Il ragionamento antiscientifico sta proprio nell'affermare che "l'impianto elettromeccanico diventa un sistema molto più complesso della somma delle sue parti". Cosa c'è oltre la somma delle sue parti? L'epigurio condensato nell'aria?
In un sistema audio qualsiasi cosa si può misurare, in maniera più o meno complessa. Finchè si resta nell'ambito del segnale, la misurazione è molto semplice, e per capire se un determinato componente altera il segnale, ed in che modo, è sufficiente confrontare il segnale in entrata e quello in uscita; se due componenti a parità di segnale in entrata restituiscono lo stesso segnale in uscita c'è poco da fare, sono equivalenti, anche se uno costa 100 e l'altro costa 10000. Questo ragionamento si applica per un buon 80% della catena audio, ovvero tutti i componenti puramente elettrici (inclusi i carissimi cavi, tanto oggetto di discussione).
Leggermente più complesso è il discorso per quel che riguarda i componenti che trasformano segnale elettrico in qualcosa di meccanico, ovvero i diffusori, perchè qui è necessario essere sicuri di misurarli in condizioni "controllate" (ma è per questo che esistono i laboratori). Anche qui, però, con una metodologia corretta di misura, se due diffusori a parità di segnale in entrata restituiscono la stessa misurazione in uscita, sono equivalenti.
Venendo al discorso "più della somma delle sue parti", è palesemente un tentativo (probabilmente inconscio) di tenere aperta la porta per consentire a tutte le teorie più bislacche (cavi sospesi, cavi in uranio impoverito, cavi LAN audiofili) di avere il loro spazio... in realtà non c'è proprio niente in più della somma delle parti: il segnale passa attraverso una serie di dispositivi, e il risultato è esattamente la somma delle distorsioni introdotte dai vari dispositivi.
La risposta in ambiente è qualcosa che per il momento sto tenendo fuori dal mio discorso, nonostante sia di fatto solo un altro degli addendi (misurabilissimo anche esso) della somma di cui sopra, semplicemente perchè non mi è mai capitato che qualcuno cercasse di vendermi una "sala d'ascolto audiofila".