Supertest Mini LED Hisense U8KQ 55 pollici

Nicola Zucchini Buriani 04 Aprile 2024 4K e 8K

Hisense U8KQ è un TV della gamma ULED e abbina un pannello LCD Ultra HD con Quantum Dot a una retroilluminazione Mini LED molto generosa. La luminanza raggiunge picchi molto elevati sia su finestra sia a pieno schermo


- click per ingrandire -

Hisense si è ormai da tempo posizionata ai primi posti nella classifica dei principali produttori di TV. La gamma attualmente in commercio, quella lanciata nel 2023, include molti modelli tra cui spiccano le serie dotate di retroilluminazione Mini LED, usata sia per l’ammiraglia UXKQ sia per le serie di fascia inferiore.

In questa offerta variegata sono compresi anche i modelli U8KQ, tre ULED con schermi LCD Mini LED da 55", 65" e 75" che si collocano subito sotto al top di gamma. Questi televisori sono probabilmente quelli meglio posizionati: non solo offrono una ricca dotazione ma vengono anche proposti a prezzi interessanti, soprattutto il 55" che è oggetto di questa recensione.

Nel momento in cui scrivo questo articolo, il taglio che ho testato si trova a circa 900 euro e propone una dotazione completa, che include anche tutte le funzioni indirizzate ai video-giocatori più esigenti oltre ad una sezione audio che promette prestazioni superiori alla media.

 

SOMMARIO

 

CARATTERISTICHE TECNICHE E DESIGN


- click per ingrandire -

Il 55" U8KQ si presenta con un design semplice, minimalista e piuttosto elegante. Il lato frontale è molto pulito, con cornici sottili (con bordi arrotondati) che si ispessiscono solo lungo il lato inferiore per ospitare parte del sistema audio. Il logo Hisense è collocato in prossimità dell’angolo inferiore sinistro, in modo molto discreto. La livrea alterna elementi neri ad altri color grigio scuro e risulta piacevole alla vista e facile da integrare in qualsiasi ambiente.


- click per ingrandire -

La base da tavolo è composta da una lastra di metallo molto pesante che conferisce una stabilità ottimale allo schermo. La base si aggancia ad un secondo elemento composto da elementi di sostengo in metallo e altri componenti in plastica. In fase di montaggio bisogna prestare attenzione all’allineamento con i fori: fino a quando la base non è completamente fissata, il sistema di aggancio tende a fare un po’ di gioco che potrebbe ostacolare l’inserimento di tutte le viti.


- click per ingrandire -

Sulla parte posteriore della base c’è un vano in plastica che si può rimuovere per raccogliere tutti i cavi e indirizzarli vero il fondo. Da notare che non c'è un sistema che convoglia i cavi verso la base; l’utente deve quindi provvedere da sé. Il "lato B" del televisore è più "plasticoso" rispetto al frontale e meno rifinito, anche se comunque gli si può riconoscere una buona robustezza.


- click per ingrandire -

Lo spessore non è particolarmente sottile, un segno evidente che ci troviamo di fronte ad un modello dotato di una retroilluminazione più sofisticata della media. U8KQ è equipaggiato con un pannello LCD Ultra HD dotato di Quantum Dot e Mini LED che vanno a comporre una configurazione Full LED Array con local dimming. Le zone di controllo indipendenti sono 672, suddivise in 21 x 32 e dunque in modo meno convenzionale del solito, con un numero maggiore di zone poste lungo la verticale dello schermo rispetto alla parte orizzontale (solitamente è il contrario).


- click per ingrandire -

Il pannello LCD è di tipo VA (Vertical Alignment) e lo si può del resto verificare facilmente dal rapporto di contrasto, come vedremo nel capitolo dedicato alle misure. La frequenza di aggiornamento arriva fino a 144 Hz ed è quindi ottimale per sfruttare al massimo un PC da gioco. Resta ovviamente possibile anche l’utilizzo di sorgenti a 100 / 120 Hz quindi tutte le console da gioco di ultima generazione. L’elaborazione dei segnali video è affidata all'Hi-View Engine con intelligenza artificiale (AI).


- click per ingrandire -

Le elaborazioni disponibili includono l’upscaling, la riduzione del rumore video, il miglioramento delle sfumature e la compensazione del moto, che come vedremo offre regolazioni separate per fluidità e dettaglio. Hisense dichiara un picco di luminanza di 1.500 nit che, dopo aver effettuato varie misure, in realtà è un valore conservativo. U8KQ può riprodurre video in HDR nei formati HDR10, HDR10+, HLG, Dolby Vision e Dolby Vision IQ. Sempre restando in tema di standard, sono disponibili le modalità Filmmaker e IMAX Enhanced che si possono anche attivare automaticamente tramite i metadati presenti nei contenuti.


- click per ingrandire -

La sezione audio è composta da un sistema a 2.1.2 canali con potenza ripartita in questo modo:

  • 2 x 10 W per i frontali
  • 2 x 5 W per i canali in altezza
  • 20 W per il subwoofer

Il subwoofer è posto al centro sul retro del televisore. Si possono riprodurre tracce in Dolby Atmos, DTS e c’è anche la certificazione WiSA Ready, che implica la possibilità di inviare audio lossless in wireless fino a 7.1 canali. Tutti gli ingressi e le porte sono collocati all'interno di due vaschette. Quella posta lungo il lato, parallela allo schermo, contiene la maggior parte dei connettori: qui troviamo una porta USB 3.0 (5 V e 1 A), 2 ingressi HDMI 2.0b fino a 60 Hz e 2 HDMI 2.1 fino a 144 Hz (su HDMI 3 c’è eARC), lo slot Common Interface+, le prese per l’antenna del digitale terrestre e satellitare, un ingresso video-composito su jack da 3,5 millimetri e l’uscita cuffie.


- click per ingrandire -

Nelle vicinanze c’è il secondo vano rivolto verso il lato posteriore, al cui interno trovano spazio la porta Ethernet, l’uscita digitale ottica e una USB 2.0 (5 V, 0,5 A). Gli ingressi HDMI 2.1 sono compatibili con "Auto Low Latency Mode" e "Variable Refresh Rate" sotto forma di "HDMI Forum VRR" e "FreeSync Premium". La frequenza di aggiornamento variabile opera nell'intervallo compreso tra 48 e 144 Hz. Piccola nota: alcuni connettori sono molto vicini, specialmente le porte HDMI 2.0 e lo slot Common Interface. Occorre pertanto prestare attenzione ai cavi perché quelli con teste più ingombranti potrebbero bloccare l’accesso agli ingressi contigui.


- click per ingrandire -

Per la ricezione dei programmi televisivi sono presenti i sintonizzatori DVB-T2 e DVB-S2 con HbbTV. La piattaforma Smart TV è proprietaria: si tratta di VIDAA U 7.0, l’ultima incarnazione sulla quale tornerò più in dettaglio nel capitolo dedicato. Il telecomando è la stessa unità di controllo che Hisense fornisce sugli altri ULED. Le dimensioni sono relativamente compatte e anche il numero di pulsanti, pur non essendo ridotto al minimo come su altri modelli, è volto a semplificare l’esperienza.


- click per ingrandire -

Ci sono sia il tastierino numerico sia i pulsanti per accedere ad alcuni servizi streaming e per usare il microfono. Le uniche critiche che posso muover riguardano la distanza tra i pulsanti, tutti contigui e senza grossi elementi che permettano di riconoscerli al tatto, anche se l’alternanza di superfici non piatte favorisce la memoria muscolare, quindi col tempo ci si abitua. Peccato per l’assenza della retroilluminazione anche se purtroppo è una mancanza ormai molto diffusa. Attenzione al cavo di alimentazione: quello fornito in dotazione è abbastanza corto, fortumatamente usa una presa standard e si può cambiare facilmente.

 

MISURE E CALIBRAZIONE

 
Bilanciamento e gamut in modalità Standard
- click per ingrandire -

Tutte le misure sono state effettuate con il software Calman Ultimate (disponibile anche per utenti consumer), come di consueto. La modalità che il televisore propone alla prima accensione è quella Standard, che come accade praticamente sempre è molto tendente al blu e ben poco accurata. C’è scarsa linearità e colori troppo saturi che eccedono quelli usati come riferimento per i contenuti in gamma dinamica standard. Consiglio quindi di evitare accuratamente questa impostazione perché l’Hisense offre un ottimo spunto, in termini di luminanza, anche con altre modalità molto più soddisfacenti.

 
Bilanciamento e gamut in modalità Cinema Notturno
- click per ingrandire -

Le migliori modalità video sono le seguenti:

SDR

  • Ambiente luminoso: Cinema Diurno
  • Ambiente oscurato: Cinema Notturno

HDR

  • Ambiente luminoso: Filmmaker con Mappatura dei toni HDR attiva
  • Ambiente oscurato: Filmmaker

HDR10+

  • Autore di film HDR10+ (con modifiche che spiego sotto)

Dolby Vision

  • Ambiente luminoso: Dolby Vision IQ
  • Ambiente oscurato: Dolby Vision Scuro

 
Saturazioni e color checker in modalità Cinema Notturno
- click per ingrandire -

Qualche piccola precisazione iniziando dalla gamma dinamica standard. Le modalità migliori sono "Filmmaker", "Cinema Notturno" e "Cinema Diurno". Le prime due si somigliano molto ma differiscono per il numero di filtri attivi e per la luminanza: la "Filmmaker" è infatti più brillante e arriva a circa 250 NIT sul bianco al 10%, un livello fin troppo alto per la visione in ambienti non ben illuminati. Per questo consigliamo di optare per "Cinema Notturno" se si usa il televisore di sera o con poca luce. Se invece l’ambiente è molto illuminato e serve davvero che il pannello lavori al massimo, allora "Dinamica" garantisce il miglior risultato. Si sacrifica completamente la fedeltà dell’immagine ma si arriva a poco più di 1.400 NIT sul bianco al 10%, praticamente un HDR in pectore.

 
Bilanciamento e gamut in modalità Cinema Notturno calibrata
- click per ingrandire -

In HDR10 abbiamo una situazione molto simile con la sola differenza che Cinema Notturno si chiama Notte HDR. Tra le due modalità c’è davvero poca differenza. A queste si aggiunge Cinema IMAX che replica praticamente le stesse misure. In Dolby Vision abbiamo IQ che regola automaticamente i parametri tramite il sensore che misura la luce presente nella stanza. Volendo ci sono comunque Cinema Scuro e Personalizzato per evitare qualsiasi tipo di fluttuazione.

 
Saturazioni e color checker in modalità Cinema Notturno calibrata
- click per ingrandire -

Un discorso a parte lo merita HDR10+: c’è sempre una modalità "Filmmaker" che però qui è stata curiosamente tradotta e si chiama "Autore di film HDR10+". Il problema è che di base non si comporta assolutamente come una "Filmmaker": la temperatura colore è impostata su "Freddo", lo spazio colore su "Nativo" (quindi sempre il più ampio possibile) e ci sono tanti filtri attivi alcuni dei quali sono invasivi, come il contrasto adattivo e la riduzione del rumore video su medio. A queste condizioni sarebbe da scartare completamente. Non ho capito se si tratta di una sorta di bug ma sta di fatto che anche resettando completamente la modalità più volte si ottiene sempre questa base di partenza.


Bilanciamento nella modalità Standard in HDR
- click per ingrandire -

Per fortuna basta poco per sistemare il tutto: si seleziona la temperatura colore "Caldo 1", lo spazio colore "Automatico" e si disattivano tutti i filtri. Con queste modifiche il risultato è in linea con le altre modalità "Filmmaker" in HDR10 e SDR. La modalità "Cinema Notturno" in SDR è piuttosto precisa: il DeltaE medio è 0,9 (0,8 in Filmmaker) con un massimo di 1,5 sul bianco al 100%, quindi ben al di sotto della soglia critica per l’occhio umano. La linearità è abbastanza buona ma non perfetta: le basse luci sono un po’ troppo chiuse e affogano qualche dettaglio, come del resto avviene anche all’estremo opposto con le alte luci troppo schiarite.

 
Bilanciamento e saturazioni nella modalità Filmmaker in HDR
- click per ingrandire -

La fedeltà cromatica è in linea con il resto delle misure: i grafici di gamut e color checker riportano una soglia di errore mediamente molto bassa, per la precisione con un Delta E al di sotto del valore unitario. Fa eccezione il blu che eccede il riferimento del REC BT.709 e ha un errore visibile, intorno a 3,7 con saturazione al 100%. In HDR abbiamo invece preferito la modalità Filmmaker (e c’è più di un motivo, ci tornerò dopo). La calibrazione di fabbrica è decisamente meno precisa con errori visibili a occhio su tutti i livelli più alti della scala dei grigi.

 
ColorChecker e ColorMatch nella modalità Filmmaker in HDR
- click per ingrandire -

Anche la linearità della curva EOTF non è esemplare: con il local dimming su Alto, indispensabile per ottenere il massimo picco di luminanza, il TV scurisce troppo i livelli prossimi al nero e schiarisce in alto, dal 65% a salire con la punta massima al 70%, come si può vedere nelle misure. Questo comportamento si modifica cambiando il local dimming anche se comunque non c’è una voce perfettamente in linea con il riferimento. Su Medio vengono scuriti tutti i livelli fino al 45% circa mentre in alto si conferma la tendenza a schiarire, anche se in misura minore rispetto alla modalità Alto. Basso va invece in direzione opposta: schiarisce i livelli uscendo dal nero (ne risente il contrasto) e scurisce leggermente in alto.

 
Copertura spazio colore BT.2020 e DCI-P3 nella modalità Filmmaker in HDR
- click per ingrandire -

Va meglio con i colori: i grafici di color checker e color match hanno riportato un DeltaE medio di 1,67 e un massimo di 4,69 che corrisponde al bianco. La copertura degli spazi colore è 71,48% xy e 77,95% uv per il BT.2020, 94,81% xy e 94,94% uv per il DCI-P3. Il picco di luminanza su una finestra del 10% è 1.548 NIT che salgono fino a 1.758 NIT al 25%. Impressionante il picco al 100%: ho misurato 771 NIT, un valore davvero molto elevato. Il picco di luminanza al 10% si mantiene grosso modo costante per oltre 2 minuti: dai 1.548 NIT di partenza si scende progressivamente fino a 1.473, senza l’ausilio di strumenti non avrei mai notato la differenza a occhio.

A seguire tutti i valori registrati per il picco di luminanza:

  • Schermata all’1%: circa 638 NIT
  • Schermata al 2%: circa 1.044 NIT
  • Schermata al 5%: circa 1.278 NIT
  • Schermata al 10%: circa 1.548 NIT
  • Schermata al 25%: circa 1.758 NIT
  • Schermata al 50%: circa 1.292 NIT
  • Schermata al 75%: circa 982 NIT
  • Schermata al 100%: circa 771 NIT

 
Bilanciamento e saturazioni nella modalità Filmmaker in HDR calibrata
- click per ingrandire -

La calibrazione del TV è un processo non semplicissimo: ci sono i controlli per il bilanciamento del bianco a 2 e 20 punti, le regolazioni dei colori per tinta, saturazione e luminosità e anche il gamma a 20 punti. Ci sono però varie problematiche. Anzitutto i controlli non rispondono sempre con efficacia: a volte sono precisi, a volte operano su più punti insieme o su punti diversi da quelli indicati, a volte sono del tutto inefficaci. Occorre quindi pazienza ed esperienza per gestirli. Va inoltre considerato che SDR e HDR in parte si influenzano ed è anche per questo che abbiamo preferito usare due modalità diverse, in modo da non rischiare alcuna sovrapposizione.

 
ColorChecker e ColorMatch nella modalità Filmmaker in HDR calibrata
- click per ingrandire -

C’è poi da considerare che, selezionando la voce che copia le modifiche su tutti gli ingressi, accade qualcosa di poco prevedibile. Dopo aver eseguito la calibrazione in SDR mi sono accorto che il bilanciamento del bianco era cambiato anche in "Dolby Vision Scuro" e in "Notte HDR". Apparentemente il televisore ha riconosciuto queste modalità come la stessa e ha copiato i medesimi valori. Ho quindi disattivato la voce che copia le modifiche su tutti gli ingressi e ho resettato "Dolby Vision Scuro", constatando che questo cambiamento non ha modificato i valori inseriti in "Cinema Notturno".

 
Copertura spazio colore BT.2020 e DCI-P3 nella modalità Filmmaker in HDR calibrata
- click per ingrandire -

In "HDR10+" invece mi sarei aspettato di ritrovare la stessa calibrazione già effettuata in HDR10 ma, come ho scritto in precedenza, così non è stato. Il consiglio per chi vuole calibrare il TV è di procedere o con un ingresso per volta, magari segnandosi a mano i valori da inserire, oppure di prestare molta attenzione perché sovrapposizioni di questo tipo non sono molto prevedibili e potrebbero portare a cambiare parametri del tutto involontariamente.


Picchi di luminanza in HDR
- click per ingrandire -

Fatte salve queste considerazioni, la calibrazione mi ha permesso di abbattere l’errore a livelli irrisori: il DeltaE medio in SDR è 0,2 con una punta massima di 0,6 e un gamma quasi perfettamente lineare, prestazioni davvero eccellenti. Migliorano anche i colori: il DeltaE medio sul color checker è 0,62 con un massimo di 2,8 per il blu. I valori non cambiano molto anche per gamut e saturazioni intermedie: su queste ultime la media è 0,85 con un massimo di 3,26 per il blu. Attenzione alle regolazioni: quelle relative alla tinta sono davvero poco efficaci. Sconsiglio anche di intestardirsi sul miglioramento del blu: i controlli lo consentirebbero ma i miglioramenti sulla saturazione al 100% corrispondono a peggioramenti pari o superiori su tutti gli altri livelli. Meglio una soglia di errore un po’ più pronunciata su un solo punto piuttosto che livellata verso l’alto su tutte le saturazioni del blu.


Modalità Filmmaker in HDR con local dimming su Medio
- click per ingrandire -

Il livello del nero nativo è di 0,016 nit circa con un rapporto di contrasto piuttosto alto, sugli 8.000:1 con il bianco a 138 nit. Attivando il local dimming su "Basso" si scende ancora, a circa 0,0074 nit anche se con qualche chiusura sulle basse luci. L’algoritmo che gestisce il local dimming riesce a garantire un’ottima linearità indipendentemente dalla finestra usata: 10%, 20%, 25% con APL costante e anche 100% (che cambia un pochino ma non eccessivamente) non modificano il rapporto tra chiari e scuri. Questo significa che il TV non tende a schiarire o scurire quando il tipo di immagine da mostrare su schermo cambia ma offre un quadro sempre piuttosto coerente.


Modalità Filmmaker in HDR con local dimming su Basso
- click per ingrandire -

Con l’impostazione "Medio" il nero scurisce visibilmente e il contrasto percepito aumenta. Può essere utile su contenuti con molte scene buie ma consapevoli di pagare un prezzo: la fedeltà cromatica non è altrettanto buona e anche la linearità peggiora. Da scartare l’impostazione "Alto": è troppo aggressiva e non garantisce nemmeno vantaggi considerevoli rispetto a "Medio". Su scacchiera ANSI 4 x 4, con un ugual numero di quadrati bianchi e neri, il rapporto di contrasto scende un po’ e si attesta su un comunque ottimo 4.000:1 circa, con il nero che sale a 0,03 nit.


Uniformità
- click per ingrandire -

L’uniformità dell’esemplare che ho ricevuto non è esente da pecche, specialmente nell’angolo in alto a sinistra e in basso a sinistra. I quattro angoli mostrano anche un accenno di vignettatura (sono più scuri del resto dello schermo). Non ci sono però strisce verticali se non leggere e visibili sul grigio molto scuro; si evita così un difetto che è non raro sui TV Full LED Array, cioè il "Dirty Screen Effect" (DSE), che si verifica quando ci sono movimenti veloci su sfondi di colore uniforme e le strisce verticali vengono percepite come una sorta di alone che sporca il quadro.


La curva EOTF corretta portando il contrasto a 70
- click per ingrandire -

Per la calibrazione in HDR consigliamo di usare i controlli a due punti, che bastano per ottenere un DeltaE massimo di 1,1 sulla scala dei grigi, molto più accurato rispetto alla taratura di fabbrica. Resta qualche imprecisione sulla curva EOTF: in basso la luminanza si può riportare più in linea con il riferimento agendo sul gamma. Non si arriva alla perfezione ma lo scostamento è decisamente ridotto. Sulle alte luci è il tone mapping a determinare sempre la tendenza a schiarire tutti i livelli dal 65% fino all’80%. C’è un modo per evitarlo e consiste nell’abbassare il contrasto fino a 70 circa.


- click per ingrandire -

Questo causa però una diminuzione del picco di luminanza a 1.100 NIT circa. Si scuriscono inoltre i livelli tra il 25% e il 70%, un comportamento che si può compensare agendo anche sul gamma. Il mio suggerimento, se si vuole contenere l’eccesso di luminanza, è quello di trovare un compromesso intermedio (magari un contrasto 74 o 76), in questo modo si recupera qualche dettaglio sulle alte luci e si evitano chiusure sulle basse. Con queste regolazioni il DeltaE sui colori scende in media tra 1,5 e 1,79 con una punta massima di 2,75. Ottime anche le saturazioni delle coordinate DCI-P3 inscritte nello spazio colore BT.2020: il DeltaE medio è 1,42, quello massimo 2,2. La copertura dello spazio colore BT.2020 è 71,63% xy e 77,94% uv, quella del DCI-P3 arriva invece al 94,94% xy e al 95,05% uv.

 

LA SMART TV


- click per ingrandire -

Il cuore del TV U8KQ è rappresentato da un SoC MediaTek MKT9618, uno degli alias usati per indicare i Pentonic 700. Il chip è dotato di una CPU quad-core e di molte funzioni interessanti, tra cui spicca il supporto al Dolby Vision fino a 120 Hz. Le prestazioni sono decisamente buone: ho messo alla prova il televisore con molte delle principali applicazioni per lo streaming, tra cui YouTube, Prime Video, Netflix, Disney+ e anche con alcuni giochi presenti sulla piattaforma VIDAA.

In nessun caso ho sperimentato rallentamenti o incertezze degne di nota, nemmeno con l’apertura dei menu che solitamente è un aspetto piuttosto critico per i processori meno performanti. Va detto che parte del merito è sicuramente da ascrivere a VIDAA U: il sistema operativo di Hisense è maturato sensibilmente e non ha ora molto da invidiare alle altre piattaforme. Anche la disponibilità di app è buona: oltre a quelle già citate ne troviamo molte altre come Infinity+, RaiPlay, DAZN, Pluto TV, timVision, Apple TV+, NOW, Paramount+ eccetera.


- click per ingrandire -

L’interfaccia grafica ricorda da vicino quella di altri sistemi operativi, da Google TV a webOS passando per Tizen. L'impostazione è del resto ormai più o meno simile per tutti: in alto scorre un carosello con i contenuti a cui viene data più visibilità, alcuni proposti direttamente da Hisense e altri da terze parti. Subito sotto si possono scorrere tutte le applicazioni installate, che vengono mostrate tramite una serie di icone a scorrimento orizzontale.

In basso vengono poi proposti tutti gli altri contenuti, dai consigliati a quelli raggruppati per genere o per applicazione. Sulla sinistra sono invece sempre disponibili cinque scorciatoie: l’account Vidaa TV, la ricerca, le notifiche, la selezione dell’ingresso e il menu con tutte le impostazioni. In pratica tutte le voci più importanti a portata di mano.


L'app VIDAA per dispositivi iOS e Android
- click per ingrandire -

L’interazione vocale si avvale non solo del microfono integrato nel telecomando ma anche di una versione “hands-free” nel corpo del TV. In pratica non è necessario avere sempre sotto mano il telecomando per controllare tutte le funzioni con la voce. È sufficiente pronunciare le parole "Hey VIDAA” per richiamare l’assistente in qualsiasi momento. L’uso della voce semplifica le ricerche ma può anche venire utile per lanciare app, cambiare canale o regolare il volume.

La piattaforma VIDAA offre anche un media-player capace di supportare le seguenti tipologie di file:

  • Container video: MPG, MPEG, VOB, MP4, MOV, MKV, AVI, ASF, WMV, FLV, TS
  • Codec video: MPEG, MPEG2, MPEG4, AVC/H.264, HEVC, WMV, VC-1, VP8, VP9, AV1
  • Audio: WAV, MP3, AAC, WMA, PCM, AC-3, FLAC, OPUS
  • Immagini: JPEG, PNG, BMP, GIF


- click per ingrandire -

Ho effettuato test con molteplici tipologie di contenuti audio-video e non ho mai riscontrato alcun problema riguardante la compatibilità. File riversati da Ultra HD Blu-ray, in SDR o HDR (anche Dolby Vision) sono stati sempre puntualmente riprodotti, senza mostrare incertezze nemmeno durante l’avanzamento veloce o il salto di diversi minuti. La versatilità si conferma ancora di più sulla parte audio: l’Hisense è infatti capace di gestire anche le tracce in DTS-HD.

Come alternativa al telecomando si può usare l’app VIDAA per dispositivi iOS e Android. Sono disponibili tutte le funzioni presenti sul telecomando, compreso il tastierino numerico, il microfono, l’inserimento di testo, le scorciatoie per accedere a tutti i servizi e la condivisione dei contenuti. Restando su quest’ultima tematica va sottolineato che il TV Hisense supporta anche AirPlay e quindi la duplicazione dello schermo dai dispositivi Apple. Attenzione però: se il Wi-Fi (il modulo integrato è Wi-Fi 6) sulla rete domestica non è molto reattivo si nota un ritardo che può risultare fastidioso durante la navigazione e che rende tutti i giochi inutilizzabili (i comandi arrivano troppo in ritardo).

 

LA PROVA DI VISIONE


- click per ingrandire -

Ho iniziato la mia prova di visione con il materiale di qualità più scarsa, come sono solito fare. Con sorgenti a risoluzione standard (SD) i risultati non sono particolarmente esaltanti. Il livello di dettaglio ricostruito dal processore non è molto alto e questo si traduce in immagini più morbide, con una resa che non favorisce lo stacco tra i piani e fa apparire il quadro un po’ più piatto. Si possono inoltre vedere alcuni artefatti, in special modo l’aliasing che si crea sulle linee oblique, rendendole non perfettamente dritte ma composte da una serie di scalette (non a caso si parla anche di scalettature in questi casi).


- click per ingrandire -

Passando alla risoluzione HD si notano dei miglioramenti anche se il trattamento del segnale rimane in linea con quanto descritto per i contenuti a risoluzione SD. Molto dipende dalla qualità del materiale di partenza: se il bitrate è buono, quindi se non c’è troppa compressione, l’elettronica tende a lavorare meglio grazie al maggior numero di informazioni che riceve. Ne beneficiano sia il livello di dettaglio sia l’incidenza degli artefatti, che magari non spariscono completamente ma si riducono.

Ovviamente i migliori risultati si ottengono con la risoluzione Full HD e anche in questo caso la compressione sposta gli equilibri. Di base l’upscaling è discreto, non al livello dei migliori sul mercato ma nemmeno deficitario. Con materiale ricco di informazioni, ad esempio un film in Blu-ray, la distanza rispetto alle elaborazioni più efficaci nell’upscaling si riduce pur evidenziando ancora un certo divario tecnologico. Hisense deve ancora maturare su questo aspetto ma rispetto a modelli lanciati in un passato non molto lontano sono evidenti i passi in avanti, soprattutto nell’assenza di interventi che, per cercare di colmare i limiti, finivano per peggiorare la situazione.


- click per ingrandire -

C’è però un aspetto che mi ha colpito favorevolmente e che va in controtendenza rispetto al quadro tracciato fin qui. Mi riferisco alla gestione delle sfumature di colore. Da questo punto di vista l’Hisense ha esibito prestazioni molto convincenti, superiori a quelle di tanti concorrenti, indipendentemente dalla tecnologia usata. In parole povere la transizione tra le sfumature di colore è molto morbida e naturale, senza il bisogno di ricorrere a filtri di alcun tipo, comunque presenti nel menu. Ne derivano due pregi che coinvolgono l’HDR e le schermate più scure.

Con i contenuti in HDR il banding è ben contenuto: questo significa che su schermo non ci sono solitamente bande o strisce di colore che segnano un passaggio troppo netto tra le varie sfumature. Logicamente dipende anche dalla sorgente: ci sono contenuti più compressi dove il banding è presente già in origine ed eliminarlo completamente è eventualmente possibile solo ricorrendo a filtri piuttosto aggressivi, che però vanno solitamente a pesare su altri aspetti, primo tra tutti il livello di dettaglio.

 
- click per ingrandire -

Il secondo pregio si può osservare sulle bassissime luci, le porzioni di immagini appena sopra il nero assoluto. U8KQ garantisce una buonissima pulizia del quadro: la presenza di “posterizzazione” è visibilmente più bassa rispetto ad altri TV e questo si traduce in un passaggio più graduale tra i livelli più scuri di grigio, senza salti repentini che riducono il numero di sfumature effettivamente visibili ad occhio. Volendo si può poi attivare il filtro chiamato “Immagine liscia e sfumata” che serve per ridurre la già citata posterizzazione. L’impostazione che consigliamo è quella su Basso, che però non è disponibile in modalità Gioco e con segnali campionati in YCbCr 4:4:4.

La gestione delle immagini in movimento è affidata alla funzione “Ultra Smooth Motion” che prevede varie possibilità. Per i film consigliamo di selezionare l’omonima voce, cioè Film, perché preserva perfettamente la naturale cadenza del materiale cinematografico applicando un pulldown 5:5. In pratica ogni fotogramma viene ripetuto 5 volte impostando la frequenza di aggiornamento a 120 Hz: sono 24 fotogrammi al secondo ripetuti 5 volte Non ci sono pertanto micro-scatti introdotti da conversioni effettuate dall’elettronica. Film è tra l’altro l’impostazione predefinita in alcune modalità, ad esempio Filmmaker.


- click per ingrandire -

Le altre opzioni servono invece a chi vuole modificare la fluidità e il livello di dettaglio. "Moderato" è l’impostazione che incrementa maggiormente entrambi, tanto da arrivare ad una visione quasi perfetta anche su testi che scorrono a video. Sparisce inoltre qualsiasi accenno di scatti ma si paga un prezzo salato: gli artefatti che si creano nei punti più critici (bordi complessi e alte frequenze, ad esempio) sono evidenti. Si può allora optare per "Standard", un po’ meno aggressivo oppure "Chiaro", che alleggerisce ulteriormente le elaborazioni. Consiglio però di non optare per le modalità pre-impostate e di preferire "Personalizzato", che mette a disposizione due barre separate per “Riduzione Tremolio” (aumenta la fluidità) e “Riduzione Blur" (aumenta il dettaglio).

In linea di massima non si dovrebbe andare oltre 2 o 3, soprattutto su "Riduzione Tremolio": i livelli superiori introducono artefatti sempre più visibili. A questo pacchetto si aggiunge poi “Annulla Clear Motion”, una traduzione non riuscitissima di quello che è in sostanza l’inserimento di fotogrammi neri (Black Frame Insertion, BFI). Come spesso accade questa modalità si porta dietro alcune criticità, prima tra tutte l’abbattimento della luminanza che si nota tranquillamente a occhio nudo. Si recupera effettivamente un po’ di dettaglio ma nella maggior parte delle situazioni ritengo che il gioco non valga la candela, anche perché si genera uno sfarfallio che, pur essendo meno pronunciato rispetto ad altri modelli, può comunque risultare fastidioso.


Un gioco su iPhone inviato al TV tramite AirPlay
- click per ingrandire -

Il passaggio al materiale a risoluzione Ultra HD in gamma dinamica standard rende evidenti i pregi del TV. Il livello di dettaglio è ottimo e c’è un buon equilibrio nelle immagini, come del resto ci aspettavamo viste le misure che abbiamo verificato con la nostra strumentazione. Non è invece sempre facile scegliere l’impostazione migliore per il local dimming. "Basso" è sicuramente quella che assicura la miglior fedeltà dell’immagine e una gestione il più accurata possibile delle basse luci. "Medio" non è però da scartare perché il livello del nero si abbassa ulteriormente e lo si nota facilmente nei contenuti con scene molto scure, che ne traggono un evidente beneficio.

Ci sono però due controindicazioni: i mezzitoni vengono schiariti più del necessario e c’è la tendenza a chiudere più del dovuto sui livelli appena sopra al nero assoluto, facendo perdere qualche dettaglio. In linea di massima il local dimming tende comunque a privilegiare la soppressione del "blooming", cioè gli aloni che si creano intorno ad oggetti luminosi circondati dal nero. È questo il motivo per cui solo l’impostazione "Alto" spegne completamente la retroilluminazione su schermata nera mentre "Basso" e "Medio" la attenuano mantenendola però accesa. In questo modo c’è un minor stacco tra le parti nere e quelle con elementi brillanti e il blooming viene contenuto più facilmente. Lo stesso principio si applica anche alle bande nere che infatti non sono completamente spente.


- click per ingrandire -

Il sistema non è perfetto: anche con "Basso" c’è qualche compromesso sui livelli tra l'1% e il 5% della scala dei grigi. Nella transizione dal nero assoluto ai primissimi livelli di grigio il quadro resta leggermente scurito mentre intorno al 5% è un po’ più chiaro del necessario, anche se si tratta di scostamenti che si vedono soprattutto nelle misure e che non impattano così tanto sulla visione. Per contro il sistema riesce bene nel suo intento: gli aloni sono molto ridotti anche nelle scene scure e lo stesso vale per i sottotitoli che compaiono in corrispondenza delle bande nere.

In HDR è la retroilluminazione Mini LED ad imporsi come protagonista. La luminanza è molto elevata, come abbiamo visto nel capitolo sulle misure. Questa caratteristica si traduce in immagini di forte impatto e non solo quando i particolari brillanti si concentrano in aree piccole. Come abbiamo visto il picco più alto non è sul bianco che copre un’area del 10% ma sul 25%. In termini pratici questo vuol dire che il televisore è capace di rappresentare elementi fortemente luminosi anche quando il livello medio delle scene è più alto, cioè quando il quadro non è scuro. Non è del resto una novità: anche altri Mini LED, come il C805 che abbiamo testato qui, si comportano in modo simile.


- click per ingrandire -

C'è anche una logica dietro ed è legata al local dimming: picchi altissimi su zone molto piccole renderebbero difficile la gestione del blooming mentre valori alti inseriti in immagini più luminose si possono controllare più facilmente. Questi dati si ripercuotono anche nell’utilizzo reale: in HDR la maggior potenza della retroilluminazione rende il blooming un po’ più evidente, soprattutto nelle situazioni in cui elementi piccoli e molto luminosi sono immersi nel nero. È ad esempio il caso di un video test presente sul disco di Spears&Munsil, particolarmente ostico perché esaspera questo forte contrasto.

Nella foto qui sotto ho volutamente aumentato l’esposizione per evidenziare meglio la suddivisione a blocchi della retroilluminazione. Come si può vedere, la presenza di tanti elementi piccoli ravvicinati impone di mantenere accese varie zone e il nero che ammanta il tutto viene inquinato da qualche alone (di persona l’effetto è molto meno pronunciato). In generale l’algoritmo che gestisce il local dimming dell’Hisense fa il suo dovere: gli aloni non sono invadenti, anche in scene solitamente molto ostiche.


Esposizione aumentata per evidenziare il funzionamento della retroilluminazione
- click per ingrandire -

Un esempio perfetto sono i sottotitoli che compaiono in alcune sequenze di "Revenant - Redivivo", ormai assurto a segnale test ideale per questo tipo di valutazioni. L’obiettivo viene inoltre perseguito senza pregiudicare la leggibilità delle basse luci, che fatte salve le considerazioni riportate nel capitolo sulle misure, restano più pulite e ricche di informazioni rispetto ad altri Mini LED.

Devo invece sollevare qualche critica sul tone mapping, l’elaborazione necessaria per adattare la gamma dinamica dei contenuti a quella del pannello. U8KQ mostra tutto il dettaglio con contenuti realizzati tra i 600 e i 1.000 NIT, anche se in quest’ultimo caso con alcuni segnali test si può già notare che qualcosa va a perdersi (con contenuti reali è invece difficile accorgersene). Fino a 2.000 NIT circa le scene mantengono comunque buona parte dei particolari salienti anche nella porzioni più luminose.


- click per ingrandire -

Dai 4.000 nit in su invece la perdita è evidente, con le alte luci bruciate e appiattite all’interno di un insieme ormai quasi indistintamente bianco. Non si risolve nemmeno attivando "Mappatura dei toni HDR", cioè il tone mapping dinamico che interviene analizzando i segnale in tempo reale.

In realtà quello che succede è che l’immagine viene ulteriormente schiarita, non c’è perciò un aumento del dettaglio ma è anzi più facile che si anticipi ancora la soglia in cui subentra il "clipping", ovvero il punto a partire dal quale si bruciano i dettagli. Un’utilità comunque c’è: in ambienti molto luminosi può servire per dare un po’ più di slancio senza dover modificare la modalità video. Attenzione anche ad usare "Dettaglio ombre migliorato" che agisce invece sulle basse luci aprendole fin troppo.


- click per ingrandire -

I colori mantengono la corretta saturazione anche quando la luminanza si alza, a conferma del fatto che U8KQ ha un volume colore ampio soprattutto verso l’estremo superiore, cioè verso il bianco. Come tutti gli LCD deve invece sacrificare qualcosa in prossimità del nero. Il trattamento lucido sul pannello si è dimostrato piuttosto efficace nel contenere i riflessi anche in condizioni difficili, con luce artificiale e luce naturale presenti contemporaneamente nella stanza. Attenzione però alle fonti di luce che arrivano dai lati, quasi parallele allo schermo: in questi casi si può generare una specie di effetto arcobaleno che comunque è molto meno pronunciato rispetto ad altri modelli che usano filtri per ampliare l’angolo di visione.

L’assenza di soluzioni di questo tipo è sia un pregio sia un limite: se da un lato i riflessi vengono gestiti meglio e il nero non si alza, dall’altro si ha la necessità di non allontanarsi troppo dal centro dello schermo. In parole povere l’angolo di visione non è molto ampio: chi guarda da posizioni più decentrate vede i colori virare, il nero alzarsi e di conseguenza anche più aloni legati al local dimming, il classico comportamento dei pannelli LCD VA insomma.


- click per ingrandire -

Il sistema audio integrato è di qualità superiore alla media. Il suono è sufficientemente potente anche per ambienti di dimensioni medie. Il subwoofer posteriore fa il suo dovere sostenendo gli altri trasduttori e rendendo il suono più pieno e convincente. Non siamo ovviamente al pari di un sistema con subwoofer esterno ma rispetto al classico televisore piatto il balzo in avanti si sente. Anche le altre frequenze sono ben riprodotte e c’è un ampio fronte sonoro, tanto che posizionandosi al centro si avvertono distintamente i "panning", cioè lo spostamento dei suoni dal canale destro a quello sinistro e viceversa.

Sono invece un po’ meno efficaci i canali che diffondo il suono verso l’alto: si fanno sentire ma non riescono a ricreare una bolla che avvolge l’ascoltatore. Probabilmente molto dipende anche dal tipo di ambiente, dato che qui manca una funzione per calibrare il suono in funzione delle caratteristiche della stanza. Volendo trovare il pelo nell’uovo si può muovere qualche critica sulle voci, non sempre perfettamente centrate e pulite.


- click per ingrandire -

Chiudiamo con i videogiochi, un campo dove U8KQ mette a disposizione un pacchetto davvero solidissimo. Il primo pregio è la possibilità di attivare la modalità gioco su qualsiasi preset video. Non c’è quindi una modalità gioco separata ma si possono usare le varie "Filmmaker" o "Cinema", cioè le stesse modalità che assicurano una buonissima fedeltà dell’immagine. In pratica non si deve sacrificare la qualità dell'immagine per avere una maggiore reattività. Il secondo pregio è la possibilità di giocare a risoluzione Ultra HD fino a 120 Hz con le console e fino a 144 Hz con i PC. Chi desidera poi il massimo della reattività e della fluidità nei giochi online competitivi, può provare la modalità a 240 Hz in Full HD sempre da PC.

Il TV supporta pienamente i segnali con campionamento YCbCr in 4:4:4 e ha un input lag molto ridotto: sono circa 13 millisecondi a 60 Hz e circa 6 millisecondi a 120 Hz. Da notare che anche se il local dimming è ingrigito e non selezionatile in modalità gioco, apparentemente continua a funzionare l’ultima voce selezionata.

 

CONCLUSIONI


- click per ingrandire -

Hisense U8KQ è un televisore che ha diversi punti di interesse, pur non mancando di aspetti dove traspaiono margini di miglioramento. Il pannello offre ottime prestazioni soprattutto in termini di contrasto. Ovviamente non è un OLED ma tra gli LCD di tipo VA è uno dei migliori tra quelli che abbiamo visto nell’ultimo anno. La retroilluminazione Mini LED offre luce in abbondanza e rende questo prodotto ideale per ambienti fortemente illuminati. Con circa 1.600 nit su schermata al 10% e poco meno di 800 a tutto schermo, l’Hisense non teme sicuramente la presenza di robuste sorgenti luminose.

Questa sovrabbondanza verso l'estremo più alto della scala non ha pregiudicato le prestazioni in ambienti oscurati: il rapporto di contrasto nativo sopra citato e il buon funzionamento del local dimming rendono la visione soddisfacente anche di sera o con luci completamente spente. Certo, bisogna accettare qualche compromesso perché non è tutto perfetto: qualche alone nel nero c’è e gli algoritmi non garantiscono sempre un equilibrio ottimale tra chiari e scuri. In linea di massima le prestazioni sono comunque più che buone.


- click per ingrandire -

Un altro pregio è costituito dal sistema audio integrato, che non ha molto a che spartire con i classici speaker inseriti nella maggior parte dei televisori piatti. Qui la presenza di bassi si sente e rende il suono più pieno e corposo. C’è inoltre un fronte sonoro convincente che riesce a ricreare un buon palcoscenico. La ciliegina sulla torta è la piena compatibilità con i formati DTS. Non mi ha invece soddisfatto del tutto il trattamento del segnale: su sorgenti a risoluzione standard e HD serve ancora qualche ottimizzazione che permetta di ricostruire meglio il dettaglio evitando di generare artefatti. Anche sul tone mapping si può migliorare: è vero che la maggior parte dei contenuti viene masterizzata all’interno di un intervallo che l'Hisense è tranquillamente in grado di coprire ma per gli altri, che comunque esistono, si dovrebbe cercare di recuperare dettaglio sulle alte luci.

Il punto su cui si deve lavorare di più è però il menu con i controlli video: eseguire una taratura si può e anche con ottimi risultati, come abbiamo dimostrato nel capitolo sulle misure. Resta però un’operazione complicata perché alcune cose funzionano mentre altre sono poco precise o non funzionano affatto. Ci sono poi incongruenze come la modalità "Filmmaker" in HDR10+ che è tutt'altro che precisa. La strada intrapresa è comunque buona e infatti si vedono passi in avanti (fino a pochi anni fa i controlli del gamma erano praticamente inutili) ma bisogna fare ancora meglio.


- click per ingrandire -

L’uniformità del TV che ho ricevuto in prova non era proprio esemplare anche se fortunatamente non c’erano bande verticali visibili che possono risultare fastidiose durante le carrellate su sfondi uniformi. Ottime invece le prestazioni con i videogiochi: sono supportati i 120 Hz, i 144 Hz e anche i 240 Hz in Full HD. A completare il pacchetto sono una prontissima risposta ai comandi e la possibilità di attivare la modalità Gioco all’interno di qualsiasi impostazione video, quindi anche quelle che garantiscono la miglior fedeltà.

Promossa anche la Smart TV: ha praticamente tutto quello che serve e mi è sembrata ben ottimizzata, segno evidente che i lavori svolti sull’ultima versione di VIDAA hanno dato buoni frutti. Da segnalare infine un angolo di visione non molto ampio e un buon trattamento anti-riflesso. I circa 900 Euro richiesti per il 55” rendono più che buono il rapporto qualità/prezzo.

La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 7,5

  • Costruzione: 7,5
  • Versatilità: 8,5
  • Menu e taratura: 6,0
  • Prestazioni in SDR: 8,5
  • Prestazioni in HDR: 7,5
  • Riproduzione audio: 7,5
  • Rapporto Q/P: 8,0

Per maggiori informazioni: sito ufficiale Hisense

Similar Post You May Like

Commenti

Focus

News