Dischi HD Vinyl commercializzati nel 2019?

Riccardo Riondino 16 Aprile 2018, alle 15:04 Audio

La start-up austriaca Rebeat Innovation presenterà in autunno a Detroit una nuova tecnica per produrre dischi in vinile di migliore qualità e con livello e durata maggiori del 30%, basata sulla modellazione software 3D partendo da tracce digitali, mentre i primi dischi dovrebbero arrivare nell'estate del 2019

Dopo due anni si torna a parlare del progetto HD Vinyl, portato avanti in Austria dall'istituto Joanneum Research e da Rebeat Innovation, start-up specializzata nella distribuzione di musica digitale. Günther Loibl, fondatore e CEO Rebeat Innovation, ha annunciato infatti di aver raccolto un finanziamento di 4,8 M US $ per sviluppare il brevetto depositato nel 2016. Si tratta di un metodo per la produzione di dischi in vinile partendo da tracce digitali Hi-Res, le quali vengono elaborate via software per ricavare un modello 3D. Un'apparecchiatura laser, nella quale sono stati già investiti 600.000 dollari, provvede a creare la matrice ceramica utilizzata per lo stampaggio

Il nuovo sistema consentirebbe di ottenere dischi di migliore qualità (risposta estesa fino a 100 kHz anche nei solchi interni invece di 15 kHz), con una durata e un livello superiori del 30% rispetto alla tradizionale incisione meccanica della lacca, limitando oltretutto l'uso di composti chimici. I dischi HD Vinyl saranno inoltre totalmente retro-compatibili, anche se per sfruttarne tutte le potenzialità serviranno dispositivi specifici. L'anteprima avverrà durante la fiera Making Vinyl, in programma per ottobre a Detroit. L'arrivo nei negozi dei primi dischi HD Vinyl è invece prevista per l'estate 2019.

Per ulteriori informazioni: hdvinyl.org

Fonte: What Hi-Fi

Commenti (9)

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  • kapooo

    16 Aprile 2018, 18:12

    Sarò io che non capisco...questa rincorsa al vinile quando tutti gli studi di registrazione sono in digitale e si parte da un master digitale io non la capisco proprio. Capisco invece la ricerca dei vecchi vinili intonsi da parte degli appassionati dove tutta la catena di registrazione era totalmente in analogico.
  • stazzatleta

    16 Aprile 2018, 18:19

    è sicuramente un paradosso
  • Nordata

    16 Aprile 2018, 19:46

    Concordo con la perplessità.

    il discorso potrebbe avare un senso (e ci sarebbe comunque da discuterne a lungo) se lo stesso prodotto fosse sia DDD (CD) e sia AAA (vinile), ma le incisioni attuali sono DDD oppure DDA (nel caso del vinile).

    Parlo ovviamente di musica commerciale, se poi si va cercare il tal disco realizzato dall'etichetta semi sconosciuta con artisti sconosciuti allora magari tutto è stato fatto con un 2 piste, in presa diretta e riversato poi su vinile.

    A me però interessa il tal brano eseguito dal tal artista, non la cover più o meno fatta bene dall'Ensamble del Dopolavoro dei Ferrovieri (però si sentono scricchiolare le singole sedie su cui sono seduti gli esecutori), purtroppo gli artisti professionisti (famosi) nella stragrande maggioranza dei casi fanno solo un'unico lavoro in studio, in digitale, eventualmente poi si stampa, sempre dal successivo master digitale, il vinile.
  • AlexHRider

    17 Aprile 2018, 00:27

    E nel frattempo le fabbriche di CD chiudono, le tracce in liquida hi res costano parecchio e non si trova una mazza se non i grandi classici e jazz/classica..glieli tiro dietro tipo i piatti sti vinili di ceramica
  • Falchetto

    17 Aprile 2018, 01:18

    però qualcuno mi dovrebbe spiegare, come mai molte registrazioni diciamo così 'vecchiotte' suonano benissimo, mentre altre più giovani fanno davvero schifo!?
    cose come vecchio jazz (Dave Brubeck, ) ma anche vecchio rock (deep purple, cream) ce n'è di spettacolari.
    è forse colpa del digitale? o di come trattano i master? spiegatemelo un po'!
  • stazzatleta

    17 Aprile 2018, 08:04

    è colpa della mancanza di volontà di produrre una registrazione di alto livello perchè comunque non verrebbe percepita dal 90% dei fruitori.
  • AlexHRider

    17 Aprile 2018, 09:35

    Originariamente inviato da: Falchetto;4847808
    però qualcuno mi dovrebbe spiegare, come mai molte registrazioni diciamo così 'vecchiotte' suonano benissimo, mentre altre più giovani fanno davvero schifo!?
    cose come vecchio jazz (Dave Brubeck, ) ma anche vecchio rock (deep purple, cream) ce n'è di spettacolari.
    è forse colpa del digitale? o di come trattano i master? spiegatemelo un po'!


    Non è un problema di supporto di riproduzione finale il livello della qualità di registrazione..ci sono registrazioni moderne/contemporanee che sono ottime anche live (mi viene in mente il paragone Made in Japan del 1972 con le registrazioni dei G3 con Johnson e Petrucci..) ambito in cui si sente proprio bene la capacità dei tecnici.
    Quello che sta accadendo oggi mi viene da paragonarlo alla prevalenza del vinile sulle bobine a nastro magnetico: comodità di utilizzo/conservazione a scapito della qualità raggiungibile dal supporto. La differenza è che oggi è possibile avere supporti come i file ad alta risoluzione che hanno un potenziale decisamente più elevato rispetto al vinile ma manca la cultura musicale che giustificherebbe l'attenzione alla catena di produzione della registrazione quindi ci inondano di mp3 ipercompressi tanto devo portarmeli dietro con l'iphone che c'ho le cuffie della beats . Morale della favola chi ha annusato l'opportunità di far soldi con il ritorno di moda del vinile ora cerca di appiopparci vinili ceramici che sono retrocompatibili ma per sfruttarne il pieno potenziale serviranno dispositivi specifici..eccolo il punto cruciale: già ora per chi è affezionato al vinile la spesa da sostenere per un impianto di riproduzione decente è quel 50% più alta rispetto a un buon impianto digitale.. nel prossimo futuro sarà fortemente spinto a comprarsi una puntina da 10mila euro perchè il vinile ceramico arriva a 100kHz.. bella forza..il nastro magnetico degli anni 60 arriva 150kHz..i file hi-res lasciamo stare . Succederà quindi quello che è successo negli anni '90: chi ha un pacco di soldi da spendere in roba inutile avrà impianti hi-end decenti (e a volte manco decenti) per poter godere dei vinili ceramici (quei 10-15 che ascolterà a ripetizione per far sentire all'amico come respira il violinista del garage di cui sopra e perchè non ci saranno altri che quei 10-15 prodotti in tutto il mondo); mentre invece i comuni mortali si divideranno in due filoni: 1-chi lascerà il mondo della musica e dell'Hi-Fi e si butterà sul tunz tunz da iphone o perderà la voglia di ascoltare musica perchè i compattoni di plastica suonano orrendamente andando a depauperare ulteriormente una situazione già grigia e difficile per la minoranza che ancora sa suonare uno strumento o sa gestire una registrazione con la conseguente perdita di capitali da investire in conoscenze artistiche/tecniche/ingegneristiche/scientifiche collegate a questo mondo e 2-chi si svenerà per prendere apparecchiature normali e ben suonanti che aumenteranno di prezzo perchè sarà stata ulteriormente azzoppata la domanda massiva per la perdità di gente di cui al punto 1.. quando poi lo svenamento avrà prosciugato (direi in brevissimo tempo) il portafoglio della gente normale e ci troveremo tutti ad ascoltare il pulcino pio con vinili ceramici ringraziate i signori austriaci..
  • Nordata

    17 Aprile 2018, 13:31

    Originariamente inviato da: AlexHRider
    [COLOR=#000000]il nastro magnetico degli anni 60 arriva 150kHz[/COLOR]

    Ritengo che volessi scrivere 15 KHz.

    Questi sono i dati di una delle macchine da studio per eccellenza: lo Studer A80, presente nella stragrande maggioranza degli studi di registrazione, in Europa credo in tutti, in America se la divideva con gli Ampex.

    con velocità di 76 cm/s (rapporto S/N 76 dB):

    da 50 a 20KHz +-2 dB
    da 60 a 18KHz +-1 dB

    passando alla classica e più usata velocità di 38 cm/s (rapporto S/N 75 dB):

    da 30 a 18KHz +-2 dB
    da 60 a 15KHz +-1 dB

    va subito detto che questi sono i dati veri, effettivi per tutte le macchine, anche dopo anni di lavoro, fatta la dovuta manutenzione, ovvero non sono dati di marketing, questa è il depliant descrittivo della serie:

    http://lcweb2.loc.gov/master/mbrs/r...20Recorders.pdf
    http://www.endino.com/graphs/

    se guardate le foto lo riconoscerete, lo avrete visto tantissime volte in filmati/foto di studi di registrazione o emittenti radio/TV.

    Con questo venivano realizzati i master a 2 piste ricavati dal nastro 24 piste realizzato con lo Studer A800, (o 48 usandone due in parallelo e sincronizzati).

    Qualcuno troverà quei dati scarsi rispetto a quelli cui ci ha abituato il moderno marketing, vero, ma questi sono dati veri, tenete poi presente che sul vinile, ricavato dai nastri fatti con queste macchine, la risposta era un pelino meno (e diminuiva con l'uso), il bello della fedeltà del vinile /rumore di fondo a parte).
  • AlexHRider

    18 Aprile 2018, 00:07

    chiedo scusa per il dato errato dei 150kHz, l'ho fornito dal momento in cui mi era stato riferito da un addetto del settore che produceva/restaurava lettori a bobine e nastri magnetici al Milano Hi Fidelity del 2016.. magari ho capito male io oppure si riferiva ad apparecchiature recenti

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