Lubo, il film di Giorgio Diritti a Venezia 80

Fabrizio Guerrieri 30 Luglio 2023, alle 04:51 Cinema, Movie e Serie TV

È stato diffuso il teaser del nuovo film del regista di Il vento fa il suo giro e di Volevo nascondermi, che racconta la storia di un nomade e artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca


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È stato diffuso il teaser di Lubo, il nuovo film di Giorgio Diritti, regista di Il vento fa il suo giro e di Volevo nascondermi (il pregevole film su Antonio Ligabue interpretato da Elio Germano, purtroppo flagellato all’uscita in sala dall’arrivo della pandemia), liberamente tratto dal romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, che racconta la storia di Lubo, un nomade e un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di prendere i loro tre figli piccoli, strappati alla famiglia in quanto Jenisch, come da programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.

Il cast della pellicola è composto da Franz Rogowski, Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noémi Besedes, Cecilia Steiner, Joel Basman, Philippe Graber e Massimiliano Caprara. Lubo sarà presentato in Concorso alla 80^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e arriva nelle sale cinematografiche il 9 novembre 2023.

Commenti (1)

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  • pace830sky

    30 Luglio 2023, 06:53

    Sarei curioso di sapere come si notifica la chiamata alle armi ad un nomade. Credo che in realtà si debba presumere (non ho visto il film ovviamente) che il protagonista sia stanziale ancorché di etnia (o di discendenza) rom o sinti.

    p.s. filologicamente parlando, forse sarebbe corretto usare il linguaggio dell' epoca, rispolverando la parola zingaro, termine correntemente in uso fino all' inizio di questo secolo, e non sempre con accezione dispregiativa. Usare il linguaggio moderno è come se parlando di un film sul fascismo chiamassimo gli ascari afrodiscendenti.

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