Discutiamo di scena, immagine e focalizzazione ....

Microfast

Operatore
My-fi o no parliamone una buona volta ed in modo approfondito, in base alle nostre esperienze-impressioni.

Secondo voi come devono essere, come cercate di ottenerle, che tipi di diffusori ritenete e perche' piu' validi da questo punto di vista ?

Quanto influisce l'orientamento ed il posizionamento ( vicinanza dalle pareti laterali e di fondo ) dei vari tipi di diffusori, come pure l'ambiente stesso ( lasciamo stare la timbrica in questo thread ) all'ottenimento della riproduzione "perfetta" ?

C'e' chi dice che su una traccia stereo altro non c'e' che l'informazione per ricreare un'immagine 2d da destra a sinistra e che qualsiasi cosa che si allontana da questa realta' e' un artificio assolutamente da evitare.

Chi non sopporta un immagine, per quanto precisa, piatta e deprimente ..........

Chi addirittura vuole una scena gigante che esce dalla stanza ed ingigantisce tutto.

Cerchiamo di affrontare questo spinoso ed annoso argomento in modo razionale.

Saluti
Marco
 
sono per la scena gigante. più è ampio il fronte sonoro e più ne traggo giovamento.

non mi importa se chi l'ha registrato volesse riprodurlo o meno in quel modo.

quindi la mia recente adesione al mondo del planare che paradossalmente rende più tridimensionale la scena :D è l'ottenimento del my-fi.
 
stazzatleta ha scritto:
sono per la scena gigante. più è ampio il fronte sonoro e più ne traggo giovamento.

non mi importa se chi l'ha registrato volesse riprodurlo o meno in quel modo.

quindi la mia recente adesione al mondo del planare che paradossalmente rende più tridimensionale la scena :D è l'ottenimento del my-fi.

Ok, ma il discorso non si pone affatto, come qualcuno potrebbe pensare, al quesito planari si - planari no ma trattasi invece di un argomento molto piu' variegato.

Anche tra i diffusori dinamici tradizionali c'e' una bella varieta' di configurazioni/scelte progettuali che portano a sostanziali variazioni in questo tema.

Io, con il mio recente passaggio alle JMLAB, mi ritengo a meta' strada tra gli estremi di questo modo di concepire la riproduzione e quindi sono curioso di sentire piu' opinioni-esperienze possibili.

Una cosa certa e' che molti progettisti ( ed e' in continuo aumento ) mirano, ad ottenere, in un modo o nell'altro, piu' trimensionalita' e spazialita' nella riproduzione, davvero troppo "asettica" a mio avviso nella stereofonia pura e cruda.

Saluti
Marco
 
Posso dirti cosa ottengo con i miei diffusori (e a me piace molto) in stereofonia: una precisa disposizione dei suoni. Il cantante al centro (al punto che tutti quelli che ascoltano qualcosa da me credono che la voce provenga dal centrale ... si alzano anche per verificarlo) e i vari strumenti dislocati ai lati, secondo l'effetto che si è voluto dare alla registrazione originale.
Forse è un po' semplicistico, ma di più nin'zo:)
Ciao,

Luigi
 
Locutus2k ha scritto:
Posso dirti cosa ottengo con i miei diffusori (e a me piace molto) in stereofonia: una precisa disposizione dei suoni. Il cantante al centro (al punto che tutti quelli che ascoltano qualcosa da me credono che la voce provenga dal centrale ... si alzano anche per verificarlo) e i vari strumenti dislocati ai lati, secondo l'effetto che si è voluto dare alla registrazione originale.
Forse è un po' semplicistico, ma di più nin'zo:)
Ciao,

Luigi

Luigi, questo e' il primo aspetto da considerare ed ottenere.

Poi c'e' il discorso della dimensione ( ossia in quanto spazio e' concentrata l'emissione ), poi l'altezza apparente di riproduzione, la profondita' .....

A volte l'immagine orrizzontale e' buona al centro ed agli estremi, ma puo' risultare svuotata tra il centro ed i lati .

Anche la registrazione stessa puo' essere piu' o meno focalizzata e stimolare diverse frequenze dove i diffusori possono risultare piu' o meno direttivi; per questo e' importante trovare dei dischi adeguati per regolare al meglio il tutto ........

Insomma e' un discorso complesso e molto relativo ai vari tipi di diffusori ed a come sono dislocati in ambiente.

Non ultimo, anche la percezione non e' detto che sia interpretata in modo identico tra diversi soggetti ( un po come l'effetto rainbow dei DLP ).

Saluti
Marco
 
Io la preferisco ben distribuita su tutto il fronte anteriore, in modo da non averla addossata tutta tra i diffusori.
Mi piace che sia estesa anche di lato, alta il dovuto (altezza uomo, diciamo di medio/bassa statura ;) ), tale però da non pregiudicare l'immagine al centro.
Capace di ottenere una buona dose di profondità, in modo da riconoscere i primi piani.

Non mi piaciono invece i suoni concentrati verso il centro, tipo cuffia e quelli "giganteschi" oltre il dovuto.
Un pianoforte deve essere un pianoforte e non una pianola o un organo da chiesa.

Ottenere tutto questo caro Marco, è un lavoro molto lungo, invidio chi con la classica botta di c... ottiene tutto e subito.
Per questo insisto nelle mie discussioni sull'uso dell'ottimizzazione dell'impianto, posizionamento distanziato dalle pareti dei diffusori e del punto d'ascolto, scelta oculata di cavetteria (non me ne volere), disposizione dell'arredo, cura delle riflessioni, ecc.
Sono altresì convinto che avere buone elettroniche non è cosa unica e fondamentale all'ottenimento di ottimi risultati, oramai ne ho viste talmente tante di castronerie che mi aspetto di tutto.


Ciao
Antonio
 
A me piace una scena che vada da un diffusore all'altro, ma non oltre, e che si estenda il più possibile in profondità. Il massimo per mè è quando in un trio jazz sento la batteria al centro provenire dal balcone:D .
Gli strumenti devono essere ben riconoscibili l'uno dall'altro e l'altezza deve essere quella naturale come se il gruppo fosse effettivamente di fronte a me (quindi non platea nè loggione).
Con il Jazz tale risultato l'ho in gran parte realizzato, anche se in alcune registrazioni stereo degli anni sessanta a volte ho il buco in mezzo e non c'è verso di farlo sparire. Quando supera il mio limite di tolleranza commuto in mono:D
Con la musica sinfonica, l'orchestra è troppo piccola e se c'è un pianoforte in genere è troppo grande nei confronti del resto dell'orchestra. Temo che con le dimensioni della mia stanza difficilmente potrei ottenere di meglio; ecco perchè con la sinfonica sempre di più apprezzo il multicanale, se ben realizzato.
Con 5 diffusori planari riesco ad ingrandire il mio locale fino ad ottenera una piccola sala da teatro;)

Ciao
Franco
 
Puka ha scritto:
Ottenere tutto questo caro Marco, è un lavoro molto lungo, invidio chi con la classica botta di c... ottiene tutto e subito.
Per questo insisto nelle mie discussioni sull'uso dell'ottimizzazione dell'impianto, posizionamento distanziato dalle pareti dei diffusori e del punto d'ascolto, scelta oculata di cavetteria (non me ne volere), disposizione dell'arredo, cura delle riflessioni, ecc.
Sono altresì convinto che avere buone elettroniche non è cosa unica e fondamentale all'ottenimento di ottimi risultati, oramai ne ho viste talmente tante di castronerie che mi aspetto di tutto.


Ciao
Antonio

Antonio, a chi lo dici, ogni mesetto faccio piccoli aggiustamenti migliorando sempre un pochettino ..............

Di sicuro con le B&W Matrix mi ero preoccupato molto meno di questo aspetto, tanto da potersi concentrare quasi da subito con l'equalizzazione.

Pero' la resa stereofonica era corretta, bilanciata, tutto quello che vuoi, ma non vedevo l'ora di ascoltare il multicanale tanto era piatta.

Con le Utopia sono stato costretto ad affrontare questi nuovi problemi ( cui ovviamente segue sempre e comunque l'eq. ) che prima neanche mi sognavo, pero' l'ascolto stereofonico mi appassiona come mai prima era successo.

Non mi piacciono scene abnormi e sproporzionate, ricerco comunque focalizzazione e perfetto bilanciamento, ma c'e' molto di piu' che rende gradevole la riproduzione; non tornero' mai indietro, questo e' sicuro ......... :)

Ora provero' a limitare un po le prime riflessioni lateralmente e vediamo che succede .........

Saluti
Marco
 
gasugasu ha scritto:
A me piace una scena che vada da un diffusore all'altro, ma non oltre, e che si estenda il più possibile in profondità. Il massimo per mè è quando in un trio jazz sento la batteria al centro provenire dal balcone:D .
Gli strumenti devono essere ben riconoscibili l'uno dall'altro e l'altezza deve essere quella naturale come se il gruppo fosse effettivamente di fronte a me (quindi non platea nè loggione).
Con il Jazz tale risultato l'ho in gran parte realizzato, anche se in alcune registrazioni stereo degli anni sessanta a volte ho il buco in mezzo e non c'è verso di farlo sparire. Quando supera il mio limite di tolleranza commuto in mono:D
Con la musica sinfonica, l'orchestra è troppo piccola e se c'è un pianoforte in genere è troppo grande nei confronti del resto dell'orchestra. Temo che con le dimensioni della mia stanza difficilmente potrei ottenere di meglio; ecco perchè con la sinfonica sempre di più apprezzo il multicanale, se ben realizzato.
Con 5 diffusori planari riesco ad ingrandire il mio locale fino ad ottenera una piccola sala da teatro;)

Ciao
Franco

Bisognerebbe davvero fare degli "scambi culturali", my-fi o meno, e' basilare vivere tante esperienze, confrontarsi per poter dire, fare ed ottenere qualcosa di decente.

Una sola esperienza fine a se stessa vale molto molto poco .......

Saluti
Marco
 
Marco,

La mia situazione attuale, e mi piace molto, anche se penalizzata da vincoli architettonici dell'attuale collocazione è una buona focalizazione degli strumenti nella zona compresa tra i due diffusori, che si estende in alcuni casi anche 5/10° oltre i diffusori.

si è comunque immersi in un campo sonoro che proviene da tutto intorno (parlo di ascolto streofonico) che da una credibilità della costruzione della scena superiore alla traccia multicanale del SACD.

Sinceramente non sono mai stato tanto convinto delle incisioni multicanale, già con le B&W 600.

Da quando sono passato alle Focal, con lo stereofonico sono nella pace dei sensi, ogni tanto riprovo a settare il SACd in multicanale, ma godo molto meno che con lo stereo, e quindi ritorno allo stereo.

Questa è la mia esperienza.

Ilario.
 
Microfast ha scritto:
......Pero' la resa stereofonica era corretta, bilanciata, tutto quello che vuoi, ma non vedevo l'ora di ascoltare il multicanale tanto era piatta.

Con le Utopia sono stato costretto ad affrontare questi nuovi problemi ( cui ovviamente segue sempre e comunque l'eq. ) che prima neanche mi sognavo, pero' l'ascolto stereofonico mi appassiona come mai prima era successo.......

Marco

;)
 
Sono d'accordo in linea di massima su quanto detto sino ad ora, però...

di quale scena da ricostruire stiamo parlando ?

Per una ripresa dal vivo effettuata con tecniche microfoniche che limitano gli stessi a 2, anche se si tratta dell'orchestra filarmonica di Berlino con il coro al completo, il discorso non fa una piega, già nei casi in cui si usino tecniche multimicrofoniche il discorso potrebbe cambiare.

Ma nei casi di registrazioni in studio, qual'è la scena da ricostruire con la fedeltà più accurata possibile ?

Quella in cui la batteria è sistemata nel suo box in un angolo, e gli altri strumenti messi a caso, ognuno con il suo micro, peggio ancora, registrazioni fatte in fasi successive, uno strumento per pista e poi, alla fine viene deciso dove collocarli nella scena tramite il panpot ?

Il caso estremo è quello già citato:

gasugasu ha scritto:
....anche se in alcune registrazioni stereo degli anni sessanta a volte ho il buco in mezzo e non c'è verso di farlo sparire....

Ai quei tempi, con l'avvento dello stereo e con i registratori a 2 piste si tendeva a sistemare i vari strumenti un po' a destra e un po' a sinistra. rigorosamente, senza inserire nulla nell'altro canale.

Ovviamente non si può ricostruire nessuna "scena".

Credo che anche con la maggior parte delle incisioni attuali, con le eccezioni fatte in premessa, la "scena" da ricostruire è una cosa che nella realtà della ripresa sonora non esisteva, per cui, a volte si può correre il rischio di cercare di ottenere qualcosa che non esisteva in partenza.

In altre parole, perchè la batteria deve per forza essere arretrata rispetto agli altri strumenti ? Forse perchè dal vivo è solitamente quella la disposizione canonica (lunga esperienza diretta) ?

Invece, in quella particolare incisione (e nella maggior parte) era in un angolo, o in un'altra stanza, e poi con un rapido movimento della mano, ruotando un potenziometro, si è deciso di farla apparire centrata tra i due canali, discorso valido anche per tutti gli altri strumenti e voci.

E io ammattirò provando a spostare i diffusori tentando di sentirla suonare leggermente dietro agli altri strumenti, perchè "quella" è la scena giusta.

Ciao
 
nordata ha scritto:
Sono d'accordo in linea di massima su quanto detto sino ad ora, però...

di quale scena da ricostruire stiamo parlando ?

Per una ripresa dal vivo effettuata con tecniche microfoniche che limitano gli stessi a 2, anche se si tratta dell'orchestra filarmonica di Berlino con il coro al completo, il discorso non fa una piega, già nei casi in cui si usino tecniche multimicrofoniche il discorso potrebbe cambiare.

Ma nei casi di registrazioni in studio, qual'è la scena da ricostruire con la fedeltà più accurata possibile ?

Quella in cui la batteria è sistemata nel suo box in un angolo, e gli altri strumenti messi a caso, ognuno con il suo micro, peggio ancora, registrazioni fatte in fasi successive, uno strumento per pista e poi, alla fine viene deciso dove collocarli nella scena tramite il panpot ?


Condivido,

i risultati variano in modo talmente drastico da incisione ad incisione, che una premessa fondamentale sarebbe fare sempre riferimento al SW che ci da certe sensazioni.

Poi tanta "roba" è irreale, mi viene in mente ad esempio jazz at the pownshop disco 1 traccia 1, lo xilofono è grande quanto le scena sonora.

Per carità, simpatico sentire tutti i colpi di xilofono che "vagano" a destra e sinistra come fuochi d'artificio ma nella realtà il tutto è molto più "in piccolo"...

chiaramente queste "licenze poetiche" dei tecnici del suono possono piacere o meno, però se si parla di riprodurre l'immagine di un evento reale, è chiaramente sbagliato.

Ilario.
 
nordata ha scritto:
Sono d'accordo in linea di massima su quanto detto sino ad ora, però...

di quale scena da ricostruire stiamo parlando ?

Per una ripresa dal vivo effettuata con tecniche microfoniche che limitano gli stessi a 2, anche se si tratta dell'orchestra filarmonica di Berlino con il coro al completo, il discorso non fa una piega, già nei casi in cui si usino tecniche multimicrofoniche il discorso potrebbe cambiare.

Ma nei casi di registrazioni in studio, qual'è la scena da ricostruire con la fedeltà più accurata possibile ?

Quella in cui la batteria è sistemata nel suo box in un angolo, e gli altri strumenti messi a caso, ognuno con il suo micro, peggio ancora, registrazioni fatte in fasi successive, uno strumento per pista e poi, alla fine viene deciso dove collocarli nella scena tramite il panpot ?

Il caso estremo è quello già citato:



Ai quei tempi, con l'avvento dello stereo e con i registratori a 2 piste si tendeva a sistemare i vari strumenti un po' a destra e un po' a sinistra. rigorosamente, senza inserire nulla nell'altro canale.

Ovviamente non si può ricostruire nessuna "scena".

Credo che anche con la maggior parte delle incisioni attuali, con le eccezioni fatte in premessa, la "scena" da ricostruire è una cosa che nella realtà della ripresa sonora non esisteva, per cui, a volte si può correre il rischio di cercare di ottenere qualcosa che non esisteva in partenza.

In altre parole, perchè la batteria deve per forza essere arretrata rispetto agli altri strumenti ? Forse perchè dal vivo è solitamente quella la disposizione canonica (lunga esperienza diretta) ?

Invece, in quella particolare incisione (e nella maggior parte) era in un angolo, o in un'altra stanza, e poi con un rapido movimento della mano, ruotando un potenziometro, si è deciso di farla apparire centrata tra i due canali, discorso valido anche per tutti gli altri strumenti e voci.

E io ammattirò provando a spostare i diffusori tentando di sentirla suonare leggermente dietro agli altri strumenti, perchè "quella" è la scena giusta.

Ciao

Ovviamente, come ho gia' scritto sopra, tutto dipende dal tipo di ripresa e/o mixaggio nel caso di editing "creativo" fatto in studio.

Fondamentale quindi usare per le regolazioni qualche brano di riferimento che permette di bilanciare e focalizzare l'immagine al centro con sicurezza.

Ad esempio molte tracce del SACD Hourglass di James Taylor sono davvero utili allo scopo.

Qui la voce dovrebbe risultare perfettamente centrale e ben focalizzata.

Sui diffusori ad ampia emissione, potrebbero infatti saltar fuori dei "problemi" proprio perche' l'interessante voce di questo cantante e' straordinariamente armonica e stimola quindi molte delle frequenze alle quali siamo particolarmente sensibili.

Gia', non e' detto che se uno strumento risulta ben localizzato, la cosa si ripeta per diversi tipi di voci e strumenti.

Questo perche' la risposta in frequenza, per vari motivi, puo' risultare non omogenea tra i due canali e cosa piu' insidiosa ( e non cosi' rara ) l'emissione riflessa delle pareti laterali viene assorbita in modo disomogeneo al variare della frequenza ed in modo differente tra un canale e l'altro.

Quest'ultima casistica si nota poco con emissioni direzionali ed aumenta mammano, sino a diventare preponderante, con emissioni molto ampie e che sfruttano quindi parecchio la prima riflessione.

Un altro test che puo' essere utile e' ascoltare una sorgente mono e volendo fare qualcosa di piu' tecnico generare dei burst ON/OFF di segnale alle varie frequenze che interessano il fenomeno ( da 1000 a 5-6000Hz. ) e sentire che succede.

Non e' raro nel caso si abbiano queste problematiche, misurare con un fonometro un emissione identica tra i vari canali ma ascoltare ad orecchio uno sbilanciamento di diversi dB. ( ed ovviamente viceversa ).

Saluti
Marco
 
Complimenti per il thread Marco, è molto interessante. Vedo che ti cominci a sensibilizzare alle sensazioni che un buon collocamento può dare. Non ho mai visto una piantina o una foto della tua stanza...
 
Un buon disco test allo scopo è "Test Cheski vol.1" tradotto in italiano, con all'inizio di ogni traccia spiegazioni su profondità, focalizzazione, ecc.
A dire il vero le traccie non sono paragonabili, come qualità, ai rispettivi originali, però è un buon disco per "apprendere".
 
Mirko ha scritto:
Complimenti per il thread Marco, è molto interessante. Vedo che ti cominci a sensibilizzare alle sensazioni che un buon collocamento può dare. Non ho mai visto una piantina o una foto della tua stanza...

Mirko, c'e' poco da fare la piantina: praticamente un rettangolo 8,90x4,40x2.35.

Ovviamente sfrutto il lato corto tenendo i diffusori ad una bella distanza dalla parete di fondo ( devo anche fare i conti con le distanze per il videoproiettore e per i surround ).

Piu' che cominciare ad interessarmi, ci sono stato costretto, perche' le JMLAB richiedono forzatamente queste attenzioni.

Probabilmente, anche con le B&W, nonostante il loro posizionamento fosse molto meno critico, sarebbe comunque valsa la pena approfondire questo aspetto .............

Sarebbe sicuramente preferibile se avessi piu' spazio tra i diffusori e le pareti laterali, per questo mi sto attrezzando con dei pannelli fonoassorbenti; con questi, dovrei, riducendo la prima riflessione simulare almeno parzialmente una maggiore distanza ( per le medie e alte frequenze ).

Saluti
Marco
 
io ascolto dalla stanza a fianco

non vedendo mi convinco di avere la Krall in casa, una sera ero talmente spettinato che mi sono vergognato ad entrare, ho dovuto aspettare che finisse il cd

questo é il MyFi :cool:
 
Top