1899 | stagione 1 | la recensione

Fabrizio Guerrieri 09 Dicembre 2022 Cinema, Movie e Serie TV

La nave Kerberos è in viaggio dall’Inghilterra in direzione di New York City, dopo che quattro mesi prima la sua gemella Prometheus è finita dispersa senza lasciare tracce. Fino a quando uno strano messaggio innesca una serie di eventi a catena e rivela un enigma carico di mistero.


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La nave Kerberos è in viaggio dall’Inghilterra in direzione di New York City, dopo che quattro mesi prima la sua gemella Prometheus è finita dispersa senza lasciare tracce. Quando giunge un messaggio contenente dei numeri, il capitano Eyk Larsen pensa che si tratti di coordinate geografiche e fa virare la nave verso il punto indicato, dove c’è proprio la Prometheus. Maura Franklin che ha un conto in sospeso col padre circa il fratello scomparso, decide di salire con Eyk a bordo dell’altra nave insieme al fuochista polacco Olek e al prete portoghese Ramiro. Dopo aver rinvenuto il telegrafo della Prometheus completamente fuori uso e non aver trovato l’ombra di un solo superstite, dall’interno di un armadio viene fuori un bambino con in mano un misterioso oggetto di forma piramidale.


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Compagni anche nella vita, Jantje Friese e Baran bo Odar si sono distinti per la creazione dell’apprezzata Dark, e dopo due anni e mezzo dalla sua fine arriva la loro seconda serie, anch’essa di produzione tedesca. L’impronta resta la stessa: disseminare gli episodi di indizi per giungere a una verità complessa e difficile in un rompicapo molto composito e visionario che catapulta lo spettatore in un universo a sé stante col fascino e la naturalezza di una storia che non fa fatica a far sospendere l’incredulità. Il tema fondante della storia muove il pensiero sia verso il film Titanic, particolarmente quando si assiste alla divisione degli ospiti a seconda dello stato sociale, ma soprattutto verso la leggenda del Triangolo delle Bermuda (più volte smentita da fonti ben più documentate rispetto a quelle fuorvianti e sensazionalistiche di scrittori che in cerca di fama hanno ingigantito l’incidenza delle scomparse rispetto al traffico medio in quella zona, decisamente alto) che si porta dietro il fascino del mistero irrisolto e impenetrabile.


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Sveglia.
La prima cosa che lo spettatore cerca è comprendere la struttura dell’enigma che gli si pone davanti. I passaggi segreti, lo scarabeo verde, la piramide nera, il puzzle di metallo e le morti inspiegabili. Gli elementi oscuri che compongono la narrazione vengono esposti come parte di un tutto molto vasto e intricato, motivo per cui addentrarsi nei meandri del racconto, invece di saziare il palato aumenta la curiosità. Ovviamente è un gioco che alla lunga può stancare. Ed è qui il primo bivio che si mette tra chi guarda e chi racconta: avere la giusta dose di pazienza nell’attendere il disvelamento a tempo debito dei vari interrogativi e relativi significati.


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Fuggono tutti da qualcosa. Perché altrimenti si vorrebbe andare altrove?
L’ambizione della serie si nota subito, quando intervengono le diverse lingue dei vari ospiti della nave (il modo migliore per capirla correttamente è vederla in lingua originale, che sulla piattaforma è l’inglese). Ognuno viene da una cultura e un vissuto differenti, ma qualcosa lega tutti indissolubilmente, qualcosa che non lascia grosso spazio a pace o redenzione. Le visioni-flashback portano con loro le storie dei personaggi svelate un po’ per volta, mettendo in luce uno dei punti di forza della serie, cioè il fatto che non è chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi. E anche la morale gioca un ruolo fondamentale quando alcuni di essi mostrano la loro vera natura, e anche se in buona fede, ognuno ha agito in maniera errata con conseguenze talvolta catastrofiche.


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La sceneggiatura carica sempre di più i personaggi principali di una centralità che viene spiegata in maniera lenta ma inesorabile. Ciascuno ha qualcosa di sostanzioso da nascondere, un peso di cui farebbe volentieri a meno e dal quale fuggire il più lontano possibile, pensando che attraversando l’oceano possa lasciarselo alle spalle. I ricordi che si vorrebbero cancellare vengono invece riportati in vita dalla memoria di un’entità che non fa che indagare nella mente degli sventurati, riportando a galla dolori soltanto in parte sopiti, che gridano più forte di qualsiasi altro pensiero che vi si possa sostituire per portare oblio e conseguente pace interiore. E una volta investite da questa mole di sofferenza diventano prigionieri di loro stessi, della paura e di una ritrovata coscienza, tra l’altro evocata tramite il parallelo col mito della caverna di Platone.


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I brani rock che annunciano la chiusura di ogni episodio (tra cui Child in time dei Deep Purple) giungono con la solennità di una musica sacra, come a sancire la fine delle danze e contemporaneamente a fare da ponte tra un episodio e l’altro. Cinematograficamente si avvertono gli echi di Eternal sunshine of the spotless mind (Se mi lasci ti cancello), Blade Runner e Matrix, con le suggestioni di una Dark espansa. Specialmente quando alcune persone credute morte tornano in vita (mentre altre no) e gli interrogativi iniziano a moltiplicarsi, allargando ulteriormente la macchia d’olio del rebus in cui le linee temporali sono ben mascherate sotto la coltre di quelle spaziali, in un crescendo di domande che sembrano non trovare mai risposta, se non in maniera parziale. Salvo cominciare a essere decriptate una dopo l’altra per portare a un finale altamente impattante. Dalle dichiarazioni degli showrunner sappiamo che la serie si dovrebbe sviluppare su tre stagioni come Dark. E vista la chiusura e la qualità decisamente elevata, le aspettative per un buon seguito ci sono tutte.


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VALUTAZIONI

prima della visione
Aspettativa 7,5 Potenziale 9

dopo la visione
Intrattenimento 7,5 Senso 7,5 Qualità 8,5
Giudizio Complessivo 7,9

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO/ALTO

1899 | stagione 1
drammatico, thriller, fantascienza | Germania | 17 nov 2022 | 8 ep / 55 min | Netflix

ideatori Jantje Friese, Baran bo Odar

personaggi interpreti
Maura Franklin Emily Beecham
Eyk Larsen Andreas Pietschmann
Daniel Solace Aneurin Barnard
Ángel Miguel Bernardeau
Ramiro José Pimentão
Ling Yi Isabella Wei
Yuk Je Gabby Wong
Jérôme Yann Gael
Clémence Mathilde Ollivier
Lucien Jonas Bloquet
Virginia Wilson Rosalie Craig
Olek Maciej Musiał
Tove Clara Rosager
Krester Lucas Lynggaard Tønnesen
Anker Alexandre Willaume
Iben Maria Erwolter
Sebastian Tino Mewes
Franz Isaak Dentler
Elliot Fflyn Edwards
Henry Singleton Anton Lesser

critica IMDb stagione 7,7 /10 episodi 8,2 /10 | Rotten Tomatoes critica 6,8 /10 utenti 3,9 /5 | Metacritic critica 67 /100 utenti 6,8 /10

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Commenti (14)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • giannia

    11 Dicembre 2022, 16:58

    Prima è meglio vedere Dark.
  • SapoMalo

    16 Dicembre 2022, 07:42

    Peccato che prima dell'11 minuto della prima puntata ti spoilerano cosa sta succedendo...

    Basta aver videogiocato un po'
  • bradipolpo

    16 Dicembre 2022, 09:18

    Originariamente inviato da: giannia;5224237
    se qua cambiano pure il senso dei dialoghi… ora siamo proprio fritti..

    Non credo che il problema sia questo: se non ho capito male il problema è che le varie lingue parlate dai personaggi sono importanti per lo sviluppo della storia, e quindi uniformare tutto in italiano limita notevolmente l'immedesimazione dello spettatore nella stessa
  • mau741

    16 Dicembre 2022, 10:09

    Originariamente inviato da: marklevi;5224253
    Io l'ho trovata davvero pesante ed arzigogolata sulle varie stratificazioni del mistero.
    In pratica come la terza stagione di Dark, che va a rovinare le prime due.
    Mi sembrava di vedere un Tenet ancor più accartocciato su se stesso.


    La penso nello stesso modo... io ho lasciato dopo la terza puntata.
    Ho finito la terza stagione di Dark a fatica (anche se devo ammettere che la 3a stagione si riprende un po' negli ultimi 4 episodi).
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