L’Ouverture 1812 su etichetta Telarc
Analisi artistica e interpretativa dell'Overture 1812 a cura di Pierre Bolduc, editore della rivista Audiophile sound seguita dall'analisi tecnica e dal confronto delle tracce audio da CD, DSD stereo e DSD multichannel a cura dell’Ing. Marco Lincetto, editore dell'etichetta Velut Luna
Versioni e giudizio artistico a cura di Pierre Bolduc
A sinistra la prima edizione inicisa nel 1978; a destra la versione SACD ibrida più recente
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La stampa specializzata ha esaltato ai massimi livelli questa versione dell’Ouverture 1812 di Tchaikovsky, uscita su un SACD ibrido vent'anni fa. Ancora oggi il suono dei suoi cannoni risuona ovunque nelle fiere hifi. Ma a vent’anni dalla sua incisione, l’edizione Telarc è ancora in "pole position" nella classificazione delle migliori edizioni tecniche e interpretative dell’opera? L’edizione sotto esame è la seconda registrazione di Kunzel dell’Ouverture 1812. La prima, incisa nel 1978 su due canali con il sistema di codificazione Soundstream e con la stessa orchestra, mise la casa di Cleveland sulla mappa mondiale come produttrice di incisioni di qualità audiophile. È ancora oggi disponibile su un SACD ibrido ma con brani diversi di quelli che accompagnano la seconda versione, quella sotto esame. Se da un lato la qualità tecnica delle due incisioni è davvero impressionante, soprattutto nella seconda che offre il supporto multicanale (vedere la recensione fatta da Marco Lincetto nella seconda pagina) nonché che usufruisce di una codifica Native DSD, dall’altro, dal punto di vista interpretativo, Erich Kunzel e la sua orchestra devono fare i conti con rivali molto temibili.
Il giudizio artistico
Erik Kunzel, Direttore della Cinncinnati Pops Orchestra
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Kunzel è certamente un direttore di talento, ma non può essere paragonato né a Fritz Reiner, né a Antal Dorati, né a Herbert von Karajan, per citare qui soltanto tre direttori che hanno firmato interpretazioni più idiomatiche e più immediate delle due letture di Kunzel (vedi Discografia in basso, nell'ultima pagina). Nell’edizione più recente, quella incisa nel 1999 su supporto multicananle, Kunzel offre una lettura simile al suo primo tentativo ma più integrata e soprattutto con la presenza di un coro che aiuta molto all’intensità emotiva delle pagine di apertura dell’Ouverture: una sorta di preghiera di fronte a un’anticipata catastrofe. Ma basta ascoltare i primi cinque minuti dell’edizione RCA Living Stereo per capire come Fritz Reiner riesce a creare un’atmosfera intrisa di dolore e di disperazione.
1812: Edizione LP con Fritz Reiner/RCA Living Stereo
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Su Audiophile sound n. 2 (marzo 1999), avevamo allegato il CD H i Fi Ouvertures, sempre disponibile dal nostro online shop dove è possibile ascoltare l’esecuzione completa diretta dallo stesso Reiner. Avevamo infatti riesumato il master di questa 1812 dagli archivi della RCA per procedere alla rimasterizzazione con convertitori Weiss. Da questa lavorazione ne è scaturita un remastering ricco e ben dettagliato. Segnalo che è appena uscito anche un nuovo remastering del disco di Reiner su LP 180gr. Speakers Corner (vedi Discografia in fondo alla seconda pagina di questo articolo).
Cover del CD AUD 003, allegato al numero 2 di Audiophile sound
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Al contrario di Reiner, Kunzel (in entrambi le sue versioni) sa creare splendide sonorità, supportato in più nell’ultima edizione dalla presenza di un coro semplicemente superbo, ma non riesce comunque a comunicare una vera sensazione di tensione. Sì, è vero, si suppone che la sezione iniziale sia una preghiera, ma in realtà è molto di più: ripeto, si tratta del preludio di una tragedia incombente e Reiner, direttore di origine ungherese, si sforza di immergere questa musica in un’atmosfera tragica la cui importanza a Kunzel sembra sfuggire. Karajan, nella sua ottima registrazione per la Deutsche Grammophon riesce, come Reiner, a creare un’atmosfera appropriata e con un coro russo, il Coro Don Kosaken Chor Serge Jaroff, con timbriche ancora più russe che nel caso del Coro di Kiev sull’ultimo release della Telarc.
1812: Edizioni Karajan (LP DG) e Dorati (LP Mercury)
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E si ascolti la fantastica energia che Karajan sa imprimere nelle diverse battaglie, energia che troviamo anche nell’edizione di Antal Dorati con la Minneapolis Symphony Orchestra su etichetta Mercury Living Presence (vedi Discografia in basso). Dorati trova il tono giusto nelle prime pagine, anche senza coro, e ogni battaglia è infusa di una stratosferica input di adrenalina, accompagnata da colpi di cannone da far paura. Chi vuol avere un’edizione su vinile, delle tre versioni alternative, consiglio l’acquisto di una copia originale dell’edizione di Dorati che costa poco sul mercato usato: senz’altro una delle grandi incisioni analogiche e a mio avviso erroneamente dimenticata dalla stampa specializzata.
Foto del cannone usata dalla Telarc per la ripresa per l’SACD dell’1812:
si tratta di un cannone risalente all’era della Guerra Civile Americana.
I cannonieri erano gli stessi presenti per la registrazione originale dell’1812 fatta nel 1978.
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L'immagine qui in alto è quella del cannone usata dalla Telarc per la ripresa per l’SACD dell’1812. Si tratta di un cannone risalente all’era della Guerra Civile Americana. I cannonieri erano gli stessi presenti per la registrazione originale dell’1812 fatta nel 1978. Devo anche aggiungere l’edizione di André Previn su Warner (ex-EMI): lettura nervosa e molto ben incisa. Si ravvicina all’interpretazione di Dorati anche se l’orchestra di Previn (senza coro) gode di un bilanciamento meno ravvicinato. L’ideale sarebbe un’edizione di Dorati su supporto 45 giri che purtroppo non esiste sul mercato.
Negli ultimi anni sono uscite altre belle edizioni su CD – penso a Neeme Jarvi su Deutsche Grammophon, Gergiev su un SACD LSO - , ma tutte rimangono inferiori dal lato interpretativo. La lettura di Gergiev è ottima ma l’incisione – anche in versione multichannel – è deludente: archi gonfiati artificialmente con riverbero, ottoni poco presenti e bassi che mancano di definizione.Ma tornando a Kunzel, il fatto di non aver investito così tante tensioni dopo l’introduzione non vuol dire che Kunzel sia moscio. Se sa mantenere la tensione bassa all’inizio, è per farla crescere man mano che la ‘guerra’ - se posso usare questa espressione - si sviluppa nelle successive battaglie raggiungendo quella conclusiva, dove il carillon, i cannoni, le campane e gli altri strumenti a percussione vengono chiamati a raccolta per celebrare la meritata vittoria. E, in questo senso, dopo un lungo crescendo di tensione, le pagine conclusive di quest’opera sono rese in maniera veramente magnifica, senza dubbio grazie a una registrazione la cui escursione dinamica risulta davvero eccezionale.
Pyotr Ilyich Tchaikovsky
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Nonostante questo, qualcuno potrebbe prediligere uno stacco di tempi più incalzanti, ma non c’è dubbio che l’ottima qualità di entrambe le edizioni Telarc - ma prevalemente nella seconda edizione -, aggiunge qualcosa di speciale alle vittoriose pagine conclusive che, per forza di cose, la registrazione di Karajan su Deutsche Grammophon, per dar un esempio, non è in grado di comunicare. Soprattutto nella versione multicanale, l’ascolto chez Telarc delle celebrazioni della vittoria su un buon impianto può rivelarsi un’esperienza che pochi hanno provato. Vorrei aggiungere che il SACD è anche interessante per i brani che completano l’Ouverture 1812. Il Capriccio italiano e la Marcia slava sono eseguite con notevole raffinatezza anche se non c’è l’idiomaticità che notiamo nelle migliori incisioni presenti sul mercato (Kondrashin su RCA Living Stereo e Svetlanov su Melodiya, Reiner su RCA Living Stereo). La direzione di Kunzel si è raffinata nel corso degli anni, con una maggiore sapienza nell’uso del rubato e con una più spiccata capacità di gradazione nelle scelte agogiche e dinamiche.
Da ciò ne scaturisce un’interpretazione più che buona di entrambe le opere, che appaiono eccezionalmente ben suonate, in maniera incisiva e con colori ben definiti. Ancora più interessanti sono la Marcia festiva dell’incoronazione e la Danza dei cosacchi da Mazeppa sempre di Tchaikovsky, due lavori che sembrano fatti apposta per esaltare i pregi di un buon impianto hi-fi. Come avviene nel caso dei Valzer e delle Polonaises, i tempi di Kunzel appaiono in questo senso particolarmente corretti. I colori orchestrali e i ritmi permettono alla musica di fluire e dilatarsi nella maniera migliore. Questi ultimi due brani presentano motivi universalmente noti e vengono interpretati da Kunzel e dalla sua Cincinnati Pops Orchestra con la giusta dose di grazia e di vivacità. In questo i musicisti sono aiutati da una registrazione incredibilmente dettagliata, che consente all’ascoltatore di apprezzare ogni minima variazione di dettaglio.