Verità ad altissima definizione
Oliver Stone, Baz Luhrmann e Michael Mann hanno discusso al recente CES di Las Vegas, in un panel organizzato dalla Panasonic, del valore del blu-ray e dei cambiamenti introdotti dall’adozione di questo formato nella loro maniera di fare film
Introduzione
Un interessante incontro al CES ci ha permesso di conoscere il punto di vista di tre protagonisti del cinema americano su quello che potremmo definire il supporto definitivo per i contenuti audiovisivi, ovvero il blu-ray. Usiamo il termine “definitivo” in quanto Oliver Stone, ad un certo punto della discussione, chiama all’appello tutti i collezionisti facendo notare che i vecchi film che ora si stanno rieditando in blu-ray non conosceranno un nuovo supporto di distribuzione, non ci saranno insomma altri salti tecnologico/commerciali in grado di farci conservare a casa un film con la qualità del blu-ray o superiore.
Come già per la musica anche per i film l’orientamento è dunque quello di consegnare tutto alla “nuvola” del web che ci consentirà di accedere a qualsiasi contenuto ma senza possederlo fisicamente.
Insomma il regista di Wall Street ci invita ad affrettarci, perché la nostra collezione di dischi blu avrà un valore tra qualche annetto. Stone si comporta da vero collezionista infine quando afferma che avere un blu-ray si può paragonare al possesso di una copia in pellicola, e spesso la qualità del disco è molto migliore.
Ci permettiamo a questo punto di stemperare l’ottimismo di Stone su un aspetto, ricordando un dettaglio che il collezionista conosce, ovvero che a fini conservativi e di durata nel tempo della copia, della pellicola conosciamo ormai le reazioni negli anni sia alle temperature ed umidità che ad altri fattori, invece delle reazioni del blu-ray ancora poco sappiamo e soprattutto che un timido graffio sulla sua superficie rischia di farci perdere tre quarti di film!!