josephpino
New member
Eccomi qui. Ho finalmente collegato l’amplificatore ai diffusori utilizzando il mio Audioquest Type 4 e dunque adesso posso dire la mia sull’amplificatore e sull’impianto che ho messo su.
Per quel che riguarda l’amplificatore devo dire che ero un po’ scettico. Su internet si legge di tutto, e anche prodotti incredibili come quelli che sforna Accuphase sono criticati. Appena l’ho tirato fuori dall’imballo la prima cosa a cui ho pensato è stata: “wow, sembra un amplificatore degli anni ’70, ma di quelli seri seri che costavano milioni di lire”. La qualità costruttiva è davvero stratosferica. Immagino che un apparecchio del genere se trattato non dico in maniera impeccabile, ma anche in maniera appena appena dignitosa, possa durare almeno trent’anni. Appena l’ho collegato e acceso, si sono accesi i due vu-meters e il logo della casa con la scritta “Accuphase” luminosa al centro. Quando un prodotto sembra più bello dal vivo che nelle fotografie del sito ufficiale, vuol dire che anche sotto il profilo estetico è stato fatto un bel lavoro, aldilà della soggettività.
Ma veniamo all’ascolto. Ho iniziato mettendo un album jazz ed ho subito notato una grinta, un corpo e un’energia assolutamente sconosciute all’amplificatore dal quale venivo (un Rotel RA-1520 che per carità rimane ottimo per la sua fascia di prezzo). Certo, il paragone è impari, ma l’Accuphase a confronto ha un’anima spiccatamente musicale che il Rotel non aveva. Ascoltando l’Accuphase ho immediatamente capito che il wattaggio di un’amplificazione è un dato molto relativo. Molti amplificatori evidentemente riescono a fare rumore arrivando ad un determinato numero di watt, ma arrivare suonando al numero di watt dichiarati è un altro conto e solo apparecchi costruiti in un certo modo ci riescono. Penso che il mio E-213 sia costruito in un certo modo.
Un basso rotondo dunque, e pulito, molto pulito. Le frequenze medie mi danno l’impressione di essere molto trasparenti e materiche senza essere mai né avanti né indietro rispetto a dove dovrebbero essere, ma sempre al posto giusto. Le alte frequenze non sono sicuramente smussate, ma neanche fastidiose o invadenti. “Realistiche” è la parola che mi viene in mente per descriverle. Stavo pensando che il livello di realismo di questo amplificatore è tale che io mi sentirei di sconsigliarlo a molti audiofili alla ricerca di un sound “caldo”. Direi anzi che è analitico ma c’è da sottolineare con forza che a differenza del Rotel questo ha un’analiticità musicale. Riesce cioè a farsi apprezzare per i dettegli e la raffinatezza di cui è capace, ma anche per quella rotondità emozionante che non dovrebbe mai mancare ad un due canali che si rispetti.
Infine passiamo alla sinergia con i miei diffusori Tannoy DC8. Direi che entrambi i prodotti hanno impostazioni simili e non tendenti a timbriche particolari o estreme, per cui il risultato che ne esce fuori è quello di un suono neutrale in cui il dettaglio è presente in abbondanza, ma anche il basso e la dinamica non latitano, grazie anche al meraviglioso woofer da 20 cm di cui sono dotate le Tannoy. Se si predilige addolcire, o al contrario, rendere il suono più brillante, penso che la scelta della cablatura, ma soprattutto del DAC possa davvero spostare l’ago della bilancia.
Per quel che riguarda l’amplificatore devo dire che ero un po’ scettico. Su internet si legge di tutto, e anche prodotti incredibili come quelli che sforna Accuphase sono criticati. Appena l’ho tirato fuori dall’imballo la prima cosa a cui ho pensato è stata: “wow, sembra un amplificatore degli anni ’70, ma di quelli seri seri che costavano milioni di lire”. La qualità costruttiva è davvero stratosferica. Immagino che un apparecchio del genere se trattato non dico in maniera impeccabile, ma anche in maniera appena appena dignitosa, possa durare almeno trent’anni. Appena l’ho collegato e acceso, si sono accesi i due vu-meters e il logo della casa con la scritta “Accuphase” luminosa al centro. Quando un prodotto sembra più bello dal vivo che nelle fotografie del sito ufficiale, vuol dire che anche sotto il profilo estetico è stato fatto un bel lavoro, aldilà della soggettività.
Ma veniamo all’ascolto. Ho iniziato mettendo un album jazz ed ho subito notato una grinta, un corpo e un’energia assolutamente sconosciute all’amplificatore dal quale venivo (un Rotel RA-1520 che per carità rimane ottimo per la sua fascia di prezzo). Certo, il paragone è impari, ma l’Accuphase a confronto ha un’anima spiccatamente musicale che il Rotel non aveva. Ascoltando l’Accuphase ho immediatamente capito che il wattaggio di un’amplificazione è un dato molto relativo. Molti amplificatori evidentemente riescono a fare rumore arrivando ad un determinato numero di watt, ma arrivare suonando al numero di watt dichiarati è un altro conto e solo apparecchi costruiti in un certo modo ci riescono. Penso che il mio E-213 sia costruito in un certo modo.
Un basso rotondo dunque, e pulito, molto pulito. Le frequenze medie mi danno l’impressione di essere molto trasparenti e materiche senza essere mai né avanti né indietro rispetto a dove dovrebbero essere, ma sempre al posto giusto. Le alte frequenze non sono sicuramente smussate, ma neanche fastidiose o invadenti. “Realistiche” è la parola che mi viene in mente per descriverle. Stavo pensando che il livello di realismo di questo amplificatore è tale che io mi sentirei di sconsigliarlo a molti audiofili alla ricerca di un sound “caldo”. Direi anzi che è analitico ma c’è da sottolineare con forza che a differenza del Rotel questo ha un’analiticità musicale. Riesce cioè a farsi apprezzare per i dettegli e la raffinatezza di cui è capace, ma anche per quella rotondità emozionante che non dovrebbe mai mancare ad un due canali che si rispetti.
Infine passiamo alla sinergia con i miei diffusori Tannoy DC8. Direi che entrambi i prodotti hanno impostazioni simili e non tendenti a timbriche particolari o estreme, per cui il risultato che ne esce fuori è quello di un suono neutrale in cui il dettaglio è presente in abbondanza, ma anche il basso e la dinamica non latitano, grazie anche al meraviglioso woofer da 20 cm di cui sono dotate le Tannoy. Se si predilige addolcire, o al contrario, rendere il suono più brillante, penso che la scelta della cablatura, ma soprattutto del DAC possa davvero spostare l’ago della bilancia.
Ultima modifica: