3D passivo e Ultra HD
Ora che sono state acquisite le basi della tecnologia 3D, è arrivato il momento di comprendere come l’approccio passivo possa essere quello vincente nel mondo 4K. A parte le rare clip promozionali girate in 4K, l’unico modo di apprezzare la maggiore immersione nella scena è compiere il cosiddetto Upscaling dei contenuti, con buoni risultati per fonti 1080p.
La vera sorpresa arriva quando questo è compiuto su un Blu-ray 3D di qualità elevata (film girato in 3D e rilasciato con bit-rate elevato). In questo caso i pixel extra del 4K rivestono un ruolo da protagonista, capace di portare sulle ampie spalle l’intero peso dello spettacolo. È vero che si perde ancora metà della risoluzione verticale, ma poiché si parte da una base di pixel quattro volte superiore a quella del Full HD 1080p, trattasi di una perdita accettabile. Che cosa succede? Dai 3.840×2.160 pixel della visione 2D si passa ai 3.840×1.080 per occhio del 3D passivo su un 4K, risultato di gran lunga superiore ai 1.920×540 pixel di un TV Full HD.
In questo modo, si percepisce una scena – sia nei film sia nei videogiochi – di altissima qualità, senza i fastidiosi artefatti digitali e perdite di dettaglio del 3D passivo su un TV 1080p, con immagini invece pulite e ultra dettagliate. Questo non significa che il 3D passivo sarà l’unica soluzione disponibile perché notevolmente la più vantaggiosa per comodità e rapporto qualità/prezzo: semplicemente, porta con sé un miglioramento molto più importante di quello percepibile su un 3D attivo Ultra HD rispetto all’omologo Full HD. Al momento, le soluzioni passive e attive appaiono praticamente appaiate per qualità generale.