Sorgenti digitali: differenze per il mio orecchio inesistenti

Le mie personalissime conclusioni (in base alla mia esperienza e a quanto letto qui finora).

Avete un sistema di altoparlanti straordinariamente analitico (tipicamente: elettrostatiche, ma non solo), amplificato alla grande, inserito in un ambiente talmente ben trattato che i difetti son ridotti al lumicino?
Allora potreste cominciare a preoccuparvi di cercare il meglio anche nel settore delle sorgenti digitali (se utilizzate il vinile, dovreste averlo già fatto).
No? Ossia possedete dei diffusori di modesta o media qualità, oppure di elevata qualità ma non pilotati a dovere, o il vostro ambiente è piuttosto problematico? Non date retta a chi vi dice che migliorando la sorgente vedrete il Paradiso: è una solenne stronzata.
Preoccupatevi di mettere a punto il resto: lì si annida il vero "collo di bottiglia".
Solo poi, potremo riparlarne.
Amen. :D
 
No? Ossia possedete dei diffusori di modesta o media qualità, oppure di elevata qualità ma non pilotati a dovere, o il vostro ambiente è piuttosto problematico? Non date retta a chi vi dice che migliorando la sorgente vedrete il Paradiso: è una solenne stronzata.
Preoccupatevi di mettere a punto il resto: lì si annida il vero "collo di bottiglia".

Il collo di bottiglia è sempre l'anello debole della catena, qualunque esso sia.
Ad esempio, come avevo già scritto, oggi ho fatto un confronto fra dac a casa di un amico che possiede un ottimo impianto solo digitale composto da un doppio pc con Windows Server 12, player JPlay, dac Lynx Hilo, preamp Bryston BP-25, finale Eam Lab HA600 e diffusori Vienna Beethoven Concert Grand.
In un incontro precedente avevamo notato quanto il suo cavo di potenza Qed di sezione troppo sottile mal s'interfacciasse con la notevole spinta del suo finale. Il cambiamento con un Kimber 8TC e un Viablue SC-4 di dimensioni più generose ha portato infatti un grande beneficio.
Questo detto da un cavo(semi)scettico come me. A volte però le dimensioni contano (e cantano) :)
Nel suo caso, nonostante l'ambiente fosse poco, o quasi per niente, trattato, il primo collo di bottiglia è stato facilmente individuato.

Per tornare al tema del thread, oggi abbiamo confrontato tre dac: il suo Hilo, il mio Nad M51 e il Meitner MA-1.
Diciamo subito che il Meitner ha qualcosa in più degli altri pur ottimi due, in termini di precisione e, soprattutto, di estensione della gamma bassa. Questo poteva essere udito da chiunque, non solo da un pipistrello audiofilo. La maggiore estensione in basso era evidentissima, in special modo confrontandolo col mio Nad. Questo donava al messaggio sonoro un senso di maggiore "densità", unita a un'estrema precisione, intesa come dettaglio e focalizzazione degli strumenti e delle voci.
Paradossalmente, ma nemmeno tanto, questa grande estensione in un ambiente non trattato e con qualche problema congenito come quello della prova (una mansarda con la parte spiovente sopra i diffusori), diventa un difetto, non un pregio. Di sicuro però, si sente. Eccome.

L'Hilo del mio amico Federico si è rivelato, nella sua catena, infatti il più equilibrato. Non per forza il migliore, il Meitner è superiore in assoluto, ma collegato al suo pre, finale e diffusori nel suo ambiente com'è attualmente, era il quello che suonava più correttamente, con una gamma bassa meno profonda ma più controllata e con meno rimbombi.
Con un trattamento adeguato, di sicuro L'MA-1 non avrebbe avuto rivali.

Collegato al preamp Bryston il mio Nad M51 era forse il meno performante, con una certa leggerezza in basso che rendeva un po' più sottile la complessa voce di Gregory Porter (brano: Water Under Bridges), che uso ultimamente come riferimento.
Per fortuna, come sospettavo, collegato direttamente al finale, come lo uso nel mio setup, l'M51 ha riguadagnato moltissimi punti, avvicinandosi molto alla performance del Meitner, pur rimanendone un po' sotto. Senza il preamp il Nad ha guadagnato tantissimo in ariosità, precisione del soundstage, estensione del basso e sensazione di dinamica.
Stiamo parlando di un dac (il Nad) con uno street price intorno ai 1500€ contro i 6000€ del Meitner e i 2500 del Lynx.
Se volessi un reale miglioramento, oltre alla spesa di un dac superiore, dovrei prevedere altri molti soldi per un preamp al di sopra di ogni sospetto. Penso che l'M51 sia una delle migliori soluzioni, se non addirittura la migliore, per chi ha una catena solo digitale e voglia fare a meno del pre.

Per concludere, direi che le differenze si sono sentite anche in un ambiente molto meno che perfetto, con enormi margini di miglioramento. In certi casi davvero in maniera evidente e senza rischio di effetti di psicoacustica.
Non le definirei stronzate ;)
 
Il collo di bottiglia è sempre l'anello debole della catena, qualunque esso sia.

Esattamente.
E nessuno mi convincerà mai che un d.a.c. relativamente modesto, che comunque presenta una risposta in frequenza 20-20000 Hz +/- 0,2 db, distorsioni di vario genere contenute nell'ordine dello 0,3% (o 0,03%?), gamma dinamica maggiore di 120 db, sia l'anello debole di una catena in cui il resto (diffusori, ambiente o l'interazione fra i due) presenta invece una risposta in frequenza da montagne russe come quelle viste nei grafici postati più sopra, distorsioni dell'ordine del 3, 5, 8%?, gamma dinamica diosaquanto.
Tutto questo, fino a nuovi (eventuali e imprevedibili) sviluppi.

Per concludere, direi che le differenze si sono sentite anche in un ambiente molto meno che perfetto, con enormi margini di miglioramento...Non le definirei stronzate

Questo dovresti spiegarlo a tutti coloro che si sono prodigati a convincerci che, se non sentivamo differenze, era colpa dei nostri ambienti, non a me :) .

Di più: se rileggi, noterai che la stronzata è riferita a chi promette il Paradiso in determinate situazioni, non propriamente ottimali (eufemismo).
In base al tuo stesso resoconto, pare che il tuo amico non l'abbia trovato il Paradiso, anzi: il d.a.c. secondo te "superiore in assoluto" peggiorava il suono del suo problematico impianto, rispetto a quello un po' inferiore.
In altre parole, le mie conclusioni non toccavano l'argomento "le differenze si sentono, oppure no", ma si riferivano alla convenienza di investire le proprie risorse (non solo economiche, ma di tempo per la ricerca) dando la priorità al settore più critico.
 
Ultima modifica:
cosa comunque davvero strana e in qualche modo sospetta; come fa un DAC a suonare peggio quando non esce da un proprio preamp ?
questa cosa mi da da pensare :rolleyes:
io vorrei tanto provare il chordette ma non lo trovo :(
 
Il collo di bottiglia è sempre l'anello debole della catena, qualunque esso sia.
Ad esempio, come avevo già scritto, oggi ho fatto un confronto fra dac a casa di un amico che possiede un ottimo impianto solo digitale composto da un doppio pc con Windows Server 12, player JPlay, dac Lynx Hilo, preamp Bryston BP-25, finale Eam Lab HA600 e diffusori V..........[CUT]
Ti ringrazio per aver postato le tue impressioni , mettendo a confronto vari DAC.
Ascoltato tutto e' difficile dire quale meglio quale e ' peggio se il piu' costoso e' il meno sinergico con il tutto.
Booo

insomma troverei ancora piu' interessante 3 dac da 1000 3000 6000 euro
con una impostazione sonora simile e tutti e 3 sinergici.
Poi non ho capito inizialmente dici che uno "ha qualcosa in piu'" ... insomma che incrementi a memoria pensi
abbiano dato all'impianto del tuo amico?
 
Il discorso ambiente ha senso per carpire al meglio le differenze (per me minime..).
Ma lascio sempre la porta aperta...
 
Paradossalmente, ma nemmeno tanto, questa grande estensione in un ambiente non trattato e con qualche problema congenito come quello della prova (una mansarda con la parte spiovente sopra i diffusori), diventa un difetto, non un pregio. Di sicuro però, si sente. Eccome.
L'Hilo del mio amico Federico si è rivelato, nella sua catena, infatti il più equilibrato. Non per forza il migliore, il Meitner è superiore in assoluto, ma collegato al suo pre, finale e diffusori nel suo ambiente com'è attualmente, era il quello che suonava più correttamente, con una gamma bassa meno profonda ma più controllata e con meno rimbombi.
Con un trattamento adeguato, di sicuro L'MA-1 non avrebbe avuto rivali.

Forse non te ne sarai accorto, ma questo dà ragione alle mie conclusioni (# 361).
 
A me va bene tutto e rispetto tutto, io rimango con le mie ipotesi.
Pero' vorrei capire questi "aumenti qualitativi" passando da DAC da 1000 3000 6000 10000 20000 euro a cosa nella realta' corrispondono per Voi che riuscite a sentire "significative" o altre volte differenze che "anche un sordo..."
quando secondo il mio metro non si va oltre il "un po' meglio li' un po' meglio li'"
Questo e' il mio dubbio.
Ho conosciuto un ragazzo tempo addietro (non voglio fare paragoni con Carletto!!) che faceva parte del club dei "pipistrelli"
la sua recchia era stratosferica... quello che per lui era eclatante per me era un po'...
gli chiesi poi tra il diffusori X e il diffusore Y che differenze ci trovi? non trovava aggettivi...
altro che stratosferico...
anche lui ha riscalato tutto e' diventato del partito "un po'"...
 
Ultima modifica:
@CriMan

Tra un flat-ride e un ride più ordinario esiste una sostanziosa differenza timbrica.
Puoi ascoltare (piuttosto bene) il suono di un flat-ride (suonato-da-dio, cioè da Roy Haynes) nell'album "Now he sings, now he sobs" di Chick Corea. Tu pensi che il mio amico di scorribande hi-fi (quello che, negli ultimi anni della nostra frequentazione, aveva preso a sostituire cavi, invertire la presa di corrente, ecc..., ogni volta meravigliandosi dei fantasmagorici miglioramenti) notasse tale differenza fra i due tipi di piatto (cymbal, not plate!), per quanto io tentassi di indirizzare in tal senso la sua attenzione? Puoi immaginare la risposta.
Tràine le deduzioni che vuoi.
 
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anche quando un tizio che mi ha comprato le Mezzo 8 è venuto col suo dac Wadia modificato, quando lo abbiamo attaccato all'uscita digitale del CD player la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: WOW!
 
cosa comunque davvero strana e in qualche modo sospetta; come fa un DAC a suonare peggio quando non esce da un proprio preamp ?
questa cosa mi da da pensare :rolleyes:
io vorrei tanto provare il chordette ma non lo trovo :(

Non c'è nulla di sospetto, dipende solo da come è costruito l'apparecchio, e il Nad è diverso da tutti gli altri come progetto.
Molte persone si sono stupite del fatto che dopo l'acquisto del Nad M51 avessi venduto il pre Krell. Semplicemente il suono di quel dac collegato direttamente al finale, anzi ai vari finali con cui l'ho provato, era molto meglio rispetto all'uso con tutti i pre con cui l'ho testato.
E continuo ad avere conferme di ciò ogni volta che lo collego ad un finale differente.
 
Ti ringrazio per aver postato le tue impressioni , mettendo a confronto vari DAC.
Ascoltato tutto e' difficile dire quale meglio quale e ' peggio se il piu' costoso e' il meno sinergico con il tutto.
Booo
[CUT]


Il Meitner era il migliore in assoluto, ma la profondità del basso metteva in crisi l'ambiente, inficiando la resa complessiva.
Il Lynx era il più sinergico con l'ambiente. La minore estensione del basso si traduceva in migliore controllo.
Il Nad era il peggiore dei tre collegato alla stessa catena (con il pre). Collegato direttamente al finale si avvicinava molto al Meitner.
 
A me va bene tutto e rispetto tutto, io rimango con le mie ipotesi.
Pero' vorrei capire questi "aumenti qualitativi" passando da DAC da 1000 3000 6000 10000 20000 euro a cosa nella realta' corrispondono per Voi che riuscite a sentire "significative" o altre volte differenze che "anche un sordo..."
quando secondo il m..........[CUT]

Si torna alla solita considerazione: le differenze hanno un carattere soggettivo.
Quello che per un appassionato merita una spesa anche importante, per un altro è un'assurdità.
Diamo peso diverso alle stesse cose.
Con questo, nella mia prova di oggi le differenze di soundstage, focalizzazione e precisione dei piani sonori, da molti potrebbero essere considerate minuzie da riscontrabili con la lente d'ingrandimento, anzi col cornetto acustico, per cui poco più che seghe mentali.
Viceversa per altri, me compreso, sono importanti.
La differenza sui bassi invece era davvero macroscopica, probabilmente amplificata dall'interazione con l'ambiente.
 
ma, da ignorante...
come collegate un D/A ad un lettore digitale (sia esso cd, sacd, md, dcc, dat)?

Immagino che oramai tutti i player offrano connessioni digitali, ma quali?montano tutti AES/EBU o si viaggia di coassiale o adat?
e soprattutto, il clock viaggia insieme al segnale audio o a parte usando il bnc?

Altra curiosità...
buona parte dei convertitori offrono la possibilità di configurazione più o meno completa, per interfacciarsi al meglio; da semplici switch con valori fissi (-10dBV, +4dBu), oppure trimmer, oppure dei potenziometri (e qui sarebbe interessante capire se sono a controllo digitale, oppure post-conversione quindi con in gioco una semplice resistenza variabile).

Tutto questo per dire che, ci sono molte variabili in gioco...
e nella descrizione di certe prove, non ho letto come sono stati configurati i vari convertitori...
 
Non c'è nulla di sospetto, dipende solo da come è costruito l'apparecchio, e il Nad è diverso da tutti gli altri come progetto. ... Semplicemente il suono di quel dac collegato direttamente al finale, anzi ai vari finali con cui l'ho provato, era molto..........[CUT]

avrai anche ragione, ma questo non lo considero certo un pregio; piuttosto un difetto che ti costringe ad usarlo unicamente come pre :(
pare che stia tornado di moda fare oggetti 'tuttofare'; altri DAC hanno la stessa filosofia, con volume e talvolta altro (ampli integrato, cuffie...). io personalmente su oggetti di qualità non concordo.
 
Se non ho intenzione di usare sorgenti analogiche e l'apparecchio funziona bene (direi molto bene) per quale motivo dovrei usare un pre, che in tutte le prove che ho effettuato mi ha sempre peggiorato il suono?
Usare la configurazione meglio suonante, senza perdere nulla in termini di praticità (al dac ho collegato una meccanica cd, un lettore Bluray, il Mac e un WD Tv Live) non lo consideri un pregio?
E' una tua opinione, non suffragata da prove ma da pregiudizi

Persone con orecchie allenate e impianti al di sopra di ogni sospetto, hanno confermato le mie impressioni e scelte
 
Ultima modifica:
è una mia opinione? non suffragata da prove? ma che vuol dire?
l'hai detto tu che come DAC puro non suona bene e devi necessariamente uscire su un finale!?!? mah!
riguardo alle scelte personali non discuto mai - era solo una critica oggettiva verso un prodotto; mi spiace che la prendi a male.
 
Mi ha sempre incuriosito l'affermazione che il "pre(amplficatore)" sia qualcosa che deve esserci per forza di cose, che sia qualcosa che migliora il segnale e da cui non si può prescindere.

Cercando di rimanere con i piedi per terra provo a spiegare cosa sia e cosa dovrebbe fare un "pre".

Tanto per inziare, tutte le sorgenti forniscono in uscita un segnale che ha un certo livello e che può variare da poche decine di mV sino a qualche Volt, non esiste uno standard, anche se di fatto le cose si sono abbastanza standardizzate da sole.

Questa sorgente avrà anche una impedenza di uscita, generalmente di basso valore, qualche migliaio di Ohm o anche meno.

All'interno della sorgente esiste una circuitazione elettronica, più o meno complessa, che fornisce all'uscita il segnale con le caratteristiche appena elencate, può trattarsi di un solo transistor o valvola oppure di un OpAmp, ma può essere una circuitazione anche più complessa, con molti componenti attivi e passivi, il suo compito rimane comunque quello di fornire in uscita un segnale che abbia le caratteristiche elettriche indicate, alterandolo nel modo minore possbile, possibilmente non alterandolo affatto, ad esempio aggiungendoci del rumore.

Esistono poi gli amplficatori di potenza che sono costituiti da due parti: una parte posta subito dopo l'ingresso e che si occupa di portare il livello del segnale, se necessario, a quello sufficiente a pilotare al meglio gli stadi di potenza e di adattare l'impedenza di ingresso con quella della parte di potenza; l'altra parte è appunto quella di potenza, che fornisce corrente e tensione necessarie a pilotare i diffusori.

Anche in questo caso si cerca di avere una impedenza di ingresso medio-alta per evitare di sovraccaricare l'uscita della sorgente, solitamente si viaggia sull'ordine delle decine di migliaia o centinaia di migliaia di Ohm, se il circuito è a valvole si arriva benissimo a valori tipici di 500.000 Ohm od anche 1 MOhm (1 milione di Ohm).

Anche qui non esiste uno standard (a parte quello a 600 Ohm del settore pro), esiste una regola spannometrica che dice che l'impedenza di un ingresso dovrebbe essere almeno una decina di volte superiore a quella dell'uscita cui è collegato.

Poichè le sorgenti in un impianto sono solitamente più di una e possono avere livelli di uscita differenti si ha la necessità di inserire "qualcosa" che permetta almeno di scegliere la sorgente e regolare il livello del segnale, questo "qualcosa" è il "preamplficatore", che magari avrà anche altre funzioni, molte ora guardate come anatema: controlli di tono, bilanciamento, eventuali filtri, correzione RIAA per l'ingresso PHONO, ecc., il tutto sempre cercando di non introdurre o di togliere nulla al segnale in transito.

Se si impiegasse un finale dotato di controllo di volume oppure una sorgente dotata di tale funzione ed i livelli di segnale fossero compatibili si potrebbe fare a meno di inserire un "pre" poichè a cosa servirebbe? Ad amplficare il segnale? No di certo, lavorerebbe a guadagno unitario, ad adattare le impedenze? Neanche, solitamente gli ingressi dei finali di potenza non hanno problemi ad interfacciarsi con le uscite della quasi totalità delle sorgenti.

Sarebbe solo un inserire dei circuiti ulteriori nel percorso del segnale, tutti sapete certamente che esistono dei "pre passivi" che si riducono ad una scatola vuota con un controllo di volume passivo e, forse, un commutatore meccanico per un paio di ingressi; costano tantissimo (essendo "roba esoterica") e sono considerati il top da moltissimi audiofili, forse come dimostrazione che l'aria in certi ambienti si paga a caro prezzo.

Se il controllo di volume fosse nel finale cosa cambierebbe? Assolutamente nulla.

Ora qualcuno dirà che inserendo il tal pre è cambiato tutto, il suono è più brillante o altri strani aggettivi oppure che c'è più dinamica.

Considerato che il suono (io parlerei però di segnale) in uscita da una sorgente ha certe caratteristiche che, si spera, rispecchino il più possibile quelle del segnale inciso sul CD o sul vinile e che tale segnale viene solo amplificato dall'ampli finale, se si sentono delle variazioni inserendo un pre vuol dire che quel pre manipola il segnale (in modo sicuramente piacevole) poichè se qualcosa mancava nel segnale originale non la si può certo aggiungere, non lo può certo fare un pre che sia lineare nella sua risposta.

Aggiunge dinamica? Cerchiamo di capirci, la "dinamica" è la differenza tra il massimo segnale riproducibile senza distorsione (sopra c'è il clippingo o un aumento della distorsione inaccettabile) e il minimo segnale utile (sotto c'è il rumore fi fondo) e si misura in dB.

Se la sensibilità del finale è sufficiente a fornire la massima potenza utile già con il segnale in uscita dalla sorgente che senso ha inserire un pre?

Il finale mnoltiplica per X volte il livello del segnale in ingresso, in modo lineare; ad esempio: il segnale in uscita verrà amplficato di 10 volte, se in ingresso il segnale è 100 mV in uscita sui diffusori avrò 1 Volt, se in ingresso è di 1 Volt in uscita ne avrò 10.

Anche qui non c'è bisogno di un pre con un circuito che non farà nulla se non far passare senza intervenire il segnale, anzi, probabilmente lo dovrà attenuare perchè il segnale in uscita dalla sorgente è già più che sufficiente a far fornire la potenza massima al finale, la "dinamica" del segnale in uscita rimane la stessa, non può cambiare.

A meno che...il pre non sia lineare, ovvero si comporti come un espansore di dinamica, circuito che esiste e che si usa moltissimo in studio di registrazione e dintorni, rammnento che molti anni fa esistevano degli apparecchi della DBX che facevano da espansori di dinamica a varie bande (1-2-3) ed i risultati non erano male, direi "drammatici, eclatanti".:D

Cos'è un "espansore di dinamica"? Un circuito che amplfica in modo non lineare, come invece dovrebbe fare un pre, il segnale in ingresso, in pratica riduce il livello del segnale in uscita che in ingresso è al di sotto di una certa soglia ed aumenta quello al di sopra; si ottiene così anche una riduzione del rumore di fondo ed un aumento della tanto adorata e sbandierata dinamica.

Nella forma più semplice ci si limita ad amplificare in modo non lineare il segnale che supera una certa soglia: più il segnale in ingresso è alto e più viene amplificato, un pieno orchestare diventa qualcosa di straordinario (se tutto non va in distorsione).

Questo risultato può essere ottenuto anche senza ricorrere a circuiti appositi, ma come effetto collaterale di un circuito non proprio al top o magari per interventi maldestri successivi.

Oltre a questo magari un "pre" ha qualche sua colorazione del suono che fa piacere, senza questa il suono apparirebbe "piatto" ovvero lineare, come però dovrebbe essere (a volte è dura (ri)abituarsi al suono vero quando si è abituati ad un suono drogato).

Perchè allora si costruiscono i pre? A parte la ovvia risposta: "perchè si vendono ed a caro prezzo", una ragione tecnica ci sarebbe, avendo la possibilità di separare i due stadi di un amplificatore in due alloggiamenti separati ci si può concentrare maggiormente sulla circuitazione, sulle alimentazioni, sui layout, c'è più spazio a disposizione, essendo destinato ad un target di alto livello il prezzo potrà essere più elevato pertanto si possono utilizzare soluzioni più costose.

Dopo tutto questo sproloquio ritengo che si possa dire che se il segnale della sorgente è sufficiente a pilotare al meglio un finale ed esiste già da qualche parte un regolatore di livello, l'inserimento di un pre è cosa ridondante e se il risultato cambia vuol dire che c'era un accoppiamento errato tra sorgente e finale o che il pre "suona bene", ma questa, come al solito, non è Hi-Fi, ma l'Hi-Fi del "a me (però) mi piace".

Ciao
 
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