@Ettore: ho definito un'esagerazione in quanto hai detto "chi ha il VT60..." e non "chi ha il VT60 ed è profano in materia di calibrazione...". Inoltre, provare l'autocalibrazione equivale a possedere Calman, non vedo come potrebbe essere altrimenti perciò il distinguere che va provato l'autocal e non Calman non l'ho capi..........[CUT]
Stefano, ho specificato bene la questione a proposito della prima riga del tuo intervento. Non voglio andare oltre... dico solo che personalmente ritengo quella prova non secondaria anche per uno sgamato ed esperto come te. Le ragioni sono molteplici, sono certo che guardando dal vivo il procedimento, le barre dei livelli RGB che si muovono in automatico... il deltaE che scende... il report finale che recita frasi tipo "
Calibrazione White balance 10p terminata, 107 letture effettuate, tempo trascorso 18.57 minuti..." anche tu concorderesti che... l'ora e mezzo passata in manuale per raggiungere lo stesso risultato forse la volta dopo te la risparmieresti tranquillamente (e non ho ancora visto in funzione tutto il procedimento, con anche la gestione dei pattern demandata a Calman in automatico, senza entrare/uscire dal menu di GCD, selezionare il pattern di volta in volta e premere play... poi stop e via dicendo...). E sono d'accordo anche che sotto una certa soglia di deltaE non si notano differenze ad occhio, ovvio, però sai meglio di me che avere un target molto basso consente di avere - analogamente - un deltaE il più basso possibile anche laddove non è concretamente possibile raggiungere il target prefissato, cosa che in manuale comporterebbe infiniti tentativi, che oltre una certa soglia rischiano di farti allontanare dall'obiettivo. In concreto, questo si può tradurre in una calibrazione automatica che porta a un deltaE medio pari - per esempio - a 0,6 contemporaneamente a un deltaE - sempre per esempio - pari a 1,1 a 10 IRE e 2,9 a 90IRE. Avere un deltaE medio pari a 0,6 sono d'accordo che interessi poco, andava benissimo anche avere un valore di 1,9, ma raggiungere quell'1,1 a 10IRE e quel 2,9 a 90IRE in manuale (valori totalmente a caso, usati solo per indicare l'ipotesi di due zone più problematiche da sistemare) avrebbe probabilmente comportato uno sforzo notevole, in termini di tempo, unitamente alla contemporanea crescita del deltaE dei livelli adiacenti, per sistemare i quali sarebbe stato necessaria la scelta tra andare avanti con la calibrazione a tempo indefinito, oppure accettare quella situazione. In definitiva, mi pare evidente quale sia il punto, e il relativo vantaggio di un sistema che effettua calcoli rapidissimamente, effettuando passaggi su passaggi fino al raggiungimento di una situazione il migliore possibile lungo tutta la curva, non solo in uno specifico punto, cosa che la prima autocalibrazione di Calman non faceva e che nemmeno una persona può fare, in manuale, se non a scapito di notti intere passate davanti alla sonda. E una curva come quella di cui parlo, si traduce in impressioni di visione di certo differenti, questo è ovvio.
Infine, senza falsità, ammetto che tutta l'esperienza e l'abilità del mondo di un calibratore (cosa che comunque non mi riguarda... sia chiaro!) non credo possano essere ritenute pari a un programma che è stato affinato partendo proprio da quelle esperienze, quelle abilità, messe al servizio di un algoritmo con infinitamente superiori capacità di calcolo rispetto a un essere umano, quindi non vedo perché rinunciare ad avvalersene.
Preciso anche che, in linea di massima, non si può ritenere perfetto un programma a prescindere, ovvio, e in certi casi l'intuizione umana, dovuta a quell'esperienza di cui parlavo, può fare la differenza rispetto al mero calcolo. Inutile dire, però, che si tratta di vere e proprie eccezioni, con poca incidenza quantitativa, soprattutto a proposito di display relativamente facili da calibrare come i VT60, viste le potenzialità e gli strumenti a disposizione.
A proposito dell'ultima frase del tuo post, invece, quello che dici è palese. Il senso della mia precisazione però lo è altrettanto: dire, come avevi scritto - immagino senza renderti conto dell'implicazione lessicale... - che
chi ha un VT60 deve necessariamente provare Calman trasmette l'idea che io volessi spingere quel programma, in quanto tale, piuttosto che tutti gli altri, semplicemente per il fatto di essere Calman invece che HCFR. Invece il punto è specificamente
l'autocalibrazione di Calman, che è quello di cui parlavo, e che è il plus che, secondo me, vale davvero la pena di provare. Se non si è interessati all'autocalibrazione, ai vantaggi che consente e tutto il resto... al di là del fatto che non si saprà mai cosa ci si perde... mai mi sognerei di spingere all'utilizzo di Calman piuttosto che HCFR, o Chromapure o qualunque altro software. Non ne avrei le competenze. Ovvio che per provare l'autocalibrazione si deve avere Calman (ma in realtà si può anche solo scaricare la versione di prova, tanto per toccare con mano di cosa stiamo parlando...

), ma non volevo correre il rischio che passasse un messaggio in stile fanboy, di un programma in questo caso piuttosto che di un brand, come capita più spesso...
Ettore