Mike5 ha detto:
Ma come fa il PAC ad eliminare il rimbombo ? Taglia le frequenze in corrispondenza della risonanza ? Se e così, non dovrebbe sentirsi un "vuoto" a certe frequenze ? Se fai un sweep senti dei vuoti ?
Michele
Michele,
cercherò di risponderti nel modo meno "tecnico" possibile, dato che credo di essere tra i pochi in grado di farlo....
Una risonanza altro non è che la proprietà di un certo ambiente a non lasciar decadere in un tempo ragionevole un suono ad una determinata frequenza. Quello che fa il PAC è, dopo avere "sondato" l'ambiente e le sue proprietà, operare una modifica al segnale tale da sottrarrne ciò che l'ambiente introdurrà di suo, in modo da avere un risultato finale il più possibile analogo a quello del segnale sorgente.
Al di là delle risonanze dovute alle mere dimensioni (e materiali costituenti le pareti) della stanza, possiamo avere, in ambiente, tutta una serie di strutture che, a determinate frequenze, si mettono a risuonare di loro, per via dei volumi d'aria in essi contenuti (armadi, librerie con antine chiuse, vasi, contropareti, etc etc).
Queste sono, di solito, facilmente identificabili usando dei lenti sweep in bassa frequenza, anche a volumi moderati.
L'efficacia del PAC nei confronti di questi problemi può essere maggiore o minore in funzione della natura e dell'entità stessa di queste risonanze, che definirò "secondarie", per semplicità.
Non sto ad entrare in una disquisizione tecnica che farebbe solo venire dei mal di testa non necessari, limitandomi a dirti che il successo può essere maggiore o minore in funzione di una serie di fattori così variabili tra loro che l'unica è....effettuare una prova.
Ti posso dire che, solitamente, il miglioramento è considerevole, ma non posso dirti a priori quanto consistente possa essere: il nostro dispositivo, per quanto "potente", non può risolvere qualsiasi problema audio, ovviamente.
Ti faccio un esempio: in una recente installazione, ci è capitato che il proprietario avesse disposto, per quasi tutta la sala, una impressionante quantità d'argenteria (vassoi, caraffe, tazze e via dicendo). Durane la fase di misura abbiamo dovuto asportare la totalità di questi oggetti, che, eccitati dallo sweep, risuonavano con un clangore considerevole che andava ad affliggere la qualità della rilevazione. A correzione applicata, le argenterie sono state riposizionate: a parità di volume d'ascolto la situazione è migliorata notevolmente, ma resta il fatto che, alzando il volume (anche se a livelli improponibili in situazione pre-correzione), ad un certo punto l'argenteria si mette comunque a ballare la cucharacha: non possiamo modificare le proprietà fisiche dei materiali e degli oggetti, ovviamente, ma solo attenuare certe problematiche.
Non per nulla la proposta del nostro dispositivo propone, sempre e comunque, la prova a casa propria.
Ciao,
Andrea