Il Digifast NON E' un HTPC

Fabio Angeloni 17 Maggio 2021 4K e 8K

Il pacchetto di servizi Digifast si rinnova nel tempo e la versione 2021 ci ha stupito quanto a completezza ed efficacia. Se volete saperne di più, non avete che da leggere il resoconto di una installazione completa, con calibrazione audio e video e verifica del risultato

Descrizione di ambiente e sistema


- click per ingrandire -

Marco Cavallaro ha dedicato quasi esattamente la metà del tempo della sua visita nel mio soggiorno alla messa a punto della sezione audio, la parte restante alla sezione video, con una coda dedicata all'interfacciamento del Digifast con eventuali HDD o NAS in cui siano riposti contenuti 'liquidi' audio e video propri, oppure acquistati presso negozi come NativeDSD. A questo riguardo è appena il caso di notare che Digifast si interfaccia con il formato MQA e si collega con Roon, anche se non sono stato in grado di verificare questa funzionalità.


- click per ingrandire -

Il videoproiettore DLP laser Optoma UHZ65LV era stato 'sgrossato' da Emidio in una sua precedente visita lampo. Marco Cavallaro invece è ripartito giustamente da zero e ha operato una messa a punto ultrafine, per conseguire un risultato ancor più efficace, seppure al costo di una drastica diminuzione del flusso luminoso. Per la parte audio, invece, mi ero premurato di azzerare persino distanze, livelli, tagli, filtraggi (non personalizzazioni sui toni, che non uso mai), proprio per partire da una situazione di totale 'verginità' del set e consentire quindi di effettuare una analisi non viziata da alcun tipo di precedente trattamento del suono.


- click per ingrandire -

Dispongo infatti di un impianto piuttosto tradizionale, composto da un lettore Oppo UDP-205, dal pre pro immersivo Acurus-ACT4 che ho attualmente in prova, da due finali Krell S-1500 a 7 e 5 canali. I sistemi di altoparlanti anteriori sono Bower and Wilkins 802D2, con il centrale HTM1D e i due posteriori 684. Quattro CCM7.3 S2 (non ancora installati) sono destinati all’Atmos, scelti mirando a rispettare il c.d 'family sounding' e privilegiare la struttura a tre vie con doppio woofer. Il taglio adottato per il subwoofer è posto a 60 Hertz, per liberare il finale dalla gamma ultrabassa, consentendogli quindi di erogare maggiore energia sul resto dello spettro sonoro, e al contempo per consentire che la gamma fino ai 60 Hertz, tendenzialmente onnidirezionale, venga sprigionata con maggiore autorevolezza dal subwoofer servocontrollato con woofer da 38 cm Velodyne DD-15+, che dispone di circa 1.250 Watt RMS (3.000 dinamici) di potenza.

L'ambiente è piuttosto grande e purtroppo, per circa un terzo, è composto da vetrate multistrato blindate; per fortuna dispongo di una grande libreria ad 'elle', intensamente popolata, che sembra fungere da naturale trappola acustica insieme a controsoffitti, tappeti, divanerie e tendaggi. Nell'insieme si tratta di un ambiente acusticamente felice, né troppo assorbente né troppo riflettente, come ha avuto modo di verificare il patron di AV Magazine e come poi confermerà l'analisi spettrale, dalla quale risulteranno discostamenti di circa 5dB, in particolare su due frequenze, intorno ai 40 Hertz e sulla sua presumibile armonica posta sui 125-135 Hertz. Questi rinforzi, purtroppo - a livelli di ascolto davvero elevati - producevano alcuni udibili effetti su componenti dell'arredamento dell'ambiente che, prima di tutto (informo, per far comprendere meglio il contesto ed evitare equivoci), rimane un soggiorno familiare situato all’ultimo piano in un palazzo di civile abitazione.


- click per ingrandire -

Prima dell’arrivo del Digifast intendevo porre rimedio a questi problemi in gamma bassa, lavorando con un 'miniDSP' ma solo dopo aver proceduto alla linearizzazione con il sistema automatico fornito col Velodyne, con microfono e disco test, mediante la procedura one touch auto EQ plus. Ero convinto ad operare soltanto sul canale LFE, adoperando solo un paio dei filtri PEQ presenti sull'Acurus ACT-4 per correggere le frequenza intorno ai 40 e 120 Hertz, non prima di essermi accertato con il distributore italiano dell'Acurus che il percorso prevedesse in ogni caso il passaggio del segnale per lo stadio di equalizzazione anche con livelli a zero e PEQ esclusa, in assenza di una impostazione del tipo 'pure audio'. Il mio intervento 'principe' rimaneva in ogni caso quello di implementare una soluzione 'fisica' da applicarsi a monte del suono e consistente nell’installazione in ambiente di risuonatori idoneamente accordati.

PAGINE ARTICOLO

Commenti

Focus

News