Ma allora è vero che il vinile suona meglio dei cd!!!!!!

La loudness war è nata per ottimizzare, tramite una compressione, i segnali di certe registrazioni alle trasmissioni radiofoniche e agli ascolti in cuffia degli adolescenti. Non può certo essere applicata alla totale produzione digitale.
A sua volta, il 100% della produzione analogica in vinile subisce un processo di compressione dovuta all'equalizzazione RIIA, necessaria per ovviare con un artificio ai limiti fisici del supporto. Con buona pace della "purezza del suono".
A questo aggiungiamo una miriade di altre variabili: corretto settaggio del braccio e del fonorivelatore (condizione al massimo approssimabile), condizioni atmosferiche, inevitabile e irrimediabile deterioramento del supporto a partire dal primo ascolto (cosa con la quale ti sei scontrato al primo approccio col tuo Pro-Ject).
Pensi davvero che la stessa identica registrazione (e missaggio) possa passare più indenne da tali forche caudine rispetto ad una corretta digitalizzazione, magari a 24/96, ovviamente senza compressione da loudness war...
Ci sono certamente degli album in vinile che potranno anche suonare meglio dei corrispondenti digitali ma non è una condizione estendibile a tutta la produzione indiscriminatamente.
Poi se si parla di gusto personale, se si predilige un ascolto meno dettagliato al limite più eufonico, magari più rilassante, allora il discorso è diverso e i confronti, seri, non hanno ragione di esistere.
Buona Pasqua
 
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Ci sono tanti ma tanti ma tanti ma proprio tanti CD registrati divinamente bene di recente: anzi, sono proprio quelli che riservano sorprese tanto piacevoli da lasciare letteralmente basiti.
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un po' vago, così vuol dire tutto e niente...ma non dubito che moltissimi CD saranno stati ben realizzati, da quel che leggo online e le prove fatte in casa al momento ho ancora difficoltà a individuare CD vincenti sul vinile nel genere che ascolto e compro...ma continuerò a cercare... al momento di CD ne ho accumulati più di 1000 e purtroppo credo proprio che tra qualche anno avranno un valore prossimo allo zero e un'utilità residuale (la musica liquida oltre a rimpiazzarli li supererà di certo in qualità).
Mentre del vinile tutto si può dire tranne che sia a rischio obsolescenza...è un oggetto reale, grande e piacevole da possedere, che ha già dimostrato di resistere a generazioni ed ere tecnologiche diverse. Se dovessi immagine di lasciare qualcosa ai miei figli di certo non sarebbe la mia raccolta di cd o di musica liquida, ma sicuramente la bellissima selezione di vinili che ho iniziato da qualche tempo.

Detto ciò sono sempre più scettico verso la produzione digitale, più studio e capisco più mi rendo conto di come la qualità media sia precipitata nel baratro e tantissime edizioni siano operazioni davvero vicine alla truffa (remastered, una parola che un tempo amavo e auspicavo, oggi la evito come la peste nera!).
La cosa che più mi spaventa è che il target per cui è realizzata la musica digitale è distante anni luce dall'appassionato di alta fedeltà, non siamo noi i clienti di quei mixaggi e non saranno i nostri, i vostri impianti a farli suonare bene...un collasso culturale così evidente non può guidare verso scenari di qualità e onestà realizzativa...
il mio obiettivo è cercare dischi che suonino bene, su qualsiasi supporto...non vi nego che la delusione per alcune scoperte dietro i tanti e costosi sacd mi ha davvero lasciato l'amaro in bocca.
Viva la riscoperta della buona musica
 
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La maggior parte della musica jazz e classica si trova senza sforzo su CD e su files realizzati ottimamente.
Senza disturbare l'alta definizione, già con i files a 44.1/16 (se convertiti bene) le orecchie ringraziano.
Ciao, Enzo
 
mi aggiungo in quanto vengo da un'esperienza simile a quella di mariettiello.

Ceme lui ho scoperto il vinile tardi e quasi obbligato avendo ricevuto una collezione di LP di famiglia e mi sono dunque attrezzato per l'ascolto.

Anche il mio set-up analogico comprato usato e' superiore come qualita' globale al mio set up-digitale ma qui mi devo fermare. Essendo due sistemi diversi e lavorando su softwear diversi non penso sia possibile un paragone sulla qualita' intrinseche di un supporto rispetto all'altro.

Ma anche tra supporti diveri della stessa edizione in quanto come si puo' valutare se i sistemi di lettura sono equivalenti a livello di qualita' assoluta di riproduzione?

Accontentiamoci di non avere limiti di supporto e la massima liberta' di scelta potendo attingere a tutti i supporti oggi diffusi.

Concordo in pieno su.....

Viva la buona musica!

Ciao
 
Io ho dismesso il giradischi quando mi sono accorto di non riuscire più a sopportare di dover periodicamente registrare il mio braccio unipivot (Mayware mkIV) e i rumori assortiti che crescevano come la gramigna ad ogni ascolto.
Allo stesso momento mi sono reso conto che con la liquida ad alta definizione, suonata con impianto ben studiato, potevo avere almeno la stessa qualità, molto spesso meglio, senza tutti i problemi dell'analogico. Non avrò i padelloni neri da maneggiare e le copertinone da leggere come quando ero ragazzino, lo ammetto quello è un peccato. Ma non soffro di questo tipo di feticismo, il mio fine è ascoltare la musica al meglio.
Ho venduto il Gyrodec, non propriamente un ferraccio, e ho tenuto solo il Thorens che giace in un armadio.
 
ragazzi io insisto proprio perché è esperienza di questi giorni...anche io ero insoddisfatto del mio set up con la musica in stereo....allora mi sono dotato di lettore di qualità e l'ho fatto modificare con uscite a discreti....ora tutta l'asprezza, artificiosità e cofusione sono sparite e ascoltare è un piacere immenso.....
questo non vuol dire che tutti i cd siano buoni, ma quelli buoni ci sono e non sono neanche pochi...nella mia modesta collezione la metà circa suonano alla grande col nuovo lettore (oggi ascoltavo tra gli altri il capolavoro di Vinicio Capossela canzoni a manovella ed è stata una grande gioia....).
Perciò ribadisco che il problema dei cd....sono i lettori, fateli modificare con uscite a discreti e otterrete finalmente qualcosa di non solo ascoltabile (e prima non lo era) ma anche di splendido.
Mi farebbe piacere che qualche scettico potesse ascoltare da me il risultato...sono di milano...
 
E' vero. Tanti hanno ancora la convinzione che il digitale, ottico o "liquido" che sia, suoni tutto uguale.
Invece, non tutte le ottiche suonano uguali, non tutti i convertitori suonano uguali, non tutti i player per PC suonano uguali e.... non tutti i PC suonano uguali. Ci sono tantissime variabili.
Ciao, Enzo
 
Interessante ma, come dice alla fine, si tratta sempre di considerazioni personali.

Perfettamente d'accordo riguardo le meravigliose copertine, quelle mi mancano. Soprattutto quelle interne con le traduzioni di Armando Gallo.
I click e i crock invece te li puoi tenere. Te li lascio molto, ma molto volentieri. :D
 
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E' vero. Tanti hanno ancora la convinzione che il digitale, ottico o "liquido" che sia, suoni tutto uguale.
Invece, non tutte le ottiche suonano uguali, non tutti i convertitori suonano uguali, non tutti i player per PC suonano uguali e.... non tutti i PC suonano uguali. Ci sono tantissime variabili.

Puoi dirlo forte Enzo.
Non credevo che i player potessero suonare in maniera così diversa fra loro, e invece mi son dovuto ricredere.
Fra Audirvana che uso abitualmente e JRiver x Mac, di cui sto testando le varie release Alpha che si stanno susseguendo a frequenza settimanale, c'è un abisso in termini di impostazione sonora. La stessa differenza che c'è fra fonorivelatori diversi.

Nei lettori cd, come nei dac, la sezione d'uscita è importante quanto la sezione di conversione.
 
E le prestazioni della sezione di conversione sono sensibilissime a come è alimentata la sezione di conversione stessa in quanto ogni minimo rumore ed instabilità dell'alimentazione si traduce in distorsione. Non è raro, infatti, che ci siano convertitori con sezioni d'alimentazione estremamente complesse e caratterizzate da rumorosità bassissima. E' difficile che un dac con sezione d'alimentazione scarsa abbia prestazioni buone. Quello che non credevo è anche la sensibilità al jitter ed al rumore del clock interno.
Penso che all'inizio del digitale, la serenità portata dal fatto di aver superato alcune "debolezze" dell'analogico (soprattutto rumore e deperibilità) abbia fatto tralasciare alcuni aspetti che, in realtà, sono importanti.
Si sapeva, comunque, dell'elevata distorsione ai bassi livelli che si genera in fase di conversione e che diminuisce la risoluzione effettiva (effetto che, nell'analogico, è sostituito dal rumore di fondo e dai problemi di tracciabilità).
Tale effetto è stato minimizzato ricorrendo a convertitori tecnologicamente molto avanzati alimentati da sistemi stabili e silenziosi e "scanditi" da clock precisissimi. I risultati lasciano letteralmente basiti soprattutto con la liquida che subisce meno errori in fase di lettura.
Ciao, Enzo
 
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Enzo, sono d'accordo con te, anche se spesso le case ci speculano sul discorso alimentazione. Vedi certi dac il cui "superalimentatore", secondo loro necessario per spremere il massimo delle prestazioni, costa quanto, o più, del dac stesso.
Spesso un buon alimentatore stabilizzato semipro costa molto meno e garantisce prestazioni comunque superiori ai vari trasformatorini da rasoio elettrico.

Anche nelle meccaniche di lettura, pur non avendo stadi di conversione, le alimentazioni sono importanti.
Il mio "vecchio" Theta, che non ha dac interni, ha sei sezioni d'alimentazione separate con altrettanti trasformatori.
Il risultato si sente... :)
 
Nei miei quattro decenni di vitaccia ho avuto a che fare due volte con un giradischi: la prima volta risale a circa 30 anni fa quando utilizzavo il Penny per sentire le sigle dei cartoons, di Furia, ecc. La seconda volta risale a due giorni fa: in sostanza qualche tempo fa ho riesumato un vecchio Pioneer Plx-250 degli anni '80, mai utilizzato, cioè..........[CUT]
Ciao ,
Incuriosito da questo 3d,
mi è venuta la voglia di provare le differenze tra il vinile e i miei file contenuti nel COCKTAI AUDIO, complice il meteo e un pò di tempo disponibile.
Sono salito in mansarda, e ho rispolverato il piatto TECHNICS di 30 anni fa', mi sono portato dietro anche un paio di dischi di Vasco Rossi e Dire Straits.
Incredibile la manifattura di allora.......connesso alla 220 è partito senza indugio, nonostante fosse fermo da moltissimo tempo .
Ho preso come riferimento il vinile Brothers in Arms dei DIRE STRAITS .
Parto col primo brano :eek:
A parte gli inevitabili scricchiolii , il suono che esce è stupefacente .
Non credevo che avesse una tale naturalezza.
Lo confronto col corrispettivo brano ( file flac 96/24) che ho nel Hdd del COCTAIL AUDIO,
e, se togliamo la maggio pulizia di quest'ultimo,direi che il vinile suona sicuramente piu naturale,meno freddo.
Questo è quello che "colto "nel confronto diretto.
 
Il mio "vecchio" Theta, che non ha dac interni, ha sei sezioni d'alimentazione separate con altrettanti trasformatori.
Il risultato si sente...[CUT]
E' una meccanica seria! Lo credo che si sente... ;)
Riguardo le alimentazioni è vero: talvolta sono un po' troppo carucce.... Però mi alimenta anche l'UMT :cool: :sborone:.
Ciao, Enzo
 
Mi viene in mente un aspetto dell'analogico che, secondo me, non è da trascurare: ricordo quando mi regalarono il primo lettore CD. Confrontato con il suono dell'analogico la sensazione era che l'analogico avesse maggiore naturalezza sulla gamma media, minor controllo dei bassi ed alte frequenze meno presenti. Un suono decisamente più morbido ed attraente (rumorucci a parte).
L'equalizzatore RIAA incrementa di circa 20 db i 20 Hz, lascia passare così come sono i 1000 Hz e decrementa di 20 db i 20 kHz. L'orecchio ha la sua massima sensibilità proprio nella banda meno "alterata" dal filtro RIAA e, ciò, penso contribuisca a dare quella sensazione di naturalezza che dà l'analogico.
Il digitale, invece, lascia passare indiscriminatamente tutta la gamma e può infastidire l'orecchio se i masters non sono proprio eccelsi.
Ciao, Enzo
 
... L'equalizzatore RIAA incrementa di circa 20 db i 20 Hz, lascia passare così come sono i 1000 Hz e decrementa di 20 db i 20 kHz...[CUT]

Chi lavora in studio spesso pompa le bande estreme proprio perché li siamo meno sensibili.
Che poi se vi dicessi che uso un equalizzatore per rendere il suono più caldo mi critichereste per la mancanza di fedeltà, se lo fa il pre per ricostruire un suono pseudofedele da un vinile compresso e suona più caldo perché dovrei credere che è più fedele del CD che le basse frequenze le riproduce alla perfezione?
 
Che bello questa riscoperta del vinile -- proprio oggi al pranzo pasquale tra una portata e l'altra ho discusso con i cuginetti di mia moglie i quali profetizzavano un (triste-- questo lo dico io) futuro privo di vinile, CD e persino libri -- tutto da fruire per via elettronica - internet quant'altro via ipad, ipod e similia. Inizialmente ho fatto la figura del (solito) fossile dinosaurus tecnologicus del pleistocene poi dopo -- spero-- sono riuscito a farli ragionare dopo aver incassato complimenti tipo --- feticista -- vintage (!!?). Cosa non si fà per la ns passione.

Riprendo però lo spunto del forumer campa 2: i CD player e simili hanno in uscita un stadio di mini equalizzazione - amplificazione che lavora su tensioni e correnti piccolissime delicatissime sa trattare: se questo lavora male si va inevitabilmente a rovinare l'amplificazione successiva. Ecco perché sono nati (anche grazie alla Cina) lettori CD con le valvole o lettori /DAC con le sezione finale molto curata ed attenta al trattamento sonico del segnale. Se ciò non fosse successo a mio vedere il CD sarebbe veramente (quasi) sparito. Ma questo cocktail audio come suona?

Saluti
Jakob
 
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