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Risultati da 76 a 90 di 93
Discussione: conflitti di interessi e malafede audio video...
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21-12-2005, 19:25 #76
A quel che ne so io, oggi era aperto, e Gianni Buzzi era fresco come una rosa: ne ho appena parlato con uno che gli ha portato il panettone....
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
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22-12-2005, 07:49 #77
Originariamente scritto da angelo
mi dispiace, e spero che Buzzi non se la prenda.
Il negoziante che ha chiuso in quel di Bologna è Grassi Hi Fi, Lo avevo cercato la scorsa settimama (dopo averci parlato a giugno) per sapere se aveva dei bryston da andare a sentire, ma non rispondeva, anche il sito internet era morto.Ho quindi contattato Audioreference, per chiede lumi e ho appreso la triste notizia.
Sono quindi andato a trovare un altro nome storico di bologna , importatore di una decina di marchi (credo tu Angelo abbia a chi mi riferisco) per visitare la nuova sede.... Che amarezza nel vedere quello che ho visto! La stessa cosa è la ho vista nel visitare 2 mesi fa un importante, storico negozio dell'alto vicentino...
Ilario.Ultima modifica di ango; 22-12-2005 alle 07:54
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22-12-2005, 08:34 #78
Tra Buzzi(coni) e Grassi, Ilario hai fatto una pingue confusione
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22-12-2005, 08:48 #79
come dire.... un problema di stazza
LOL
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22-12-2005, 08:50 #80
Originariamente scritto da andrea aghemo
Andrea,
Non giochiamo per cortesia, TU hai aperto la discussione puntando il dito sui cobuy, ho dato per scontato che ti fossi guardato intorno prima di farlo!
Se non lo hai fatto sei stato superficiale, lasciamelo dire, perchè hai toccato un argomento delicato, molto delicato con i tempi che corrono.
Torno a dirti che la mia opinione è espressa liberamente da osservatore esterno.
Personalmenrte non me ne frega niente del 7700, mica lo prendo io, ma un mio conoscente, quindi non ho niente da lamentare nella apposita sezione.
Dico solo che ho notato che nella mail di risposta alle informazioni che uno chiedeva riguardo al cobuy del 7700, oltre al prezzo, nelle modalità di consegna, era specificato che MPI (tuo collega) si prendeva carico di mandare l'oggetto al negozio più vicino all'acquirente e li si poteva andare a ritirare il pj, pagando il negoziante il quale emetteva regolare fattura o scontrino.
Messa così ha un aspetto legittimo e coerente.
Il problema è stato che quando le cose sono andate avanti.... stranamente le cose sono cambiate, il proiettore non andava più ritirato nel negozio di provincia o regione, ma veniva spedito mezzo coriere almeno per noi veneti) da un negozio di centro italia.
quindi quella che a i miei occhi era una operazione corretta, lo è diventato dun po' meno, sempre ai miei occhi, poi per carità ognudo vede il giusto a modo suo.
Considera che sono andato con l'acquirente, sabato scorso (17 dicembre), quindi ad operazione cobuy già aperta da qualche giorno, a vedere il videoproiettore in un importante centro MPI a Bologna il quale lo vendeva a oltre 500€ in più del cobuy e alla domanda ci sono o ci saranno promozioni su questo oggetto? La risposta è stata NO!
Capisci bene che la tua discussione stride un po' con il comportamento del tuo collega.
Io credo che tu non ti comporti in questo modo, ma torno alla considerazione di ieri. basta una persona che si comporta male per rovinare tutta la categoria!
Concludo con una ultimo pensiero sui prezzi gonfiati, e poi mi metto a lavorare perchè altrimenti mi licenziano!
Io non conosco le quitazioni italiano-americane dei tuoi prodotti, perchè non mi interessano. Mi sembra comunque che tu sia veramente una mosca bianca quanto a correttazza di comportamento.
Non so se per penetrare il mercato importando macchine poco conosciute, o cosa.
Ma se guardiamo i listini dei marchi che fanno "numeri" nell'alta fedeltà come Mcintosh, accuphase, divertiti un po' anche tu a confrontare i listini come faccio io.
Dici che l'acquirente è cretino a pagare 10 quello che vale 5? Potresti avere anche ragione, ma Hi-end è una passione fatta di emozioni, di nomi che hanno fatto la storia, di fascino e di rivendibilità.
Se tutti ragionassero come te, per strada girerebbero solo skoda e non andrebbe venduta una Audi, visto che la sostanza è la stessa ma l'emozionalità (e rivendibilità) è tutta diversa!
Io Bramo un Mcintosh Integrato 6900. Mi dirai che non funziona, ma a me piacciono gli occhi azzurrisai com'è l'amore...
A listino costa 8000€ si trova a 4500-5000 nuovo senza rompersi tanto le balle.
Dici che il mercato è di qualche centinaia? Stiamo dalla parte della ragione diciamo che in italia se ne vendono solo 50 pezzi.
diciamo anche che mpi si accolla sti benedetti 4000 euro ( cosa alla quale non credo perchè sono convinto che Mcintosh si accolli i costi di omologazione euopea visti i volmi che ha in tutta la comunità europea).
Siamo a 7000€ / 50
Impattano per 140€ a pezzo! e i restanti 2860?
Mi sembra che i costi di garanzia, gestione, e guadagni li abbiano anche i negozzi in america.
Che la rete di vendita d'oltreoceano si accontenti di guadagnarci meno???
Torno a dire, non ho niente contro di te, non conosco neanche bene la tua politica sui prezzi. Ma quella della maggioranza dei tuoi colleghi, fa acqua da tutte le parti.
Ilario.
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22-12-2005, 08:58 #81
Originariamente scritto da andrea aghemo
Questa mi è arrivata stamattina da Gianni:
Ciao Franco,
è una storia di qualche burlone , festeggio in questi giorni i 60 anni di attività nel settore e con mio figlio siamo giunti alla terza generazione.
Ne ho ancora per molto !!
Auguri carissimi , Gianni
e con questo chiudiamo l' OT
Ciao
FrancoEmm Labs TSD1+DAC2/Basis 2200 sign. + calibrator /Graham Phantom /Lyra Titan/ Denon DBP-4010UDCI/ JVC HD 550/ Audio Research Ref 2 mk2 Audio Research Ref Phono / Rotel RSP1098 / Passlabs X250.5(f)Bryston 5BST(c,r) /Magneplanar MG 3.6R(f), MG-CC3(c), MG-MC1(r) /Velodyne DD12/ Othello schermo 100' /Cardas Neutral Ref / Blacknoise filtri/Pace dec HD /Stax Lambda Nova Sign.+SRM-T1S / Zecktor Mas 7.1 switch multich./ Logitech Harmony 1100 /Apple Imac +M2 Tech Hiface +EmmLabs DAC2
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22-12-2005, 11:36 #82
Originariamente scritto da ango
Ango, errore di interpretazione: io non ho puntato il dito su nessun co-buy, non confondiamo: semplicemente, mi veniva a pennello un esempio di un operatore di settore che promuove una certa operazione commerciale per far notare come, volendo, ci si potesse vedere del marcio anche se non c'è: avrei pure potuto utilizzare gli annunci della sezione operatori (si potrebbe commentare tipo:...se lo vendono qui sarà perchè è difettoso....), per sostenere un certo ragionamento.
Non avevo idea di andare ad urtare la suscettibilità di qualcuno in merito alla situazione che mi hai accennato.
MPI, più che un collega, è un concorrente, a dire la verità, per noi: enormente più grande (noi siamo piccoliii......ma cresceremo...flin flin!), ma un concorrente, collega mi sembra una parola poco adatta, visto che si combatte per rubarsi delle fette di mercato.
Originariamente scritto da ango
Non ho aperto il thread per dire tutti gli operatori sono bravi, belli, onesti e buoni: l'ho fatto per capire meglio questo mercato.
Concordo che l'operazione di questo proiettore, nei termini in cui l'hai posta, non faccia fare bella figura a nessuno, ma ti chiedo: qualcuno ha provato a contattare la parte in causa per avere chiarimenti in merito, magari qui, pubblicamente, sul forum?
Proseguiamo dopo pranzo...
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
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22-12-2005, 11:49 #83
Originariamente scritto da ango
cerchiamo per cortesia di verificare ciò che scriviamo, soprattutto se lesive di interessi aziendali.
altrimenti scadiamo sempre nel forum formato di chiacchiere disfattiste/tragiche/diffamatorie.
Madonna mia , ma dove è finito l'ottimismo?
Ma possibile che sia solo un mondo di truffatori e fregafrega?
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22-12-2005, 12:01 #84
Originariamente scritto da angelo
Mi dispiace, e rinnovo le mie scuse.
Non so il perchè ma nella mia testa continuo a confondere Buzzi con Grassi.
Originariamente scritto da angelo
è così anche in economia.... o sbaglio ?
Ilario.
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22-12-2005, 12:51 #85
Originariamente scritto da andrea aghemo
Originariamente scritto da andrea aghemo
Originariamente scritto da andrea aghemo
Originariamente scritto da andrea aghemo
Originariamente scritto da andrea aghemo
Torno a dire è la mia opinione vista di uno che ha sentito i racconti dell'amico che ha partecipato al cobuy. Poi possiamo dare tutte le attenuanti che hai dato tu all'altro caso. Come buona fede o Manipolazione, ma ai miei occhi rimane una scorrettezza nei confronti del 98% della rete di vendita MPI, che non mangia le fettina della torta che ai miei occhi doveva mangiare, e che era scritto (nella mail iniziale) che doveva mangiare, e di tutti i clienti che non hanno avuto l'occasione di leggere di questo cobuy.
Poi Andrea torno a dire, che A ME, NON ME NE FREGA NIENTE! ho smesso da tempo di fare il don chisciotte delle buone cause.
Visto che tu hai portato questo esempio, ho rafforzato la tua tesi aggiungendo questa mia testimonianza, che mi sembrava più indicativa della tua, perchè è portata avanti da un tuo concorrente come lo chiami tu, collega come lo chiamo io.
Mi metto nei panni però di di 2 persone che si incontrano che hanno acquistato un 7700 uno tramite questo cobuy, l'altro nel centro mpi sottocasa.
Credo che uno dei due abbia qualche motivo per innervosirsi.
ecco un esempio di come si possa alimentare La sfiducia del pubblico verso gli operatori
Nel caso del cobuy del DV 9600 la situazione è sensibilmente diversa, perchè i due ipotetici posessori del DVD che si incontrano hanno comunque di fronte 2 oggetti diversi, per garanzia e facilità di usufruire della stessa. Visto che nel negozio si acquista un prodotto che per legge l'acquirente ha diritto di farsi riparare per i successivi 24 mesi.
Nell'altro caso ci si può avvalere solo della garanzia europea (solitamente di 12 mesi) e ci si deve "prendere la briga" di trovare il centro assistenza più vicino e fargli avere il lettore. Al contrario del suo amico che basta che lo porti al negozio sottocasa.
Originariamente scritto da andrea aghemo
Non può che essere così!
Andrea, una siegazione la si trova sempre a tutto
Originariamente scritto da andrea aghemo
Le nostre opinioni divergono sul fatto che un mcintosh MA 6900 passi da 5000$ a 8000€.
Sinceramente non mi cambia nulla, perchè come ho scritto la soluzione me la sono trovata da me
Originariamente scritto da andrea aghemo
Su alcuni punti abbiamo opinioni divergenti, e credo tali rimarranno.
Quindi è inutile continuare perchè farei quello che mi hai chiesto di non fare ossia:
Originariamente scritto da andrea aghemo
Alla Prossima!Ultima modifica di ango; 22-12-2005 alle 15:40
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22-12-2005, 16:02 #86
Originariamente scritto da ango
Originariamente scritto da ango
Io ho avuto meno difficoltà perchè, entrando sul mercato come nuovo operatore, ho potuto impostare sin dall'inzio la mia strategia in questo modo.
Sarò una mosca bianca oggi, ma sono convinto che prima della fine del 2006 saremo molti di più a lavorare in questo modo.
Originariamente scritto da ango
Sono importazioni di piccole dimensioni e decisamente di nicchia: i numeri si fanno, oggi, soprattuto nel video. Nell'audio, abbiamo un mercato davvero risibile, globalmente.
Originariamente scritto da ango
Dico che il cliente non è obbligato a farlo, tutto qua.
Se voglio necessariamente il prodotto X, o mi sta bene il prezzo praticato dalla rete ufficiale o mi arrangio altrimenti per poterlo comunque acquistare ad un prezzo più consono alle mie possibilità, ovviamente sobbarcandomi i problemi ed i rischi derivanti, e se ritengo che questi ne valgano la spesa.
Originariamente scritto da ango
Che una Audi costi il doppio di una Skoda pur avendo molte parti in comune, non mi sembra blasfemo: Audi ha saputo creare una immagine di esclusività che si acquista, e si paga, insieme al prodotto. Chi può, ed apprezza quel valore, perchè vuole distinguersi, perchè desidera solo il meglio, si compra una Audi e campa felice.
Il discorso sarebbe diverso se comprando la Audi attraverso la rete di distribuzione e vendita Italiana, questa costasse il 30 o 40% in più che comprandola in Germania, che è più simile all'argomento che stiamo dibattendo (così non è, ma ipotizziamo a titolo di esempio).
A quel punto, chi proprio vuole una Audi o passa dalla rete italiana, accettando di pagare un extracosto ma dormendo sonni tranquilli per l'assistenza e quant'altro, o decide di risparmiare, si fa una gita in Germania, risparmia un pò di quattrini e si arrabatterà per avere assistenza, ma con un bel gruzzoletto risparmiato.
Posso condannare l'importatore italiano per una simile politica? No: non è obbligato a vendermi il prodotto a l prezzo che vorrei io: al massimo, posso pensare che sia un imprenditore poco attento, o che non ha particolare interesse a vendere tre auto al posto di una.
Fino a prova contraria, l'azienda è sua ed i quattrini che ci ha messo, pure: se ritiene di volerla condurre in un certo modo, e di volerci guadagnare un certo tot, non ha senso dargli del pirata, basta non acquistare i suoi prodotti.
Il mercato è libero, e se c'è davvero interesse per il prodotto che sta trattando, qualcun altro andrà alla casa madre, prima o poi, dicendo: "voi lavorate con tizio, e vendete X. Perchè non lo mandate a stendere e lavorate con me, che vi prometto di fare 4 volte X?". Altrimenti, se nessun altro riterrà che valga la pena di dannarsi l'anima per fare una cosa del genere, tizio continuerà a vendere quel prodotto al prezzo che ritiene logico, e terrà aperto finche troverà abbastanza acquirenti disposti a pagare quel quid in più per di poter contare su un servizio meno complesso da ottenere.
Il fenomeno che tu stigmatizzi si deve al fatto che il tuo potere di acquisto è proprio lì, a cavallo tra un prezzo ed un altro; il fatto è che la maggioranza degli utenti che acquista i marchi che tu hai nominato ha, solitamente, una capacità di spesa ben più alta, e quel delta che tu trovi fastidioso gli pesa molto di meno.
I conti, alla fine della fiera, sono sempre gli stessi: guadagno di più a vendere 10 pezzi a 1000 euro, o 20 pezzi ad 800 euro? Valuto il mercato potenziale, e poi stabilisco un prezzo di vendita...Ovviamente, questo vale soprattutto per i prodotti di fascia molto alta.
Quando si scende di prezzi, cioè prendiamo in esame componenti della fascia bassa e media, e diviene importante vendere grandi quantità per realizzare del profitto, avrai notato anche tu che certe diseguaglianze si riducono drasticamente: ed è normale che sia così, il fenomeno mi sembra già decisamente evidente.
Originariamente scritto da ango
Riprendiamo in esame la tua analisi dei prezzi, tuttavia.
Partiamo dai quei 5000 dollari che tu menzioni come prezzo base.
Incominciamo con il dire una cosa: In America, la struttura di vendita è sostanzialmente diversa da quelle europea.
In pratica, i distributori sono numericamente inferiori, e quando ci sono spesso coincidono con una rete di vendita su un territorio più o meno vasto: un pò come fa HiFiUnited in Italia, che è un consorzio di rivenditori che se la canta e se la suona (nel senso che si importa dei marchi e li distribuisce attraverso i consorziati), o come fa Media World con il marchio Polk Audio. E' chiaro che il coesistere di due strutture in una sola consente di praticare prezzi più bassi o di realizzare profitti superiori (più facile la seconda, ma resta valido il concetto).
é una necessità che è stata generata dal mercato: credo che qualcosa di simile dovrà accadere anche qui, presto o tardi.
Ipotizziamo che il costruttore USA, quindi, offra al distributore Italiano il proprio prodotto (che chiameremo marchio "Pippo"). Il prezzo di cessione dipenderà dai volumi sui quali il distributore è disposto ad impegnarsi: ti posso dire che nel caso di quantità non smodate difficilmente si parla di oltre il 50% dal listino USA.
A questo punto il nostro distributore deve pagare (anticipatamente) e far arrivare la merce in Italia, dove pagherà cash l'IVA all'ingresso nel paese, e, se sarà bravo, potrà ottenere un pagamento tra i 90 ed i 120 giorni dalla fatturazione ai propri rivenditori.
Incominciamo ad ascrivere, quindi, i costi finanziari dell'operazione, che corrispondono a circa 5/6 mesi di impegno delle cifre investite nell'acquisto.
Nel frattempo, il nostro distributore dovrà spendere un pò di quattrini in materiale informativo vario per i punti vendita (le classiche brochures: quei bei depliant che tanto ci fanno sognare quando a casa ci rileggiamo le caratteristiche del prosdotto e ne ammiriamo le foto).
Tieni conto che dovrà farle in Italiano, ed anche piuttosto belline: si parla sempe di prodotti da migliaia di euro, in fondo.
Un migliaio di brochures, tra realizzazione (foto, testi, composizione ed impaginazione) e stampa, possono facilmente costare quattro o cinquemila euro.
Dovrà poi prevedere un minimo di pubblicità sulle testate di settore, per far conoscere il proprio prodotto e farlo desiderare ai clienti; per cui, se vuole coprire anche solo un paio di periodici con continuità, deve mettere in bilancio tra i 15 ed i 30000 euro di investimenti pubblicitari.
Vuoi che non si doti di un sito web, nel 2006? Mica viene gratis: ha dei costi anch'esso, non fosse che di gestione ordinaria.
Dovrà anche gestire un minimo di ricambi ed avere a disposizione un minimo di struttura per l'assistenza: che la faccia al proprio interno o si affidi a laboratori esterni, si tratta sempre di un costo che deve essere coperto dalle vendite.
Avrà poi una serie di costi fissi, ovviamente; una sede aziendale, bollette di telefono, internet e riscaldamento, nonchè un magazzino dove depositare le proprie merci (in affitto? In proprietà? fai tu), e di qualcuno che tale magazzino lo gestisce.
VI sono poi i costi di movimento delle persone, degli agenti di vendita (se ve ne sono), contabilità (di solito ordinaria)....
Che l'importatore sia piccino e non abbia dipendenti, o sia un colosso con una quarantina di persone a carico, poco cambia.
Ti posso dire con serenità che chiunque operi nella distribuzione, grande o piccino che sia, in Italia, attualmente non può sopravvivere se non ha un margine operativo di almeno il 30/35%.
Questo significa che il nostro amplificatore da 2500 dollari, cioè il 50% del listino USA (oggi duemila euro) al netto delle tasse, egli lo deve rivendere ai rivenditori ad almeno 3850 euro +IVA.
Così facendo, se è bravo, può sperare di realizzare un utile d'impresa lordo tra il 5 ed il 10% del proprio fatturato.
Se fattura 1 milione di Euro, gli resteranno, prima delle tasse, tra i 50 ed i 100.000 euro (quanti distributori Hifi superano tale soglia, secondo te, in Italia?).
Il rivenditore, se vule campare e tenere aperto il proprio negozio, deve realizzare un margine lordo analogo, cioè tra un 25 ed un 40% (un pò di sconto dovrà pure farlo, a chi compra oggetti del genere...), ed ecco che i nostri 3850+IVA diventano, senza troppi problemi, un prezzo al pubblico di 5900 euro+IVA, alias circa 7000 euro tutto compreso.
Nota che ti parlo di margini che consentono la mera sopravvivenza dell'azienda, non di farsi la Porsche: e non mi pare che siamo lontani universi dagli ottomila euro che tanto ti infastidiscono. Con situazioni di questo tipo, se ti becchi un paio di insoluti l'anno o hai qualsivoglia tipo di problemi, rischi di annegare.
Sei ancora così sicuro che il prezzo di ottomila euro significhi che stai avendo a che fare con dei pirati?
Originariamente scritto da ango
Poi, si può essere più o meno bravi negli acquisti, nel contenere i costi, etc, etc, ma....le realtà sono queste, e se qualche commercialista vuole esprimere il suo parere, si faccia avanti: dubito molti possano sconfessare questi dati, in linea di massima, validi per molti settori in cui operano piccole e medie imprese mirate alla vendita al dettaglio.
Tutto questo senza creare flames o litigi: sto solo cercando di far capire a chi non fa questo mestiere quali siano le dinamiche reali che muovono il settore, e che certe cose hanno delle spiegazioni razionali senza voler necessariamente vedere del dolo o dell'intenzione di truffa dell' acquirente finale!
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
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23-12-2005, 08:55 #87
Originariamente scritto da andrea aghemo
ho tagliato le parte sotto, per leggibilità, ma riassumendo tu identifichi un margine operativo di un 30-35% all'importatore che si somma ad un margine operativo del negoziante ( 25-40%) partendo da un costo "vivo" dell'oggetto che è il 50% del listino americano.
Nel tuo esempio,
Acquisti il nostro oggetto al 50% (dato DETERMINANTE sul quale non posso controbattere!) del listino americano di 5000$ a circa 2000€
Lo dai al negoziante a 3850€
E già quà in nostro giocattolo è stato rincarato del 92% che tu giustifichi con:
1) Spese di gestione struttura ( ma le hanno anche i tuoi colleghi americani)
2) Sese pubblicitarie (ma le avranno anche i tuoi colleghi americani, in proporzione alle dimensioni visto che la pubblicità costa in proporzine a quante persone la vanno a leggere, ergo una pagina su la rivista americana costerà 10 volte quella della rivista italiana)
3) Guadagno.
4) importazione/sdoganamento ( e queste le avranno anche loro quando importano i nostri prodotti)
5) Guadagno.
Poi il nostro oggetto dei sogni passa in mano al negoziante che deve rincararlo di un 25-40%, stando a quello che dici tu.
Però io vedo che il prezzo raddoppia ancorapassando dai 3850€ ai 7000€
Perdonami, ma io continuo a non capire.sarò forse scemo, non so so, porta pazienza.
Io so solo che: (perchè è sotto agli occhi di tutti)
1) Il raddoppio del prezzo del listino è sempre a senso unico nella direzione Resto del mondo -> Italia
2) Ravanando un po' si "trovano" prodotti di importazione ufficiale nuovi a circa il 60% del listino italiano.
3) Se contatti certi importatori ti fanno capire chiaramente che se vai da loro ti faranno socnti mooooolto sostanziozi...
Poi torno a dire, e con questo concludo veramente perchè le nostre posizioni sono e rimarranno lontane.
Andrea, mettiti TU per una volta nei panni dell'acquirente, che può risparmiare un 35/50% rimboccandosi un po' le maniche, facendo un po' lo sfacciato.
Andrea,
Qui non si tratta di fiducia, si tratta di sentirsi presi per il cu*o, (almeno per quanto mi riguarda), perchè al contrario di chi si può permettere di buttare 3000€ (i famosi utenti che hanno la possibilità di regelarli ai negozianti, da te prima citati) per me 3000€ equivalgono a mesi di risparmi, e non ho la minima intenzione di regalarli.
Sarò io un cliente atipico, come dici tu, ma visto che siamo in un periodo di vacche magre, chi punta il suo valore aggiunto nel pompare i prezzi per creare l'immagine di un "prodotto di elite" è il primo a saltare.
E non c'è filosofia da fare su questa cosa, o da tirare in ballo argomentazioni come sfiducia, conflitti di interesse.
Si tratta di avere la lucidità e la razionalità di capire che si sta chiudendo un periodo economico, per lasciare spazio ad un altro. E certe "figure" nel mercato del commercio, non hanno più ragione o margine, usa il termine che più ti piace, di esistere.
Saluti,
Ilario.
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23-12-2005, 11:09 #88
Originariamente scritto da ango
forse non mi sono spiegato, e rifaccio due precisazioni: io ho parlato di Margine, non di Ricarico, e l'esempio riportato non è ciò che fa la mia azienda, ma una ipotesi ragionevolmente realistica legata ad un immaginario prodotto di costo X.
Quando ti dico margine, intendo che se compro un prodotto a 100 e lo rivendo a 200, ho realizzato un margine del 50% o un ricarico del 100%.
Tutto qua.
Per quanto riguarda il dato DETERMINANTE, come dici tu, è significativo di una realtà media, poi è possibile, come ho ipotizzato, darsi da fare, sbattersi e fare di meglio, ma mai oltre certi limiti, soprattutto per i prodotti più costosi.
Tanto è vero che il mio esempio giustifica un prezzo di 7000 euro in Italia contro un prezzo di 5300 dollari in USA, che non è un raddoppio, soprattutto tenendo conto che nel prezzo USA, il governo si insacca 300 dollari su 5000, mentre in Italia il governo si insacca qualcosa come 1200 euro su 7000. Il confronto andrebbe fatto sui prezzi prima delle tasse, ed in questo caso abbiamo 5000 dollari contro 5800 euro.
Leggi bene i valori e se sono comprensivi o meno della nostra IVA, nell'esempio che ti ho fatto.
Originariamente scritto da ango
Come ti ho fatto notare, tutta la struttura USA di vendita riesce a stare in piedi con un margine complessivo del 50%, mentre al di qua dell'oceano la frammentazione dei mercati, le distanze, le lingue e le diverse politiche commerciali portano la stessa struttura a gravare con un margine complessivo del 65% (2500 dollari su 5000 0 margine del 50%, 2000 euro su 5800 euro = margine del 65%).
Mettiamo ora in conto un fenomeno importante, legato alle dimensioni dei mercati.
Vedi, Ilario, il costruttore USA tipicamente vende il 70% minimo della propria produzione negli USA e nel Far East (Giappone etc), e solo un 30% in Europa, peraltro frammentato in diverse e numerose realtà, a meno che abbia un distributore che opera a livello europeo.
Sia chiaro, stiamo sempre parlando di prodotti di alto di gamma, nel medio livello, come tu stesso puoi vedere, i distributori sono pressochè inesistenti, essendo diramazioni della casa madre stessa.
Allora, da un lato immaginiamo il costruttore USA che viene approcciato da un potenziale distributore di un paese Europeo: per il costruttore, si tratterà di vendere qualche pezzo in più, ma sostanzialmente numeri che non gli cambiano la vita, e quindi non sarà portato a concedere sconti devastanti o particolari elargizioni, a meno che non abbia una decisa volontà di conseguire quello specifico mercato, per una ragione o per l'altra.
Facciamo ora il caso opposto, il costruttore Europeo che approccia il mercato USA: la proporzione è radicalmente diversa, nel senso che il costruttore europeo vede nel mercato USA la possibilità di moltiplicare di due o tre volte il proprio fatturato, ed è quindi fortemente motivato in tal senso, anche perchè ha dalla sua delle possibilità di abbattimento dei costi notevoli, grazie ad incrementi del genere.
Quando va bene, l'importatore italiano, su un prodotto di pregio, riesce ad importare qualche pedana di materiale; nel caso opposto, si parla magari di un container pieno...e questo, sui prezzi, ha delle incidenze pesanti.
Originariamente scritto da ango
Se la sua catena di vendita riesce a sopravvivere con il 50% di margine, lui venderà quel prodotto a 5000 dollari+ le tasse....che corrisponde, ad oggi, a meno di 5000 euro!
Non dico che le cose accadano esattamente in questi termini, ma volevo farti notare come basti poco per creare divari apparentemente inspiegabili.
Capisci che roba, e quanto la nostra tassazione incide? Capisci perchè gli Italiani sono ben felici di vendere all'estero? O perchè un prodotto di fascia alta, oggi come oggi, possa sembrare più conveniente acquistarlo all'estero che non in Italia?
Originariamente scritto da ango
Ecco che aziende che hanno magari affrontato delle difficoltà negli ultimi anni hanno deciso di muoversi parallelamente verso i privati per cercare di salvare i conti alla fine dell'anno.
Non dico che sia giustificabile, per carità, ma credo sia comprensibile.
Chiediamoci, piuttosto, a questo punto: quanto ci interessa, come consumatore, disporre della figura del rivenditore per certe categorie di prodotto?
Originariamente scritto da ango
come ti ho già detto, lo faccio sempre: infatti i prezzi di listino dei nostri prodotti sono tali che chiunque voglia cercare, come privato, di importarseli dal pese di origine, spenderebbe di più.
Credo che questo sia il giusto servizio che deve dare la catena distributore/rivenditore.
Tutti i nostri marchi non sono venduti su Internet in nessun paese europeo, tranne due o tre strutture che operano esclusivamente sul web, e comunque i prezzi di vendita sono uniformi sul territorio europeo, al netto delle tassazioni locali
Per inciso, ciò che costa 1000 dollari negli USA prima delle tasse locali lo riproniamo a circa 1250 euro in Italia nostre tasse incluse, che non mi sembra proprio male, visto che offriamo tutta una serie di servizi tutt'altro che disprezzabile.
Però, fammi capire questo: riprendiamo l'esempio dell'apparecchio da 5000 dollari. Immaginiamo tu ne acquisti uno già validato CE, altrimenti faresti un import illegale, e non vogliamo esaminare questa ipotesi!
Se cerchi di acquistartelo da solo negli USA, per dire, dovrai fare un bonifico di circa 4200 euro, e all'arrivo in Italia pagherai il trasporto (un 2 0 300 euro, se porti un apparecchio solo), che porta il tutto a 4500 euro, e su questo importo pagherai tasse doganali (tra il 4,5 ed il 9 per cento, dipende dal tipo di apparecchio) ed IVA, finendo a circa 5700 Euro, ma senza poter usufruire facilmente di garanzia ed altro. Alla luce di questi fatti, tu cosa vorresti, per sentirti soddisfatto e non turlupinato, avere questo stesso identico prezzo dal negoziante?
Perchè un prodotto che abbia un listino di 7000 euro lo si porta a casa abbastanza facilmente, da qualsiasi negoziante serio, a circa 6300/6400 euro....ora, 600 euro di differenza (un 10% del totale) tra smazzarti tutto da solo od avere un servizio che ti permette di valutare con calma il prodotto in negozio ed usufruire della garanzia, a me, non sembra una rapina. A te, invece?
Non sto cercando di giustificare l'operato di alcuno nè il mio, Ilario, ma tentando un confronto ed un dialogo portando delle ragioni concrete.
Se ti dà fastidio rispondermi, non farlo. E' la seconda volta che mi dici cose tipo "...ti dico solo più questo e poi basta...". No, dico, ti sembra il modo di condurre un dialogo? Possibile che ci si debba sempre alterare, senza cercare di ragionare con calma sulle cose?
Originariamente scritto da ango
Non è questione di buttare o regalare il denaro, Ilario: non facciamo del qualunquismo. La realtà è che avere un negozio costa, piaccia o meno, e siccome chi ne ha uno non può permettersi di andare in rosso, ad oggi la situazione è quella che è, in questo paese.
Quindi chiediamoci: vogliamo i negozi, oppure no, per i prodotti di fascia media ed alta? Nel senso, preferiresti non avere la possibilità di visionare e confrontare il prodotto per poter pagare comunque di meno l'oggetto?
Originariamente scritto da ango
non ci dimentichiamo che stiamo parlando esclusivamente di prodotti di fascia media ed alta: per i primi c'è stata sicuramente recessione, per i secondi...no. Nel senso che i beni di lusso, tipicamente, non risentono delle crisi economiche generalizzate, e se accade, è in misura estremamente inferiore.
Per capirsi, pur senza conoscere i dati, sono sicuro come pochi che hanno visto molta più recessione, nel 2005, nomi come Denon o Rotel piuttosto che McIntosh o Lexicon.
Originariamente scritto da ango
Non si sta chiudendo un periodo economico, casomai si sta modificando e nessuno ha ben chiaro dove andrà a finire.
Quello che sicuramente accadrà, secondo me, è che muterà la modalità di vendita e distribuzione dei prodotti in funzione della loro fascia di prezzo.
Temo che, nel nostro paese, essendo piccolo e poco felice per questo tipo di mercato, nonostante siamo ancora il settimo paese mondiale per PIL, si ridurrà l'offerta di prodotti e vedremo scomparire diversi marchi, soprattutto di importazione estera, di fascia media.
Il segmento alto continuerà ad esistere e probabilmente (cosa che sta già accadendo) sarà gestito non più da rivenditori, ma da una figura nuova di installatore/rivenditore/consulente che si rivolgerà solo agli utenti molto facoltosi che cercano installazioni complete; il distributore, probabilmente, venderà sottobanco a quei pochi privati interessati al singolo apparecchio, ma questa tipologia di prodotti tenderà a sparire dai negozi tradizionali.
Ciao,
Andrea...Una scrivania pulita ed ordinata e` il primo sintomo di una mente malata...
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23-12-2005, 12:39 #89
Io però sinceramente non capisco questo concetto di voler fare i conti in tasca agli altri. Ammesso e non concesso che in Italia i margini unitari possano essere più alti su alcune categorie di prodotti, questo significa che il venditore è un truffatore? Il prezzo dalle mie parti si fa sul mercato, non sui costi. Io mi occupo di business development di servizi, e se posso alzare il prezzo rispetto ad un livello minimo di mark-up sul costo lo faccio senza esitare. Se non posso è perché il mercato non me lo consente. Non mi sembra assolutamente un comportamente poco etico, anzi direi che è la base del sistema capitalistico. Ragionamenti del tipo "il tuo margine è troppo alto e quindi sei disonesto" non solo sono ingenui ma anche teoricamente scorretti (a meno di non volersi rifare al concetto di plusvalore di marxiana memoria, ma preferirei lasciar riposare Marx in pace).
Ciao
antani
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23-12-2005, 12:55 #90
Andrea,
Capisco le problematiche di IVA diversa tra america ed europa.
Per il resto, ne parlavo questa mattina con un mio collega appassionato, anche lui un "povero impiegato" che sto/stiamo desiderando oggetti di lusso che noi proletari non dovremmo possedere, e a pensarci bene è così.
Io mi accontenterò per sempre dell'oggetto usato di 2-4 anni, del primario o del notaio di turno. Il quale invece di sfogare le sue frustrazioni andando a bordelli, ha il pallino (per fortuna) dell'alta fedeltà ed evolve semestralmente il suo impianto da 50.000€, ed evidentemente sono più di quelli che penso io!
Il problema è che i negozi che vendono questa roba hanno poca voglia di mettersi a vendere e trattare con chi arriva con una seat e li impegna per mezza mattinata con le sue paturnie. Credo che se potessero mettere un cartello alla porta di ingresso con scritto non aprire se non hai un reddito minore di 100.000€ lo farebbero, ma la legge glielo vieta, e quindi devono sopportare (quando sono educati) o ti fanno capire che gli stai facendo perdere tempo (nella maggior parte dei casi)! E io cretino ci rimango pure male e sfogo le mie frustrazioni con te che mi leggi su questo forum!
Credo che che sia vero quello che racconti (e obbietivamente i negozzi chiudono) quindi nei tuoi conti del vero ci sarà, anche se difficilmente comprensibile da un non commerciante.
Trovo quindi corretta la tua analisi.
In un periodo come quello che stiamo vivendo di recessione economica, e di arretramento della qualità sociale della vita.
Non sono i ricchi che vengono a mancare ne tantomeno si impoveriscono, ma è la forbice del divario sociale a ferne le spese, allargandosi, e si assottigliando/eliminando la percentuale cospiqua di italiani che appartenevano alla fascia media.
Il che significa che statisticamente il fatturato dei prodotti di fascia media andrà a sparire/assotigliarsi parallelamente all'andamento di questa situazione economico-sociale.
Rimane a questo punto da capire le crisi di diversi negozianti, ma forse anche quà stiamo parlando di punti vendita che si sono fatti catturare o hanno basato il loro "cliente tipo" in quel famoso italiano di fascia media, che sta pian piano sparendo.
Chiarita (per me) questa cosa adesso dovrò farmi dei corsi di training autogeno per non mettermi a sbavare quando passerò davanti alle vetrine con gli occhioni blu che mi ammiccano festosi.
Forse era meglio se mamma mi avesse fatto "appassionato per il calcio" che è la passione che compete alla mia casta socialeinvece di farmi provare una attrazione morbosa nei confronti della musica ben riprodotta.
Saluti e buon natale!
Ilario.