LG G7 ThinQ
Il terminale, presentato più di un anno fa e dotato di sezione audio con quad DAC Sabre, display da 1000 NIT e doppia camera super-wide, torna alla ribalta grazie ad un prezzo inferiore ai 300 Euro e all'imminente aggiornamento ad Android Pie
System e display benchmark
L'LG G7 Think offre buone prestazioni, in linea con le performance dei dispositivi dotati di SoC Snapdragon 845. Dando un'occhiata ai grafici delle prestazioni, per quanto riguarda i system benchmark, come possiamo rilevare dal grafico relativo a Geekbench4, sia per le performance "single core, sia per quelle "multi-core" le prestazioni sono più elevate rispetto a dispositivi di generazione precedente, ma al di sotto di quelle di un diretto concorrente come il Samsung S9+ che è equipaggiato con un SoC Exynos 9810, specialmente per le performance "a single core". Per quanto riguarda invece i browser benchmark, ed in particolare Jetstream 1.1, il nostro DUT presenta prestazioni ottime, da primo della classe, offrendo prestazioni nettamente al di sopra di tutti i terminali fino ad ora analizzati.
Il display è realizzato con tecnologia MLCD+, con pixel realizzati con quattro sub-pixel, ovvero con la quaterna RGBW invece che col classico RGB, dove per "W" s'intende un sub-pixel bianco. Lo schema qui in alto mette a confronto la classica struttura con tre sub-pixel dei display LCD con quella a 4 sub-pixel utilizzata dal G7 ThinQ che permette di ridurre fino al 50% in meno il cunsumo di energia a parità del livello di luminanza del bianco e fino al 33% in meno in condizioni normali. Inoltre il picco di luminanza arriva fino a 1.000 NIT, almeno secondo le dichiarazioni del produttore. C'è anche da dire che il picco di luminanza è solo per il bianco e per la scala dei grigi, mentre i colori hanno una luminanza che di fatto è quella di un display con luminanza inferiore (tipicamente, circa 500 NIT).
Il picco di luminanza, misurato al "buio" e con il display alla massima potenza è di quasi 800 NIT, con APL al 25% e area del display utilizzata pari al 15%. All'aperto, in modalità automatica, il display sfiora effettivamente 1.000 NIT, soprattutto sul bordo destro del display ma solo con il "bianco" che copre il 100% dell'area. Con il segnale test classico con APL al 25% e area al 15% la luminanza scende fino a circa 870 NIT. Il rapporto di contrasto sul "bianco" è di circa 1.700:1.
I valori del gamma sono abbastanza buoni, sia in modalità automatica che in modalità "Esperto" con calibrazione RGB. C'è solo la tendenza all'aumento del valore del gamma sulle bassissime luci, situazione che comporta l'inevitabile espansione delle basse luci, con i particolari più scuri delle immagini che tendono a confondersi con il nero.
Il veri problemi arrivano con l'analisi del bilanciamento del bianco e della gamma dinamica. Il rovescio della medaglia, quando si punta sulla potenza della luminanza e sull'efficienza luminosa, è rappresentato da una colorimetria mediocre e il G7 ThinQ conferma questa situazione, con un bilanciamento del bianco tra i peggiori mai misurati dal nostro laboratorio. Così lontani che gli strumenti per la calibrazione integrati nel sistema riescono a ridurre solo in parte dal distanza siderale dal riferimento. Per raggiungere un bilanciamento del bianco ottimo, non bastano i controlli di temperatura colore e delle componenti RGB: bisogna attivare anche la modalità "Vista confort" e modulare il "Filtro luce blu".
Il gamut in effetti è molto grande, con una copertura estremamente vicina a quella DCI-P3. Il vero problema è che non c'è una impostazione predefinita che permetta di riprodurre i colori secondo gli standard sRGB e REC BT.709, con il risultato che immagini e video acquisiti con le camere in dotazione, sembreranno più sature di quello che in realtà sono. Nelle modalità predefinite la colorimetria è mediocre, grazie al bilanciamento del bianco molto lontano dal riferimento, con drammatica tendenza al blu. Nella modalità "Esperto" e dopo la calibrazione, le cose migliorano decisamente e anche l'incarnato acquista una naturalezza invidiabile.