Il Digifast NON E' un HTPC
Il pacchetto di servizi Digifast si rinnova nel tempo e la versione 2021 ci ha stupito quanto a completezza ed efficacia. Se volete saperne di più, non avete che da leggere il resoconto di una installazione completa, con calibrazione audio e video e verifica del risultato
Il Digifast NON è (solo) un HTPC
Un paio di possibilità di case con finiture differenti
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Una volta entrato in possesso di un esemplare di Digifast in pelle ed ossa anzi, ehm, in metallo e plastica, alla fine ho dovuto amaramente prendere atto che in realtà - al contrario di quanto pensavo inizialmente - ne sapevo ben poco, anzi quasi nulla. Dopo l'installazione ho compreso con certezza che il pacchetto Digifast non è un HTPC, ma un servizio di ottimizzazione professionale del proprio impianto, effettuato da personale altamente specializzato, attraverso un sistema hardware stabilissimo, frutto di anni di affinamenti progressivi, che funge anche da HTPC.
Quello che forniscono i c.d. 'Marchi' (Marco Bagna e il suo collaboratore Marco Cavallaro che, preciso, non conoscevo, prima d’ora), non è solo il perfetto connubio tra un pezzo di bravura hardware (per quanto complesso, adeguato ed ottimizzato) e l'interfacciamento personalizzato di vari software; piuttosto lo identificherei più appropriatamente nella devoluzione dell'esperienza accumulata in anni di messa a punto di sistemi audiovideo casalinghi e professionali a clienti interessati a sentire e vedere, finalmente, bene: anzi, molto bene.
Il case Silverstone con ampie possibilità di inserire dispositivi di raffreddamento
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Si tratta di una fondamentale opera di consulenza che i Marchi iniziano a fornire già in fase preliminare, poi nella complessa fase dell’installazione e - fatto forse più importante di tutti - anche nel tempo che segue, con interventi effettuati a distanza per manutenzione straordinaria, upgrade software oppure anche hardware della macchina, quando resi necessari dall'evolversi della tecnologia o sulla base di specifiche esigenze rappresentate dall'utente. Nel mio caso, dopo la installazione in loco, si è reso necessario un addendum, poi concretizzatosi in una sessione di Teamviewer con Marco Cavallaro.
Più di venti anni fa, Marco Bagna ha imboccato una strada che poi ha percorso per lunghi anni senza alcuna distrazione o divagazione sul tema, testando e affinando le migliori soluzioni hardware per la riproduzione di contenuti audio e video attraverso un computer. Il lavoro di Bagna si è sublimato con l'arrivo di Marco Cavallaro, con la sua formazione in fisica, un Master in Ingegneria del Suono e un'esperienza ventennale come operatore e consulente audio per Paramount, Fox, Medusa, ora in forze presso Koch Media: Cavallaro può vantare anche un lungo percorso di studio e affinamento sull'elaborazione audio digitale, condiviso con Barbara Aghemo che, nel lontano 2005, mise a punto il cosiddetto 'PAC': uno dei primi sistemi di controllo dell'acustica ambientale che ancora oggi è il cuore della sezione DRC del Digifast.
Tanto lo spazio a disposizione nel case Silverstone
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Tra misure, calibrazioni manuali e automatiche, Marco Cavallaro ha speso più di otto ore nel mio ambiente, utilizzando sia il mio colorimetro i1 Display Pro (aka EODIS3 OEM, già profilato da Emidio sul mio videoproiettore Optoma UHZ65LV), sia il suo microfono UMIK-1, già provvisto di file di calibrazione, utilizzando sempre il Digifast, sia come generatore audio e video, sia come 'analizzatore' con i software REW, Color HCFR e DisplayCAL.
Durante queste otto ore, ho apprezzato in Marco Cavallaro quella certa dose di caparbietà non disgiunta da una notevole attitudine al perfezionismo che senz’altro aiutano a portare a compimento una complessa operazione del genere, nella quale è facile che la coperta risulti un po’ corta per milioni di motivi che non vale qui la pena di indagare in quanto ben noti a tutti noi. La sua esperienza, maturata negli studi di postproduzione, è tangibile soprattutto nella fine gestione dei vari elementi della 'calibrazione audio'. Quella maturata nella calibrazione video è invece sorprendente, almeno secondo Emidio Frattaroli, che ha seguito da vicino tutte le fasi della taratura del proiettore.
Marco Cavallaro mentre verifica il posizionamento della sonda i1Display Pro di Xrite
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Partendo dal principio, il primo approccio di Bagna e Cavallaro è volto a comprendere le esigenze del potenziale cliente, che fornirà alcuni elementi basilari, come le dimensioni della sala e le caratteristiche tecniche delle macchine audio video installate, informerà sui problemi riscontrati e avanzerà le proprie ipotesi di soluzione. In questa prima fase, l'azienda invia una 'short list' preliminare che ricomprende quanto deve essere messo a disposizione per la successive fasi di calibrazione e inizia a fornire consigli tecnici tesi a rendere più omogenea la composizione del set audiovideo.
Un secondo valore aggiunto è rappresentato, per l'appunto, dal fatto che ogni macchina viene progettata per andare incontro ad esigenze specifiche e quindi, in un certo senso, viene fornita già 'tailorizzata' a puntino: a me sarebbe interessato, ad esempio, disporre di uscite analogiche di qualità, anche solo 5+1, e mi è stato risposto che sarebbe stato possibile implementarle, essendo già stato fatto in passato; ad un livello più basico, ogni singolo componente può essere dimensionato secondo necessità. Sappiamo tutti, infatti, che andare a comprare un completo preconfezionato all’ipermercato sotto casa o farsi cucire addosso un vestito da Caraceni produce effetti diversi, anche se pur sempre di coprirsi si tratta!
I confronti prima dell'installazione sono fondamentali per il risultato finale
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Preparata la macchina su misura, questa viene spedita al cliente, se lo desidera, o meglio, per preservarla da possibili danni da spedizione, gli viene consegnata da Marco Cavallaro in persona, il quale ne curerà anche l’articolata fase dell’installazione. Nel mio caso avevo ricevuto la macchina da Emidio da qualche tempo, ma non ero ancora entrato in contatto telematico con Marco Bagna e dunque non ero in grado di interfacciarla al pre pro immersivo Acurus ACT-4 che ho in prova (spero di poterne scrivere a breve su queste pagine, perché ne vale davvero la pena), in quanto si era deciso di provvedere più avanti, in loco.