Cavi e suggestione

Le differenze di scena provocate dai cambi dei cavi sono le più eclatanti.Davvero non riesco definirle non rilevanti,nonostante anche le mie orecchie non sono più quelle di una volta.
Comunque alla fine quello che vogliamo sapere è quanto siano veramente importanti i cavi perchè non desideriamo trascurare nulla al fine di godere di un buon suono.
Se potessimo fare la prossima prova con una superlativa sorgente SACD,le differenze dovrebbero risultare più marcate.
Anche il mio lettore Pioneer legge i SACD,ma data la classe dell'apperecchio le prove con i cavi rimangono a livello di suggestione.In genere i SACD si sentono peggio dei CD,ma con certi cavi mi è parso che...certo avessi un Naim,un Denon,un Linn di alto livello....
Ma il futuro è nell'info hi-fi.Anche se la mia pigrizia non mi ha ancora consentito di afforntare la questione.
Ciao,Sebastiano.
 
Bart's box ha detto:
A volte, in particolare nell' ascolto del pianoforte, ho l'impressione che lo strumento sia troppo grande, troppo situato in basso e che si sposti lateralmente (non coerentemente con lo strumento reale) col crescere delle frequenze.

anche a me capita questo effetto di sensazione di rotazione dell'immagine sonora, però non ho mai provato ad interpretarlo in termini di cavi, ma ho sempre ritenuto che fosse un problema di casse in se che ha due elementi, tweeter e mid-range, che riproducono il suono in modo diverso per costruzione. Se avessi dovuto puntare il dito avrei detto: crossover non di qualità sufficiente.

Mi piacerebbe capire se:
  • sia un problema intrinseco in certe registrazioni
  • sia un problema di casse
  • sia un problema di impianto in generale
  • sia un problema di come l'impianto si inserisce nell'ambiente

certo che se un cavo mi rendesse l'imamgine sonora più stabile: uno dovrebbe essere facile capirlo anche in blind test (e qui forse il punto è che brano si ascolta), due potrei essere disposto a pagare per tale cavo, se a prezzo ragionevole.
 
Veramente io davo la colpa al mio udito, deficitario dall' orecchio destro, ma se il fenomeno e' percepito anche da altri, allora non so piu' che dire.
 
Bart's box ha detto:
Veramente io davo la colpa al mio udito, deficitario dall' orecchio destro, ma se il fenomeno e' percepito anche da altri, allora non so piu' che dire.
Anche se tutti avessimo un udito perfetto,capita a tutti di ascoltare l'impianto dopo essere usciti dalla doccia con un orecchio tappato,senza rilevare con tutto ciò una transumanza di strumenti per la stanza,o doppi tuffi carpiati di pianoforti.
Io direi che è un problema non del singolo componente,ma di iterfacciamenti,cavi compresi.
Non hai un negoziante che ti presta un Kimber,un Cardas?
Attento però,potrebbe essere una strada senza ritorno.:D
Ciao,Sebastiano.
 
Buona domenica a tutti.

Questa mattina mi sono recato a messa, ma il sermone era talmente noioso che mi sono messo, mio malgrado, a pensare all' argomento in
discussione ed ,in particolare ad una possibile causa tecnica da associare alle presunte differenze.
Dunque:
Non puo' essere causa delle componenti primarie, intese come concentrate; prove e misure di ogni genere ne dimostrano la piccolezza
Non puo' essere causa delle costanti distribuite, i cui valori, a lunghezze e frequenze simili, sono inezie.
Non puo' essere causa di geometrie che alterino la sussequenzialita' millimetrica della linea, a questo proposito ho eseguito recentemente
una prova come di seguito:

Foto005x.JPG


Come si puo' vedere nel display di sinistra, e' rappresentato il comportamento di uno spezzone di linea bifilare collegato in modo da
formare uno 'stub', ossia un assorbimento ottenuto alla frequenza ove le componenti reattive assumono segno concorde.In sintesi, il cavo
e' maggiormente di qualita' quanto piu' netto e' questo assorbimento e quanto meno viene toccata la linea rimanente. poi ho separato i
conduttori e dato loro una diversa disposizione praticando, qua e la, degli attorcigliamenti alternati a tratti di percorsi paralleli.
Il risultato, sul display di destra lasciano pochi dubbi.Lo stretcing e' stato volutamente forte per ottenere un risultato visibile.

Puo' rimanere solo, come a detta di molti, che l'interfacciamento, dovuto a imperfezioni, sia delle uscite, sia degli ingressi , sia compensato da altrettante imperfezioni del cavo, con effetto complementare. Se cosi fosse, tuttavia, non so se sia tecnicamente corretto lavorare in questa senso e non direttamente dove si trovino le "defajances".

Che dire? Qualcuno pensera' che era piu' proficuo continuare a seguire il sermone. :)
 
Caro Bart's,ho trovato molto interessante il tuo sermone.Potresti ripeterlo con altre parole così forse lo capisco meglio.
E già che ci sono,siccome nella mia esperienza l'effetto di prossimità è molto importante per i cavi,non potrebbe essere questo il parametro che sfugge alle misure?
Ciao,Sebastiano.
 
iano ha detto:
.Potresti ripeterlo con altre parole così forse lo capisco meglio..... l'effetto di prossimità è molto importante per i cavi
Ciao,Sebastiano.
Ciao Sebastiano; dammi il tempo di pensare a come tradurre i termini "ostrogoti" e ti rispondo.
Se per "effetto prossimita'" intendi l'influenza mutua, ad es fra cavi paralleli, allorche' sono percorsi da correnti concordi od opposte, questo rientra nel contesto di "perdite" cosi' come l' effetto pelle e la variazione della resistenza al variare della temperatura; di tutte queste variabili, occorre stabilirne il peso, ma non sfuggono a prove strumentali, correttamente condotte.
Ciao.
 
Intendo la mutua influenza fra cavi paralleli percorsi da corrente in genere Bart's.
Ho poi motivo di ritenere che l'effetto più dannoso si percepisca nei cavi di tipo Litz,dove i conduttori sono percorsi tutti esattamente dalla stessa corrente.Se si considera poi che questa tipologia di cavi sarebbe deputata a eliminare l'effetto pelle,che sembra più una moda ,che una vera necessità....nel campo audio almeno.
Ciao,Sebastiano.
 
Audiofili e motori,gioie e colori.

A me succede di valutare un modello di auto di un dato colore come il migliore desiners,e lo stesso modello di un altro colore come il peggiore.In questo caso,pur essendo ben cosciente della contradizione,per quanto mi sforzi,non riesco a sfuggire alla suggestione.Al punto che,avendo pena fiducia nel mio senso estetico,sono portato a concludere che non si tratti di suggestione,ma che si tratti di una forzatura,ai fini del giudizio estetico,separare colore e forma.Una forzatura per altri versi molto utile e di cui il nostro sistema percettivo si serve con profitto.
Non è possibile nel campo del desiner giudicare la forma distinta dal colore.
In campo audio forse si,con le prove in cieco,laddove è possibile separare la forma(suono) dal colore (suggestione visiva ed altro).
Ben vengano le prove in cieco quindi,con le quali possiamo pesare l'influenza della suggestione.
Ora forse nella letteratura in lingua inglese,che per me è arabo,esiste la descrizione di queste prove condotte in modo scientifico.Le uniche prove che conosco al momento sono quelle effettuate dagli audiofili,me compreso.
Io che ad esempio ho la memoria cortissima sfrutto questa mia qualità nella prova dei cavi,non ricordandomi mai quale sto switchando.
In questo caso le differenze fra i cavi si assottigliano(non agisce la suggestione)ma rimangono.Ma la cosa più interessante è che ho maggiore difficoltà a decidere il migliore fra quelli provati.
Per effettuare questa scelta ho bisogno di ascoltare ogni cavo per parecchie ore,e alla fine decido in funzione della fatica di ascolto.
Chiudo dicendo che non ricordo modello di auto,per quanto amato che con il tempo,non mi sia venuto a noia.
E infine mi chiedo come faccia un pianista a pigiare indefesso per ore ogni giorno sugli stessi tasti,se non riuscisse ad aggiungere suggestioni diverse ,tratte da ben altre corde.

Ciao,Sebastiano.
 
Audiofili e motori,gioie e colori.

Per tacer dei colli di bottiglia,o meglio delle disinergie che annullano le differenze.
Ciao,Sebastiano.
 
Ultima modifica:
iano ha detto:
Per effettuare questa scelta ho bisogno di ascoltare ogni cavo per parecchie ore,e alla fine decido in funzione della fatica di ascolto.
Aldilà dal fatto che se non ci fossi.... inventarti sarebbe cosa assai difficile :D Nel senso che stai affrontando questa discussione nel miglior modo possibile per disquisire di differenze difficilmente dimostrabili... quasi come parlare del sesso degli Angeli ;)
A parte ciò, della tua quotatura ho evidenziato una parte che per me rappresenta l'essenza per l'ascolto di un brano musicale... sia esso riprodotto che sentito dal vivo, come tu stesso asserisci, è praticamente impossibile esentarsi dalle emozioni indotte dai nostri sensi sia che sia udito, vista, tatto etc etc.
Quindi per me risulta assai difficile discernere la pura emozione dalla percezione dei sensi mescolati in un unica sensazione.


Mi spiace ma io la butto sotto il profilo sensoriale fintanto che la fisica o la scienza non sapranno o potranno dimostrare il contrario.
ciao
 
@iano

Per alterazione della sussequenzialita' millimetrica, intendo tutti quegli interventi, solitamente effettuati dagli autocostruttori, che modifichino, di solito inconsapevolmente, le caratteristiche distribuite di un cavo; sono interventi simili, ad esempio, l' attorcigliare i fili a mano, l'infilare una linea unipolare o bifilare in uno schermo, o calza dove la distanza della stessa, rispetto ai conduttori, non risulti uguale e continua; il distanziare i conduttori nel tentativo di ridurre la capacita'o provare intrecci tipo uncinetto nei quali e' praticamente impossibile rispettare distanze costanti fra i conduttori; ovviamente cio' non puo' esistere in cavi commerciali di buona fattura, ma, particolarmente in quelli economici, la non perfetta trafilatura o inserimento nel dielettrico, e a volte l'irregolarita e' visibile ad occhio nudo, puo' portare a comportamenti anomali (sempre di piccolo valore, in BF). Inoltre volevo portare l'attenzione alla prova dello stub, ben nota a chi lavori in radiofrequenza, per la valutazione, semplificata ma efficace, della qualita' di un cavo.
Tale prova consiste nel collegare uno spezzone di cavo, aperto dall'altro lato, all'uscita dello strumento (sweeper o analizzatore di reti scalare) e di ricercare la frequenza alla quale lo spezzone (stub), a causa delle reattive, si comporti come un filtro notch; analizzando le caratteristiche del tracciato, regolarita' e profondita', si possono desumere molte cose (non tutte); spero che cosi' ti sia piu' chiaro.

Per il litz non ti so dire gran che, solo che esso e' stato, a suo tempo, ideato piu che altro per ottenere circuiti risonanti con notevole fattore di merito ed e' anche usato in avvolgimenti che operino con tensioni impulsive, per ridurre le perdite, proprio tipiche dell'effetto pelle.
per l'uso in audio, se proprio vogliamo ridurre l'effetto pelle, non vedo controindicazioni e nemmeno vantaggi miracolosi(almeno per le lunghezze usuali) o, meglio, sono cose che avrebbero un senso nel contesto di una sofisticazione estrema di tutti gli equipaggi componenti l'impianto.

Ciao
 
@ Bart.
Caro Bart,anche se ho continuato a non capire molto,ti giuro che ho letto con gran piacere quanto hai postato.
Forse la mia non è proprio quindi una risposta.
Mi rendo conto di trovarmi in una condizione molto particolare.
Ma ad esempio tutte quelle imprecisioni cui ti riferisci con sussequenzialità millimetriche, sono il pane quotidiano dei miei cavi,per il fatto che non fanno una differenza sensibile al mio orecchio,e per accellerare i tempi delle prove non vi bado molto.
Ma quello che invece è più importante dire,sperando di non ripetermi,è che se è la suggestione a farla da padrone,questa agisce in modo molto strutturato nel mio caso.
Infatti le strutture dei miei cavi ,mi permettono di prevedere differenze qualitative a tavolino,e queste differenze sono confermate sistematicamente all'ascolto.Il discorso rimane valido al di là di un giudizio qualitativo assoluto.
Sono certo invece che prendendo un cavo commerciale e alienandone ad hoc la struttura non si otterrebero le stesse significative differenze, in peggio in questo caso.
Insomma,sebbene non abbia alcun argomento da portare a favore della neutralità dei miei cavi,
e non posso giurare quindi che lo siano,sono in grado comunque di modificarne il carattere ormai con una cetra abilità acquisita.Con ciò non intendo dire che li uso come classici equalizzatori.
Infatti da un lato sono capace di produrre una gamma passante (percepita) superiore ad un cavo classico e dall'altro ottenere una maggiore grana fine,anche se si tratta di una coperta corta.Cioè deciso a tavolino quanta complessità voglio mettere nel mio cavo,devo poi decidere in quale direzione spalmarla.Nelle prove fatte da Marco lui ha preferito il cavo a larga banda,io quello a grana fine.Ma qui è davvero una questione di gusti.Probabilmente perchè Marco bada più alla musica,mentre io mi compiaccio più del realismo di un assolo di sax.
Ma intendiamoci,non sto dicendo che più un cavo è complesso meglio suona.Non almeno nel senso in cui si tratta di una complessità gratuita.Si nel senso di una complessità che rispetta precise regole.In altre parole credo di avere trovato una complessità di struttura del cavo,che sembra tener testa alla stratosferica complessità propria di un segnale audio.Mi pare che questo per il segnale audio viene tradotto col termine di segnale aleatorio.
Ciao,Sebastiano.
 
antani ha detto:
Questo dev'essere un lapsus freudiano :D .
A me le tue storie dei quadranti mi mancano.
Il quadrante in basso a destra dove mi hai posto,seppure con qualche incetertezza significativa,è quello dove sono piombato,avendo rifiutato e combatutto con fierezza e con successo a quanto parte quello dove madre natura mi aveva posto:in alto a destra.
Ciao,Sebastiano.
 
riporto la mia esperienza.

Sono passato da spezzoni piuttosto "caccosi" di multifilare da 2mm per mandata a cavi fatti con tre spezzoni di cat-5. Ovviamente ho fatto in modo che i cavi bianchi/colorati fossero un polo e i colorati fossero l'altro.

Fatto il primo l'ho montato su un diffusore per sentire se riuscivo a percepire una qualche differenza e sono rimasto strabiliato da il risultato ottenuto. Col multifilare il midrange suonava veramente sporco.
In serata sono passati degli amici (ingegneri elettronici, ma completamente a digiuno di hifi) a casa mia a guardare un film, incuriositi vedendomi armeggiare con spezzoni di cavo in salotto; ho spiegato che stavo cambiando i cavi dei diffusori. Ho fatto andare un cd, e subito sono subito rimasti impressionati dalla differenza che può fare un cavo rispetto all'altro. Hanno cominciato a ipotizzare che la cassa con il multifilare fosse danneggiata :D

Quando ho montato anche la seconda tripletta cat-5 mi sono reso conto di aver costruito molto meglio il secondo cavo (ho fatto un po' di pratica costruendo il primo). Risultato: la cassa con il secondo cavo nuovo suonava meglio della prima (che già suonava meglio del multifilare). Il midrange era pulito su entrambi, ma una andava più su. Si notava bene con le "S" durante l'ascolto di musica corale.

Ho passato qualche settimana per cercare di capire se era suggestione oppure no. Convinto che non lo fosse ho rifatto gli attorcigliamenti delle terminazioni del primo cavo (erano troppo lunghe, 10 cm di rame scoperto) e ora le casse ora suonano bene uguale.
 
Ultima modifica:
non credo, conoscendoli avevo pensato che mi avrebbero dato del pazzo dicendo che non c'era nessuna differenza. Invece direi che se l'hanno sentita loro deve essere abbastanza netta
 
Come ho già detto altrove,queste prove che si verificano di fatto,non cercate,sono le migliori.Ma mi pare abbiano ipotizzato che le casse fossero rotte?O ho capito male?
Ma quello su cui è il caso di riflettere in questo caso ed altri simili è che ogni tanto qualcuno tentenna o perfino cade nel campo dei cavo(fi)li,mentre non ho notizie di passaggi in campo opposto.
Significherà qualcosa?:D
Ciao,Sebastiano
 
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