Resistenze crossover, confronto.

se provaste tutte le vostre bibliche certezze sarebbero abbattute come un agnellino da un branco di lupi.
ma evidentemente siete refrattario ed è inutile parlarne.
passo e chiudo, scienziati...
 
Martino , è che trovo eccessiva questo voler ricercare in modo " scentifico ",

E' forse più giusto dire che le cose sono fatte e vanno fatte con criterio e buon senso ( e già qua un po' di scentifico c'è)

Chi suona uno strumento , chi registra, chi costruisce diffusori si da per scontato che facciano tutto con criterio e buon senso
ma poi quando ascolti ?

Booooo........ a te piace e a me no.

Ci sono in mezzo mille mila variabili che cambiano il risultato finale.

Sono discorsi triti e ritriti di cui si potrebbe parlare all'infinito.;)
 
Ultima modifica:
In ogni caso il discorso non era quale componente, diffusore, ampli, ecc. della catena riproduce il suono nel modo più aderente alla realtà, cosa che aprirebbe un lungo discorso, giusto per concluderlo: personalmente mi limiterei a "riprodurre il messaggio inciso sul disco/CD nel modo più fedele possibile", cosa è avvenuto prima non mi interessa e neanche possiamo intervenirci.

Il punto di questa discussione era quale tra 2 resistenze era meglio.

A questa domanda, se si vuole dare una risposta seria e non la solita "Io ho ascoltato e vi posso dire che ho udito cose che voi umani...." (accusando di sordità chi invece asserisce di non sentire , magari avendo fatto un po' di prove) si può rispondere solo adottando una procedura molto semplice.

Come suggerito si inserisce un commutatore tra le due resistenze da esaminare, un amico si mette a commutare secondo uno schema aleatorio (preparato prima, per semplicità) tot volte le due resistenze e l'interessato si siede tranqulllamente e scrive le proprie impressioni.

Alla fine rilegge quanto ha scritto e trae le proprie conclusioni.

Ovvero:

- si chiamano A e B le due resistenze

- si decide di fare 20 prove

- si prepara uno schema, ad esempio: B-A-A-B-A-B-B-A-B-A...... sino ad arrivare a 20 (o anche più),

- chi ascolta ha un foglietto con 20 spazi numerati in cui scrive brevemente la propria impressione (che potranno essere solo di due tipi, ovviamente)

- alla fine si confrontano i risultati con le impressioni e resistenze effettivamente inserite.

Magari si scoprirà che senza sapere cosa si stava ascoltando le sensazioni saranno state puramente in modo casuale, a tal proposito ricordo che per poter dire di senrtire differenze si deve averlo fatto senza errori almeno un 80% di volte (il 50% è la percentuale statistica dovuta al caso).

Se per noi una resistenza era "calda" si dovrà averla individuata senza sbagli almeno diciamno 17 volte su 20.

Facile da farsi, mi sembra, poi vediamo chi è sordo; ricordo la regoletta base semplice, semplice, non si deve sapere quale sia il componente scelto; d'altra parte con differenze che anche un sordo può sentire credo non ci sia alcun problema fare questo test, sarà come bere un bicchier d'acqua.

Una precauzione operativa: chi opera il cambio dovrebbe comunque smpre azionare più volte il commutatore per fermarsi poi nella posizione prescelta in precedenza, questo per evitare che chi ascolta possa farsi influenzare dal fatto che il commutatore sia stato azionato o meno.
 
... e vabbè... ma così mi mandi in vacca tutto un mondo... e io che mi preparavo a assemblare una ciabatta sospesa su molle e accoppiata a massa su punte ... e mò che faccio? devo passare attraverso il test doppio cieco anche di tutte le possibili molle? :cry:

sadico :mad:
 
Voglio farvi una piccola osservazione su questo metodo di prova.
l'inserimento del commutatore nella catena dovrebbe inserire effetti udibili (indesiderati) di ordine superiore rispetto alla differenza di suono che vogliamo ascoltare fra le 2 resistenze.
 
Tutte le non linearità introdotte dal commutatore come componente meccanico, resistenza di contatto, induttanza, magari anche effetti capacitivi. La puoi modellare come una impedenza.
 
Ciao,
ma come hai fatto il test?
Hai saldato e dissaldato resistenze nell'ampli? O nelle casse? Dimmi della modalita' di prova, che mi incuriosisce.
Che misure hai fatto alle resistenze?
 
Tutte le non linearità introdotte dal commutatore come componente meccanico, resistenza di contatto, induttanza, magari anche effetti capacitivi. La puoi modellare come una impedenza.

Se propio vogliamo tenerli in considerazione, sono tutti parametri talmente piccoli da risultare ininfluenti, ma poi sussistono per entrambe le situazioni, per cui
 
Se si arriva al punto di sostenere che un contatto di un commutatore sia tale da introdurre alterazioni udibili ad orecchio (ricordo che le variazioni introdotte dal cambio di resistenza sono state definite tali "da essere udite da un sordo") siamo veramente ad un punto quasi surreale.

Allora ogni saldature in una elettronica, ogni percorso all'interno dei mixer di registrazione, i contatti nelle patch-bay, le decine di cavi, spine, connessioni presenti in uno studio, oltre a quanto c'è nelle nostre elettroniche, nei relè di protezione sulle uscite o nei circuiti anti-bump c'è da mettersi le mani nei capelli.

Mi piacerebbe sapere cosa hanno fatto i possessori delle orecchie super fine che riescono a percepire le sfumature introdotte da un ponticello di 2 cm, tra i connettori del crossover, dal cambio di una resistenza, dalla presenza di un eventuale contatto in uscita per porre rimedio ai picchi o nulli presenti nel loro ambiente, picchi di 15 dB o più, avranno certamente affidato la realizzazione della loro sala a ditte specializzate in costruzione di auditori, oppure avranno proceduto loro stessi con trappole acustiche in ogni punto opportuno, credo che a chi sente le differenze di 0,01 dB (forse ancor meno) sia una pena tremenda dover ascoltare alterazioni di parecchi dB nella curva di risposta, filtraggi a pettine e quanto altro avviene immancabilmente in un ambiente normale.

Sono invece sicuro che non hanno fatto nulla, la materia è troppo scientifica e legata a leggi abbastanza complicate da cui non si può prescindere nè discutere ad capocchiam, sicuramente molto meno pericoloso e altrettanto sicuramente più figo disquisire sulla marca del tale condensatore o cavo, dissertare sulla bontà di una presa di corrente da 500 €, perchè quelle sì introducono migliorie "ascoltabili anche da un sordo".
 
Ciao,
ma come hai fatto il test?
Hai saldato e dissaldato resistenze nell'ampli? O nelle casse? Dimmi della modalita' di prova, che mi incuriosisce.
Che misure hai fatto alle resistenze?
stacco ed attacco le res con dei semplici coccodrilli dal crossocer esterno
le misure le ho fatte con oscilloscopio e con la clio
 
Be', dalla risposta, in effetti...:rolleyes:

Credevo di fare delle domande serie per ottenere risposte altrettanto serie, mi sembra però che sia mission impossible, se le argomentazioni sono di questo tenore si capiscono molte cose.
 
Martino , è che trovo eccessiva questo voler ricercare in modo " scentifico ",

Forse, ma è l'unico metodo per separare la realtà da quello che non lo è, oppure da quello che si pensa sia realtà ma non si può dimostrare. Sarò limitato ma non conosco altri metodi...

In effetti dalla piega che ha preso questa discussione non è stato male affrontare la questione adoperando questo metodo...
 
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a me piacerebbe tanto vedere quale livello di trattamento acustico dell'ambiente di ascolto si è raggiunto prima di focalizzarsi sulle componenti resistiva/induttiva/capacitiva di una resistenza (:confused:) o di un contatto (e qui al resistiva ci può anche stare... ma le altre su un contattino del piffero le vedo moooolto aleatorie)

come detto più che giustamente da Nordata qualche post addietro (che stia simpatico o meno a qualcuno quando ha ragione è corretto dargliela) che ne è di tutti i problemi di acustica ambientale che possono introdurre modifiche del suono di diversi ordini di grandezza superiori?
 
Lupo,
Se si sta a guardare quello del trattamento della stanza dovrebbe essere la prima cosa da fare
Però non tutti hanno un locale dedicato dove poter intervenire in modo pesante ( io in primis)
Perciò che si fa?
Si fa un compromesso .
Io ho cercato di fare una via di mezzo , buona componentistica , diffusori più di sostanza che di estetica ( a parte i surround un po' più carini dato che sono a vista) poi abitando in condominio non è che posso alzare chissà quanto perciò ho scelto componenti che previlegiassero il parlato senza dover alzare troppo il volume.
 
ma sono d'accordissimo... il punto non è intervento pesante o leggero di trattamento acustico in un locale ma, bensì, se si stia a guardare la qualità sonica di una resistenza (tutta da dimostrare) e quale importanza si dia a questa in confronto alle modifiche della riproduzione acustica introdotte dall'ambiente... insomma, per dirla terra terra, quale sia la scala dei pesi e quale siano le priorità

poi per carità, al mondo esiste anche gente che collega le tripolari 220V su delle ciabatte sollevate con molle dal terreno... e anche gente che spende cifre folli per comprare delle spine schuko placcate con metalli assurdi (per altro in spessori risibili) per farsi i cavi da piazzare nelle ciabatte di cui sopra.. vabbè... appunto una questione, fra l'altro ma non solo, di priorità e scala dei valori

cmq, tornando ai living e per chi ne avesse voglia, già soltanto il trattamento dei dei punti di prima riflessione, unitamente ad un posizionamento delle casse un minimo sensato, porta benefici all'ascolto notevoli con poco impatto estetico... tutta roba che si sente e si misura facile ;)
 
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