vrega ha detto:
non si può gestire una squadra in questo modo. I giocatori perdono la fiducia.... la psicologia del calciatore non è cambiata poi tanto.
Condivido in toto quanto dici e non so perchè leggendo le tue parole mi viene in mente Del Piero. Con lui la sfiducia è stata sempre sentita come un atto dovuto, quasi inevitabile, e tutti ci sono passati: Maldini, Zoff, Trapattoni, Lippi e adesso Donadoni. Qualche umiliante esclusione anche in campionato.
Il calciatore non ne ha mai fatto una piega: poche polemiche, tanto lavoro, sempre pronto per quella che, certamente, sarebbe stata la prossima occasione.
Così facendo è arrivato al 2006, sordo alle lusinghe ha seguito la sua squadra in serie B e in un campionato dove uno con le sue caratteristiche tecnico-fisiche avrebbe potuto tranquillamente sparire per sempre ha portato alla promozione la sua squadra a suon di gol.
E a suon di gol, alla soglia dei 34 anni, quando pochi lo avrebbero pronosticato, vince la classifica dei cannonieri e si ricandida prepontemente alla nazionale.
Poi in nazionale è la solita solfa: sa che prima o poi toccherà a lui, sa che a lui non è concesso di sbagliare, che difficilmente finirà per giocare gli interi 90 minuti, che molto difficilmente sarà schierato 2 volte di seguito titolare dall'inizio, che tutti si aspettano da lui il miracolo e che soprattutto la sua chiamata arriverà, puntuale come le tasse, quando le cose si mettono male e giammai quando le cose vanno bene.
Ma sarà anche il caso o la nostra "pochezza" che senza di lui le cose non sono mai andate eccessivamente bene e il suo turno è puntualmente arrivato.
Ed ecco che il suo turno arriva: sa bene che molto probabilmente sarà uno spezzone di partita, si sente obbligato a dimostrare al mondo intero quello che in realtà non dovrebbe dimostrare a nessuno, inizia a toccare i primi palloni, più spesso in una posizione sbagliata, se vanno bene si rinfranca un pò e conclude delle prestazioni discrete, se vanno male cominciano le corse affannose sull'avversario in fuga (sigh), dispendio di energie inutili, contrasti in ogni parte del campo più spesso persi, spesso il richiamo dalla panchina a mansioni di copertura (anche), l'inevitabile poca lucidità sotto porta e infine l'inevitabile sostituzione.
Quando vedo Del Piero in campo mi prefiguro un film già visto e il più delle volte finisce così.
Ma il calciatore non è mai uscito dal campo con la maglietta intonsa, non ha mai tirato indietro la gamba, non ha mandato affankulo il mister alla sostituzione e soprattutto non si è mai nascosto dietro al pallone. E chi ha giocato un po' a calcio anche a livelli amatoriali sa bene quale è la differenza tra giocar male, essere fuori forma e nascondersi.
Penso che chi del calcio ne fa una profesione dovrebbe guardare alla sua carriera con molto interesse.
Ma penso soprattutto che ci dovrebbero guardare molto attentamente gli allenatori.
Di Rossi nell'82 è stato già detto: se si fosse seguito il copione "Del Piero" probabilmente niente mondiali e niente grande Italia "per sempre". E analogamente mi sentirei di dire per Zidane nel '98 e in parte anche per Ronaldo nel 2002.
Scusate lo sfogo, ma quando vedo il calciatore in campo mi sento imbarazzato per lui.