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Risultati da 16 a 28 di 28
  1. #16
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    I parametri di qualsiasi cavo sono, fondamentalmente, quelli legati a R-L-C (Resistenza, Induttanza, Capacità), il tutto rapportato alle frequenze in gioco, nonchè alle lunghezze.

    Volendo ci sono anche molte altre cose, però in via teorica, pur se basate su fenomeni dimostrati scientificamente.

    Ad esempio il citatissimo "effetto pelle", che esiste ed è dimostrato, non ci piove, ma il punto è sempre uno: a queste frequenze.

    Se lo si calcola si va finire con cifre composte da diversi zeri prima delle cifre significative per cui, in pratica, inesistente.

    Idem per tanti altri tirati in ballo, anche già le stesse induttanza e/o capacità.

    Ciao
    Ultima modifica di Nordata; 11-04-2012 alle 11:16
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  2. #17
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    Jan 2008
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    Quello che mi ha sempre incuriosito però è perchè un cavo di sezione insufficiente "gracchia". In teoria una resistenza dovrebbe semplicemente attenuare il segnale, l'effetto invece è proprio quello di una certa distorsione nelle frequenze medio alte. Tu Nordata sai qualcosa a riguardo?
    DVD Pulizia Plasma e LCD Omogeneizzatore: Chicco Cuocipappa + Pappa Calda Paperotto - Scarpe: Geox - Lampadine: Osram - Dentifricio: Elmex

  3. #18
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    Oct 2006
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    1.512
    Beh azzardo un'osservazione...su spunto di nordata... se la resistenza non è più trascurabile, stai cambiando i parametri di un circuito RLC tra ampli e diffusori(c'è il crossover di mezzo). Forse la cosa impatta perché è come se variasse il comportamento dei crossover passivi. Magari non c'entra un tubo, ma se anche fosse giusto, non ho competenze per andare oltre però...

  4. #19
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    Jul 2005
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    525
    Interessante, se le variabili in gioco quando si parla di cavi sono R L C, quando vediamo i fili con particolari intrecci su cosa interveniamo ? Alcuni costruttori come MIT, Transparent, inframezzano delle scatolette, a cosa servirebbero ?
    Altri addirittura alimentano con delle batterie. Fumo ?
    Under your tongue, I'm like a tab....

  5. #20
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    41.397
    Gli intrecci dovrebbero intervenire su L e C poichè solitamente minimizzandone uno si aumenta l'altro.

    Ci sarebbe da dire che intrecciando i conduttori si allunga il percorso totale aumentando la resistenza complessiva.

    Ci sono tantissimi che si divertono a creare gli intrecci più strani, per lo più tutto su base empirica.

    Le scatolette, da prove fate, contengono delle reti di equalizzazione, in pratica colorano il suono, magari anche in modo piacevole, l'Hi-Fi sarebbe un'altra cosa, ma tant'è, se piace.....

    Sui cavi che alimentano il dielettrico non dico nulla, perchè privare qualcuno della gioia di possedere una di queste meraviglie della Fisica (ci sono anche gli smagnetizzatori per CD).

    in una trasmissione in cui si parlava di alcuni prodotti farmaceutici tipo quelli che fanno ricrescere i capelli uno degli intervenuti disse: "Sono prodotti che servono moltissimo al venditore e nulla all'acquirente".

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  6. #21
    Data registrazione
    Jul 2005
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    525
    Citazione Originariamente scritto da nordata Visualizza messaggio
    smagnetizzatori per CD
    Fantastico ! Mi piacerebbe prima vedere chi glieli magnetizza...
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  7. #22
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    Jul 2005
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    Riprendo la discussione per chiedere come come dovrebbe essere il voltaggio in uscita ed in ingresso nelle elettroniche. In altre parole basso in uscita dalla sorgente (quando ha il volume fisso), alto in ingresso nel pre ? Dal pre che varierà il voltaggio in base al volume ( giusto ?) all'ampli che dovrebbe avere un voltaggio in ingresso basso ?
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  8. #23
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    Feb 2004
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    Rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a....
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    41.397
    La domanda è posta in modo non corretto.

    Gli ingressi e le uscite delle apparecchiature elettroniche sono contraddistinti da alcuni parametri, indicati nei dati tecnici/manuali d'uso.

    Un ingresso è contraddistinto da una impedenza (espressa in Ohm o suoi multipli) e da una sensibilità (espressa solitamente in dB).

    Una uscita è contraddistinta pure lei dagli stessi parametri, molte volte viene indicato anche il livello di uscita (in Volt o sottomultipli).

    In Audio, salvo casi particolari, per quanto riguarda l'impedenza si segue la regola che quella di ingresso deve essere discretamente più alta di quella dell'uscita cui è collegato, soltamente da 10a 20 volte, non è critico.

    Per quanto riguarda le tensioni/sensibilità gli ingressi di linea di un pre sono calcolati per poter trattare segnali da poche decine di mV sino a qualche centinaio di mV l'elettronica è calcolata in modo da fornire in uscita una tensione che può arrivare anche a qualche Volt, il tutto regolabile con la manopola del livello.

    Gli ampli finali hanno una sensibilità un pochino inferiore a quella dei pre, diciamo nell'ordinde di qualche centinaio di mV (ma non è una regola).

    Solitamente il tutto fa sì che si riesca ad ottenere la massima potenza di uscita con qualsiasi tipo di segnale di linea posto all'ingresso della catena.

    Il più delle volte quando si lavora con segnali provenienti da sorgenti quali lettori CD/DVD/BD, mediaplayer, decoder e simili, il segnale in uscita è di livello tale che il pre praticamente lavora quasi a guadagno unitario, infatti si potrebbero collegare direttamente ad uno stadio finale se fossero dotati di un controllo di volume.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  9. #24
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    Citazione Originariamente scritto da nordata Visualizza messaggio
    Gli ampli finali hanno una sensibilità un pochino inferiore a quella dei pre, diciamo nell'ordinde di qualche centinaio di mV (ma non è una regola).
    Posta allora una sensibilità in uscita dal pre, variabile in base al controllo del volume, pur non essendo un elemento critico a questo punto, una diversa sensibilità in ingresso dell'ampli quale risultato da ? Maggiore il voltaggio, più alta la potenza finale erogata ? Migliore pilotabilità ? In linea teorica, a parità di tutti gli altri parametri, sarà da preferire l'ampli con più alta o bassa sensibilità ?
    Ho notato che anche in base al tipo di collegamento , bilanciato o sbilanciato, i parametri cambiano anche dimezzandosi ( so che la differenza in questi collegamenti si ripercuote maggiormente quando si devono risolvere problemi di interferenze ).
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  10. #25
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    Feb 2004
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    41.397
    I sembra che tu ti stai creando dei problemi che, in pratica, non esistono.

    La stragrande dei pre si accoppia benissimo con la stragrande maggioranza dei finali, i valori sono in genere abbastanza simili, la manopola del volume serve proprio a questo.

    Non esistono finali che hanno bisogno di 5 V per dare la potenza massima così come non esistono pre che forniscono in uscita una tensione massima solo di 1 V, inoltre anche il livello di uscita della sorgente influisce.

    I parametri in gioco sono tanti ma, ripeto, nella stragrande maggioranza dei casi rientrano nella normalità.

    Quanto ai collegamenti bilanciati il loro uso dovrebbe esere prinipalmente per i collegamenti molto lunghi con segnali di livello bassi in ambienti elettromagneticamente rumorosi, caso tipo: i microfoni in un concerto live, oppure dove si debbano evitare nel modo più assoluto i disturbi: studi di registrazione, studi radiotelevisivi.

    In un ambiente domestico non credo che ci siano proboemi iun questo senso, se si dispone di un apparecchio con uscite bilanciate e di un altro con ingressi bilanciati si può benissimo usare tale tipo di cavo, ma non è certo il livello la discriminante nella scelta, gli stessi apparecchi avranno anche i normali ingressi sbilanciati, che offriranno le stesse prestazioni in termini di livelli e potenze ottenibili.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  11. #26
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    Jul 2005
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    Più che problemi sono dubbi che vengono leggendo nelle discussioni chi, a questo punto per ignoranza, mette in guardia da quel componente o da quell'altro che creerebbe difficoltà nella catena audio per via delle proprie caratteristiche.
    In ultimo tra un pre linea ed un pre normale che differenza c'è ? Hai presente gli Audio Research ? Ci sono gli LS (line stages) e gli SP (stereo preamplifier), entrambi dotati di ingresso phono. È un discorso relativo al trattamento del segnale ?
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  12. #27
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    Citazione Originariamente scritto da aladar Visualizza messaggio
    pre linea ed un pre normale che differenza c'è ?
    Bisognerebbe chiederlo agli uffici di marketing che si inventano denominazioni varie.

    L'unica differenza che esiste in un amplficatore è tra stadi che lavorano sui segnali e quelli che lavorano poi in potenza per poter pilotare i diffusori.

    Questa seconda parte è quella che, se scorporata, diventa un "amplificatore finale" (o di potenza), tutto il resto che lo precede fa parte delgli "stadi preamplificazione", il cui unico scopo, a parte eventuali regolaznio e commutazioni, è semplicemente quello di adattare il livello che proviene dalla sorgente in modo da elevarlo, eventualmente, al livello sufficiente a pilotare gli stadi di potenza.

    In B.F, ci sono segnali microfonici, solitamente pochissimi mV o anche meno, segnali da testine fonografiche, anche qui solitamente pochi mV o ancor meno se sono testine a Bobina Mobile, che necessitano di una preamplificazione ancora più spinta; entrambe poi hanno anche bisogno di una correzione e riequalizzazione del segnale (deenfasi RIAA).

    Ci sono poi i segnali generati da tutte le altre apparecchiarure elettroncihe, quali decoder, sintonizzatori, PC, lettori, mediaplayer, che escono con livelli di diverse centinaia di mV od anche superiori al Volt.

    Tutti questi ultimi sono genericamente identificati come "segnali di linea".

    Se un pre viene chiamato "di linea" vuol semplicemmnet dire che non ha ingressi Phono o microfonici, i mixer degli studi hanno ingressi microfonci e di linea, molte volte quelli di linea sono gli stessi microfonici commutabili sulle due funzioni tramite un commutatore (e ingresso separato, ma non sempre).

    Lo scopo degli ingressi Phono è quello di portare i segnali bassissimi provenienti dalle testine a livello di linea oltre che applicare la deenfasi, stesso discorso per i pre microfonici: elevare i segnali a livelli utili al loro trattamento e trasporto senza particolari problemi (se il segnale è di livello elevato ci sono molto meno problemi di rumore ed interferenze).

    C'è sempre anche un adattamento di impedenza.

    Tutto qui, niente di misterioso o alchemico.

    Un "pre" può essere costituito anche solo da un paio di transistor, od anche da un doppio triodo ed infatti la parte di linea di un pre solitamente non è molto più complessa, lo scopo principale è separare le varie sezioni ed adattare le varie impedenza interne.

    Le cose si complicano un pochino se si introducono dei controlli di tono poichè è necessario inserire un ulteriore stadio di amplificazione per compensare la perdita introdotta da tale stadio.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  13. #28
    Data registrazione
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    Grazie 1.000 !
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