Penso che uno dei punti chiave sia questa frase (dal blog di cui sopra): "avrebbe messo in palio solo la sua reputazione", al posto di reputazione, quando non si tratta di personaggi pubblici e conosciuti, metterei più semplicemente "la faccia".
E' facile fare affermazioni roboanti, proclami trionfalistici, asserzioni granitiche che attirano l'attenzione e, anche, ti fanno assumere l'aura dell'esperto.
Poi qualcuno, blasfemo, ti chiede delle spiegazioni ed allora avanti con le parole a raffica, le spiegazioni basate sul nulla o su altre asserzioni non dimostrate, al limite all'autocitazione: "L'ho detto io pertanto è vero" poi tutto nomalmente finisce lì, se si arriva al punto critico, ovvero viene chiesto di partecipare alla prova non per dimostrare che il fenomeno esista o meno, ma per accertare che chi asserisce che esiste è in grado effettivamente di poterlo fare allora ci si defila in modo più o meno elegante, solitamente con la seconda modalità: si fa gli offesi perchè non si accetta la propria parola e non si crede a quanto asserito senza onere di prova e poi si va via sbattendo la porta.
E' sempre capitato così, l'esempio riportato da Stazza è uno dei tanti, altre volte chi aveva dichiarato certe cose e si era detto sicurissimo delle proprie affermazioni è sparito senza lasciare traccia, salvo poi continuare a scrivere sempre le stesse cose e con gli stessi argomenti.
Ciao