Blade Runner - 30° Anniversario
Dal maestro Ridley Scott il capolavoro del 1982 che ridefinì il genere SF, ora in HD in tutte le sue declinazioni. Distribuzione del cofanetto da collezione firmata Warner HV
Stava preparando la trasposizione cinematografica della saga di “Dune” quando Ridley Scott ricevette la prima bozza del copione di “Dangerous Days”, declinando proprio per questo la proposta. A fargli cambiare idea fu la prematura scomparsa per malattia di un fratello, che lo spinse a tornare sui suoi passi cogliendo l'opportunità di una produzione più prossima alla partenza, salendo a bordo di un progetto immenso, che mise a dura prova casse e nervi dei finanziatori, portò allo stremo delle forze psico-fisiche chiunque rimase coinvolto nella preparazione, dagli sceneggiatori sino ai tecnici che lavorarono per mesi sui set, cogliendo l'occasione di un lungo sciopero indetto dalla categoria degli attori.
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Grande fu il supporto di visionari maestri, dal visual futurist Syd Mead (pagato 1500$ al giorno!) a geniali artigiani degli effetti speciali ottico-visivi come Douglas Trumbull, una delle menti dietro la magia di “Close Encounters Of The Third Kind”, fu possibile creare l'impossibile su set saturi di fumo, dove l'eccesso di calore provocò persino un principio di incendio di un grande plastico. All'interno di una complessa narrazione che coglieva a piene mani dallo scritto “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick, l'idea principale era quella che Rick Deckard (H. Ford) fosse lui stesso un replicante ma la cosa non piacque affatto ai produttori, ritenuta inaccessibile e criptica agli occhi degli spettatori, come dai feedback ricevuti nel corso degli screening preliminari. A causa di ciò vennero aggiunti i 'pensieri' di Deckard, in cui un contrariato Harrison Ford venne costretto a recitare riflessioni che restituissero vestigia umane al suo alter ego.
Salvato da un pesante tracollo finanziario grazie all'home video, il film ebbe numerosi trascorsi: la versione theatrical americana differiva per la perdita di alcuni secondi di sequenze violente, lasciate nella internazionale dello stesso anno, cui seguì nel 1992 la “Director's Cut” che riprendeva l'originale idea del regista reintegrando Deckard in qualità di replicante con l'eliminazione dei pensieri e aggiunta della sequenza onirica dell'Unicorno, oltre al taglio dell'epilogo considerato troppo solare (a cui originariamente e indirettamente contribuì Stanley Kubrick con alcune riprese aeree realizzate inizialmente per “Shining” del 1980). Ultima la “Final Cut” del 2007 con restauro 4k, eliminazione di effetti visivi come i cavi metallici che sollevavano gli Spinner piuttosto che il richiamo di Joanna Cassidy per rigirare nuovamente la sequenza dell'uccisione di Zhora, a completamento del percorso filologico-visuale.
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Qui di seguito le durate delle cinque versioni del film: 117',13” (Theatrical USA 1982), 117',29” (Internazionale 1982), 110',5” (Workprint Version 1982), 116',38” (Director's Cut 1992), 117',36” (Final Cut 2007).
Da Warner Home Video il cofanetto solo blu-ray con tutte e cinque le versioni del film, in particolare la Workprint Version dell'82, con il primo montaggio grezzo, ha titoli di testa diversi, alcuni effetti sonori/battute diversi e ciak diversi. È la prima volta che tutti i film sono disponibili in HD in Italia, già pubblicati in passato nella cosiddetta “Ultimate Collection” 5 DVD in vendita anche in versione 'briefcase', all'estero anche su HD-DVD e Blu-ray. In questo caso il box include un'inedita galleria con oltre 1000 immagini in alta definizione, un artbook di 72 pagine e un modellino dello Spinner, lo stesso della versione valigetta ma di colore argento e non più blu.
Qualità video
Il primo BD-50 contiene la più recente “Final Cut”, codifica video VC-1 da master 4k e completo restauro da negativo originale che ha beneficiato del controllo da parte di Ridley Scott. Nonostante l'encoding Microsoft il risultato visuale rimane il migliore dell'intero set, con buona profondità dei neri, senso di tridimensionalità, precisione dei frame per uno spettacolo coinvolgente. Qualcosa meno in termini di resa per le due versioni dell'82, che presentano differenze di manciate di secondi che servirono ai produttori per non ritrovarsi un rating troppo penalizzante negli Stati Uniti.
Maggiore grana e inferiore percezione degli elementi visuali specie in secondo piano e background per la Workprint Version, comunque restaurata e rimasterizzata partendo, come confermato dal regista stesso, dall'ultima copia di cui si sapesse l'esistenza. Eccetto la “Final Cut” le altre quattro versioni del film sono codificate in AVC/MPEG-4. Theatrical, International e Director's Cut sono presenti tutte assieme sul secondo BD-50 via seamless branching.
Qualità audio
Coinvolgente fascino del nuovo missaggio digitale a canali discreti per la “Final Cut”, grazie alla Dolby TrueHD 5.1 canali (core @ 640 kbps) che apre a un panorama sonoro avvolgente e trascinante, con dialoghi immersivi e l'abbacinante capolavoro della colonna musicale composta da Vangelis. In questo caso l'offerta per l'italiano è una AC-3 5.1 canali (640 kbps) comunque efficace ma incapace di elevare ulteriormente la visione.
La Workprint Version beneficia unicamente della traccia DTS-HD Master Audio inglese sempre 5.1 canali (core @ 1509 kbps), mentre le rimanenti tre versioni hanno per l'italiano una traccia AC-3 due canali (192 kbps) piatta e priva di qualsiasi dinamica mentre per l'inglese c'è l'AC-3 5.1 canali (640 kbps).
Contenuti extra
L'extra senza precedenti è certamente la Workprint Version del 1982, presente nel terzo disco che include il commento di Paul M. Summon, grande esperto della produzione del film. E ancora gallerie fotografiche con immagini dallo storyboard agli effetti speciali ottico-visivi, il documentario-fiume di oltre tre ore e mezzo “Dangerous Days: The Making Of Blade Runner”, focus sulle diverse versioni del film (28'), scene tagliate e alternative (48') e l'intero set di extra presenti nel quarto DVD dell'edizione cinque dischi che approfondisce gli aspetti del racconto, interviste audio al romanziere Philip Dick, video promozionali e prove di recitazione per i personaggi di Pris e Rachael. La Final Cut offre ben tre commenti al film in compagnia tra i tanti del regista, i co-sceneggiatori, production designer e Douglas Trumbull. Tutte e cinque le versioni sono introdotte personalmente da Ridley Scott. Sottotitoli in italiano.
Una simpatica gaffe nel making of “Dangerous Days”: Edward James Olmos, che interpreta il poliziotto Gaff, viene segnalato come “capoelettricista” in quanto Gaff è stato erroneamente tradotto dall'inglese 'gaffer' confondendo l'attore come parte dello staff della produzione(!).
La pagella secondo CineMan
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Commenti (19)
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la FC qui presente è la stessa già in vendita da tempo, o è una nuva scansione?
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è la stessa, io le possiedo entrambe, ma il cofanetto è veramente completo, per un fan come me imperdibile
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mia!
Fatta mia a causa di una ottima offerta speciale. Non so se aprirla però
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Non vorrei apparire pignolo, ma ricordo che il master 4k è solo teorico. I tools prelevano si con questa risoluzione, ma la grana della pellicola impedisce di ottenere alte risoluzioni da sorgenti vecchie.
Se il film è stato girato recentemente, utilizza certamente pellicole ad hoc che permettono di ottenere effettivamente una risoluzione effettiva full hd, mi viene in mente, per esempio, Dark Shadows.
Se la pellicola non è recente, come Titanic, la risoluzione effettiva è inferiore anche al fullhd, nonostante i tools a 4k. La risoluzione effettiva di quest'ultimo film, in 2.40:1, è di circa 1500x500 punti. -
P.S. Allora perché utilizzare i tools 4k invece di normali 2k? Perché i primi sono comunque più sensibili e moderni, e permettono di ottenere una risoluzione leggermente superiore. Per Titanic, con tools 2k, si era arrivati a circa 1200x400 punti. Sottolineo che sono valori approssimativi, per via dei filtri.
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Molto interessante. Ma vorrei ancora una volta sapere la fonte di queste informazioni.
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Cioè la pellicola usata per il film vecchi non permette un 4k effettivo?
Ma perchè? Mi pareva permettesse di arrivare oltre i 4k.. -
La fonte è industriale. Una cosa è la pratica, un'altra è la teoria. La grana in pellicole vecchie è studiata per la proiezione analogica, non era previsto il digitale.
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Sempre criptico....fonte industriale non si capisce bene che significhi.
Una mezza verità secondo me l'hai detta, perchè la rusoluzione di un film è un dato variabile anche all'interno di una stessa opera che dipende da vari fattori. Tuttavia mediamente una pellicola 35mm acquisita da negativo ha dati quanto basta per un 4K se non oltre.
E' chiaro che più si va indietro nel tempo e pià la capacità di risoluzione si abbassa (perchè migliorata nel corso negli anni come tutte le tecnologie) ma un film degli anni 60 girato in 35mm può benissimo aver dati sufficienti per una scansione oltre il cnaonico 2K.
A maggior ragione Blade Runner e infatti se lo hanno scannerizzato a 4K e 8K un motivo ci sarà, o sono diventati tutti pazzi in Warner?
Originariamente inviato da: g_andrini;3730437La grana in pellicole vecchie è studiata per la proiezione analogica, non era previsto il digitale.
Questa è un affermazione senza senso o mal espressa. Semplicemente al pari delle pellicole nuove è un effetto spesso indesiderato che nel corso degli anni si è cercato sempre più di ridurre, salvo scelte stilistiche particolari. -
Le pellicole moderne, come la Kodak Vision3 500T 5219, sono ottimizzate per gli scanner digitali.
http://motion.kodak.com/motion/uploadedFiles/TI2647.pdf
...gives you control and flexibility at every phase of
the filmmaking process—from capture through post, in
both digital and traditional workflows.