Milano Hi-Fidelity 2019 - Parte 1
Con l'autunno torna il Milano hi-fidelity, la rassegna dedicata all'alta fedeltà che si svolge all'interno delle sale dell'hotel Melià: dopo l'introduzione della scorsa settimana, torniamo con la prima parte del nostro reportage, iniziando dalle sale che ci sono piaciute di più.
Audio Reference e Alta Fedeltà
Audio Reference
Come sempre, la sala organizzata da Federico Licciardello, in collaborazione col punto vendita Alta Fedeltà di Calco, suonava alla grande. Questa è l’estrema sintesi di una piacevolissima sessione di ascolto che ha coinvolto due diffusori ProAc. L'ambiente, con dimensioni medio-grandi e soffitto un po' basso (come tutte le sale al piano -1), era caratterizzata da un moderato trattamento acustico, che suggeriva l'estrema cura dell'installazione e della messa a punto di tutto l'impianto per una sala che, soprattutto con i diffusori più piccoli, è la migliore di tutta la manifestazione.
Da un lato abbiamo le grandi ProAc K6 Signature (30.640€), un modello di grande successo per il marchio, posizionato subito sotto le K8 e recentemente proposto nella sua ultima declinazione "Signature": un tre vie con doppio woofer da 16,5 cm, mid da 7,5 centimetri e tweeter a nastro che ha adottato un midrange maggiorato, un nuovo crossover e che ha reso disponibili due nuove finiture, ma sempre a 4 Ohm, con 90 dB di sensibilità e una tenuta in potenza di fino a 250 Watt.
Le K6 Signature sono inserite in una catena con il meraviglioso integrato danese Gryphon Diablo 300 (15.620€), costruito secondo rigide specifiche militari, eroga 300W su 8 Ohm, 600W su 4 Ohm e 950W su 2 Ohm, in configurazione di vero dual mono e con retroazione negativa nulla. Il lettore CD è il bellissimo Gryphon Ethos (35.140€), con telaio triangolare; c'è anche il lettore digitale e streamer EMM Labs NS-1 (4.490€) ed il convertitore EMM Labs DAC DV2 (41.100€).
La sezione analogica prevede un pre fono Gryphon Sonett (7.310€), oltre alla vera novità per Audio Reference: il giradischi Bergmann Magne su con cuscino d'aria (12.600€)con braccio tangenziale Bergmann Magne ST ad aria incluso nel prezzo, su cui è stata installata una testina MC Urushi Gold (Wajima) di Koetsu (6.525€).
Il modello più grande di ProAC veniva fatte suonare in rotazione con le piccole e compatte Response DB-3 (2.650€), un vero gioiello compatto con 2 vie, accordo bass reflex, impedenza nominale di 8 ohm, 88,5dB di sensibilità e una tenuta in potenza fino a 100 Watt, il tutto in poco meno che 9 chilogrammi di peso. Le DB-3 sono collegate ad una magnifica creatura di quel genio di Nelson Pass, l'integrato Pass Labs INT-25 da 25 watt in classe A (9.795€).
Per il secondo sistema, come sorgenti abbiamo il lettore digitale Bryston BDP-3 (5.255€) e il DAC Bryston BDA-3 (4.990€) mentre la parte analogica del secondo set prevede il phono Pass Labs XP-17 (5.810€), giradischi JA Michell GyroDeck Gyro SE (2,810€) con braccio JA Michell Techno Arm (1.095€) e testina Soundsmith Zephyr MIMC Star ES (2.095€).. Proprio queste in una concisa ma indicativa sessione di ascolto hanno evidenziato un comportamento sonoro all'altezza dei nostri brani più impegnativi. Nell'insieme questa sala è apparsa come la più equilibrata e performante dell'intera manifestazione.
Dal sonicamente e artisticamente impeccabile "The Nightfly" di Donal Fagen, si passa a "Ruby Baby", brano che riesce a magnificare le doti della eccellente gamma alta, tipica dei tweeter a nastro di cui si giova la cassa, con un medio e un basso presenti ed estesi; fa seguito "Maxin".Già qui è chiaro a tutti che si tratta di un set eccellente sotto tutti i profili, che rispetta lo slogan del marchio, "perfectly natural". È poi la volta di Anette Askvik con "Liberty" in liquida, con una voce limpida pazzesca. La scena qui è ampia, fantastica. Il nastro del tweeter delle Proac dà il meglio di sé. Il sax è "profondo", materico e l'entrata in gioco della sezione ritmica non avviene a gamba tesa, ma appare quasi annunciata:si ode distintamente il rumore della pressione delle chiavi del sax.
Si passa ad utilizzare il giradischi con "Guantanamera" di Pete Seeger, The Weavers, "My ramblin' boy": il cicognone mi spiega che l'incisione originale è stata fatta alla Carnegie Hall in tre canali e da qui mixata in due canali. Inizia a suonare "I've got you under my skin", con l'orchestra di Erich Kunzel... Seguono la sinfonia n. 7 in LA maggiore di Beethoven eseguita dalla Berliner Philarmoniker e poi Rachel Podger che interpreta Vivaldi. Forse il volume questa volta è un po' troppo alto o forse qualcosa è andato in saturazione, ma qui gli speaker si irrigidiscono un po', al punto da emettere un suono vagamente "cartonato". Viene poi rimesso "Guantanamera", che offre una resa migliore. Ma è solo con il "Jack Loussier trio" che la stanza finalmente si rianima e agli astanti brillano occhi e fremono le orecchie!