Snowpiercer | stagione 3 | la recensione
Il terzo capitolo della serie su Netflix nata dal film del premio Oscar Bong Joon-ho continua a tenere avvinti per il ritmo sostenuto e implacabile e per il suo carattere fortemente politico e belligerante, particolarmente in questo momento in cui a pochi chilometri da noi si sta consumando un’ingiusta e spietata guerra
Dopo la perdita di Melanie che ha lasciato dati importanti per trovare un luogo abitabile, lo Snowpiercer si mette alla ricerca della ex “voce del treno” e a quella di prove che possano condurli alla meta tanto agognata. Durante un’uscita, Bennet cade in una centrale nucleare e Layton e Josie sono costretti a recuperarlo. Una volta riportato Bennet in superficie, Layton si imbatte in una sopravvissuta all’interno della centrale, ma la sua tuta scarica gli fa perdere i sensi e questo lo porta ad avere la visione di un albero della vita in Africa. Ricaricata fortunosamente la tuta riesce a portare la donna sul treno, facendola diventare simbolo di speranza e rinascita. Intanto sulla Big Alice, Wilford fa fatica a mantenere il controllo, sia per le difficili condizioni cui gli occupanti del treno sono sottoposti, sia perché Ruth e Pike stanno lavorando in favore di una rinata resistenza. I rapporti di potere continuano a intersecarsi e a cambiare, spostando gli equilibri e mettendo così tutti in costante pericolo di vita. Fino a quando una scoperta insperata sembra poter rimettere ordine tra pesi e contrappesi. Ma la tanto attesa armonia verrà ancora una volta messa a dura prova nello scontro tra utopico ottimismo e aspra realtà.
Se le prime due stagioni della serie (qui le nostre recensioni: Snowpiercer | stagione 1 | la recensione, Snowpiercer | stagione 2 | la recensione) creata da Graeme Manson e prodotta da Bong Joon-ho risultavano semplicemente avvincenti, questa va oltre perché i temi che tratta sono ormai parte integrante di una realtà distopica di cui gli spettatori si trovano loro malgrado prede, interessate a capire verso quale destino andrà il treno che doveva salvare la razza umana ma che stenta sempre di più a trovare un approdo definitivo e sicuro. Il bisogno d’amore e armonia sono ancora il fulcro della storia proprio perché via via che scorrono gli episodi sembrano allontanarsi, sebbene inconsciamente si senta che in un modo o nell’altro andranno prima o poi raggiunti. E così si fanno avanti l’amara solitudine, la strenua sopravvivenza, ma soprattutto lo scontro tra la dura verità opposta alla dolce illusione. Entrambe necessarie ma discordanti, la prima per sopravvivere fisicamente, la seconda per sperare nella possibilità di una vita migliore. L’arrivo di Asha e il suo Nuovo Eden portano la sensazione labile che qualcosa stia per succedere, qualcosa di puro, incontaminato, salvifico. Ma sarà tutto vero o solo il frutto dell’immaginazione?
Sono nato per la battaglia, sono fatto per essa.
Le due figure di spicco sono ancora una volta centrate su Wilford e Layton in una sfida in cui il primo rappresenta il fascino perverso di un dittatore privo di scrupoli e per questo che sembra non avere niente da perdere, mentre il secondo è il guerriero che combatte per ciò che è giusto ma la cui debolezza sta nel cercare di far sopravvivere buoni e cattivi. Fino a quando Mister W non finisce a sua volta per legarsi affettivamente a Audrey, l’artista che si mette dalla parte del potere dannando sé stessa (e di riflesso lui) e che anche in questo terzo capitolo delizia le orecchie con due canzoni magnifiche. I punti deboli diventano forti e viceversa a seconda del momento che il treno attraversa. Perfino la celebrazione di un matrimonio diventa oggetto di un’ottima propaganda, un momento felice di due persone che viene utilizzato per dire a tutti che sotto il regime ci sarà modo di festeggiare continuamente mentre affidandosi a chi non usa il pugno duro e gli preferisce una debole democrazia tutto finirà male.
– Abbiamo scelto un ruolo impossibile.
– Quando lo ricopri, è dura rinunciarci.
In mezzo si collocano resurrezioni (alcune compiute, altre mancate), redenzioni (molto sofferte) e l’evoluzione del rapporto tra Layton e Josie, nel momento in cui Zarah aspetta una bambina da lui. Parallelamente Alex, la figlia di Melanie, è costretta a fare i conti con la scomparsa della madre e la resistenza all’uomo che nonostante sia risultato un essere spietato, l’ha salvata da morte certa. Il tutto è condito da vili sabotaggi, nuove alleanze e tormentati tradimenti. Arriva poi un momento onirico, profondo e introspettivo che spezza il ritmo della stagione. In parte è un pregio perché stravolge e scompone accadimenti e ruoli e porta tutto su un’altra prospettiva, dall’altra la brusca interruzione stona con l’andamento generale, sempre molto serrato e dinamico. Ma quando si riparte le cose si fanno molto interessanti. Il cuore della stagione è negli ultimi due episodi (che comunque non intaccano la tenuta e le qualità delle altre), tutto viene concentrato lì per un altro cliffhanger, inaspettato e potente quanto i precedenti finali di stagione. Almeno è così in apparenza. Perché poi succede qualcosa di ancor più inaspettato e tutto prende, letteralmente, un’altra direzione.
Perché guardare la terza stagione di Snowpiercer?
Una delle stagioni di Snowpiercer più politiche in assoluto perché rimette in gioco tutto, ma proprio tutto il passato, ma andando oltre ciò che si è già consumato, in un costante spostamento degli equilibri e delle forze che tengono fisicamente insieme e umanamente disuniti i vagoni. Già confermata per la quarta stagione, la serie viaggia sempre più pericolosamente sui binari incerti della speranza contrapposta alla ragione. Dalle premesse di questo finale si evince che il prossimo potrebbe essere l’ultimo capitolo, ma non ci sono ancora conferme in nessun senso. Di sicuro resta una serie avvincente, che non abbassa mai la qualità e le aspettative del pubblico, in un’escalation di colpi di scena che non mirano a raggiungere un effetto effimero ma restano sempre funzionali alla storia e fedeli al suo spirito.
VALUTAZIONI
dal trailer all’intera serie
Aspettativa 8 Potenziale 9
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO
visione
Intrattenimento 8,5 Senso 7,5 Qualità 8,5
Giudizio Complessivo 8,2
Snowpiercer | stagione 3
drammatico, thriller, fantasy | USA | 25 gen - 29 mar 2022 | 8 ep / 46 min | Netflix
ideatore Graeme Manson
personaggi interpreti
Andre Layton Daveed Diggs
Mr. Joseph Wilford Sean Bean
Josie Wellstead McConnell Katie McGuinness
Alexandra “Alex” Cavill Rowan Blanchard
Bess Till Mickey Sumner
Audrey Lena Hall
Zarah Sheila Vand
Asha Archie Panjabi
Ruth Wardell Alison Wright
Pike Steven Ogg
Bennett Iddo Goldberg
Roche Mike O'Malley
L. J. Folger Annalise Basso
John “Oz” Osweiller Sam Otto
Javier "Javi" de la Torre Roberto Urbina
Dottoressa Headwood Sakina Jaffrey
Dottoressa Pelton Karin Konoval
Bojan “Boki” Boscovic Aleks Paunovic
Kevin Tom Lipinski
Winnipeg “Winnie” Emma Oliver
Miles Jaylin Fletcher
Melanie Cavill Jennifer Connelly
critica IMDb 7,7 /10 | Rotten Tomatoes critica nd utenti 3,1 /5 | Metacritic nd
camera RED Epic Dragon
aspect ratio 16 : 9
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