Bliss | la recensione
Le buone premesse del film, prodotto e distribuito da Amazon Studios, che si muove tra dramma e fantascienza, evocano un mondo in cui tutto potrebbe essere migliore di come lo vediamo. Ma il risultato finale è viziato dalla confusione che regna sovrana, nonostante la presenza dell’inedita coppia Owen Wilson e Salma Hayek
Greg, un uomo in evidente stato di depressione a causa di un divorzio, finisce per essere anche licenziato dal suo capo che però batte la testa accidentalmente mentre gli sta comunicando la brutta notizia. In preda al panico, Greg si rifugia in un bar in cui si imbatte in Isabel, una donna che sembra poter controllare magicamente la fisica. Lentamente lo convincerà che la realtà in cui si trovano non è quella vera ma una simulata per uno scopo ben preciso.
Mike Cahill, regista del discreto Another Earth, mette in scena un film che ha le premesse per essere un intrattenimento interessante: un uomo che si distacca dalla realtà in cui vive, guidato da una donna che ne conosce un’altra. Una storia che poteva avere un potere evocativo profondo e positivo, prendendo spunto dal senso e dal ritmo di Matrix mescolati a quelli di un qualsiasi episodio di Black mirror. Ma fin dal primo incontro con Isabel la percezione di ciò che accade e accadrà a Greg è negativa, sebbene si attenda che le cose cambino una volta trovata la via di accesso al mondo parallelo che la protagonista promette a lui e a noi. Per la prima metà del film però le cose non si muovono, restano su un piano inclinato in cui tutto va per il verso sbagliato. Anche la storia d’amore non troppo sottesa pare prendere una piega ben poco idilliaca, diretta più verso una deriva che nel migliore dei casi sarà fatta di contrasti continui.
Ho l’immagine di un luogo in mente. Casa. Una donna. Non so se tutto questo sia reale. Ma mi provoca un’emozione. E l’emozione è reale.
La condizione in cui si trova chi guarda è quella di oscillare tra il pensiero che una realtà alternativa esista davvero - e quindi i due personaggi ci stiano conducendo verso una qualche meraviglia - e quello che si stiano seguendo due persone irresponsabili che non fanno altro che abusare di varie sostanze che li conducono a un’alterazione percettiva. Dal momento in cui i due riescono a passare dall’altra parte, invece che ottenere chiarezza e soluzioni, ci si incanala in discorsi pieni di retorica e cliché degni di un romanzo di poca cosa.
Il personaggio di Greg appare come passivo di fronte alle scelte che Isabel prende per lui, sia in una realtà che nell’altra. E se questo tipo di caratteristiche può funzionare nelle commedie in cui siamo abituati a vedere Owen Wilson, in un dramma fantascientifico risulta del tutto non credibile, oltre che profondamente noioso. Isabel appare invece come un’abile manipolatrice, una dottoressa che piuttosto che mostrare autorevolezza, è sempre preda delle proprie passioni. Ciò che si vorrebbe sapere da lei è cosa la muove verso le proprie azioni e verso Greg, cosa rappresenta lui per lei. Salma Hayek non fa altro che esasperare il suo personaggio per tutto il tempo, quasi come a cercare di riempire i vuoti del resto della messa in scena. La regia è talmente confusa che rende la recitazione ridicola, i protagonisti appaiono come due principianti totali. Un vero peccato visto che sono entrambi bravi attori che avrebbero potuto calarsi in panni inediti esplorando possibilità a loro stessi sconosciute.
- Molti dicono che l’ignoranza fa la felicità. Ma secondo me dobbiamo sperimentare il bello per apprezzare il brutto.
- No, l’hai detto al contrario.
- Esatto.
Forse è questo il messaggio che si cela nella pellicola: per apprezzare i film belli (gli altri) bisogna sperimentare il brutto (questo). Molti temi interessanti vengono lanciati senza poi essere approfonditi. L’angoscia crescente che viene suscitata - particolarmente da parte della protagonista - è insensata perché non porta a nulla. Il modo in cui il tempo scorre non viene supportato da alcuna spiegazione, si capisce che è alterato ma non si costruisce un impianto che faccia sì che dopo lo spaesamento si giunga a una qualche rivelazione. E bastava davvero anche solo un flashback. Il discorso del potere della mente che in un mondo virtuale può tutto, non viene mai sviluppato a sufficienza. E persino il rapporto tra Greg e sua figlia, unica ancora di salvezza per lui e per la pellicola non diventa centro di attenzione primario, se non verso il finale, corretto ma tardivo.
In Bliss il discrimine tra ciò che è reale e ciò che appare come tale dà un senso di alienazione disturbante (come se gli effetti della pandemia non fossero già abbastanza). Lo spettatore è in balia di qualcosa che sembra trascinarsi senza una meta. Non è né un film di fantascienza che gioca col futuro per dare un senso al presente, né un film drammatico in cui il patimento genera il giusto pathos. Una scommessa persa insomma che abbassa di molto il livello di qualità sia degli interpreti e del resto della troupe - anche la fotografia ne risente risultando scialba e inconsistente - che di Amazon Studios, che oltre a distribuirlo sulla propria piattaforma, lo ha coprodotto. Perché ciò che viene raccontato nel film è in realtà un inganno mal costruito. Proprio come il film stesso.
VALUTAZIONI
Regia 3 Sceneggiatura 3 Recitazione 4
Fotografia 6 Musiche 5
Film 4
Bliss
drammatico, fantascienza | USA | 2021 | 104 min | Amazon Prime Video
regia Mike Cahill sceneggiatura Mike Cahill fotografia Markus Förderer musiche Will Bates
personaggi interpreti
Greg Owen Wilson
Isabel Salma Hayek
Emily Nesta Cooper
Cameron Joshua Leonard
Arthur Jorge Lendeborg Jr.
Bjorn Steve Zissis
Doris Madeline Zima
Chris Bill Nye
critica IMDB 4,8 /10 | Cinematografo 2,5 /5 | Rotten Tomatoes 5 /10 | Metacritic 34 /100
camera RED Monstro 8K VV, Atlas Orion Anamorphic and Angenieux EZ Lenses
aspect ratio 2,39 : 1
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Commenti (4)
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Sto cominciando a guardarlo, la strana coppia Owen + Salma (certo chi le ha dato quel nome non parlava italiano...
molto più esotico l'originale arabo Salima oltretutto...) mi dà l' idea di un sano ritorno ai tempi in cui gli attori cine passavano alla Tv quando erano ormai bolliti...)
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Nome discutibile, ma quanto è sexy, anche alla sua età?
Se tutte le Salme fossero così saremmo tutti necrofili -
vero, lo vedrò comunque, sono curioso -
E' uno di quei film di cui è difficile parlare senza fare spoiler, perché fin dalle prime scene lo spettatore comincia a chiedersi se sta assistendo ad una rappresentazione realistica o fantascientifica... purtroppo - e questo è forse il difetto maggiore - il regista dà un aiutino allo spettatore già dopo pochi minuti, rendendo il film didascalico, togliendo molto pathos, e rendendo il finale abbastanza prevedibile.
Il tema principale forse è la celebrazione del mito di Matrix, che a sua volta divulgava l' idea buddista che il mondo materiale è pura illusione, ormai entrato nella fantasia collettiva e nel linguaggio, come paradigma di un mondo illusorio costruito ad arte intorno ad individui inconsapevoli.
[spoiler]infatti il protagonista, soggetto a gravi turbamenti psichici e sotto l'effetto di droghe, invece di vedere la Madonna come è successo per secoli - ed ancora succede, la mania religiosa è una sintomatologia ufficialmente codificata - incontra una sorta di strega salvifica che lo convince di essere in un universo virtuale, idea che - evidentemente - si immagina sedimantata nella sua mente come in quella di moltissimi di noi.[/spoiler]
Bravi entrambi i protagonisti, soprattutto Owen, che si ricicla inopinatamente come attore drammatico dopo una carriera pluridecennale di commedia leggera dai toni romantici, ed anche Salma che si lascia signorilmente andare a mostrare un corpo procacemente sfatto sotto gli stracci di una improbabile regina dei barboni.
Film di buon livello, avrebbe fatto la sua figura nella distribuzione in sala magari nei circuiti dei film d' autore.