IMAX e risoluzione: tutta la verità!

Emidio Frattaroli 29 Agosto 2023 Cinema, Movie e Serie TV

Una guida che dovrebbe far vergognare chi ha sempre detto che la pellicola 'IMAX' 70mm sia indiscutibilmente il miglior formato cinematografico in circolazione, che abbia una risoluzione orizzontale di 18K, oltre a colori, sfumature, luminosità e dinamica inarrivabili dal miglior digitale...

 

Introduzione


Uno dei rari fotogrammi con rapporto d'aspetto di 1,5:1
di Oppenheimer; fonte: The Prague Reporter

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Ad ogni uscita di un film importante, prodotto con negativi a 65mm come l'eccellente Oppenheimer, si riaccende sempre più viva la diatriba tra analogico e digitale e si verifica un piccolo miracolo: uno stuolo senza fine di cialtroni si desta dal letargo con esperti che si cimentano in dissertazioni tecniche sulla presunta superiorità assoluta - da ogni punto di vista - della pellicola 70mm proiettata nelle sale IMAX.


Un paio di infografiche IMAX prodotte da @antovolk
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Sono ormai alcuni anni che girano infografiche in cui viene indicato che la pellicola IMAX 70mm proiettata nelle 30 sale IMAX che sono sul pianeta Terra, ha una risoluzione orizzontale di 18K, ergo una risoluzione verticale di 12K, quindi una risoluzione complessiva dell'intero fotogramma con rapporto d'aspetto di 1,43:1 di quasi 226 megapixel. Al confronto, le migliori proiezioni digitali a risoluzione 4K possono contare solo su 8,6 megapixel (DCI FLAT 3998 x 2160). In altre parole, secondo troppe persone ormai, IMAX 70mm batte il digitale 4K ben 26 volte a 1. VENTISEI A UNO!


Le informazioni tecniche che erano presenti sul sito imax.com
hanno lasciato spazio a slogan e semplificazioni estreme

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Forse non è neanche più colpa del marketing di IMAX; sulle pagine del sito ufficiale imax.com non c'è praticamente più nulla. D'altra parte le infografiche vengono rilanciate da anni 'urbi et orbi' da tutte le testate, siti e influencer del globo terracqueo, con loghi IMAX quindi - forse - con la loro benedizione. A questo indirizzo invece la pellicola IMAX viene accreditata di una risoluzione orizzontale di 12K. Ebbene, sono tutte fesserie. Tutte quante!


Sul sito ufficiale oppenheimer.com l'IMAX 15/70 vale 10 volte il 35mm
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C'è poi qualche informazione tecnica sul sito ufficiale dell'ultimo film di Nolan in cui c'è scritto che l'IMAX 15/70 ha "10 volte la risoluzione di una proiezione standard". La "proiezione standard" potrebbe essere il 35mm e in effetti, considerando la superficie netta dell'area impressionabile dei negativi pari a 464 mmq, considerando lo svantaggio del 35mm della lente anamorfica, il vantaggio dell'IMAX 15/70 della stabilità di quadro e arrotondando il tutto, è possibile che il positivo 15/70 abbia 10 volte la risoluzione del 35mm. E comunque da 26 volte si scende a 10 e per fortuna lo sanno ormai anche le capre che il digitale 2K è superiore al 35mm. Per la proprietà transitiva quindi, la pellicola IMAX sarebbe 10 volte un digitale 2K. Qui iniziamo ad avvicinarci alla realtà dei fatti ma siamo ancora lontani.


Nel 2014, sul sito IMAX si leggeva che i bastoncelli erano responsabili
della visione periferica e migliori dei coni per la sensibilità al movimento! 

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Mi sono impegnato più volte negli anni nello 'sverniciare' alcune delle informazioni tenniche più mirabolanti da parte del marketing IMAX; davvero memorabile quella sulla visione scotopica nel 2014, poi cancellata, che vedete qui in alto. Per la cronaca, i bastoncelli funzionano quando c'è poca luce, consentono una visione a bassissima risoluzione e hanno una latenza elevatissima, al contrario dei coni. Per quanto riguarda la risoluzione 18K, sembra che tutto sia partito da un piccolo peccato originale: qualcuno ha messo in giro la favola che il positivo Super35 (il 35mm) ha una risoluzione orizzontale di 6K. E visto che il positivo IMAX è largo quasi tre volte un 35mm... 


Comparativa dei principali rapporti d'aspetto,
dall'IMAX 70mm al DCI, passando per il 16:9 e IMAX digital

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Non paghi di questa fesseria del 18K, lo stuolo di cui sopra certifica in ogni momento l'assoluta superiorità della pellicola IMAX anche per il contrasto, i colori e la luminosità. Ebbene, per evitare che la mia testa esploda come nel test Trinity, ho preferito dissipare l'energia negativa, accumulata in queste lunghe settimane estive scrivendo un articolo tecnico, per ricordare a voi lettori come stanno le cose da un punto di vista scientifico e inattaccabile, con la speranza che il vostro passaparola raggiunga buona parte di quei cialtroni che fanno disinformazione, anche dall'altra parte dell'oceano.

SOMMARIO

 

Il negativo: 70mm 5 perf vs 70mm 15 perf


I tre principali negativi cinematografici: 16mm, 35mm e 70mm.
Fonte: kodak.com

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Si legge in giro che Oppenheimer sia stato girato con due diverse pellicole: quella tradizionale da 70mm e 5 perforazioni e quella IMAX da 70mm e 15 perforazioni. Questa è una doppia bufalanon esiste un negativo IMAX! Il negativo è di un solo formato ed è largo 65 mm, non 70mm. Questo negativo, prodotto da Kodak, può essere usato in cineprese differenti ma è sempre lo stesso e identico supporto impressionabile.


Una cinepresa IMAX; fonte: wikipedia
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I negativi utilizzati per produrre Oppenheimer hanno una larghezza di 65 millimetri mentre i positivi che vengono proiettati nelle sale hanno una larghezza di 70 millimetri. Oppenheimer è stato prodotto con negativi Kodak da 65mm di quattro tipi, usati a loro volta in due tipi di cineprese: quelle in cui il negativo scorre in verticale con 5 perforazioni ogni fotogramma e quelle IMAX a scorrimento orizzontale a 15 perforazioni per ogni fotogramma. Nelle cineprese IMAX, il fotogramma ha una larghezza di 15 perforazioni e ha una superficie che vale 3 volte quella del negativo tradizionale, con altezza di 5 perforazioni. 


Il negativo 65mm nelle due declinazioni
a 5 e 15 perf. Fonte avmagazine

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I quattro negativi Kodak hanno ovviamente vari tipi di sensibilità ma sono identici per composizione quindi la risoluzione effettiva è solo funzione delle dimensioni dell'area impressionabile. Per essere ancora più chiari, non ci sono differenze su colori, sfumature o rapporto di contrasto tra un 16mm, il Super 35 (alias 35mm), il 65mm 5 perf e il 65mm 15 perf. Nello schema più in alto potete osservare una comparativa sull'area che viene impressionata dalle due diverse cineprese sullo stesso identico negativo 65mm, quella IMAX con 15 perforazioni ogni fotogramma e quella tradizionale a 5 perforazioni ogni fotogramma. Cambia ovviamente il rapporto d'aspetto, pari a 1,43:1 quando si usano le camere IMAX e 2,20:1 con quelle tradizionali. Con le camere IMAX il negativo dura un terzo del tempo.


La struttura a strati del negativo a colori cinematografico
Fonte: kodak.com - avmagazine.it

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La pellicola del negativo cinematografico a colori è composta da vari strati. Quelli 'sensibili' alla luce sono tre e sono composti da cristalli di alogenuri d'argento, detti anche grani (da qui il termine grana della pellicola) che sono miscelati in un substrato colloidale. Ogni strato è sensibile ad uno spettro di frequenze ben preciso, reagisce con i fotoni e, dopo un processo chimico di sviluppo, le immagini vengono fissate e la produzione del negativo è completa. La dimensione dei grani è variabile; più sono grandi, più catturano fotoni e quindi sono più sensibili ma scende inevitabilmente la risoluzione. Maggiori info a questo e quest'altro indirizzo.

 

La risoluzione dei negativi


Il negativo in bianco e nero Kodak 5222
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Parlare di pixel nell'analisi della risoluzione nel dominio analogico è una forzatura e si preferisce utilizzare il numero di linee per millimetro o coppie di linee per millimetro che si riescono a distinguere al microscopio ad un preciso dato di MTF (Modulation Transfer Function), ovvero il rapporto di contrasto minimo tra linee chiare e linee scure fino a che siano ancora distinguibili. Per convenzione, il limite del valore di MTF viene fissato al 20%. Qui in alto potete osservare le principali caratteristiche del negativo in bianco e nero Kodak 5222.


Il negativo a colori Kodak 5203
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Nei negativi a colori ci sono tre tipi di grani, uno per ogni componente cromatica, tutti e tre con risoluzioni differenti. Per convenzione, quando si analizza la risoluzione, si considera esclusivamente la componente verde poiché rappresenta la porzione dello spettro luminoso a cui siamo più sensibili. Le curve di MTF sono indicate nelle schede tecniche dei negativi Kodak. Qui in alto sono indicate le tre curve MTF per le tre componenti cromatiche assieme agli altri parametri principali per il negativo Kodak a colori Vision 3 50D 5203.


L'esperimento di Arri con in basso le scansioni centrali della
carta test rispettivamente con scansione a 2K, 4K e 10K.

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In ogni modo, ad analizzare seriamente la risoluzione del negativo ci ha pensato Arri qualche anno fa, in occasione di uno studio sulla risoluzione necessaria per la scansione delle pellicole, disponibile a questo link. Arri è un'azienda tedesca che produce macchine da presa e accessori per il cinema da più di 100 anni ed è una vera istituzione. Per l'analisi Arri ha utilizzato una camera ARRICAM ST con lente HS 85mm F2.8 e pellicola Kodak 5245 50 ASA, quindi a bassissima sensibilità, con grana molto sottile. Secondo i calcoli, la risoluzione orizzontale del negativo S35 (Super 35mm) con sensibilità 50 ASA è assimilabile ad una matrice 4K (4096 punti). Per estrapolazione, la risoluzione del 65mm 5 perf è 8K mentre quella del negativo 65mm a 15 perforazioni usato nella camere IMAX sarebbe di 11K.


Il risultato: a sinistra la visione del negativo al microscopio e a destra il grafico
con il valore di MTF rilevato, pari al 20% per 80 coppie di linee per millimetro

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La risoluzione reale del negativo è legata a molti fattori, ad iniziare dalla sensibilità. Nelle riprese di Oppenheimer sono stati utilizzati quattro diversi negativi, tutti di produzione Kodak, tre a colori ed uno in bianco e nero: il VISION3 50D 5203 da 50 ASA, il VISION3 250D 5207 da 250 ASA, il VISION3 500T 5219 da 500 ASA e il negativo in bianco e nero EASTMAN DOUBLE-X 5222 da 250 ASA. La risoluzione dei negativi da 50 ASA e da 250 è molto simile ma quella del negativo da 500 ASA è più bassa soprattutto per colpa della 'grana' che è più visibile.


Un fotogramma tratto dal trailer a risoluzione 2K (1998x1080) in cui è possibile
verificare la caduta di risoluzione e del dettaglio per colpa del movimento

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Ci sono poi altri fattori, ancora più importanti del negativo, che hanno un drammatico effetto sulla risoluzione e sono rappresentati dall'obiettivo, dal rapporto di apertura del diaframma, dal tempo di otturazione e dalla velocità dei movimenti della macchina da presa rispetto alle 'dimensioni' dell'inquadratura e infine dalla capacità del fuochista di tenere un dettaglio ragionevole nella messa a fuoco. Tutto questo purtroppo non basta perché ci sono ancora due passaggi che determinano un ulteriore abbassamento della risoluzione effettiva.

 

La risoluzione dei positivi

 


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La post-produzione di Oppenheimer è stata effettuata nel dominio analogico da FotoKem a Los Angeles, un'azienda che ha compiuto 60 anni di attività e che è responsabile anche nella produzione delle copie positive per la proiezione nelle sale di tutto il mondo; è stata realizzata quasi completamente nel dominio analogico, quindi in pellicola. Nel film c'è ovviamente una parte di effetti speciali digitali e probabilmente anche qualche ulteriore ripresa con camere digitali ad alta risoluzione (fonte IMDB).

Il primo problema è che i negativi NON sono stati digitalizzati (scansionati ad elevata risoluzione). Al contrario, dai negativi sono stati stampati dei positivi, perdendo quindi risoluzione e dettaglio (si perde il 30% della modulazione ad ogni passaggio). Non sappiamo ovviamente quante generazioni siano state stampate e possiamo farci solo un'idea dall'analisi della qualità in proiezione. Anche la correzione colore è stata effettuata chimicamente, quindi con una ulteriore perdita di risoluzione e dettaglio. In questi passaggi 'analogici' il colore e la luminosità possono essere preservati.


La perdita di modulazione (risoluzione e dettaglio)
ad ogni copia o passaggio in pellicola secondo Arri

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Solo a questo punto è stata effettuata una scansione a risoluzione 8K del positivo, scansione poi utilizzata per il mastering delle edizioni IMAX digitali 2K e 4K e probabilmente anche per l'edizione in Dolby Cinema 4K e per le due edizioni DCI 4K in FLAT e SCOPE. Ebbene, le edizioni in pellicola di Oppenheimer in 70mm potrebbero avere un leggero vantaggio rispetto alla distribuzione digitale in termini di risoluzione poiché la scansione a risoluzione 8K potrebbe rappresentare un passaggio in più. Non ho informazioni su come vengono effettuale le copie in 70mm quindi una ipotesi sulla reale risoluzione delle copie positive non può essere precisa.

La risoluzione effettiva del master positivo IMAX, dopo la correzione colore, secondo i miei calcoli dovrebbe attestarsi al massimo in 6K per la pellicola 70mm a 15 perforazioni e 4,5K per quella a 5 perforazioni. Quindi, almeno in teoria, dovrebbe essere superiore rispetto al miglior sistema digitale che è presente oggi nelle sale cinematografiche. Un test scientifico con una camera IMAX, i quattro tipi di negativi Kodak, la stessa configurazione di ottiche, diaframmi ed otturatore usate da Hoytema e tutti i passaggi analogici, compresa la correzione colore, produrrebbe con buona probabilità risultati decisamente inferiori, più vicini ad una risoluzione 2K che a quella 4K.

 

La risoluzione del digitale

 


Positivo IMAX 70mm in proiezione. Fonte wikipedia
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Da alcuni dei cialtroni dello stuolo di cui sopra ho sentito dire anche che "la pellicola sarebbe ancora superiore al digitale come contrasto, sfumature e colori". Sono sciocchezze ed è inutile che ci giriamo intorno: esattamente come per la fotografia, anche nel cinema il digitale ha superato l'analogico e non è un segreto che le migliori camere digitali ad alta risoluzione vengano preferite alla pellicola non soltanto per le prestazioni assolute in termini di spazio colore, gamma dinamica e rumore ma anche per economia, efficienza, velocità, affidabilità e consistenza del risultato.

La superiorità del digitale è così schiacciante che alcune produzioni decidono di inserire uno o più passaggi in pellicola nella post produzione per ridurre risoluzione, dettaglio, colore e per aumentare il rumore, come per Dune e The Batman. Non ci credete? Leggete cosa abbiamo scritto a proposito di The Batman in questo articolo con riferimenti tecnici e citazione precisa delle fonti.


Camera Blackmagic Design Ursa 12K
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La risoluzione orizzontale massima e teorica di una camera digitale utilizzata per il cinema è oggi (agosto 2023) di 12K, grazie alla Blackmagic Design Ursa 12K con sensore da 12.288 x 6.480 pixel, per un totale di 80 megapixel per fotogramma: una risoluzione orizzontale che, almeno sulla carta, è molto vicina a quella del negativo 70mm a 15 perforazioni. Dal canto suo IMAX ha già 'certificato' ben sette camere digitali per la produzione di contenuti: ci sono due Arri LF con sensore 4,5K, la Arri 65 con sensore 6,5K, la Sony Venice con sensore 6K, le RED V-Raptor e Ranger Monstro con sensore 8K e infine la Panavision Millennium DXL2, anche questa con sensore 8K. Evidentemente anche per IMAX la risoluzione non è tutto e sicuramente non è l'aspetto più importante, soprattutto per un direttore della fotografia senziente.

Avere un sensore 12K non significa che la risoluzione sia effettivamente 12K, anche utilizzando la migliore ottica sulla piazza, con le migliori impostazioni per diaframma, sensibilità, tempo di otturazione e tenendo ben salda la camera su un tripode con massa enorme. La risoluzione effettiva sarà sempre leggermente inferiore a causa della distribuzione dei fotodiodi con filtri colore sul sensore, a causa dello sviluppo digitale e delle operazioni di de-bayering e soprattutto a causa del rumore.


Il sensore a risoluzione 8K della RED MONSTRO
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Con alcune camere digitali, possono essere acquisiti più fotogrammi ravvicinati (solo quando c'è tanta luce a disposizione), in modo addirittura di aumentare la risoluzione effettiva. Per semplificare e seguendo anche le ricerche effettuate da Arri per quanto riguarda la migliore risoluzione per la scansione della pellicola cinematografica, possiamo affermare che la risoluzione effettiva è come minimo pari a 2/3 di quella utilizzata per l'acquisizione. Quindi, per avere un ottimo 8K serve un sensore 12K, per avere un ottimo 6K serve un sensore 8K e per avere un ottimo 4K serve un sensore 6K.

Le sette camere certificate da Arri sono tutte con gamma dinamica in alcuni casi ben superiore a quella di un negativo in pellicola, spazio colore più ampio e rumore nativo che in alcuni casi è più 'fine' della grana della pellicola da 50 ASA e che può essere ulteriormente abbattuto con sofisticate elaborazioni in post produzione, senza riunciare a dettaglio e risoluzione. Uno dei prossimi film che sarà distribuito nelle sale digitali IMAX (The Creator) è stato girato interamente con la camera digitale Sony prosumer FX3, con sensore 4,2K e dal prezzo di poco superiore ai 4.000 Euro, IVA esclusa.


La Sony VENICE 6K con registrazione a 16 bit per componente
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Anche la ricchezza di sfumature è un parametro che non teme confronti con la pellicola. Ricordiamo prima di tutto che i fotodiodi che compongono un sensore sono analogici e che il debole segnale elettrico viene prima di tutto convertito nel dominio digitale e poi registrato. Ebbene, in molte camere è possibile registrare dati fino ad un minimo di 12 bit per componente per arrivare fino a 16 bit per componente cromatica.

Inoltre l'utilizzo di camere digitali permette di conservare tutte le informazioni di risoluzione, colore, contrasto e sfumature anche in post-produzione e anche nella correzione colore e non sono più necessari ulteriori stampe in pellicola che finerebbero per ridurre drasticamente la qualità d'immagine ad ogni passaggio. Per completezza c'è da aggiungere che è ovviamente possibile produrre un film utilizzando negativi in pellicola (magari in 70mm a 5 perforazioni) per poi effettuare una scansione dei negativi, magari a risoluzione 12K, in modo da non perdere le informazioni con i procedimenti di post-produzione analogici.

 

L'importanza del marketing


L'infografica su Dune di @ohheyjoe97
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Quella della risoluzione 18K della pellicola IMAX è una fesseria con dimensioni bibliche, ripetuta praticamente urbi et orbi quasi da tutti, ad esempio dai redattori di Forbes e fino all'ultimo tiktoker nostrano, tutte persone senza senso critico e senza preparazione tecnica. Onore al merito al marketing IMAX che sta approfittando dell'ignoranza di giornalisti e influencer per effettuare un eccellente lavoro che si traduce in un aumento dei profitti. Del resto il numero di film e del business di IMAX sono decisamente in rialzo.

Sia ben chiaro: il formato IMAX secondo me è spettacolare, offre una qualità molto elevata ma è anche estremamente costoso, la risoluzione orizzontale rispetto al negativo 70mm a 5 perforazioni non è poi così elevata e rispetto alla miglior catena digitale oggi sulla piazza, la proiezione in sala del 70mm IMAX è superiore solo per dimensioni dello schermo e flusso luminoso poiché le migliori sale cinema sul globo terracqueo, ovvero quelle Dolby Cinema, hanno schermi decisamente più piccoli ma non per questo meno immersivi, anzi! Esistono sale con schermi dalla superficie più ampia del 95% delle sale IMAX 70, come la sala Energia a Melzo, in cui è possibile sedersi in posizione tale che il rapporto di visione sia praticamente lo stesso di una sala IMAX come quella in Australia che è quella con lo schermo più grande del mondo.

 

La proiezione: analogico 70m vs. digitale 4K

 


Un proiettore IMAX 70mm; fonte wikipedia
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Veniamo infine al confronto della qualità in proiezione. Attenzione prima di tutto ai dati di targa. Il valore della risoluzione effettiva in una sala potrebbe sorprendervi negativamente poiché sono tanti gli ostacoli come la lastra di cristallo (potrebbe essere vetro spesso e senza trattamento antiriflesso, magari anche sporco) che separa la cabina di proiezione dalla sala, le aberrazioni e la precisione della messa a fuoco dell'ottica del proiettore o addirittura la misconvergenza delle tre matrici di un proiettore digitale. Nelle sale migliori, con i proiettori digitali migliori e con sistemi sempre sotto controllo, la risoluzione 4K viene raggiunta senza problemi.

Le stesse considerazioni valgono ovviamente anche per le proiezioni in pellicola: soltanto le sale con proiettori di qualità, in ottima efficienza meccanica e con ottiche senza compromessi, permettono di avere una ottima qualità d'immagine. Qui in basso potete osservare un video che ho realizzato qualche anno fa all'Arcadia di Melzo in occasione della proiezione in 70mm 5 perf di Interstellar e vi può dare un'idea di cosa ci sia dietro e quanto la cura quasi maniacale di un esercente decisamente appassionato del suo lavoro, sia in grado di fare la differenza. Veniamo ora ai dati 'numerici'.

La proiezione IMAX 70mm è sicuramente al primo posto per quanto riguarda la risoluzione poiché l'abbiamo accreditata di una risoluzione massima effettiva pari a 6K, seguita da quella 70mm a 5 perforazioni che la segue con una risoluzione effettiva massima di 4,5K. Nel caso specifico di Oppenheimer, la risoluzione effettiva è sicuramente più vicina ad un 4K che ad un 6K per le scelte che sono state fatte in produzione ma la compattezza della pellicola è tale che la qualità percepita è sicuramente molto elevata e piacevole anche nelle file più vicine allo schermo. Questi valori valgono ovviamente solo nelle prime proiezioni. Col il passare dei giorni, la pellicola potrebbe subire un deterioramento che ha effetti sia nella risoluzione che negli altri parametri.

Al contrario, nelle prime file di una proiezione digitale, anche a risoluzione 4K, potrebbe essere possibile scorgere i pixel. Lo stesso 70mm è a pari merito con le proiezioni digitali per quanto riguarda il numero di sfumature. Lo stesso formato è in svantaggio per quanto riguarda la profondità dei colori. Per un film come Oppenheimer in cui lo spazio colore è decisamente ridotto, non ci sarà differenza tra proiezione IMAX 70mm e quelle digitali per quanto riguarda i colori a più elevata luminosità.


La serie di proiettori Barco Cinionic
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I proiettori digitali con sorgente laser RGB riescono a riprodurre colori con una profondità inarrivabile da qualsiasi pellicola cinematografica e anche i proiettori DCI al lampada hanno alcuni vantaggi sulla profondità dei colori, specialmente sulla componente verde, rispetto alle proiezioni in pellicola. Anche le camere digitali permettono di catturare colori con estensione più elevata rispetto alle pellicole. Tuttavia è la correzione colore che viene effettuata al termine della post produzione che ha più impatto sulla profondità dei colori e quando viene effettuata nel dominio digitale permette libertà artistica e una profondità cromatica inarrivabili da qualsiasi processo fotochimico e analogico. 

Un altro vantaggio per le proiezioni in 70mm è il rapporto di contrasto, sicuramente più elevato rispetto alla stragrande maggioranza delle sale con proiettori digitali DCI, anche quelle IMAX Digital e IMAX Laser. Il rapporto di contrasto di una proiezione in 70mm in una sala con un buon controllo della luce in ambiente dovrebbe attestarsi in circa 5.000:1, quindi in linea con le migliori sale con proiettori digitali con ottiche ad elevato contrasto. In queste sale l'elevato rapporto di contrasto permette di non perdere saturazione nei colori a bassa luminosità. Il rapporto di contrasto delle migliori sale Dolby Cinema è inarrivabile da qualsiasi altro proiettore, sia analogico che digitale perché è di almeno di un ordine di grandezza superiore rispetto alle migliori sale IMAX 70.


Il proiettore Christie laser RGB della sala Energia 4 a Stezzano
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Tornando alla risoluzione, i sistemi digitali di proiezione in standard DCI che riproducono un film in formato IMAX con rapporto d'aspetto fisso in 2,20:1 sono accreditati di una risoluzione di 3998 x 1817 pixel (7,2 megapixel) quando riproducono la versione 'FLAT'. La risoluzione scende a 3.775 x 1716 (6,5 megapixel) con i DCP in formato SCOPE. Nelle migliori sale IMAX con proiettori 4K, il film potrebbe essere riprodotto con risoluzione massima di 4096x2160 (8,8 megapixel) nelle scene con rapporto d'aspetto di 1,89:1 mentre la risoluzione scenderebbe a 4096 x 1861 (7,6 megapixel) quando vengono proiettate le scene con rapporto d'aspetto di 2,20:1. 

Nella maggior parte delle sale IMAX con proiettori digitali, il rapporto d'aspetto della proiezione è di 2,20:1 per la porzione girata con negativo a 5 perforazioni e 1,89:1 per le poche sequenze girate con negativo a 15 perforazioni, in modo da sfruttare l'intera superficie della matrice dei proiettori digitali che è nativamente con rapporto d'aspetto in 1,89:1. Ad oggi non sappiamo quali sale IMAX Digital in Italia proiettano a risoluzione 2K oppure 4K. Un'analisi sulla risoluzione effettiva in queste sale la trovate in questo articolo.


Confronto tra le proiezioni 4K; fonte avmagazine.it
Maggiori informazioni sul confronto tra formati a questo indirizzo
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Probabilmente nella sala IMAX Digital di Orio Al Serio, la proiezione è a risoluzione 4K e in questo senso ci sarebbe un leggero vantaggio in risoluzione che viene comunque perduto a causa della proiezione con doppio proiettore perché è impossibile mettere in convergenza perfetta le due immagini e il risultato è che che aumenta sicuramente la compattezza dell'immagine ma che finisce per far diminuire risoluzione e dettaglio, almeno rispetto alle soluzioni con singolo proiettore digitale a risoluzione 4K.

Anche il rapporto di contrasto potrebbe essere un problema nelle sale IMAX digitali, almeno rispetto alle migliori sale sale Dolby Cinema ma anche rispetto a quelle con proiettori DCI di ultima generazione con ottiche ad elevato contrasto. Problemi non solo per i limiti intrinseci dei proiettori utilizzati ma soprattutto per l'elevato livello di inquinamento luminoso che c'è nelle sale, dove viene lasciato addirittura acceso il logo IMAX su uno dei muri laterali. Lo schermo di proiezione con superficie alluminata (silver) e l'inquinamento luminoso mi consentono di consigliarle solo per il rapporto d'aspetto di 1,89:1 in quei 30 minuti di film o poco più.

 

Conclusioni e raccomandazioni

 


La pellicola IMAX 70mm in proiezione; fonte bored_tech
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La pellicola positiva 70mm proiettata nelle sale IMAX non ha assolutamente una risoluzione orizzontale di 18K e chi sostiene questo dato è un ignorante oppure un furbetto. La risoluzione è soltanto un aspetto marginale della qualità di riproduzione di un film e non è certamente al primo posto nella scala di valori dei direttori della fotografia. Una produzione IMAX potrebbe avere alcuni vantaggi in termini di risoluzione orizzontale rispetto ad altre soluzioni anche digitali e potrebbe arrivare ad una risoluzione di 10K o leggermente superiore ma soltanto se i negativi a bassa e media sensibilità venissero scansionati subito dopo lo sviluppo, con scanner almeno a risoluzione 12K, meglio se a 16K (questi ancora non esistono).

La pellicola 70mm proiettata nelle sale IMAX potrebbe avere una risoluzione effettiva al massimo pari a 6K mentre il 70mm a 5 perforazioni proiettato nelle altre sale come all'Arcadia di Melzo, potrebbe avere una risoluzione di 4,5K, comunque superiore alla risoluzione dei migliori proiettori digitali. Sul dettaglio però il digitale non si batte. Su altri parametri come dinamica e colori, il digitale è avanti già da alcuni anni

Oppenheimer non è stato prodotto esclusivamente con negativi 70mm a 15 perforazioni con rapporto d'aspetto di 1,43:1 e la maggior parte del montaggio finale è basato su negativi a 5 perforazioni con rapporto d'aspetto di 2,20:1. Si tratta comunque di un ottimo passo in avanti rispetto alle produzioni miste in cui sono stati usati negativi 35mm come per Dunkirk. Purtroppo, l'utilizzo di post produzione e correzione colore di tipo analogico, ha sicuramente tarpato la qualità d'immagine finale.

Al confronto con Oppenheimer, una produzione digitale di riferimento come 1917 di Sam Mendes con la direzione della fotografia di Roger Deakins, girato con camere digitali ARRI LF a risoluzione di 4,5K, ha una qualità d'immagine sensibilmente superiore rispetto ad Oppenheimer, soprattutto su risoluzione, dettaglio, dinamica e rumore, quattro aspetti contro cui alcuni direttori della fotografia e registi continuano a combattere senza sosta: ogni riferimento a Dune e The Batman non è casuale.


Distanze e risoluzione percepita; fonte avmagazine.it
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La risoluzione effettiva nelle sale con proiezione digitale è legata a vari fattori. Al primo posto ci sarebbero le sale 4K DCI con singolo proiettore, magari con ottiche ad elevato contrasto, che proiettano la versione DCI di tipo FLAT. Le sale IMAX digitali riproducono le scene girate con pellicola a 15 perforazioni con un rapporto d'aspetto di 1,89:1. Attenzione però alla risoluzione ed evitate quelle che proiettano in 2K. 

Ma attenzione anche alla vostra posizione rispetto allo schermo: se vi siederete troppo distanti, tutto quello che avete letto in questo articolo diventerebbe poco utile. Per apprezzare il vantaggio teorico in risoluzione nelle sale 70mm rispetto al digitale 4K dovrete stare al massimo ad una distanza che sia inferiore alla base dello schermo. Se vi sedete ad una distanza che sia il doppio della base dell'immagine, allora la risoluzione percepita sarà al massimo 2K.

Il vantaggio delle migliori sale IMAX con schermo 1,43:1 è tutto qui: le poltrone sono sistemate in modo che siete costretti a sedere molto vicini allo schermo, col risultato non solo di apprezzarne la risoluzione ma anche di aumentare l'immersività complessiva. Le sale IMAX non hanno l'esclusiva della immersività e non è difficile trovare, anche in Italia, sale con un rapporto di visione tale da avere esattamente la stessa identica proporzione.

Infine, dovete sempre tenere a mente che nelle produzioni cinematografiche come Oppenheimer, la parte girata con negativo 70mm a 15 perforazioni è assolutamente minoritaria e il rapporto d'aspetto va nella direzione opposta rispetto alla distribuzione del campo visivo umano, decisamente più vicino al formato SCOPE 2,20:1 piuttosto che a quello IMAX 1,43:1.

E infatti la quasi totalità di registi e direttori della fotografia preferiscono girare con formati SCOPE 2,39:1 e non con il formato 1,43:1. Del resto, il cambio di rapporto d'aspetto potrebbe avere un significato ben preciso nella cinematografia di Nolan e di qualsiasi altro regista ed è una tecnica che può essere utilizzata anche con le camere digitali. 

Se vi fosse piaciuto questo articolo, mi raccomando: passate parola!

Approfitto per un ringraziamento a Edoardo Ercoli e Laura Fumagalli per il supporto tecnico, e soprattutto ad Alessandro Minelli: la sua comparativa sulle visioni di Oppenheimer a Londra in IMAX 70, 70mm 5 perf e Dolby Cinema la trovate a questo indirizzo

 

SOMMARIO

 

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Commenti (43)

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  • Dario65

    29 Agosto 2023, 17:37

    ... dai negativi è stato stampato un positivo di prima generazione, perdendo quindi risoluzione e dettaglio (si perde il 30% della modulazione ad ogni passaggio). Anche la correzione colore è stata effettuata chimicamente, quindi con la stampa di una ulteriore generazione di positivo, mortificando ulteriormente risoluzione e dettaglio...


    Ciao, Emidio, complimenti per l'articolo.

    Non mi è chiaro il passaggio quotato.
    Che io sappia, la correzione colore si esegue sul negativo, una volta approvate esposizione e filtratura, e non sul positivo. Il prodotto di questa lavorazione è, si, un positivo, ma di prima generazione. È comunemente definito Interpositivo. Dall'IP si ottengono le stampe destinate alle sale, però non direttamente, ma previa creazione di uno specifico negativo (Internegativo). Forse ti riferivi a quest'ultimo?
  • ellebiser

    29 Agosto 2023, 18:44

    Un altro articolo molto interessante rinnovi i complimenti
  • revenge72

    29 Agosto 2023, 18:49

    @Emidio
    Eccellente articolo.
    Mi è piaciuto anche l' utilizzo della definizione ASA al posto di quella ISO (in vigore dal 1987), dato che siamo in casa Kodak e il dibattito riguarda un modo di riprendere obsoleto (tenuto in piedi per ragioni di autopromozione) la sfumatura ASA ci sta in pieno ��.
    Ovviamente i duri e puri dell'analogico continueranno imperterriti con la litania che la pellicola è migliore.
    Non potrai convincerli nemmeno con le evidenze inoppugnabili come hai fatto, si tratta di un banale effetto Dunning Kruger oppure di fede.
  • Emidio Frattaroli

    29 Agosto 2023, 18:52

    È corretto quello che dici e infatti l'interpositivo è citato nell'immagine della perdita di risoluzione e dettaglio che si verifica ad ogni generazione, presa dal documento ARRI che ti invito a scaricare e consultare.

    Su questo aspetto non sono entrato molto in profondità anche perché a me mancano due parti molto importanti del processo, quella in cui viene scalato sulla pellicola 15/70 il negativo 5/70 e anche quella in cui viene aggiunta la CGI.

    Rimane un fatto: la tecnologia per effettuare post produzione e correzione colore con qualità decisamente alta esiste già, ovvero bastava effettuare una scansione a 10K oppure 12K dei negativi, scalare il tutto in 8K per poi rimanere nel dominio digitale fino alla stampa.

    Il risultato sarebbe stato quello di avere un DI 8K di qualità stellare. E probabilmente è proprio la qualità stellare che avrebbe creato qualche problema al 'look' che si voleva raggiungere.

    Del resto le scelte di marketing di IMAX e Nolan evidentemente funzionano perché il film, nonostante non sia tra i migliori per quanto riguarda risoluzione e dettaglio, funziona benissimo.

    Emidio
  • Emidio Frattaroli

    29 Agosto 2023, 18:56

    Originariamente inviato da: revenge72;5249628
    ... Mi è piaciuto anche l' utilizzo della definizione ASA al posto di quella ISO (in vigore dal 1987).........[CUT]
    Grazie! È una bella soddisfazione sapere che c'è ancora qualcuno che riesce a cogliere certe sfumature!!!
  • Dario65

    29 Agosto 2023, 19:43

    Originariamente inviato da: revenge72;5249628
    Mi è piaciuto anche l' utilizzo della definizione ASA al posto di quella ISO (in vigore dal 1987), dato che siamo in casa Kodak e il dibattito riguarda un modo di riprendere obsoleto (tenuto in piedi per ragioni di autopromozione) la sfumatura ASA ci sta in pieno ��.


    Quando ho incominciato con la Rolleiflex biottica, in omaggio alla Zeiss, mi esprimevo con i valori Deutsche Industrie Normen

    Comunque, è sacrosanto fare chiarezza sull'aspetto tecnico e sfatare leggende metropolitane, per capirci.
    Detto questo, l'approccio di Nolan non è proprio una passeggiata. Provare per credere. Non credo che a lui ed ai suoi collaboratori servano suggerimenti tecnici, oppure che abbiano difficoltà ad operare nel mondo digitale. Si tratta, semplicemente, di scelte personali.
    Hanno senso, non hanno senso, oggi? Che importanza ha...
  • Dario65

    29 Agosto 2023, 19:45

    Originariamente inviato da: Emidio Frattaroli;5249629
    È corretto quello che dici e infatti l'interpositivo è citato nell'immagine della perdita di risoluzione e dettaglio che si verifica ad ogni generazione, presa dal documento ARRI che ti invito a scaricare e consultare


    Da questo punto di vista, non mi pare approfondisca più di tanto. Comunque, sembra confermare il procedimento che ho descritto. Grazie.
  • Emidio Frattaroli

    29 Agosto 2023, 20:08

    Originariamente inviato da: Dario65;5249639
    ... l'approccio di Nolan non è proprio una passeggiata. Provare per credere. Non credo che a lui ed ai suoi collaboratori servano suggerimenti tecnici, oppure che abbiano difficoltà ad operare nel mondo digitale. Si tratta, semplicemente, di scelte personali.....[CUT]
    Sono d'accordo. Secondo me c'è anche un pochino di marketing e va benissimo. Per le copie analogiche si: l'interpositivo è necessario. A meno che non si stampi da file digitale.
  • Dario65

    29 Agosto 2023, 20:38

    D'accordissimo, Emidio: il marketing c'è, eccome! D'altronde, la sua assenza è rarità...

    Si, infatti dicevo che l'Interpositivo (nella sua versione finale) è il prodotto della postproduzione, la resa che gli spettatori vedranno in sala, al netto delle variabili e delle altre fasi del processo, ovviamente.
    In pratica è una stampa del negativo di camera, un positivo di prima generazione.
  • MisterXDTV

    29 Agosto 2023, 23:51

    “Una guida che dovrebbe far vergognare chi ha sempre detto che la pellicola 'IMAX' 70mm sia indiscutibilmente il miglior formato cinematografico in circolazione, che abbia una risoluzione orizzontale di 18K, oltre a colori, sfumature, luminosità e dinamica inarrivabili dal miglior digitale...”

    Ci sono cose ben più importanti per cui valga la pena vergognarsi... Mi sembra un pochino esagerato...

    Nel merito della questione: onestamente che una stampa diretta da negativo originale IMAX perda quasi il 50% della risoluzione (da 11K a 6K) lo trovo francamente ben poco credibile

    Seguendo questo principio le stampe 35mm di quarta generazione che abbiamo visto al cinema per decenni avrebbero dovuto avere la risoluzione di una VHS....

    Sappiamo benissimo che non è così
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