Resident Evil | stagione 1 | la recensione

Fabrizio Guerrieri 05 Agosto 2022 Cinema, Movie e Serie TV

La serie Netflix tratta dal franchise di Capcom si svolge su due linee temporali, tra un passato da cui tutto diverrà nero e un futuro dell’orrore. Il risultato inizialmente appena dignitoso perde contatto con lo scopo della storia in un finale pieno di colpi di scena ma anche notevolmente disordinato.


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A seguito dell’incarico del padre Albert presso la sede di New Raccoon City in Sudafrica della Umbrella Corporation, le sorelle quattordicenni Jade e Billie Wesker, gemelle ma nate da due diverse madri surrogate, si ritrovano a dover vivere una nuova realtà cui fanno fatica ad abituarsi. Jade è insofferente a qualsiasi decisione del padre a prescindere dalle intenzioni, Billie, che ha un passato difficile nella scuola che frequentava, diviene preda di una bulla priva di scrupoli e pietà. Problemi che passano però in secondo piano una volta che vengono a galla i misteri attorno alle attività portate avanti da Evelyn Marcus, capo della Umbrella, che coinvolgono direttamente Albert attraverso il cosiddetto virus T, una versione geneticamente modificata dell’Ebola. Evelyn e Albert nascondono inoltre eventi accaduti in un’altra sede, eventi secretati ma su cui qualcuno sta indagando. Quattordici anni dopo, Jade lotta contro zombie, creature gigantesche mutate e la stessa Umbrella Corporation dalla quale è in perenne fuga.


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Ambientata nel passato del 2022 in Sudafrica, a New Raccoon City e nel futuro, quattordici anni dopo nel 2036, nel Regno Unito, la serie tratta dal franchise di videogames (e tanto altro) di Capcom si muove alternatamente tra ciò che è noto ai più, cioè un mondo in cui gli umani sono braccati da non morti, e l’origine da cui l’orrore è scaturito. Nella linea temporale che per chi guarda si può ritenere come il presente in quanto proprio 2022, ci sono diversi riferimenti a marchi realmente esistenti come Google, Apple, Peta, perfino il covid è menzionato a più riprese, il che colloca la storia in maniera decisamente realistica. Un punto a favore da non sottovalutare.


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I personaggi principali sono Jade e Billie, figlie dello scienziato che ha a che vedere con qualcosa di più grande non solo di lui e della Umbrella ma dell’intera umanità. Il rapporto tra le due ragazze e il padre è viziato da questo mistero che però avvertono solo loro. La sensazione non passa allo spettatore immediatamente e questo è un bel primo problema comunicativo della serie. Jade ragazzina è insopportabile, insofferente a ogni cosa, perennemente nervosa e intrattabile. Per non parlare della sua versione adulta, talmente accecata dal suo scopo da rendersi del tutto egocentrica e irresponsabile agli occhi di chiunque. Fin dall’inizio si fa una gran fatica a fare il tifo per lei, perché nonostante le sue motivazioni abbiano i giusti fondamenti questi non vengono esplicati a dovere. Billie per qualche motivo ha un passato di scatti d’ira che l’hanno portata non a chiudersi ma ad avere paura di sé stessa. E più tenta di empatizzare col prossimo più le vengono chiuse in faccia le porte. Per cui tende a fidarsi esclusivamente della sorella che però non è in grado di gestire in maniera equilibrata un simile compito. Tra di loro inoltre si genera continuamente una gelosia reciproca che le isola ulteriormente dal mondo esterno, un rapporto quindi disfunzionale dettato dal fatto che le due adolescenti non abbiano una madre che si prenda cura di loro e che il padre sia costantemente assente.


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Evelyn Marcus possiede una spietatezza del tutto fuori scala, che in diversi passaggi appare più come una caricatura, specialmente a causa di una recitazione che spesso tende a gigioneggiare piuttosto che a renderla ferma e dunque credibile. Particolarmente verso il finale il personaggio assume forme discutibili al punto che viene da pensare che mettere un robot al suo posto avrebbe avuto più senso. Albert è il personaggio delineato meglio, merito principalmente del suo interprete Lance Reddick la cui esperienza pesa fortemente tra le scene e il cui stacco dal resto del cast crea un divario troppo forte. Ma nonostante le sue capacità, anche la sua recitazione perde colpi quando intervengono nella storia altri elementi della sua “famiglia”, e tutto prende una piega involontariamente grottesca piuttosto che significativa e autorevole. La responsabilità è di una regia che lungo gli episodi manca sempre di più di una linea forte e univoca. Una menzione d’onore va riservata a Turlough Convery che interpreta Richard Baxter, un leader della Umbrella che bracca Jade con una certa spietatezza ma anche con una buona dose di velata ironia, una dote che estesa al resto avrebbe aiutato non poco lo svolgere della storia.


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Complice anche una sceneggiatura che va via via sfaldandosi senza motivazioni plausibili. Come quando alla fine del primo episodio, la protagonista si lancia da un’altezza ragguardevole. E quando, nell’episodio successivo atterra su un’auto ne esce pressoché illesa. Ci si chiede così se Jade da adulta non abbia acquisito dei poteri tali per cui possa resistere a una simile caduta. Ma così non è. Il meglio avviene alla fine. Ma c’è anche il peggio. Per quasi sette episodi, Resident Evil si trascina tra accadimenti un po’ prevedibili e poco incisivi sia nella parte artistica che in quella tecnica. L’alternarsi delle due linee temporali non avviene nella giusta misura, solo verso la fine si collegano bene, con ritmo e brillantezza ma è ormai troppo tardi. Perché negli ultimi due o tre episodi la serie, che fin qui poteva raggiungere una modesta dignità anche se un po’ slegata, si sfalda completamente, inserendo elementi interessanti che potevano venire alla luce ben prima tessendo un intreccio più interessante e compiuto, ma mescolati a una costruzione pessima.


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La spinta finale viene così ridotta nelle sue potenzialità, la trama diventa a tratti addirittura da commedia, il che spiazza molto e oltre a non essere funzionale non diverte affatto. Le scelte di fotografia che in una serie del genere potevano essere determinanti per la buona riuscita, si deteriorano col passare degli episodi. Da inizialmente discreta diventa appena sufficiente fino a scadere nella mediocrità assoluta, con inquadrature inclinate per rendere un effetto di disequilibrio, dando però come risultato solo un senso di didascalico e ridondante, piuttosto che elegantemente grottesco e inquietantemente horror. Così anche il resto diventa disordinato e si avverte forte un compiacimento continuo. Per cosa non è dato saperlo.


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Verso la chiusura, in un dettaglio viene introdotto il personaggio di Ada Wong, una spia industriale che nel ciclo di videogame arriva fino all’anno 2013 in Resident Evil 6. Dovrebbe intervenire in una seconda stagione che quindi sarebbe prevista. Dal creatore della serie. Ma, vista la qualità espressa, Netflix potrebbe non essere d’accordo.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIO/BASSA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 4 Senso 5 Qualità 5
Giudizio Complessivo 4,7

Resident Evil: La Serie | stagione 1 (Resident Evil)
horror, drammatico, azione | USA | uscita | 8 ep / 51 min | Netflix

ideatore Andrew Dabb

personaggi interpreti
Albert Wesker Lance Reddick
Jade Wesker Ella Balinska
Billie Wesker Adeline Rudolph
Jade Wesker giovane Tamara Smart
Billie Wesker giovane Siena Agudong
Evelyn Marcus Paola Núñez
Simon Marcus Connor Gosatti
Richard Baxter Turlough Convery
dottoressa Amrita Singh Ayushi Chhabra
Arjun Batra Ahad Raza Mir
Bea Ella Zieglmeier
Yen Mpho Osei Tutu
Roth Anthony Oseyemi
Susana Franco Lea Vivier
 

critica IMDb intera stagione 3,8 /10 singoli episodi 4,7 /10 | Rotten Tomatoes critica 5,7 /10 utenti 1,8 /5 | Metacritic critica 53 /100 utenti 1,5 /10

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Commenti (3)

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  • gio_1981

    06 Agosto 2022, 20:47

    Questa serie fa schifo ! Ma l'avevo già intuito quando avevano detto che Wesker sarebbe stato nero e che la storia avrebbe avuto come protagoniste le sue figlie ! Be è ancora peggio di come pensavo, spero che la stagione due venga cancellata.
    Fa schifo non soltanto perchè non c' entra nulla con i videogiochi, ma pure come serie presa da sola.
    Voto 4
  • Lamarca

    06 Agosto 2022, 21:04

    Pienamente d'accordo con quanto detto da gio1981, se proprio siete in crisi d'astinenza dal politicamente corretto guardatela, altrimenti prendete una serie a caso e al 90% dovrebbe essere migliore.
  • giannia

    07 Agosto 2022, 09:11

    È una serie per ragazzi. Questo sintetizza tutto.

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