Inizio a notare che l'espressione "autodistruzione" che avevo usato per scherzo non è così peregrina per diffusori elettrostatici, ad esempio quelli del marchio Quad!
L'utente alf900:
"Il problema è determinato dalla cura con la quale i diffusori elettrostatici devono essere trattati.
Ambienti asciutti, assenza di fumo, assenza di umidità e condensa, particolare attenzione all'alimentazione che non deve essere presa inn prese che abbiano sul percorso elettrodomestici come ferri da stiro a vapore o pompe sommerse etc.
Inoltre sono molto sensibili al tipo di amplificazione che impieghi per farli suonare.
Credo che
se riesci a garantire che i pannelli non si autodistruggono come quelli della quad avrai un successo non da poco. L'elettrostatico è nel cuore di tutti gli audiofili, anche come secondo impianto o come diffusore notturno."
L'utente godzilla:
"Nel senso che le membrane pare sono facili a deteriorarsi nel tempo nei casi di cui sopra, perchè anche se l'impianto è spento bisogna lasciare alimentati i diffusori (sempre che tu voglia ascoltare bene). Fumo, ambienti umidi ecc favoriscono l'accumulo di materia sulle membrane."
L'utente bit_rab
"Il problema delle elettrostatiche, oltre che l'ossidazione delle membrane, è la tenuta in tensione delle stesse che nei modelli commerciali viene fatta con tamponi di silicone. Il silicone col tempo si indurisce e degrada e le casse perdono smalto. Bassi lunghi e dinamica moscia.
Ma un sistema c'è. (...)
Quello di realizzare l'ombelicatura delle membrane mediante tamponi registrabili con un sistema di viti a brucola."
Fonte 2007:
http://forum.videohifi.com/discussion/112585/casse-elettrostatiche-esl/p1
In effetti, da speleologo ufficioso di AVMag, vedo ora che la questione era già stata latamente affrontata anche qui da noi:
2008
http://www.avmagazine.it/forum/10-diffusori-ed-altoparlanti-mch/92667-martin-logan?highlight=martinlogan
2009
http://www.avmagazine.it/forum/92-pre-integrati-finali-e-diffusori-stereo/141573-elettrostatiche