Blade Runner - 30° Anniversario

CineMan 10 Dicembre 2012 Media, HD e 4K

Dal maestro Ridley Scott il capolavoro del 1982 che ridefinì il genere SF, ora in HD in tutte le sue declinazioni. Distribuzione del cofanetto da collezione firmata Warner HV

Stava preparando la trasposizione cinematografica della saga di “Dune” quando Ridley Scott ricevette la prima bozza del copione di “Dangerous Days”, declinando proprio per questo la proposta. A fargli cambiare idea fu la prematura scomparsa per malattia di un fratello, che lo spinse a tornare sui suoi passi cogliendo l'opportunità di una produzione più prossima alla partenza, salendo a bordo di un progetto immenso, che mise a dura prova casse e nervi dei finanziatori, portò allo stremo delle forze psico-fisiche chiunque rimase coinvolto nella preparazione, dagli sceneggiatori sino ai tecnici che lavorarono per mesi sui set, cogliendo l'occasione di un lungo sciopero indetto dalla categoria degli attori.

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Grande fu il supporto di visionari maestri, dal visual futurist Syd Mead (pagato 1500$ al giorno!) a geniali artigiani degli effetti speciali ottico-visivi come Douglas Trumbull, una delle menti dietro la magia di “Close Encounters Of The Third Kind”, fu possibile creare l'impossibile su set saturi di fumo, dove l'eccesso di calore provocò persino un principio di incendio di un grande plastico. All'interno di una complessa narrazione che coglieva a piene mani dallo scritto “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick, l'idea principale era quella che Rick Deckard (H. Ford) fosse lui stesso un replicante ma la cosa non piacque affatto ai produttori, ritenuta inaccessibile e criptica agli occhi degli spettatori, come dai feedback ricevuti nel corso degli screening preliminari. A causa di ciò vennero aggiunti i 'pensieri' di Deckard, in cui un contrariato Harrison Ford venne costretto a recitare riflessioni che restituissero vestigia umane al suo alter ego.

Salvato da un pesante tracollo finanziario grazie all'home video, il film ebbe numerosi trascorsi: la versione theatrical americana differiva per la perdita di alcuni secondi di sequenze violente, lasciate nella internazionale dello stesso anno, cui seguì nel 1992 la “Director's Cut” che riprendeva l'originale idea del regista reintegrando Deckard in qualità di replicante con l'eliminazione dei pensieri e aggiunta della sequenza onirica dell'Unicorno, oltre al taglio dell'epilogo considerato troppo solare (a cui originariamente e indirettamente contribuì Stanley Kubrick con alcune riprese aeree realizzate inizialmente per “Shining” del 1980). Ultima la “Final Cut” del 2007 con restauro 4k, eliminazione di effetti visivi come i cavi metallici che sollevavano gli Spinner piuttosto che il richiamo di Joanna Cassidy per rigirare nuovamente la sequenza dell'uccisione di Zhora, a completamento del percorso filologico-visuale.

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Qui di seguito le durate delle cinque versioni del film: 117',13” (Theatrical USA 1982), 117',29” (Internazionale 1982), 110',5” (Workprint Version 1982), 116',38” (Director's Cut 1992), 117',36” (Final Cut 2007).

Da Warner Home Video il cofanetto solo blu-ray con tutte e cinque le versioni del film, in particolare la Workprint Version dell'82, con il primo montaggio grezzo, ha titoli di testa diversi, alcuni effetti sonori/battute diversi e ciak diversi. È la prima volta che tutti i film sono disponibili in HD in Italia, già pubblicati in passato nella cosiddetta “Ultimate Collection” 5 DVD in vendita anche in versione 'briefcase', all'estero anche su HD-DVD e Blu-ray. In questo caso il box include un'inedita galleria con oltre 1000 immagini in alta definizione, un artbook di 72 pagine e un modellino dello Spinner, lo stesso della versione valigetta ma di colore argento e non più blu.

Qualità video

Il primo BD-50 contiene la più recente “Final Cut”, codifica video VC-1 da master 4k e completo restauro da negativo originale che ha beneficiato del controllo da parte di Ridley Scott. Nonostante l'encoding Microsoft il risultato visuale rimane il migliore dell'intero set, con buona profondità dei neri, senso di tridimensionalità, precisione dei frame per uno spettacolo coinvolgente. Qualcosa meno in termini di resa per le due versioni dell'82, che presentano differenze di manciate di secondi che servirono ai produttori per non ritrovarsi un rating troppo penalizzante negli Stati Uniti.

Maggiore grana e inferiore percezione degli elementi visuali specie in secondo piano e background per la Workprint Version, comunque restaurata e rimasterizzata partendo, come confermato dal regista stesso, dall'ultima copia di cui si sapesse l'esistenza. Eccetto la “Final Cut” le altre quattro versioni del film sono codificate in AVC/MPEG-4. Theatrical, International e Director's Cut sono presenti tutte assieme sul secondo BD-50 via seamless branching.

Qualità audio

Coinvolgente fascino del nuovo missaggio digitale a canali discreti per la “Final Cut”, grazie alla Dolby TrueHD 5.1 canali (core @ 640 kbps) che apre a un panorama sonoro avvolgente e trascinante, con dialoghi immersivi e l'abbacinante capolavoro della colonna musicale composta da Vangelis. In questo caso l'offerta per l'italiano è una AC-3 5.1 canali (640 kbps) comunque efficace ma incapace di elevare ulteriormente la visione.

La Workprint Version beneficia unicamente della traccia DTS-HD Master Audio inglese sempre 5.1 canali (core @ 1509 kbps), mentre le rimanenti tre versioni hanno per l'italiano una traccia AC-3 due canali (192 kbps) piatta e priva di qualsiasi dinamica mentre per l'inglese c'è l'AC-3 5.1 canali (640 kbps).

Contenuti extra

L'extra senza precedenti è certamente la Workprint Version del 1982, presente nel terzo disco che include il commento di Paul M. Summon, grande esperto della produzione del film. E ancora gallerie fotografiche con immagini dallo storyboard agli effetti speciali ottico-visivi, il documentario-fiume di oltre tre ore e mezzo “Dangerous Days: The Making Of Blade Runner”, focus sulle diverse versioni del film (28'), scene tagliate e alternative (48') e l'intero set di extra presenti nel quarto DVD dell'edizione cinque dischi che approfondisce gli aspetti del racconto, interviste audio al romanziere Philip Dick, video promozionali e prove di recitazione per i personaggi di Pris e Rachael. La Final Cut offre ben tre commenti al film in compagnia tra i tanti del regista, i co-sceneggiatori, production designer e Douglas Trumbull. Tutte e cinque le versioni sono introdotte personalmente da Ridley Scott. Sottotitoli in italiano.

Una simpatica gaffe nel making of “Dangerous Days”: Edward James Olmos, che interpreta il poliziotto Gaff, viene segnalato come “capoelettricista” in quanto Gaff è stato erroneamente tradotto dall'inglese 'gaffer' confondendo l'attore come parte dello staff della produzione(!).

La pagella secondo CineMan

Film 10
Authoring 7
Video 9
Audio ITA 6
Audio V.O. 9
Extra 10

 

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Commenti (19)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • g_andrini

    17 Dicembre 2012, 11:52

    P.S. Questa è quella utilizzata per il film Titanic (aggiornata):

    http://motion.kodak.com/motion/uplo...s/h-1-5279t.pdf

  • alpy

    17 Dicembre 2012, 20:08

    Certo, ci sono pellicole idonee al DI, questo lo sapevo.
  • Emidio Frattaroli

    17 Dicembre 2012, 21:37

    Originariamente inviato da: g_andrini;3730437
    ... La grana in pellicole vecchie è studiata per la proiezione analogica, non era previsto il digitale.
    Non sono d'accordo. Le dimensioni della grana varia da pellicola a pellicola, soprattutto in relazione alla sensibilità selezionata. Esistono pellicole antichissime con grana finissima in relazione alle dimensioni del fotogramma. Le grandi produzioni di una volta tra la fine di '50 e i '60 ne sono un esempio lampante. Ho visto scansioni 8K - proiettate poi in 4K - di vecchi capolavori (come Sound of Music" che ridicolizzerebbero le tue fonti industriali in un battibaleno.

    Vero invece il fatto che nel recente passato, con il workflow che prevede subito la scansione per il DI, si faccia più attenzione alla selezione dei negativi.

    Emidio
  • alpy

    17 Dicembre 2012, 23:56

    Originariamente inviato da: Emidio Frattaroli;3731899
    Le grandi produzioni di una volta tra la fine di '50 e i '60 ne sono un esempio lampante......[CUT]

    Quoto tutto, anche se non ce ne sarebbe bisogno. Ci sono film vecchi girati in 65mm con un immagine stupenda.

    Aggiungo solo una cosa riguardo a Blade Runner. Ho visto giusto ieri la versione Theatrical e al contrario di ciò che leggo nella recensione tendo a preferire queste ultime (sono tre in samless braching) alla final cut, come del resto anche altri utenti del forum.

    Non ho idea se il motivo sia il codec diverso o come dice qualcuno una sorta di lieve prefiltraggio per evitare problemi nella compressione a valle (si spera) del master 4K usato per la final cut, fatto sta che la theatrical, con un semplice scan probabilmente 2K di un interpositivo è più materica e con una grana riprodotta meglio rispetto alla final cut. Certo le scene con effetti hanno leggermente più grana, ma il risultato lo trovo nettamente più cinematografico e naturale.

    E' anche più nitida e alcuni dettagli si vedono meglio. Tendo stranamente persino a preferirla come colorimetria. Insomma, imho il cofanetto vale soprattutto per questa versione e mentre la final cut è probabilmente perfettibile, la theatrical è già ottima così e ha il pregio di farci vedere Blade Runner esattamente come lo si vide al cinema nell'82. L'impressione è proprio quella di proiettare una copia 35mm, che per me è il più bel complimento che si possa fare ad un BD di un film pre-DI filmato in pellicola.
  • g_andrini

    19 Dicembre 2012, 01:06

    [editato]
  • g_andrini

    19 Dicembre 2012, 01:39

    [editato]
  • g_andrini

    19 Dicembre 2012, 01:50

    [editato]
  • alpy

    19 Dicembre 2012, 06:31

    Io dico solo che il negativo fotochimico non ha pixel, non ha griglia. Non esiste effetto moiré, aliasing, tutti problemi che sono presenti solo nelle immagini elettroniche da quando l’immagine televisiva esiste e che solo adesso dopo anni ed anni si sta riuscendo a limitare ma non a togliere del tutto. Infatti anche col 2K di tanto in tanto possono riaffiorare.
    Il 4K potrebbe limitare ulteriormente questi piccoli problemi e forse con l’8K essere risolti definitivamente.

    Un immagine elettronica, per nascondere la sua vera natura, ha bisogno davvero di tanti, tanti pixel, del progressivo e di una qualità digitale senza compromessi! Solo ciò può garantire la densità e la qualità di un immagine senza apparente soluzione di continuità come l’immagine fotochimica e, virtualmente, priva di artefatti.

    Fino agli anni 90 e anche oltre, se in un cinema vedevo proiettata un immagine di natura elettronica, magari trasposta su pellicola (già all'epoca e anche prima si faceva, magari per la pubblicità, la cosa era da vomito. Pensa te a quanto tempo c'è voluto per arrivare ad avere un immagine elettronica di qualità paragonabile.
    L'unico suo limite è quello di non essere sfruttabile dall'inizio alla fine della catena con la stessa qualità iniziale per il fatto di essere analogica (ogni copia si deteriora) e altri limiti risiedono nella proiezione meccanica.
    Ma la pellicola a tutt'oggi è in grado di fornire immagini senza soluzione di continuità! Altro che pixel e K!
  • revenge72

    19 Dicembre 2012, 10:25

    Originariamente inviato da: g_andrini;3731158
    P.S. Questa è quella utilizzata per il film Titanic (aggiornata):


    Sarò totalmente rimbabito e in tutta probabilità sto interpretando i dati in modo errato..... ma le curve MTF di questa pellicola indicano che produce una risoluzione risultati più nitidi rispetto a quella ottimizzata e a dire il vero non di poco (vedi pagina 3 di entrambe le schede).

    Edit..
    Anche la granularità RMS sembrano molto simili, leggermente migliore la nuova ma la risoluzione percepita è migliore nella vecchia comunque.


    Ciao
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