DarkGod 13:49
Ma veniamo a noi: sabato mattina ho fatto la prova che vi avevo annunciato.
Abbiamo provato quattro diversi amplificatori: il mio Marantz 7001, un Rotel di pari potenza (70-+70 watt), un Rotel piu' potente (120+120, modello RA1570) e un Primare.
La prova e' stata fatta in questo modo: gli ampli sono stati collegati ad una centralina, in modo da poter switchare tra di essi in modo istantaneo, utilizzando delle casse B&W da pavimento a 3 vie.
Per la prova abbiamo utilizzato vari CD di generi diversi, alcuni portati da me e altri del negoziante, prevalentemente abbiamo usato: Avantasia (Ghostlights), Frank Sinatra (compilation) e un CD jazz (non ascoltando il genere non ricordo cosa fosse).
Prima di effettuare la prova, il negoziante ha impiegato un certo tempo per livellare il piu' possibile gli amplificatori, sia come fase che come volume. A proposito di volume, dato che molti (giustamente) avevano storto il naso sentendo parlare di "basso volume", vi tranquillizzo che non era poi cosi' basso, ma anzi lo definirei medio: un volume tale che per parlare bisognava alzare un po' voce, giusto per intenderci.
Il livellamento degli ampli, per il mio orecchio, e' stato fatto in modo piuttosto rigoroso, tanto che se non avessi visto il negoziante premere i tasti sulla centralina, non mi sarei accorto del cambio di amplificatore... per lo meno per quanto riguarda il VOLUME.
Per il resto invece.... ebbene no, chiariamo subito questo aspetto, NON SUONANO UGUALI.
Se per UGUALI intendiamo IDENTICI.
Il controllo sui bassi per esempio era diverso: il mio Marantz e' piu' morbido e tende ad arrotondare i medio bassi privandoli di un po' di senso del ritmo (cosa che non mi e' mai piaciuta ed uno dei motivi per cui volevo cambiarlo). Il negoziante diceva che probabilmente era dovuto ai condensatori MOSFET, ma le mie conoscenze in merito non mi consentono di argomentare oltre.
Detto questo, ammetto di aver notato questa differenza solo dopo vari cambi, perche' si trattava veramente di una differenza minima, almeno per le mie orecchie, e anche per quelle della mia ragazza che mi ha accompagnato nella prova e che, pur non essendo esperta, ha probabilmente un udito piu' fine del mio.
Ma in HIFI sono proprio le piccole differenze, le sfumature, quello che noi apprezziamo, potreste obiettare. E avreste sicuramente ragione. Ma se io, per assurdo, se avessi speso 2-3000 euro per un amplificatore che conferisca maggiore senso del ritmo al mio impianto, e tornando a casa mi fossi accorto che il beneficio era cosi' lieve da essere appena avvertibile, beh, non credo che avrei gridato ai quattro venti di essere soddisfatto della spesa fatta.
Sotto quelle condizioni (condizioni che ovviamente in ambiente domestico e' quasi impossibile -ed inutile!- replicare), gli ampli avevano delle differenze appena appena percepibili. E queste differenze non avevano nulla a che vendere con la timbrica, il dettaglio, la presenza delle voci, ecc. Tutti questi parametri mi sembravano assolutamente INDISTINGUIBILI.
Tutto questo ad un volume che definirei medio.
Bene, alzando progressivamente il volume, invece, specialmente con i brani piu' dinamici le differenze emergevano eccome, soprattutto per il Marantz che si "sedeva" molto prima del Rorel da 120 watt. C'e' da dire che passando dal volume medio a quello alto, in cui andava palesemente in distorsione, c'era un "limbo" intermedio in cui effettivamente gli ampli iniziavano a differenziarsi pur non lasciandomi percepire in modo evidente la distorsione (che probabilmente iniziava ad affiorare in modo leggero). Siamo arrivati pero' a volumi possibili solo in una villa isolata, non certo in condominio (giusto per capirci).
Un'altra prova molto interessante che abbiamo fatto e' stata quella di modificare il volume degli ampli di pochissimo: una variazione talmente piccola da ingannare l'orecchio, tanto da farli sembrare diversamente suonanti. Ecco, cosi' facendo, settando uno qualsiasi degli ampli ad un volume un filo piu' alto degli altri, l'orecchio non percepiva la differenza di volume ma semplicemente un suono piu' "pieno", e sembrava che quell'ampli suonasse effettivamente meglio. Ma non era cosi', bastava invertire i volumi per giungere ad un risultato opposto! (Vi assicuro che con questa prova il mio Marantz da 500 euro ha suonato MEGLIO del Primare da alcune migliaia di euro! E viceversa...! Ma si trattava solo di impercettibili variazioni di volume...)
A che conclusioni sono giunto, quindi?
1) La prove effettuate nei negozi (o in casa propria) in modo NON rigoroso non hanno alcun valore sulla qualita' del suono di un ampli, a parte la potenza erogabile. Modificare il volume o spostare un filo i diffusori cambiano la nostra percezione del suono in misura maggiore rispetto ad un cambio di amplificatore.
2) Gli ampli NON sono tutti uguali, ma le differenze, tra modelli di una qualita' minima comune (stiamo pur sempre parlando di HI FI, non delle casse del PC da 20 euro..!) sono estremamente piccole e riguardano prevalentemente il controllo e la potenza. Non la timbrica.
3) A meno di avere diffusori particolarmente impegnativi o di fascia HI END (sui quali non ho esperienza per pronunciarmi), cambiare ampli per migliorare l'impianto ha davvero poco senso, a meno di non desiderare semplicemente piu' potenza... o avere soldi da buttare.
Bene, credo di aver concluso.
Ovviamente non voglio convincere nessuno, vi ho solo raccontato la mia esperienza e la mia percezione (che prevedere certamente un'infinita' di possibili eccezioni).
Sicuramente d'ora in poi evitero' ascolti a volumi da stadio per valutare gli impianti nei negozi. Sicuramente evitero' di spendere cifre folli in amplificatori solo perche' mi sembrava che in negozio avessero un suono ultra dettagliato o ultra musicale o ultra-qualcos'altro.
La mia non voleva essere una crociata contro qualcosa (e a che pro??) ma semplicemente un punto di vista aggiuntivo per valutare cosa effettivamente si sta acquistando.