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Love, Death & Robots | volume 4 | la recensione
Love, Death & Robots | volume 4 | la recensione
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  1. #1
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    Letterbox meglio di anamorfico???


    Mi stanno giungendo voci più o meno incontrollate circa la possibilità di ottenere immagini più soddisfacenti con proiettori tritubo utilizzando immagini letterbox piuttosto che le tanto amate anamorfiche.
    Vorrei sapere su quale teoria si basa questa "voce di corridoio"

  2. #2
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    Stando la mia personale esperienza con Pioneer717 modificato con Cinematrix ed ECP4100 si ottengono immagini moooolto migliori in anamorfico a 3X (la conversione da anamorfico a letterbox sembra che la faccia bene, cioè senza introdurre artefatti, solo la Radeon).
    Con soluzioni basate su HTPC penso sia una questione di trovare la soluzione che porti alla maggior densità di linee senza che queste si sovrappongano.

  3. #3
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    Uso un HTPC collegato a un ECP 4101 e devo dire che, dopo innumerevoli settaggi, ora mi sono assestato su letterbox a 800x600 @ 75Hz
    Facendo fare lo schiacciamento al PJ , noto una certa pastosita' nell'immagine...
    ciao
    Marco (Sax)

  4. #4
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    84
    Secondo me questo e' legato al fatto che i crt
    non hanno una risoluzione nativa e che quindi
    non si puo' partire con un ragionamento preconfezionato
    del tipo: risoluzione uguale matrice di pixel.

    Questo significa che le voci possono essere vere
    come altrettanto non vere.

    Ogni crt ha la sua storia in funzione
    delle sua installazione o segnale sorgente.

    E non serve neanche procedere solo parlando
    di PAL, mezzo PAL o tre volte PAL!

    Per farti un esempio, con un Sim2 420 + HD145
    ho raggiunto la migliore immagine e riproduzione
    a 920x500p@60Hz che non ha alcun fondamento teorico per il PAL
    se non quello di vedersi meglio all'atto pratico.


    ... in sostanza, bisogna provarle tutte!



    Ciao,

    linomatz

  5. #5
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    Dico la mia personalissima opinione.

    Mi trovo abbastanza d'accordo col discorso di Michele...

    Partiamo dal presupposto che sia necessario raggiungere la migliore qualità d'immagine, come compromesso tra artefatti (provenienti dalla sola sorgente, possibilmente) e dettaglio/definizione d'immagine del display (da non dimenticare soprattutto il LIVELLO DEL NERO NEL MICROCONTRASTO e/o l'impastamento dei colori...).

    Per i display digitali (a lampada, LCD e DLP, per ora) la "testa al toro" è già tagliata. Volendo evitare a tutti i costi ulteriori riprocessamenti dell'immagine per mezzo dello scaler interno, occorre riferirsi semplicemente alla risoluzione stessa (forzandola perfettamente identica) a quella della matrice interna LCD o DLP. questo lo si fa generalmente in modo molto comodo con l'HTPC.

    Per i tritubo il discorso è diverso. La possibilità di poter intervenire liberamente sulla risoluzione utilizzata ci avvantaggia notevolmente in questo senso, soprattutto in termini di qualità d'immagine complessiva.

    Assodato questo, il primo punto da sviscerare è quello riguardante l'opportunità di ottenere il massimo dettaglio dell'immagine, e mantenere il miglior livello di microcontrasto, "in primis" rispetto al nero, sullo schermo.

    A mio avviso, con un tritubo NON bisogna raggiungere il punto in cui sia impossibile distinguere le linee di scansione a distanza ravvicinata. Nella mia opinione, preferisco SEMPRE raggiungere il giusto compromesso che mi permetta di distinguere tali linee ad una distanza media di circa un metro, magari un metro e mezzo, per uno schermo di due metri di base.

    Ovvio che durante la "seduta di visione" queste linee non saranno visibili... normalmente ci si pone ad una distanza media di almeno 3-3-1/2 metri, per uno schermo di un paio di metri di base, comunque, generalizzando il discorso, direi che occorre sempre mantenere certe proporzioni tra distanza di visione, dimensione schermo (quindi "dimensione apparente dell'immagine") e distanza di "calibrazione della risoluzione" (quella cui mi riferivo precedentemente).

    Comunque, assodato questo, la logica ci suggerisce che non è possibile adottare la stessa risoluzione per il 4/3 e il 16/9, ad esempio.

    Normalmente, utilizzando un tritubo per la visione dei normali film a casa (non per fare test e prove!), si creano perlomeno un paio
    di geometrie. Una nativa in 4/3 e una generale per l'anamorfico.

    Essendo quest'ultimo indipendente dalla risoluzione ma "giocato" tutto sui tempi di ritardo ciclici del segnale (la geometria di destinazione è "unica" per tutti gli anamorfici, i vari rapporti d'aspetto tra loro, visto che i formati anamorfici sono pressocchè infiniti, sono ottimizzati poi per mezzo di differenti ritardi su asse verticale e orizzontale) è abbastanza facile ottenere una geometria apposita.

    Normalmente occorre solo adottare un pattern apposito (anamorfico) e poi "restringere" (== comprimere) la dimensione verticale mantenendo inalterata quella orizzontale (poi occorre giustamente rieffettuare totalmente la convergenza).

    Se si parte da una unica risoluzione per il 4/3, che permetta il giusto compromesso tra risoluzione e livello del nero nei dettagli, cosa accade se poi si "restringe" verticalmente l'immagine?

    CHE SI PERDE DETTAGLIO E SI "INNALZA" IL LIVELLO DEL NERO NEL MICROCONTRASTO!

    Così non va, a mio parere. Preferisco non rinunciare mai a questo!

    Allora sarà magari opportuno riferirsi a DUE DIVERSE RISOLUZIONI PER IL 4/3 E GLI ANAMORFICI (sempre ammettendo di non accettare l'impastamento dei colori dell'immagine e mantenendo inalterati risoluzione e livelli del nero).

    (attenzione! se ammettiamo questo siamo già arrivati alla conclusione che l'anamorfico, in termini di "compressione fisica verticale dell'immagine per mezzo della geometria del tritubo NON SIA OPPORTUNA ).

    Magari, effettuando due semplici calcoli si otterranno due risoluzioni "ottimali" (però per quanto possibile identiche, in termini di geometria per il tritubo, e quindi coincidenti).

    A questo punto cosa abbiamo fatto?

    il "letterbox" sulla dimensione verticale.

    vero?

    Vero.

    perchè?

    Perchè, se la sorgente è a una determinata risoluzione (ammettiamo il fatidico 720x576i dei DVD PAL, anche se la compressione è dinamica) occorre de-interlacciarla e/o scalarla, per ottenere il contenuto richiesto dalle dimensioni del display (senza linee di scansione visibili alla distanza di proiezione).

    Ammettiamo che in 4/3 scegliamo la triplicazione (1080x864, in PAL per i DVD). In realtà (a parte l'ottimizzazione del semplice processo di de-interlacciamento), occorrerà inserire una linea del tutto "interpolata" elettronicamente ogni due OTTENUTE DAL DE-INTERLACCIATORE.

    Questo numero "ottimale" (multiplo esatto della risoluzione teorica in origine, e quindi compatibile con la frequenza di campionamento iniziale del segnale pari al doppio della frequenza massima di banda - essendo DIGITALE il sistema origine - seguendo il teorema di Nyquist, per evitare la creazione di "ALIAS") permette un numero molto contenuto di artefatti digitali.

    Ovvio a questo punto, che se voglio far rimanere IMMUTATA la risoluzione reale del proiettore (in termini fisici), tra 4/3 e anamorfico DOVRO' PER FORZA DI COSE ABBANDONARE QUESTA RISOLUZIONE "OTTIMALE" e produrre una nuova risoluzione, che sia magari simile come risoluzione, sulla superficie del CRT, al 4/3! (in proporzione)

    A questo punto, poniamo di aver raggiunto la conclusione che il 4/3 lo visualizziamo in triplicazione, e scegliamo per l'anamorfico un 1080x600 (attenzione! solo un semplicistico esempio!!!!!!)

    cosa cambia rispetto al "letterbox digitale"?

    Qual'è l'informazione da passare allo scaler? che deve generare 600 linee per quadro. Questo lo posso fare in TRE modi, ad esempio, con un HTPC (per gli scaler esterni il discorso è pressocchè identico):

    adottare uno scaler software che mi permetta di cambiare dinamicamente la risoluzione;

    adottare uno scaler software che non lo permetta (io ad esempio preferisco l'ATI Player, alias ELSA Cinemaster della Ravisent Tech.) e rieffettuando il cambiuo risoluzione ogni volta che devo passare da 4/3 ad anamorfico e viceversa;

    "settare" mantieni proporzioni sul software, tarato alla perfezione con il proiettore in 4/3, magari in 1080x864, vale a dire settare "LETTERBOX".

    Lo scaler non dovrà fare un lavoro molto diverso tra i tre casi!!!!!!!!

    Lui prende la risoluzione che tu hai scelto ...e ci lavora sopra. Che glielo dica tu, settando dall'esterno 1080x600, che tu "dica" (al WINDVD, ad esempio) di utilizzare il 1080x600 in anamorfico, o che lui ricavi l'anamorfico dal 1080x864 in modo da lasciare "linee nere" sopra e sotto... (quando setti il "mantieni proporzioni") lavorerà sempre alla stessa risoluzione!

    magari non proprio identica. Per il fatto che nel "letterbox" gli infiniti formati anamorfici richiedono altrettante "lievemente differenti" rizoluzioni... d'altronde, se la risoluzione E' FISSA PER TUTTI GLI ANAMORFICI... cosa farà lo scaler? sempre lo stesso mestiere...

    A questo punto cosa rimane? rimane che di fatto tu hai scelto di mantenere la stessa risoluzione "FISICA" per il proiettore (o meglio, hai scelto di mantenere ad esempio la dimensione fisica delle linee sulla sua superficie ad esempio di 0,2 mm... a prescindere dal formato!)... e quindi di mantenere una sola geometria sul proiettore, sia per l'anamorfico che per il 4/3!

    In sintesi.. io preferisco ottenere un'immagine definita, dettagliata, con elevatissimi livelli di microcontrasto per quanto possibile, magari a lievissimo (attenzione!... lieviossimo) discapito di artefatti digitali.

    Ma solo perchè utilizzo uno scaler d'eccezione, L'ATI Radeon!!!!

    Spero di aver reso comprensibile il mio punto di vista.


    ciao
    Romano
    Ultima modifica di Romano Consul; 15-01-2002 alle 13:47

  6. #6
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    Romano, proprio te aspettavo!!

    Premetto che in questo momento non ho il tempo per leggere con la dovuta attenzione il tuo tecnicissimo post (mi riservo di farlo con più calma), la mia perplessità nasce dal fatto che ormai abbiamo imparato che il formato anamorfico per sua stessa natura fornisce un'immagine col 33% di linee di definizione in più rispetto al letterbox (Frattaroli docet).
    Quindi ragionando sul segnale in ingresso al proiettore non rieco a comprendere come potrebbe fornire risultati migliori un'immagine di partenza meno dettagliata.
    Per fare in modo di avere comunque le linee di scansione ben delineate sullo schermo, non sarebbe molto meglio abbassare la res. sulla sk video ma mantenere sempre l'anamorfico?

  7. #7
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    Originariamente inviato da Marco (sax)
    Uso un HTPC collegato a un ECP 4101 e devo dire che, dopo innumerevoli settaggi, ora mi sono assestato su letterbox a 800x600 @ 75Hz
    Facendo fare lo schiacciamento al PJ , noto una certa pastosita' nell'immagine...

    ...sarà che siamo praticamente "fratelli" di vpr, ma anch'io col mio ECP preferisco il letterbox, anche se a 1152x864@50Hz. L'anamorfico mi impasta in maniera artificiosa i colori, che diventano a mio gusto troppo pastoni e meno realistici.
    E poi ha ragione Romano, si perde in dettaglio.

    Ciao
    peter

  8. #8
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    Originariamente inviato da Peter



    ...sarà che siamo praticamente "fratelli" di vpr, ma anch'io col mio ECP preferisco il letterbox, anche se a 1152x864@50Hz. L'anamorfico mi impasta in maniera artificiosa i colori, che diventano a mio gusto troppo pastoni e meno realistici.
    E poi ha ragione Romano, si perde in dettaglio.

    Ciao
    peter
    Visto che l'anamorfico altro non fa che costringerti a diminuire la distanza fra le linee di scansione comprimendo l'immagine (cosa che evidentemente non gradisci, ma non è "colpa" dell'anamorfico, ma della compressione che devi attuare sul vpr), non credi che sarebbe meglio (per ripristinare maggior distanza fra dette righe) settare una res. 1024*768 (faccio un esempio) mantenendo l'anamorfico piuttosto che fornire in ingresso al vpr un'immagine letterbox meno definita per natura?
    E' questo che voglio capire.
    Come è possibile ottenere un risultato migliore partendo da un'immagine meno definita, visto anche che le preziose righe di definizione dello standard PAL già ci vanno strette?

  9. #9
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    Veramente sono in disaccordo sulla premessa fondamentale:

    “Se si parte da una unica risoluzione per il 4/3, che permetta il giusto compromesso tra risoluzione e livello del nero nei dettagli, cosa accade se poi si "restringe" verticalmente l'immagine?

    CHE SI PERDE DETTAGLIO E SI "INNALZA" IL LIVELLO DEL NERO NEL MICROCONTRASTO!”

    Scusa, Romano, ma chi l’ha detto questo? La premessa che il 4:3 sia il formato, ed il solo, e solo quello, che permetta il giusto compromesso…ecc., da dove viene fuori? Per me il discorso è completamente a rovescio: io il pj lo taro in anamorfico, scelgo la giusta risoluzione, e poi il 4:3 mi viene di conseguenza.

    Tra l’altro, non sono neanche d’accordo qui:

    “A mio avviso, con un tritubo NON bisogna raggiungere il punto in cui sia impossibile distinguere le linee di scansione a distanza ravvicinata. Nella mia opinione, preferisco SEMPRE raggiungere il giusto compromesso che mi permetta di distinguere tali linee ad una distanza media di circa un metro, magari un metro e mezzo, per uno schermo di due metri di base.”

    Al corso ISF mi hanno insegnato ad avvicinarmi a 50 cm. dallo schermo e vedere se ci sono righe che si sovrappongono o meno: perché? Per il semplice fatto che il nostro cervello interpola delle microinformazioni, che appaiono anche se non le vediamo nitidamente. Ossia a distanza più ampia.
    Personalmente ritengo che le linee si debbano esattamente sovrapporre, non più, non meno, dai citati 50 cm. dallo schermo.
    Poi, come sono convinto che sia, ognuno si sceglie la risoluzione che gli piace di più, con il suo cervello ed i suoi occhi. Quando ho visto il Cine 7 tarato in 4:3 in un negozio romano ho pensato fosse rotto…

    E poi, diciamo un’altra cosa: preferisco di gran lunga tirare fuori l’immagine così com’è dal DVD, senza darla in pasto ad un circuito di pre-elaborazione che vale 500 lire (oopsss…., 25 centesimi di Euro), sia che sia su uno scaler che su una Radeon, e lasciare fare al sistema opto-elettronico di un proiettore, che mi dà sicuramente maggiore affidabilità e garanzie.

    Lo stesso discorso l’ho verificato una montagna di volte anche con il DLP: non c’è partita sulle scalettature di Double jeopardy: lettore in wide o come si chiama e proiettore in anamorfico.

    Ed il 4:3? E chissenefrega… Per vedere le partite di calcio? La Roma viene bene anche all’interno di un 4:3 fatto dal QuadScan; Eyes wide shut? Posso anche non avere il massimo… I film che vedo sono in anamorfico, e mi dispiace per Titanic o Armageddon: peggio per loro…

    Ovviamente, questa è solo un’opinione: ognuno deve essere non libero, ma obbligato a trovare la SUA soluzione, con la propria testa!

    Ciao,
    Andrea

  10. #10
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    Viga,

    sapevo che aspettavi me...
    col 33% di linee di definizione in più rispetto al letterbox (Frattaroli docet).

    in realtà le linee di risoluzione sono *esattamente* le stesse (a meno che tu non vari la risoluzione, cambiando da 4/3 a anamorfico!)

    Diciamo che se "schiacci" il formato sul VPR (per mezzo dell'alterazione della geometria, riducendo la dimensione verticale) ottieni nient'altro che un AUMENTO DELLA RISOLUZIONE PER UNITA' DI SUPERFICIE, RELATIVAMENTE ALLA SUPERFICIE DEL FOSFORO E QUELLA DELLO SCHERMO....

    Ciò che dico io, è che se il CRT è in grado di rendere accettabile quella risoluzione, ben venga, altrimenti... ,eglio diminuirla (ATTENZIONE! ANCORA, PARLO DI RISOLUZIONE FISICA PER UNITA' DI SUPERFICIE, NON DI RISOLUZIONE "ELETTRICA" IN INPUT.. QUELLA RIMANE DEL TUTTO, COMPLETAMENTE, SEMPRE INVARIATA).

    Quindi ragionando sul segnale in ingresso al proiettore non rieco a comprendere come potrebbe fornire risultati migliori un'immagine di partenza meno dettagliata.

    se non leggi il mio post, ovviamente non otterrai MAI la MIA risposta!!! l'ho spiegato per filo e per segno! dall'inizio alla fine!

    Per fare in modo di avere comunque le linee di scansione ben delineate sullo schermo, non sarebbe molto meglio abbassare la res. sulla sk video ma mantenere sempre l'anamorfico?

    è uno dei punti principali da me affrontati sul post!!!!!!
    seguendo quello che ho scritto (e del quale sono convinto), abbassare la risoluzione equivale PEDISSEQUAMENTE ad inscrivere l'anamorfico in letterbox nel 4/3, perlomeno con un HTPC (ricorda! io mi riferisco alla mia personale configurazione di riferimento! HTPC con ATI Radeon)

    Comunque: se parti da una certa risoluzione in 4/3 e poi la riduci per l'anamorfico per poi rischiacciare la geometria del proiettore e ritrovare la stessa risoluzione FISICA di prima (sulla superficie del tubo e sullo schermo), cosa hai ottenuto?!?!?

    Visto che l'anamorfico altro non fa che costringerti a diminuire la distanza fra le linee di scansione comprimendo l'immagine (cosa che evidentemente non gradisci, ma non è "colpa" dell'anamorfico, ma della compressione che devi attuare sul vpr), non credi che sarebbe meglio (per ripristinare maggior distanza fra dette righe) settare una res. 1024*768 (faccio un esempio) mantenendo l'anamorfico piuttosto che fornire in ingresso al vpr un'immagine letterbox meno definita per natura?
    E' questo che voglio capire.


    Ed è proprio questo un bell'errore! in realtà, l'anamorfico tornava utile molto di più PRIMA (tempo fa, quando gli scaler erano un... problema sotto tutti i punti di vista, e un dischetto DVD in bassa risoluzione, interlacciato, una volta "schiacciato" artificialmente con l'anamorfico sul proiettore raggiungeva una risoluzione più accettabile, con le interlinee meno visibili!)

    RIPETO: se "letterboxi" una risoluzione con un processo video, ottieni quanto segue:

    1. aggiungi FRONT e BACK Porch all'immagine, sui tre canali colore. Questo viene effettuato per mezzo di informazioni nulle (parole di 3 byte corrispondenti a pixel colore, del formato non compresso, poste a NULL e quindi non processate, ma inviate direttamente al convertitore D/A della scheda, il quale le TRASFORMA sostanzialmente in segnale nullo == tempo di attesa pari al singolo pixel, sulla banda da trattare, ad esempio, per una risoluzione nativa di 1152x864@50Hz. da noi settata sull'HTPC, il porch sarà pari approssimativamente a 0.02 microsecondi sugli assi orizzontali e complessivamente 23 microsecondi per la linea completa del porch sull'asse verticale;

    2. invii solo il "contenuto" di immagine da trattare al processo di DE-INTERLACCIAMENTO e successivo SCALING. Questo vuol dire che se "letterboxi" una risoluzione nativa in 4/3, magari ciò che ottieni è quello di inviare un contenuto informativo da trattarsi pari ad esempio a 1024x768 al processo di scaling!!! (attenzione... è solo un sempio, ma calza alla perfezione!)
    CIO' VUOL DIRE CHE STAI COSTRINGENDO LO SCALER A LAVORARE SULL'IMMAGINE ESATTAMENTE COME SE AVESSI SETTATO 1024X768 NATIVO SULL'HTPC, lo lasci in 4/3 e poi lo "SCHIACCI" con la GEOMETRIA!!!!

    STESSI ARTEFATTI, STESSO PROCESSO, STESSO RIZULTATO, STESSA COSA!!!

    Ne convieni?

    mantenendo l'anamorfico piuttosto che fornire in ingresso al vpr un'immagine letterbox meno definita per natura?

    attenzione! questo è purtroppo errato. La risoluzione, in termini di pixel inviati al proiettore E' ESATTAMENTE, MATEMATICAMENTE IDENTICA, TOTALMENTE INVARIANTE... ciò che varia è SOLO la risoluzione sulla superficie del CRT ed in definitiva sullo schermo! se il CRT è in grado di sostenerlo, con un accettabile TRASFERIMENTO DI MOSULAZIONE OK, ALTRIMENTI... magari preferisci ottenere come risultato un'immagine più "impastata"... però questa è una tua libera scelta! io personalmente ODIO l'impastamento, e la bassa resa come qualità d'immagine, ma c'è anche chi preferisce l'immagine bella sfuocata e con notevole perdita di definizione!

    Come è possibile ottenere un risultato migliore partendo da un'immagine meno definita, visto anche che le preziose righe di definizione dello standard PAL già ci vanno strette?

    Appunto!!!!! converrai con me, che "schiacciando" l'immagine sulla superficie del CRT, otterrai IN OGNI CASO una perdita di trasferimento di modulazione!... o se preferisci... un abbassamento del limite di accettabilità della qualità d'immagine!



    Comunque... prova!


    ciao
    Romano

    ps.(... ma chi ha mai detto che la risoluzione con l'anamorfico varia rispetto al 4/3 ?!?!?... mi sa che c'è stato un GROSSO Misunderstanding!)

  11. #11
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    Andrea,

    [B]Veramente sono in disaccordo sulla premessa fondamentale:

    “Se si parte da una unica risoluzione per il 4/3, che permetta il giusto compromesso tra risoluzione e livello del nero nei dettagli, cosa accade se poi si "restringe" verticalmente l'immagine?

    CHE SI PERDE DETTAGLIO E SI "INNALZA" IL LIVELLO DEL NERO NEL MICROCONTRASTO!”

    ok, sei in disaccordo... ma il motivo?

    Scusa, Romano, ma chi l’ha detto questo?

    la mia personale esperienza. Quella di cui più mi fido in assoluto(comunque l'ho anche condivisa con innumerevoli persone in tutto il mondo).

    Oltre che le più elementari leggi della fisica ottica!

    La premessa che il 4:3 sia il formato, ed il solo, e solo quello, che permetta il giusto compromesso…ecc., da dove viene fuori?

    E' un tesi che ho portato avanti io, come avrai ben visto dal mio messaggio. E l'ho anche circostanziata adeguatamente. (L'hai letto?)

    Per me il discorso è completamente a rovescio: io il pj lo taro in anamorfico, scelgo la giusta risoluzione, e poi il 4:3 mi viene di conseguenza.

    Ok! buon per te. Io ODIO le immagini non perfettamente definite. E devo dire che i risultati che ho raggiunto a casa mia, anche col tuo proiettore, sono del tutto soprendenti.
    Comunque, anche leggendo quest'ultima frase che tu hai scritto... hai ribaltato il processo, e potrei essere perfettamente d'accordo con te... ma anche così puoi raggiungere ESATTAMENTE lo stesso risultato che teorizzo io.

    Al corso ISF mi hanno insegnato ad avvicinarmi a 50 cm. dallo schermo e vedere se ci sono righe che si sovrappongono o meno: perché? Per il semplice fatto che il nostro cervello interpola delle microinformazioni, che appaiono anche se non le vediamo nitidamente. Ossia a distanza più ampia.
    Personalmente ritengo che le linee si debbano esattamente sovrapporre, non più, non meno, dai citati 50 cm. dallo schermo.


    ok, se per te è corretto questo... va bene per te! per me è INSUFFICIENTE. Comunque lascerei perdere il cervello e le microinformazioni. Alla distanza di visione effettiva a casa mia, preferisco SEMPRE raggiungere comunque la situazione in cui le linee non si distinguono più. Il discorso del cervello è quindi fuori discussione. Il fatto che si distinguano a una certa distanza (per me è oltre un metro) mi assicura sul fatto che la perdita di definizione che "sto subendo" è accettabile (a mio gusto personale).

    E poi, diciamo un’altra cosa: preferisco di gran lunga tirare fuori l’immagine così com’è dal DVD, senza darla in pasto ad un circuito di pre-elaborazione che vale 500 lire (oopsss…., 25 centesimi di Euro), sia che sia su uno scaler che su una Radeon, e lasciare fare al sistema opto-elettronico di un proiettore, che mi dà sicuramente maggiore affidabilità e garanzie.

    ....sic! nemmeno tu hai letto il mio post!!!!

    ( ma che hai scritto? sbaglio o hai scritto che preferisci guardare l'immagine in interlacciato? )

    ciao
    Romano

  12. #12
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    Sui DVD Disney ad un tratto è palese - ad esempio - il restringimento verticale dell'immagine.
    Non so se avete notato, quando ad esempio in Toy Story 2 date il via al film da menù, per una frazione di secondo vedete l'immagine del castello su fondo blu stretchata verso l'alto e immediatamente tiportata al corretto aspect ratio.
    mi chiedevo se questa è un'operazione che fa il player (mantieni proporzioni?) oppure puù essere un discorso di gestione dei sincronismi da parte del proiettore.
    Chi mi illumina? in questo campo sono molto poco ferrato.....
    La stessa cosa la noto ad esempio su XMen, il menù durante l'animazione iniziale è allunbgato verso l'alto, per poi ritornare alle corrette proporzioni quando si ferma e compaiono i 4 rombi di selezione.

    Ciao
    Peter

  13. #13
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    La premessa che il 4:3 sia il formato, ed il solo, e solo quello, che permetta il giusto compromesso…ecc., da dove viene fuori?

    E' un tesi che ho portato avanti io, come avrai ben visto dal mio messaggio. E l'ho anche circostanziata adeguatamente. (L'hai letto?)



    scusa, Andrea, ho riletto alcune volte questa frase che tu hai scritto... in realtà ti ho risposto in maniera sbagliata!

    NON HO MAI DETTO CHE IL 4/3 SIA L'UNICO FORMATO VALIDO ECC, ECC, ECC...

    Il mio messaggio iniziale contiene informazioni totalmente diverse.



    ciao
    Romano

  14. #14
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    Peter,

    credo che sia colpa dei DVD... (in realtà forse è proprio il contenuto di questo, ad avere questo genere di alterazione, visibilissima e ben evidente, su X-Men!)
    Però non ne sono affatto sicuro... il discorso è che compare praticamente solo con alcuni film, e solo con quelli!

    ciao
    Romano

  15. #15
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    6.153

    “è uno dei punti principali da me affrontati sul post!!!!!!
    seguendo quello che ho scritto (e del quale sono convinto), abbassare la risoluzione equivale PEDISSEQUAMENTE ad inscrivere l'anamorfico in letterbox nel 4/3, perlomeno con un HTPC (ricorda! io mi riferisco alla mia personale configurazione di riferimento! HTPC con ATI Radeon)

    Comunque: se parti da una certa risoluzione in 4/3 e poi la riduci per l'anamorfico per poi rischiacciare la geometria del proiettore e ritrovare la stessa risoluzione FISICA di prima (sulla superficie del tubo e sullo schermo), cosa hai ottenuto?!?!?”

    per me il centro del discorso sta proprio qui, e i casi sono 2:

    1) come, giustamente, dice Romano se ho un HTPC con la Radeon che mi riporta in 4/3 un film originariamente in anamorfico, non me ne frega niente della disputa anamorifico/letterbox, mi interessa solo della densità di linee per unità di lunghezza che ottengo sul raster.

    2) nel mio caso, invece, con la cinematrix, impostando il lettore in letterbox ottengo una grasso generazione di artefatti, preferisco quindi sfruttare la compressione analogica del proiettore, diminuendo la risoluzione di uscita della Cinematrix.

    “STESSI ARTEFATTI, STESSO PROCESSO, STESSO RIZULTATO, STESSA COSA!!! ”

    Questo sempre nel caso 1)

    Ad ogni modo, qualcuno mi corregga se sbaglio, l’immagine presente sul raster deve avere sempre la stessa dimensione verticale, sia che il segnale in ingresso sia anamorfico (e quindi compresso verticalmente in analogico dal PJ) che se è Letterbox (e quindi niente compressione del PJ) visto che poi le dimensioni sullo schermo dell’immagine devono sempre essere le stesse.
    Quindi si ritorna ai punti 1) e 2) sopra di cui parlavamo io e Romano (lui “un po’” più tecnicamente).

    In definitiva penso che tutto il succo del discorso sia che non c’è una regola generale, ma dipende sia dalla sorgente che dal proprio gusto (immagine ultra definita con linee ancora visibili, o immagine ultra compatta con linee sempre invisibili).


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