Cavi e suggestione

antani ha detto:
Il cavo utilizzato è 1,5 m con 2,5 mmq, quindi abbastanza "tipico". A quanto pare qualche effetto c'è.

sembrerebbe però più un "raccoglier disturbi" che influenza sul cavo..o come il solito ho capito male? :D
 
Interessante anche il protocollo indicato:
http://digilander.libero.it/HarryKlein/ArticoliTecnici/metodologie.html
A mio avviso, per essere di qualche utilità conoscitiva, dovrebbe essere esteso il pannello dei dispositivi esaminati.
Per dirla con altre parole: 5 pre x 5 cavi di segnale x 5 finali x 5 cavi di potenza x 5 casse che fanno già 3125 combinazioni, e ci sarebbe anche da scegliere "quali" da esaminare di ciascun dispositivo, marca, prezzo, età, tipologia di progetto. E poi perchè solo 5?
E quindi, forse, alla fine si capirebbe qual'è la migliore combinazione (la meno distorcente) o quali sono gli elementi critici o quanto meno che cosa ci si può aspettare dal proprio impianto. Già, perchè i "cavi", da soli, non servono a nulla. Con cocenti delusioni o grandi autocongratulazioni, dipende!
Mi piacerebbe che fosse ridotto al minimo il margine d' interpretazione soggettiva, ma forse il gioco è proprio questo, che ognuno dica la sua, convinto di aver ragione, all' infinito...
 
stazzatleta ha detto:
sembrerebbe però più un "raccoglier disturbi" che influenza sul cavo...
Non sembrano disturbi esterni, o meglio probabilmente sono gli effetti della movimento della bobina dell'altoparlante. Il punto interessante è che comunque ci sono differenze fra una misurazione ai morsetti dell'ampli e ai morsetti dell'altoparlante, quando in mezzo c'è un cavo standard.

Io credo che sparirebbero con un cavo di sezione maggiore, comunque ho già chiesto all'autore di fare una controprova con un cavo più grande, vedremo.
 
antani ha detto:
Non sembrano disturbi esterni, o meglio probabilmente sono gli effetti della movimento della bobina dell'altoparlante. Il punto interessante è che comunque ci sono differenze fra una misurazione ai morsetti dell'ampli e ai morsetti dell'altoparlante, quando in mezzo c'è un cavo standard.

Forse dovute alle componenti resistive e reattive, piccole (in banda audio),ma non nulle.

Saluto tutti; sono nuovo.:)
 
Non sarebbe una misura correlabile alle condizioni di utilizzo normali.

Per quanto molto piccole i cavi presentano delle componenti capacitive e induttive che sicuramente interagiscono con quelle del diffusore.

Che poi queste interazioni abbiano, in pratica, valori numerici con molti zeri dopo la virgola, è un altro discorso.

Ciao
 
tsq1to ha detto:
o. Già, perchè i "cavi", da soli, non servono a nulla.....
Mi piacerebbe che fosse ridotto al minimo il margine d' interpretazione soggettiva, ma forse il gioco è proprio questo, che ognuno dica la sua, convinto di aver ragione, all' infinito...
Finchè ci si limita alle chiacchiere credo sia inevitabile.
Il gradino successivo è il commento di un ascolto fatto in compagnia.
E il successivo ancora tentare una oggettivazione scientifica sempre gradita quando possibile.
Probabilmente comunque esiste un margine minimo oltre il quale non si può andare,come dici tu.
Non è infatti credibile che non ci siano minime differenze fra un sistema uditivo e l'altro(al di là dell'eta anagrafica).
Credo che nessun componente da solo serva a qualcosa.Quale componente sia poi più importate credo rientri più nella sfera del modus operandi che ognuno di noi si dà.Non sò sè una clasiifica di impotanza fra componenti possa essere realmente inquadrata in contesto razionale e non opinabile.Certo da qualche componente bisogna pur iniziare per comporre l'impianto.
Molti iniziano dalle casse,perchè certamente è il componente "più critico" e quindi dalla personalità più forte.Ma se alle casse ci fosse saldato un bel cavo di potenza scelto dal costruttore,sono certo che il grado di criticità delle casse si ridurebbe sensibilmente.In ogni caso un grattacapo in meno per voi...io sapete che ci sguazzo.:D
Ciao,Sebastiano.
 
Premesso che il costo dei cavi è quasi sempre ingiustificato,i miei,quelli di cui vi parlo,hanno il maggior costo nella fatica di costruirli.
Ne ho costruiti centinaia con foggie diverse e stravaganti.Volutamente stravaganti ,per la pura curiosità di provare come suona questo e come suona quello,astraendomi sempre volutamente ,nel costruirli, da ogni considerazione di tipo teorico.
Una ratio residua e minimale comunque c'è stata:
quella di verificare così se la teoria,normalmente seguita,non potesse essere un collo di bottiglia nella ricerca del miglior cavo,nel solo senso che la derivazione teorica,apparentemente semplice,non richiedesse invece un percorso più lungo e tortuoso,e se non fosse possibile invece con il solo aiuto della fortuna e della buona volontà,trovare una scorciatoia,dove il giudice o unico strumento di misura in prima istanza non poteva essere altro che il sistema uditivo,conscio di tutto ciò che questo comporta,soppratutto nei termini della sua suggestionabilità.Il compito non è stato difficile,in quanto io la teoria la sconosco molto bene.
Ciò mi ha consentito di tentare soluzioni che,chi ha anche solo un minimo di conoscenza teorica ,non avrebbe mai e poi mai messo in atto.
In questa lunga esperienza ho avuto quindi modo di prendere buona confidenza con l'effetto suggestione:ci diamo ormai del tu e siamo diventati buoni amici.
Ed ecco cosa si è verificato nel mio ultimo esperimento:
in genere anche quando dopo lungo ascolto decido di essere soddisfatto dell'ultimo cavo costruito,la voglia di provare nuove cose non è mai doma.
Ultimamente però ho trovato una tipologia di cavo che mi soddisfa molto e che adotto ormai da un paio di anni ,record assoluto visto che la maggior parte dei miei cavi non ha mai visto la luce del giorno dopo.
Il suono dei miei cavi è molto caratterizzato dallo loro struttura.
La notizia buona è che sembra non esserci un limite al loro miglioramento.
La notizia cattiva è che a maggior qualità corrisponde maggiore complicazione che presto si traduce in un limite di effettiva costruibilità.
Per darvi un'idea del suono dei miei cavi,se io al posto del rame stagnato che normalmente uso allo scopo di prevenire premature ossidazioni,uso il puro rame,non sarete sorpresi se vi dico che il suono migliora.
Ma questo miglioramento non è tale da farmi optare per il rame puro accettando gli inconvenienti che questo comporta,quantomeno nei termini della approssimativa mia abilità costruttiva.
La strada che quindi ho cercato di percorrere ultimamente è stata quella di verificare se si potesse mantenere una simile qualità sonora,riuscendo al contempo a semplificare la struttura dei cavi.
E a un certo punto ho creduto di avere trovato la soluzione,riducendo addirittura la complicazione costruttiva di un fattore dieci.Così per un intero giorno mi sono goduto questi nuovi cavi,felice e soddisfatto.
Il giorno dopo,alla luce del nuovo giorno cioè,accendo l'impianto,lo spengo,tolgo i nuovi cavi e li butto nella spazzatura.
Morale della favola.La suggestione agisce ed ha dei tempi lunghi,talmente lunghi,che nell'arco di una prova blind test è padrona assoluta della situazione.
Nei lunghi tempi invece,diciamp così, perde qualche colpo,vacilla.Ci vuole pazienza e perseveranza.
Ma perchè la suggestione agisce?
Io mi sono fatto un'opinione in merito,come al solito stravagante,come al solito coadiuvato dalla mia ignoranza.
La suggestione è elemento funzionale al meccanismo percettivo.Voglio dire che l'unico modo per eliminare la suggestione,è quello di astenersi dal percepire.
Pensateci un pò.E' come quando siete pressati nel dovere prendere una decisione importante avendo a vostra dispozione un tempo troppo breve per decidere,ma dove l'immediatezza della decisione è cruciale,al punto che se il percorso più breve è testa o croce questo diventa preferibile.
Il sistema percettivo equivale ad una lunga sequenza di queste decisione,ed ognuna deve essere presa in fretta per lasciare posto alla seguente che incalza.Questo è cruciale per il sistema percettivo,e per ciò sono tollerati errori.Ma anche per esso valgono i motti:sbagliando si impara e l'esperienza non è acqua.
Ma a questo meccanismo della percezione e comprensione della realtà,oltre ai sensi classicamente intesi,
come parte di noi e non accessori,partecipa da qualche secolo a questa parte,e in posizione per niente secondaria,la scienza con i suoi strumenti.Si tratta di un accessorio a richiesta,ma questo non ne cambia la sostanza dell'essere un senso,nuovo se volete,e distribuito (o se preferite condiviso) piuttosto che diffuso e concentrato in diverse repliche più o meno fedeli ,che solo in un secondo tempo si possono portare a convergenza di "opinione" e sappiamo con quanta difficoltà.
Tuttavia la differenziazione dei sensi è una ricchezza.Il tentativo di volerne classificare la diversa importanza equivale ad un tentativo di impoverimento.
Quando ad esempio affermiamo che la scienza è roba per scienziati,meglio se geni,tale tentativo è andato a buon fine.
Oppure quando con convinzione affermiamo:"Non credo se non vedo" vuol dire che abbiamo eletto la vista a nostro senso,rinunciando agli altri.
Per il sistema percettivo in generale vale meglio a mio parere il nuovo motto:"Non vedo se non credo".
Cosa significa questo?Significa che a premessa di ogni meccanismo percettivo esiste sempre una teoria(premessa indispensabile perchè tutto ciò che percipiamo possa avere un minimo di coerenza),che non sempre ci è nota,senza che ciò sia un impedimento al suo svolgersi.
La nostra suggestionabilità sta al centro di questo meccanismo,ed anzi agisce già nelle sue premesse,quando
in presenza di una teoria ,ad esempio nota,ad esempio quella scientifica,noi vi poniamo fede,senza che nessuno ci obblighi a farlo,senza che si possa individuare una necessità a ciò.Ma il plebiscito di cui la scienza gode è già implicito nella sua essenza,che è quella di coincidere con il nostro senso comune.
Infine la suggestione,che agisce sempre come premessa,viene addomesticata dall'esperienza percettiva,solo questione di tempo,trasformandola,alla prova dei fatti se questa ha successo,in un automatismo percettivo,mai scevro però da "illusioni percettive" che non compromettono comunque la sua efficacia,laddove venga utilmente perseguita una economia percettiva,e non una precisione ogni oltre limite(come se il vero scopo fosse quello di avere una rivelazione e non un rilevamento),per la quale la stessa fisica ha individuato limiti che,non a caso,sono teorici.
Ciao,Sebastiano.
 
Ultima modifica:
iano ha detto:
La nostra suggestionabilità sta al centro di questo meccanismo,ed anzi agisce già nelle sue premesse,quando
in presenza di una teoria ,ad esempio nota,ad esempio quella scientifica,noi vi poniamo fede,senza che nessuno ci obblighi a farlo,senza che si possa individuare una necessità a ciò.Ma il plebiscito di cui la scienza gode è già implicito nella sua essenza,che è quella di coincidere con il nostro senso comune.
secondo me hai una visione della scienza alquanto "singolare"
 
giulianb ha detto:
secondo me hai una visione della scienza alquanto "singolare"
Lettura del polpettone filosofico e risposta in tempo record.Grazie.
Non nego la singolarità.
La premessa da cui parto è che la sostanza di cui sono fatte le percezioni è la stessa di cui sono fatte le illusioni percettive.
Mi pare così di citare il sommo drammaturgo dal nome che non riporto per tema di sbagliarlo.
Era comunque uno che la sapeva lunga.
Ciao,Sebastiano.
 
"Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni."William Shakespeare.

Voglio dire che a priori ogni percezione ha il suo peso.Quale sia il peso giusto può dirlo però solo il tempo e la pratica.Quando al mattino ci svegliamo da un sogno,ci serve un tempo minimo,ma non infinitesimo, per realizzare che si trattava di un sogno.Qui c'è il passaggio da "occhi chiusi" ad "occhi aperti" che ci aiuta,ma questo non è essenziale.
Nella valutazione di un atto percettivo in genere non si ha un tale passaggio(gli "occhi" sono sempre aperti),e i tempi di valutazione non sono dati a priori,e potrebbero essere tutt'altro che brevi.
Solo nella valutazione di una misura scientifica ci possiamo realmente prendere tutto il tempo che vogliamo.E non è detto che il peso della misura sia immediatamente allo stesso modo da tutti "percepito",e che non possa variare la sua "percezione" nel tempo.
Infine i meccanismi che agiscono nella scienza non sono molto diversi da quelli a cui sottostanno i sensi,la sostanza non cambia.Anche se i diversi tempi coinvolti ci fanno percepire le cose come cose sostanzialmente diverse.
Se ad esempio per una valutazione qualitativa dei cavi o aggeggi simili,abbiamo la speranza di poter costruire un orecchio elettronico,stiamo comunque sottintendendo che la scienza sia un "senso".
Una volta la ricerca naturale si limitava necessariamente ai sensi classici.Oggi si è arricchita di un nuovo "senso".Non rinunciamo a questa ricchezza con sterili partigianerie.
Ciao,Sebastiano.
 
giulianb ha detto:
potresti dirmi chi è il sommo drammaturgo?

Shakespeare.


Iano, tieni conto che molti dei temi che affronti sono stati toccati qua e là nella storia della filosofia.

Da Epicuro, a Hume (i limiti della razionalità umana e il concetto di causalità inteso esclusivamente come "abitudine"), a Kant (il concetto di "Giudizio sintetico a priori" e l'appercezione trascendentale); per arrivare all'epistemologia del '900 - non a caso successiva al principio di indeterminazione di Heisenberg in fisica -, dove Popper e Simon finiscono per affermare come la scienza possa solo dire ciò che non è, non ciò che è....

Vedi come un cavo può portare lontano....

Scusate l'OT
 
tranfa ha detto:
Vedi come un cavo può portare lontano....

Scusate l'OT
Non l'avrei in effetti mai detto,partendo da un "filo" così leggero nella considerazione generale, e da un pesante 3 in filosofia alla maturità.
L'unica cosa sbagliata che hai fatto è nell'incoraggiarmi così ad ulteriori polpettoni.
Diciamo che te la sei cercata.
Ma cercherò di essere breve,ponendo una semplice domanda.
Di che sostanza è fatto lo spazio-tempo di Einestein?
1Della geometria dello spazio-tempo inventata da, credo Rienman,in modo indipendente e senza la pretesa di star descrivendo alcunchè di reale?
2.Della sostanza della immaginazione di Einstein ,che trovandosi nell'esigenza di doverlo descrivere,non credeva ai suoi occhi quando ha trovato la sua descrizione già bella e pronta.?
3.Della sostanza degli esperimenti scientifici che a tuttoggi non ne smentisco l'esistenza?
Si tratta di tre elementi "sostanzialmente indipendenti" che sono giunti a mirabile unione.Vogliamo dire esoterica unione?No.ma allora che stiamo aspettando ad usare tutto ciò per una revisione che arricchisca il metodo di Galileo?
E i miei cavi che c'entrano...ma qui lo spirito mi abbandona e spaventato volgo lo sguardo a Virgilio.E' un inferno ragazzi.
Ciao,Sebastiano.
 
iano ha detto:
..ma allora che stiamo aspettando ad usare tutto ciò per una revisione che arricchisca il metodo di Galileo?

Forse, stiamo aspettando un'Inquisizione da odiare a sufficienza, così che il cambio di metodo sia sostenuto da una quantità bastevole di energia.

Ma, boutade a parte, la verità è che non ti so rispondere....
 
tranfa ha detto:
Forse, stiamo aspettando un'Inquisizione da odiare a sufficienza, così che il cambio di metodo sia sostenuto da una quantità bastevole di energia.

Ma, boutade a parte, la verità è che non ti so rispondere....
Dunque è l'evidenza di un bel rogo che rischiari a tutti la situazione quello che manca.
Allora non contate su di mè come volontario.Magari mi vedete già legato ad un palo coi miei cavi.Scordatevelo.
Io abiuro a prescindere.:D
Ciao,Sebastiano
 
@ TUTTI

Ricordo che questo è un Forum tecnico, per argomenti tecnici, per le amene chiacchierate e disquisizioni filosofiche che poco o nulla hanno a che fare con quanto sopra esiste la Sezione Altri Argomenti.

Cerchiamo di non snaturare del tutto la discussione che, da un po' di tempo mi sembra vada avanti solo con lunghi messaggi privi di contenuti non solo pratici ma anche teorici.

Ad esempio, sarebbe interessante se qualcuno dicesse, anche a grandi linee, come ha realizzato un cavo e quali risultati ha ottenuto e perchè lo ha realizzato in quel particolare modo, perchè ha scartato altre tipologie, quali effetti ha sul suono un certo metodo di realizzazione piuttosto di un altro, magari dando anche una spiegazione del perchè, secondo lui, si sia avuto un certo comportamento.

Grazie.

Ciao
 
@per Nordata.
iano ha detto:
Di che sostanza è fatto lo spazio-tempo di Einestein?
1Della geometria dello spazio-tempo inventata da, credo Rienman,in modo indipendente e senza la pretesa di star descrivendo alcunchè di reale?
2.Della sostanza della immaginazione di Einstein ,che trovandosi nell'esigenza di doverlo descrivere,non credeva ai suoi occhi quando ha trovato la sua descrizione già bella e pronta.?
3.Della sostanza degli esperimenti scientifici che a tuttoggi non ne smentisco l'esistenza?

Ciao,Sebastiano.
Vorrai perdonarmi Nordata se nel risponderti mi sono autocitato,perchè questo,per quello che posso dirti,mi consente una risposta breve.
Io ho preso il punto 1. e quindi sono passato direttamente al 3.
So bene il paragone che il paragone è indegno,ma non è trovati di meglio.
Il risultato sono i miei cavi,di cui però non posso dire altro.
Il metodo può comunque essere applicato in qualunque campo di indagine.
Per il resto io non sò perchè i miei cavi funzionino,allo stesso modo che nè io,nè Einstein,sappiamo perchè lo spazio-tempo sia fatto proprio in quel modo lì.
Detto ciò rientro nei ranghi.Promesso.
Ciao,Sebastiano.
 
Domanda...

potrebbe sembrare OT ma nn lo è,

qualcuno ha idea di che differenza di valore ci sia, espressa in dB o altro, tra il livello di segnale che genera la sensazione di riverbero del luogo di registrazione ed il segnale musicale propriamente detto?
Cerco di spiegarmi meglio, tra i livelli di segnale che sono direttamente responsabili del suono degli strumenti (e della stereofonia tipicamente) ed i segnali che danno la sensazione del luogo (chiesa, hall, ecc.) dove il suono viene prodotto, dando la tridimensionalità e l'ambienza.

Chiaramente mi riferisco ad un impianto puramente stereofonico senza artifici elettronici.
Nn mi si risponda di tempi, ritardi, ecc. nn è questo l'argomento della domanda.

Io butto lì un numero, secondo voi una differenza di 65-75dB è ragionevole?
 
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