![]() |
|||||||||
Stampa | |||||||||
|
|||||||||
Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
Come moltissime altre persone, adoro il belga Magritte, surrealista onirico di cui, ancora quattordicenne, dopo un lungo viaggio in treno mi recai a visitare una splendida mostra a Losanna. Sappiamo tutti quanti quadri memorabili abbia dipinto, ma uno dei suoi paradossi più riusciti è quello che si può ammirare ne 'l'uso della parola I' (1928-1929). Allegoria, calligramma, didascalia: qual che sia l'interpretazione che intendiamo attribuirgli, resta un ennesimo riuscitissimo esempio di una sofisticata, anelata incongruità artistica. Prendo dunque a prestito il famoso mottetto presente sulla 'non-pipa' dipinta da Magritte per darvi conto del bello 'scherzo da prete' che mi ha giocato il Patron Emidio Frattaroli. In che altro modo potrei definire, infatti, l’aver voluto affidare la recensione di una macchina di indubitabile pregio come quella di cui parliamo all'unico redattore tradizionalmente scettico sulla 'correzione elettronica' dell'audio e che ha sempre fatto di tutto per evitarla, preferendo la tradizionale 'intonsa' via analogica? Premetto che seguo il mondo dell'informatica praticamente da sempre, con l'aggravante generica di essere stato un avido lettore di quel MCmicrocomputer diretto da Paolo Nuti dalla sua fondazione (1981) che poi ha aperto la strada a tante altre riviste del genere le quali, in assenza di una specifica preparazione scolastico-universitaria, mi hanno fornito conoscenze di base utili ad orientarmi nel campo e a costruirmi tutti i PC fissi di cui ancora dispongo da qualche parte in giro per casa (operazione, a dire il vero, piuttosto banale e alla portata praticamente di ognuno di noi). La componentistica, però, muta incessantemente negli anni e di fatto ad un certo punto si deve scegliere se “starne dentro o fuori”. Dopo anni di 'attacca e stacca', di 'monta e smonta', di 'installa e disinstalla', ho deciso di uscire dal recinto di 'chi sa' e di delegare la messa a punto tecnica di questo genere di macchine a chi con maggiore passione e costanza si dimostrava in grado di farlo. Più recentemente, ho seguito soltanto il recente innalzamento del costo delle schede grafiche, dovuto all'improvvisa impennata del controvalore delle criptovalute... Nella mia lunghissima frequentazione del Forum di AV Magazine, peraltro, ho incontrato sulla mia strada almeno tre bravi assemblatori di HTPC, un paio dei quali lavorano in coppia con risultati davvero notevoli.
Ma Digifast per me è altro, da cui ho tratto l’assunto magrittiano che la soluzione Digifast non è un HTPC. Mi spiego meglio. La versione primigenia della Digifast Multimedia Station è datata 2010 ed io seguo con particolare interesse la lunga discussione aperta 7 anni fa sul nostro forum e poi tutte le altre collaterali: di Digifast, dunque, credevo di sapere tutto o, non volendo esagerare, senz’altro moltissimo. Nell’attesa di ricevere la macchina di Emidio, però, ho ben pensato di riguardare con attenzione le 7 interessanti puntate pubblicate finora del videotutorial di AV Magazine, per comprendere ancora meglio cosa mi stesse per arrivare. Tutorial HTPC E01: https://youtu.be/QPY4zMgUHiI introduzione
Link alla playlist con tutte le puntate: t.ly/leBH Discussione sul forum inerente alle puntate: live-tutorial-htpc-2021-hardware-consigliato Ho poi verificato che la macchina di cui ero entrato in possesso rispecchiava praticamente tutte le caratteristiche hardware lumeggiate nel video tutorial: Case: SilverStone SST-GD09B
A chi non è un aficionado degli HTPC tengo preliminarmente a precisare che questa macchina, pur essendo speciale per le sue funzioni esclusive, naturalmente garantisce la normale operatività assicurata da un PC. Come ormai noto nei Digifast non risultano inclusi il render video madVR (madshi's Video Render), in quanto l’installazione da qualche tempo non è più consentita alle società, né - lo preciso solo per puntualità - software regolarmente disponibili sul mercato quali il noto RedFox AnyDVD HD o DVDFab (od anche MakeMKV), che consentono di archiviare una copia di protezione ad uso personale, visto che i supporti ottici purtroppo all’improvviso possono deteriorarsi al punto da risultare non più leggibili: mi è accaduto e l’ho trovato piuttosto seccante, visto quel che costano. Nulla vieta al singolo di installarli, come ha fatto Emidio con madVR. Peraltro chiunque può installare anche gli altri software, negli ultimi tre casi acquistandone anche le relative licenze, insieme a quella, eventualmente, di Acronis True Image, che consente di salvare un'immagine del sistema 'vergine', ripristinabile in ogni occasione in cui ciò si dovesse rendere necessario, vera e propria 'ultima spiaggia' degli smanettoni pentiti. Digifast comprende il front end MediaPortal 1.27, naturalmente customizzato in modo semplice e intuitivo, come anche REW per l'analisi della risposta in ambiente da effettuarsi mediante microfono calibrato, oltre ai software di analisi video Color HCFR e DisplayCal che, in unione ad un colorimetro, consentono di generare una correzione 3D-LUT. Riguardo ai tempi di avvio del sistema è ormai inutile meravigliarsi delle partenze a razzo, facilitate dal drive allo stato solido su cui è installato il SO. In tutto il periodo in cui ho custodito la macchina, il 'blocker' freeware caricato sul Digifast ha impedito che venissero installati i pacchetti di aggiornamento di Windows 10 che frequentemente finiscono con il creare problemi al S.O. e ai software presenti, e di cui tanti proprietari di HTPC si lamentano, perché un presupposto posto a tutela dell'integrità del sistema consiste nel fatto che la macchina rimanga sempre all’interno di un ecosistema informatico protetto, eventualmente prevedendo un dualbooting per usare liberamente l’hardware in modo diverso e più spregiudicato. Connesso al dongle IR Flirc adeguatamente configurato ho usato il telecomando Sony PC che possiede i famosi 4 tasti ritenuti necessari da Marco Bagna nel tutorial. Per il poco tempo che l'ho avuto per le mani il Sony ha funzionato a dovere, anche se non possiede una caratteristica che ritengo davvero importante per il cinema in casa, ovverosia la retroilluminazione. Nel mio caso, in realtà, avrei potuto utilizzare anche il Logitech Harmony Élite che uso per automatizzare tutto il resto, per il quale avrei dovuto fare attenzione, in sede di programmazione e per favorire gli handshaking, a selezionare i necessari ritardi al fine di far partire il Digifast per ultimo, facendolo invece spegnere per primo. E non so per quanto tempo ancora potrò utilizzarlo, vista la recentissima dismissione della gamma Harmony da parte di Logitech, che pure ne garantisce (per ora) l'assistenza. Dunque, ben venga un telecomando specifico.
Sotto il profilo dimensionale, l’esemplare che ho avuto in prova non ha il case 'classico', che viene normalmente previsto al fine di garantire un lieve ma costante flusso d’aria interno, ma è forse il primo ad utilizzare un SST-GD09B-C. Questo prodotto, pur concedendo poco all'estetica, presenta le stesse larghezza e profondità delle altre elettroniche impilate nella libreria o in un mobiletto; a ciò aggiunge il vantaggio di avere dimensioni più contenute anche in senso verticale. Il case SilverStone è generalmente di colore nero, ma può essere fornito di colore grigio (per uniformarlo agli altri componenti del set) oppure di altro tipo su precisa richiesta specifica (come lo stylish Jonsbo G3), purché di fatto dimensionalmente idoneo ad ospitare la scheda video prescelta. Sul mio esemplare non erano state installate le classiche ventole supersilenziose Noctua, ma pur considerando il fatto che la macchina è posta a circa un metro e mezzo alle spalle del mio punto di ascolto, 'inscatolata' in un comparto della libreria (come non si dovrebbe fare, per evitare l’amplificazione dei rumori di funzionamento e il peggioramento del processo di scambio termico), posso assicurare che il rumore prodotto, tranne in alcune fasi specifiche che si effettuano una volta per tutte (mi riferisco alla fase di creazione delle 'tabelle'), è davvero molto contenuto, al limite dell'inudibile.
Pagina 2 - Il Digifast NON č (solo) un HTPC
Una volta entrato in possesso di un esemplare di Digifast in pelle ed ossa anzi, ehm, in metallo e plastica, alla fine ho dovuto amaramente prendere atto che in realtà - al contrario di quanto pensavo inizialmente - ne sapevo ben poco, anzi quasi nulla. Dopo l'installazione ho compreso con certezza che il pacchetto Digifast non è un HTPC, ma un servizio di ottimizzazione professionale del proprio impianto, effettuato da personale altamente specializzato, attraverso un sistema hardware stabilissimo, frutto di anni di affinamenti progressivi, che funge anche da HTPC. Quello che forniscono i c.d. 'Marchi' (Marco Bagna e il suo collaboratore Marco Cavallaro che, preciso, non conoscevo, prima d’ora), non è solo il perfetto connubio tra un pezzo di bravura hardware (per quanto complesso, adeguato ed ottimizzato) e l'interfacciamento personalizzato di vari software; piuttosto lo identificherei più appropriatamente nella devoluzione dell'esperienza accumulata in anni di messa a punto di sistemi audiovideo casalinghi e professionali a clienti interessati a sentire e vedere, finalmente, bene: anzi, molto bene.
Si tratta di una fondamentale opera di consulenza che i Marchi iniziano a fornire già in fase preliminare, poi nella complessa fase dell’installazione e - fatto forse più importante di tutti - anche nel tempo che segue, con interventi effettuati a distanza per manutenzione straordinaria, upgrade software oppure anche hardware della macchina, quando resi necessari dall'evolversi della tecnologia o sulla base di specifiche esigenze rappresentate dall'utente. Nel mio caso, dopo la installazione in loco, si è reso necessario un addendum, poi concretizzatosi in una sessione di Teamviewer con Marco Cavallaro. Più di venti anni fa, Marco Bagna ha imboccato una strada che poi ha percorso per lunghi anni senza alcuna distrazione o divagazione sul tema, testando e affinando le migliori soluzioni hardware per la riproduzione di contenuti audio e video attraverso un computer. Il lavoro di Bagna si è sublimato con l'arrivo di Marco Cavallaro, con la sua formazione in fisica, un Master in Ingegneria del Suono e un'esperienza ventennale come operatore e consulente audio per Paramount, Fox, Medusa, ora in forze presso Koch Media: Cavallaro può vantare anche un lungo percorso di studio e affinamento sull'elaborazione audio digitale, condiviso con Barbara Aghemo che, nel lontano 2005, mise a punto il cosiddetto 'PAC': uno dei primi sistemi di controllo dell'acustica ambientale che ancora oggi è il cuore della sezione DRC del Digifast.
Tra misure, calibrazioni manuali e automatiche, Marco Cavallaro ha speso più di otto ore nel mio ambiente, utilizzando sia il mio colorimetro i1 Display Pro (aka EODIS3 OEM, già profilato da Emidio sul mio videoproiettore Optoma UHZ65LV), sia il suo microfono UMIK-1, già provvisto di file di calibrazione, utilizzando sempre il Digifast, sia come generatore audio e video, sia come 'analizzatore' con i software REW, Color HCFR e DisplayCAL. Durante queste otto ore, ho apprezzato in Marco Cavallaro quella certa dose di caparbietà non disgiunta da una notevole attitudine al perfezionismo che senz’altro aiutano a portare a compimento una complessa operazione del genere, nella quale è facile che la coperta risulti un po’ corta per milioni di motivi che non vale qui la pena di indagare in quanto ben noti a tutti noi. La sua esperienza, maturata negli studi di postproduzione, è tangibile soprattutto nella fine gestione dei vari elementi della 'calibrazione audio'. Quella maturata nella calibrazione video è invece sorprendente, almeno secondo Emidio Frattaroli, che ha seguito da vicino tutte le fasi della taratura del proiettore.
Partendo dal principio, il primo approccio di Bagna e Cavallaro è volto a comprendere le esigenze del potenziale cliente, che fornirà alcuni elementi basilari, come le dimensioni della sala e le caratteristiche tecniche delle macchine audio video installate, informerà sui problemi riscontrati e avanzerà le proprie ipotesi di soluzione. In questa prima fase, l'azienda invia una 'short list' preliminare che ricomprende quanto deve essere messo a disposizione per la successive fasi di calibrazione e inizia a fornire consigli tecnici tesi a rendere più omogenea la composizione del set audiovideo. Un secondo valore aggiunto è rappresentato, per l'appunto, dal fatto che ogni macchina viene progettata per andare incontro ad esigenze specifiche e quindi, in un certo senso, viene fornita già 'tailorizzata' a puntino: a me sarebbe interessato, ad esempio, disporre di uscite analogiche di qualità, anche solo 5+1, e mi è stato risposto che sarebbe stato possibile implementarle, essendo già stato fatto in passato; ad un livello più basico, ogni singolo componente può essere dimensionato secondo necessità. Sappiamo tutti, infatti, che andare a comprare un completo preconfezionato all’ipermercato sotto casa o farsi cucire addosso un vestito da Caraceni produce effetti diversi, anche se pur sempre di coprirsi si tratta!
Preparata la macchina su misura, questa viene spedita al cliente, se lo desidera, o meglio, per preservarla da possibili danni da spedizione, gli viene consegnata da Marco Cavallaro in persona, il quale ne curerà anche l’articolata fase dell’installazione. Nel mio caso avevo ricevuto la macchina da Emidio da qualche tempo, ma non ero ancora entrato in contatto telematico con Marco Bagna e dunque non ero in grado di interfacciarla al pre pro immersivo Acurus ACT-4 che ho in prova (spero di poterne scrivere a breve su queste pagine, perché ne vale davvero la pena), in quanto si era deciso di provvedere più avanti, in loco.
Pagina 3 - Descrizione di ambiente e sistema
Marco Cavallaro ha dedicato quasi esattamente la metà del tempo della sua visita nel mio soggiorno alla messa a punto della sezione audio, la parte restante alla sezione video, con una coda dedicata all'interfacciamento del Digifast con eventuali HDD o NAS in cui siano riposti contenuti 'liquidi' audio e video propri, oppure acquistati presso negozi come NativeDSD. A questo riguardo è appena il caso di notare che Digifast si interfaccia con il formato MQA e si collega con Roon, anche se non sono stato in grado di verificare questa funzionalità. Il videoproiettore DLP laser Optoma UHZ65LV era stato 'sgrossato' da Emidio in una sua precedente visita lampo. Marco Cavallaro invece è ripartito giustamente da zero e ha operato una messa a punto ultrafine, per conseguire un risultato ancor più efficace, seppure al costo di una drastica diminuzione del flusso luminoso. Per la parte audio, invece, mi ero premurato di azzerare persino distanze, livelli, tagli, filtraggi (non personalizzazioni sui toni, che non uso mai), proprio per partire da una situazione di totale 'verginità' del set e consentire quindi di effettuare una analisi non viziata da alcun tipo di precedente trattamento del suono. Dispongo infatti di un impianto piuttosto tradizionale, composto da un lettore Oppo UDP-205, dal pre pro immersivo Acurus-ACT4 che ho attualmente in prova, da due finali Krell S-1500 a 7 e 5 canali. I sistemi di altoparlanti anteriori sono Bower and Wilkins 802D2, con il centrale HTM1D e i due posteriori 684. Quattro CCM7.3 S2 (non ancora installati) sono destinati all’Atmos, scelti mirando a rispettare il c.d 'family sounding' e privilegiare la struttura a tre vie con doppio woofer. Il taglio adottato per il subwoofer è posto a 60 Hertz, per liberare il finale dalla gamma ultrabassa, consentendogli quindi di erogare maggiore energia sul resto dello spettro sonoro, e al contempo per consentire che la gamma fino ai 60 Hertz, tendenzialmente onnidirezionale, venga sprigionata con maggiore autorevolezza dal subwoofer servocontrollato con woofer da 38 cm Velodyne DD-15+, che dispone di circa 1.250 Watt RMS (3.000 dinamici) di potenza. L'ambiente è piuttosto grande e purtroppo, per circa un terzo, è composto da vetrate multistrato blindate; per fortuna dispongo di una grande libreria ad 'elle', intensamente popolata, che sembra fungere da naturale trappola acustica insieme a controsoffitti, tappeti, divanerie e tendaggi. Nell'insieme si tratta di un ambiente acusticamente felice, né troppo assorbente né troppo riflettente, come ha avuto modo di verificare il patron di AV Magazine e come poi confermerà l'analisi spettrale, dalla quale risulteranno discostamenti di circa 5dB, in particolare su due frequenze, intorno ai 40 Hertz e sulla sua presumibile armonica posta sui 125-135 Hertz. Questi rinforzi, purtroppo - a livelli di ascolto davvero elevati - producevano alcuni udibili effetti su componenti dell'arredamento dell'ambiente che, prima di tutto (informo, per far comprendere meglio il contesto ed evitare equivoci), rimane un soggiorno familiare situato all’ultimo piano in un palazzo di civile abitazione. Prima dell’arrivo del Digifast intendevo porre rimedio a questi problemi in gamma bassa, lavorando con un 'miniDSP' ma solo dopo aver proceduto alla linearizzazione con il sistema automatico fornito col Velodyne, con microfono e disco test, mediante la procedura one touch auto EQ plus. Ero convinto ad operare soltanto sul canale LFE, adoperando solo un paio dei filtri PEQ presenti sull'Acurus ACT-4 per correggere le frequenza intorno ai 40 e 120 Hertz, non prima di essermi accertato con il distributore italiano dell'Acurus che il percorso prevedesse in ogni caso il passaggio del segnale per lo stadio di equalizzazione anche con livelli a zero e PEQ esclusa, in assenza di una impostazione del tipo 'pure audio'. Il mio intervento 'principe' rimaneva in ogni caso quello di implementare una soluzione 'fisica' da applicarsi a monte del suono e consistente nell’installazione in ambiente di risuonatori idoneamente accordati. Pagina 4 - Effetti del Digifast nel set
Torniamo al Digifast. Sotto il profilo video, come detto, l’obiettivo da conseguire era di ottenere la migliore qualità possibile dal sistema 'proiettore-telo-ambiente'. Sotto il profilo audio invece, linearizzare la risposta in frequenza del set rispetto alla sala in cui viene installato è volto ad ottenere un suono più lineare e l’operazione spesso porta con sé anche la felice conseguenza di attenuare le possibili interazioni del suono con oggetti o strutture semimobili contenute nell’ambiente. Esattamente quello che si è verificato nel mio soggiorno. Alla fine del lavoro di Marco Cavallaro non ho potuto non meravigliarmi del fatto che il suono del set, del quale ero già piuttosto soddisfatto, aveva perso qualche coda sonora di troppo e certi rumorini che a volume molto elevato si determinavano per effetto 'simpatico', al solo prezzo di una diminuzione della pressione sonora, né più né meno di quanto avviene in ambito video. Dunque non posso che confermare con certezza che il prima e il dopo del set ha mostrato degli innegabili miglioramenti in entrambi i comparti. La prima conclusione da trarre è dunque che il pacchetto Digifast HTPC + installazione ha prodotto due risultati di enorme valore per qualsiasi utente, spesso auspicati ma altrettanto spesso via via considerati sempre più lontani o addirittura irraggiungibili, vale a dire la calibrazione della sezione video e la linearizzazione del fronte audio multicanale 7+1, visto che al momento non sono processabili i flussi audio condificati ad oggetti, i.e. Dolby Atmos o DTS:X.
La DRC (correzione digitale del suono) del Digifast viene fatta lavorare solo dopo aver misurato la risposta in frequenza dell’ambiente e in ogni caso viene preceduta da una fase preliminare in cui si cercano di adottare accorgimenti fisici per regolarizzare la risposta in ambiente, quali la modifica del posizionamento degli speaker o l’introduzione di materiali idonei in ambiente. Per l'analisi audio viene usato un microfono calibrato UMIK-1, lo stesso incluso nel mio mini-DSP. A questa segue una fase di sgrossatura operata mediante una equalizzazione digitale mirata ad ottenere una qual certa regolarizzazione della risposta in frequenza. Si passa poi all’applicazione di una 'convoluzione' avanzata, diretta a trattare la risposta in frequenza su tutto lo spettro sonoro: a questo riguardo informo che viene applicata la famosa curva di B&K, Brüel & Kjær che, come osserva Marco Cavallaro, “ben approssima le risposte delle sale mix cinema, con una progressiva attenuazione salendo in frequenza”. Alla DRC viene indicato un volume di riferimento rispetto alla sonda microfonica utilizzata posto a circa 80dB. Un altro fattore importante che viene esaminato è l’allineamento temporale. Il processo riguarda tutti i canali presenti nel set. Nel complesso, nella mia sala di ascolto l’intervento non mi è apparso invasivo, ma al contrario l'ho trovato particolarmente soddisfacente e acusticamente performante.
Qui emerge un altro nodo importante della questione, nel senso che esistono sul mercato sistemi di DRC automatici come l’Audissey MultEQ o l'YPAO ma, come afferma Marco Cavallaro, “indubbiamente si sono dimostrati carenti o scarsamente efficaci; inoltre anche con sistemi più sofisticati come ARC oppure Dirac Live, l'interazione umana (esperta) è necessaria e fa sempre la differenza. Si è dimostrato che la stanza influisce in misura del 70% sull'ascolto complessivo: in pratica, i soldi spesi per diffusori, amplificatori, pre/decoder e sorgenti fanno il restante 30%. Il perché la maggioranza delle persone dia più importanza al 30% che non al 70% è un mistero pari a quello di un ghiacciaio in fiamme”. Quali differenze ci sono tra il Digifast e un lettore stand alone? Se il Digifast opera con personalizzazione sonora e il suo proprietario ci ha anche installato madVR, le differenze sono notevoli, perché nel postlinearizzazione il set produrrà un suono equilibrato, che non determinerà mai fatica di ascolto e offrirà una visione di qualità in tutte le scene, anche le più difficili. A puro titolo di esempio Marco Cavallaro invita a guardare “The Meg, quando si passa dagli interni agli esterni, Mad Max, in corrispondenza dei cambi di luce (interno/esterno veicolo in fuga), Animali Fantastici - I crimini di Grindelwald, nei passaggi tra i fuochi ad alta luminosità e le figure in penombra: tipicamente i problemi sorgono quando tra una sequenza e quella immediatamente successiva, cambiano fortemente le caratteristiche di illuminazione e i conseguenti valori di MaxFALL”.
Preciso pure che con la versione di madVR che ha installato Emidio, per l'elaborazione dinamica del tone mapping di UHD Blu-ray 4K il software deve effettuare una operazione preliminare mediante l'utilizzo del modulo madMeasure, necessaria a generare tabelle specifiche di analisi dei contenuti HDR relative ad ogni singolo film contenuto nel repository. Il processo è del tutto automatizzato e il programma avverte che per ogni film potranno essere necessari più di 20 minuti. Nel mio caso questa fase assorbiva la potenza della GPU con una percentuale prossima al 99%, mentre il processore lavorava a metà, dovendo anche prelevare i contenuti su un repository esterno situato nell'intranet. Questa fase può riverlarsi particolarmente utile anche al fine di individuare eventuali file corrotti, che determinano la chiusura automatica del processo di elaborazione. Ma l'esame dei file individua anche altre problematiche presenti, per lo più ai codici temporali: questi vengono flaggati con la mancata creazione del piccolo file con suffisso 'Details.txt' e con l'aggiunta del suffisso 'incomplete' al solito file 'measurements' che viene creato al termine del processo. Tali tabelle saranno poi consultate e adottate in fase di riproduzione per giungere ad una precisione di trattamento video che, eseguita in tempo reale, richiederebbe una enorme potenza di calcolo, analoga a quella messa a disposizione nei sofisticati processori Envy. In assenza dell'hardware che gli Envy pongono a servizio del processamento in realtime, la via della costruzione delle tabelle offre risultati senz'altro migliori e va preferita, al costo di dover effettuare l'ulteriore operazione della loro creazione in un fase antecedente a quella della visione del contenuto. Ma il fatto importante che intendo sottolineare è che la maggiore accuratezza garantita da questo processo consente al sistema di bypassare del tutto la consultazione dei metadati HDR presenti sui dischi!
Anche per la parte audio le differenze sono notevoli. Ferme restando quelle relative al fatto che, nella sua configurazione di base, l’engine audio del Digifast normalmente trasmette il segnale al pre o al sintoamplificatore in via digitale, in PCM lineare ad alta risoluzione, attraverso il collegamento HDMI, esattamente come fanno i lettori, una prima ovvia la si avverte quando invece l’audio viene trasmesso al pre per via analogica. Ma la diversità eclatante consiste nel fatto che, comunque lo si usi, un lettore 'stand alone' invia il segnale audio al preamplificatore o al sintoamplificatore senza che questo abbia goduto di alcuna ottimizzazione correlata all’ambiente specifico, poiché - un po' ipocritamente - si dà invece per scontato che la riproduzione avverrà in un ambiente acusticamente neutro: precondizione, in realtà, quasi mai rispettata. È vero, al contrario, che quel lettore semplicemente non viene costruito per tentare di correggere i difetti che l’interazione ambientale introduce anche pesantemente in fase di ascolto, trattandosi di un aspetto che andrà curato dal proprietario dell'impianto. A questo fattore vanno ascritti spesso il disagio e il rammarico provati dagli acquirenti che, acquistati pregiatissimi pezzi di un set sulla base di un ascolto effettuato in un ambiente acusticamente ottimizzato, si rendono poi conto che la resa nella loro area di ascolto risulta del tutto diversa o comunque insoddisfacente! Pagina 5 - Utilizzo, visione, ascolto e conclusioni
Tutto è attentamente studiato per semplificare la vita all'utente. Una volta acceso l’esemplare che ho a disposizione, in qualche manciata di secondi mi sono trovato teletrasportato nel bel mezzo dell’interfaccia grafica di Mediaportal, che possiede una vasta libreria di plugin e skin. Il tema prescelto è piacevole e ci riporta all’epoca spielberghiano-jurassica. L’interfaccia a carosello presenta varie voci selezionabili, ad ognuna delle quali corrispondono i diversi possibili ambiti di impiego. La voce che viene presentata di default è 'film', oltre alla quale compaiono serie tv, tv (va installata una scheda sintonizzatore, naturalmente), riproduzione disco, ricerca video, web video, web radio, plugins, controllo meteo, lettura notizie, foto, musica. L’intitolazione di queste icone è già di per sé piuttosto esaustiva rispetto alla funzione correlata mentre leggermente meno lo sono forse le voci ‘lettura notizie’ (si tratta di feed de la Repubblica), web video (per la quale il sistema prevede una fase di autoaggiornamento delle fonti) e plugins. Su plugins sono contenute funzioni particolari quali quella per la creazione delle già richiamate tabelle HDR (utilizzabile solo da coloro che avessero autonomamente installato madVR), Netflix ed Amazon Prime (anch’esse utilizzabili solo in termini di richiamo di software installato sul desktop) e Roon, che ha una porta di accesso in prova gratuita. Anche l’area film, il pezzo forte della pietanza, è ampiamente customizzabile. Nella visualizzazione proposta, nella parte in altro a sinistra viene mostrato un orologio con datario che dà conto graficamente del meteo, oltreché delle temperature attuale, minima e massima di giornata; sulla destra, in ordine alfabetico (ma anche qui si può scegliere la modalità di visualizzazione) è presente la lista dei film contenuti sul disco locale o sul repository selezionato. Al cambio del film in pre-visione corrisponde la mutazione dello sfondo, naturalmente in tema, mentre nella parte sinistra appaiono la copertina e l’immagine fisicamente stampata sul disco la quale ultima ingegnosamente viene mostrata per intero mediante la sua rotazione virtuale; in alto vengono mostrate le caratteristiche tecniche del file: bollino censura, risoluzione, codec, formato audio, eventuale presenza di sottotitoli. La pressione sul telecomando delle frecce superiore e inferiore fa scrollare la lista. Premendo il tasto ok sul file prescelto si entra nella scheda del film, dove a più estesi dati tecnici si aggiunge anche un abstract sulla trama e il voto espresso sul film. Mi è sembrato tutto al posto nel quale mi aspettavo di trovarlo. Forse mi sarebbe piaciuto disporre di un video esplicativo esaustivo da visionare prima dell'esperienza d'uso oltre che una schematica guida per dummies del tipo 'se dovesse succedere questo, allora dovrai fare quest'altro'. Ma si sa, nessuno è perfetto. Come chicca finale informo che da pochissimi giorni la 'premiata ditta' ha introdotto un'ulteriore novità, che consiste nell'aver reso disponibile anche una immagine gratuita della base informatica del Digifast, per la quale vengono però anche offerti (naturalmente a titolo oneroso) due upgrade opzionali. Immagine Base: Win10 già pronto e ottimizzato per uso HTPC come accennato nei Tutorial, Front End Mediaportal 1.27 con plugins Moving Pictures e MP-TV Series, tutto già configurato. Basterà inserire i percorsi delle proprie Library, controllare un paio di cose come detto nei Tutorial e si è pronti alla riproduzione audiovisiva. Ovviamente, nessuno vieta che l'utente possa installare e abilitare nuove funzionalità (es. madVR) o provare ad ottimizzare maggiormente il tutto per le proprie specifiche esigenze. Premium Pack 1: si tratta di un add on protetto e ad uso esclusivo sulla macchina dove viene installato. Aggiunge le seguenti funzionalità: - Skin grafica di grande impatto in doppio formato selezionabile (16/9 o 21/9) - Interfaccia di configurazione da telecomando di tutti gli aspetti importanti dell'HTPC, dai percorsi di library alla configurazione audio, dallo spostamento di file da e verso l'HTPC, alla conversione in MKV. Premium Pack 2 (per accedervi è necessario aver prima acquistato il Premium Pack 1): si tratta di una add on protetto e ad uso esclusivo sulla macchina dove viene installato. Aggiunge le seguenti funzionalità: - DRC (Digital Room Correction), con configurazione custom e calibrazione a cura del sottoscritto presso il sito dove è installato l'impianto audio dell'utente; Conclusioni Il futuro di questo vulcanico duo, oltre al continuo aggiornamento del loro gioiello, è tutto iscrivibile nel progetto di rendere possibile il processamento di una fonte esterna alla macchina, aggiungendo un ingresso HDMI. Cosa in effetti già possibile anche se ancora in 'versione beta' ma di cui ci dovrebbero essere aggiornamenti importanti. Complimenti, dunque, per questo servizio di ottimizzazione AV, mascherato da semplice vendita e installazione del Digifast: sono certo che l'alacre, indefesso lavoro dei due 'Marchi' riuscirà a mantenere e rinnovare i gloriosi fasti del Digifast! Per approfondimenti sul Digifast: Evento di lancio - La recensione - Digifast: un anno dopo - Dgifast senza madVR Pagina ufficiale: Home - Digifast Multimedia Station
|
|||||||||
Pagina stampata da AV Magazine: https://www.avmagazine.it Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di AV Raw s.n.c. Per maggiori informazioni : https://www.avmagazine.it/sito/legale/ Copyright 2005 - 2025 AV Magazine AV Magazine - registrazione Tribunale di Teramo n. 527 del 22.12.2004 Direttore Responsabile: Emidio Frattaroli |