono eccellenti. La personalità del Panasonic emerge invece con HDR: in linea generale la tendenza è quella di scurire un pochino l’immagine per preservare un livello di dettaglio elevato neglispecular highlights”, cioè nelle parti dove si concentrano i picchi di luminanza. Nel confronto diretto con altri modelli dotati dello stesso pannello (o con picchi molto simili) lo Z95A risulta leggermente meno luminoso in varie scene, anche quando avrebbe un leggero margine di vantaggio, misure alla mano.

Questa scelta ha un impatto anche sui colori, che in alcune scene tengono meglio la saturazione: lo si vede bene ad esempio in “Shark - Il primo squalo”, nella sequenza dove il sole si staglia sull’oceano mentre l’elicottero vola verso la stazione di ricerca. Sul Panasonic si notano meglio i colori dell’alba, con una tinta che altri televisori tendono a diluire di più, restituendo più l’impressione di un tramonto o di una giornata meno assolata. Il livello di dettaglio preservato dal tone mapping del Panasonic è davvero elevato: fare molto di meglio è difficile, tanto che anche con i dischi test realizzati a 10.000 nit (materiale pensato per mettere in crisi i prodotti) Z95A se la cava decisamente bene.


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L’impostazione che alla fine ho preferito è Dinamico, cioè quella che applica un adattamento in temo reale sfruttando il processore integrato. Solitamente sono piuttosto cauto con questo genere di funzioni perché possono offrire pregi o difetti a seconda della scena da mostrare a video. L’approccio di Panasonic è però diverso dalla media: Dinamico non va ad incidere su tutto il quadro ma enfatizza solo la luminosità degli elementi più brillanti. Il livello medio del quadro non viene dunque modificato ed è questo il suo pregio più importante. Certo, l’immagine non cambia in modo evidente come accade su altri modelli, dove effettivamente il tone mapping dinamico può contribuire a recuperare tanto dettaglio e a rendere le scene molto meno piatte (un esempio lo potete vedere qui, nella recensione di U7N di Hisense).

Il punto però è che Z95A non ha bisogno di interventi così radicali: quel piccolo spunto in più non altera la fedeltà al contenuto originale ed è quasi sempre un apporto equilibrato e positivo. Se poi capita un contenuto dove il tone mapping non risulta soddisfacente (anche se come ho scritto non l’ho mai visto andare in crisi), si può risolvere facilmente: basta impostare il funzionamento su Normale invece di Dinamico. Il sistema audio integrato si inserisce nel solco di quella che possiamo ormai considerare una tradizione: le prestazioni sono più o meno in linea con quelle di MZ2000 e perciò di altissimo livello (qui potete trovare anche qualche misura). La qualità è assimilabile a quella di una soundbar di fascia alta, con in più il pregio di non richiedere collegamenti esterni e la tecnologia beamforming per indirizzare il suono dove richiesto.

 

L’unica critica che si può muovere è sulla presenza di bassi un po’ carente, che pregiudica quell’effetto cinema raggiunto invece sulle frequenze medie e alte. Fortunatamente si può risolvere aggiungendo un subwoofer, cosa che consiglio caldamente di fare se non si dispone di un impianto home cinema separato vero e proprio. Per gli amenti dei videogiochi segnalo che Z95A è un prodotto molto adatto anche al gaming: la modalità True Game unisce un’alta fedeltà dell’immagine a una pronta risposta ai comandi. L’input lag, che misura il ritardo, si attesta a circa 14 millisecondi a 60 Hz e scende a 4,9 millisecondi a 120 Hz.

 

CONCLUSIONI E PAGELLA


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Il top di gamma Panasonic si conferma ancora una volta uno dei prodotti migliori sul mercato. La dotazione è ancora più completa rispetto ai corrispettivi degli anni precedenti: il passaggio a Fire TV ha colmato tutte le lacune che affliggevano la piattaforma My Home Screen, prima tra tutte la disponibilità di applicazioni. La transizione non è stata però del tutto indolore: i menu, talvolta troppo invasivi e la coerenza non perfetta di alcune voci richiedono ancora qualche intervento.


La funzione "Correzione gradazione"
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Il tratto distintivo degli OLED Panasonic rimane invece invariato: sono televisori per gli appassionati di cinema e di alta fedeltà video, e Z95A non fa eccezione. Questa caratteristica si nota nel trattamento del segnale, dall’upscaling che ha quasi un sapore di “analogico” all’adattamento dei contenuti in HDR, che tende sempre a non eccedere per non snaturare i contenuti, preservando così la visione artistica di chi li ha creati.


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Alcuni limiti emergono quando si tratta di gestire materiale di scarsa qualità, in particolare per quanto riguarda i colori: il filtro sviluppato per migliorare le sfumature incide poco o nulla. Sotto questo aspetto si vede che c’è ancora margine di miglioramento per raggiungere il livello di altri concorrenti. Il sistema audio integrato è di ottimo livello, come lo è già da alcuni anni. La resa è notevole per pressione sonora ed estensione nelle armoniche superiori, pecca invece in basso ma si può rimediare aggiungendo un subwoofer.


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Z95A è un’ottima scelta anche per gli appassionati di videogiochi: la modalità True Game mette d’accordo gli amanti della fedeltà video con i gamer più esigenti, assicurando un’eccellente risposta ai comandi. Come bonus c’è poi il supporto ai 144 Hz, anche in Dolby Vision. Peccato per le due porte HDMI 2.1 (una sola se si usa eARC), un limite che troviamo su tanti prodotti ma che tendiamo a far pesare di più sui modelli di fascia alta. Il rapporto qualità/prezzo è penalizzato dal prezzo più elevato rispetto alle proposte di altri marchi: la dotazione audio di qualità superiore alla media ha sicuramente pesato in tal senso ma non tutti saranno disposti a pagare l’extra.

La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 8,7

  • Costruzione: 9
  • Versatilità: 8,5
  • Menu e taratura: 8,0
  • Prestazioni in SDR: 8,5
  • Prestazioni in HDR: 9,0
  • Riproduzione audio: 7,5
  • Rapporto Q/P: 6,5

Per maggiori informazioni: sito ufficiale Panasonic

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