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Milano Hi-Fidelity 2019 - Parte 1
Milano Hi-Fidelity 2019 - Parte 1
Fabio Angeloni, Marco Cicogna - 29 Ottobre 2019
“Con l'autunno torna il Milano hi-fidelity, la rassegna dedicata all'alta fedeltà che si svolge all'interno delle sale dell'hotel Melià: dopo l'introduzione della scorsa settimana, torniamo con la prima parte del nostro reportage, iniziando dalle sale che ci sono piaciute di più.”
Pagina 1 - Technics e Panasonic


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Ogni manifestazione è anche il frutto della storia che l'accompagna e l'hi-fidelity non fa eccezione, potendone orgogliosamente esibire una molto lunga,composta da ben 44 (quarantaquattro!) rassegne dedicate agli audiofili e di cui ben 27 soltanto a Milano. Oggi l'organizzazione dell'hi-fidelity annovera tre appuntamenti annuali, due a Milano ad aprile ed ottobre ed un terzo a novembre a Roma.

I due appuntamenti milanesi si svolgono all'interno dell'hotel Meliá, un albergo ben strutturato, dotato di molte sale, alcune delle quali anche piuttosto grandi. Durante il primo week-end di ottobre si è svolta l'edizione autunnale del Milano hi-fidelity: a seguito dell'introduzione pubblicata la scorsa settimana, torniamo con la pubblicazione della prima parte del nostro reportage, iniziando dalle sale che ci sono piaciute di più.

 

Technics - Panasonic


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Dopo l'introduzione della scorsa settimana, iniziamo il nostro corposo reportage del Milano Hi-Fidelity dalla sala Technics - Panasonic, che ripropone in buona parte quanto già ascoltato nella passata edizione di Aprile. Bene, perché il suono era stato e si conferma come uno dei più musicalmente attendibili di tutta la manifestazione. Qui l'ambiente è davvero grande ma è uno dei pochi con un discreto trattamento acustico. Il punto di diffusione e di ascolto è stato sviluppato sul lato più lungo, con una ventina di posti a sedere. Spesso in sala c'erano più di 40 persone, la maggior parte in piedi, merito non solo della qualità della riproduzione ma anche merito dell'attenta selezione di brani.

Ci fa piacere intanto ritrovare qui il bravo Gian Luca Di Felice (Tech4u.it) al "timone musicale" della sala, con non meno di quattro sessioni d'ascolto al giorno. Gian Luca non ha avuto imbarazzi nel proporre ad volume decisamente sostenuto un classico dei nostri ascolti come la Suite per banda di Holst, incisa in modo spettacolare dalla Telarc in uno dei suoi primi, celebri e devastanti LP. 


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Sempre in vinile, viene fatto girare Sultan of swings, dei Dire Straits, il bel jazz caldo dell'Holly Cole Trio, poi una esecuzione di Frederik Fennell con la "Cleveland Symphonic Winds" per Telarc: qui l'impianto restituisce pienamente una dinamica davvero straordinaria. La scena invece valutabile solo in modo approssimativo, stante l'elevato affollamento della sala e l'impossibilità di scegliere una posizione più centrale. Detto questo, l'ascolto appariva al contempo naturale, poderoso e convincente.


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Gian Luca ha presentato anche le novità del marchio, tra cui un set della linea di riferimento, ovvero la serie Reference Class Serie R1, composta dai diffusori SB-R1( 9.999€ cadauna), network audio player SU-R1E (6.999€), giradischi SL-1000R (17.000€), e amplificatore di potenza stereo SE-R1E (12.999€). Si tratta di un set dalle caratteristiche complesse e davvero fuori dal comune, per cui invitiamo chi volesse approfondirne le specifiche a seguire i link presenti su ogni singola sigla qui sopra riportata.

 
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I diffusori Technics SB-R1 sono di fatto sconosciuti agli audiofili, ma per timbro, dinamica e generosità di un’emissione coinvolgente - direi persino appassionante - sembrano in grado di porsi senza mezzi termini come oggetto di confronto per sistemi di altoparlanti di chiara fama. Attenzione poi al notevole lettore SACD SL-G700, presentato lo scorso maggio a Monaco e che contiamo di avere presto in prova: non solo SACD, ma DAC audiophile e in grado di gestire file con codifica MQA, CD audio compresi.

 
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Per maggiori informazioni sui prodotti Technics: technics.com/it

 

 

Pagina 2 - Audio Reference e Alta Fedeltà

Audio Reference


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Come sempre, la sala organizzata da Federico Licciardello, in collaborazione col punto vendita Alta Fedeltà di Calco, suonava alla grande. Questa è l’estrema sintesi di una piacevolissima sessione di ascolto che ha coinvolto due diffusori ProAc. L'ambiente, con dimensioni medio-grandi e soffitto un po' basso (come tutte le sale al piano -1), era caratterizzata da un moderato trattamento acustico, che suggeriva l'estrema cura dell'installazione e della messa a punto di tutto l'impianto per una sala che, soprattutto con i diffusori più piccoli, è la migliore di tutta la manifestazione.

Da un lato abbiamo le grandi ProAc K6 Signature (30.640€), un modello di grande successo per il marchio, posizionato subito sotto le K8 e recentemente proposto nella sua ultima declinazione "Signature": un tre vie con doppio woofer da 16,5 cm, mid da 7,5 centimetri e tweeter a nastro che ha adottato un midrange maggiorato, un nuovo crossover e che ha reso disponibili due nuove finiture, ma sempre a 4 Ohm, con 90 dB di sensibilità e una tenuta in potenza di fino a 250 Watt.


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Le K6 Signature sono inserite in una catena con il meraviglioso integrato danese Gryphon Diablo 300 (15.620€), costruito secondo rigide specifiche militari, eroga 300W su 8 Ohm, 600W su 4 Ohm e 950W su 2 Ohm, in configurazione di vero dual mono e con retroazione negativa nulla. Il lettore CD è il bellissimo Gryphon Ethos (35.140€), con telaio triangolare; c'è anche il lettore digitale e streamer EMM Labs NS-1 (4.490€) ed il convertitore EMM Labs DAC DV2 (41.100€).


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La sezione analogica prevede un pre fono Gryphon Sonett (7.310€), oltre alla vera novità per Audio Reference: il giradischi Bergmann Magne su con cuscino d'aria (12.600€)con braccio tangenziale Bergmann Magne ST ad aria incluso nel prezzo, su cui è stata installata una testina MC Urushi Gold (Wajima) di Koetsu (6.525€).


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Il modello più grande di ProAC veniva fatte suonare in rotazione con le piccole e compatte Response DB-3 (2.650€), un vero gioiello compatto con 2 vie, accordo bass reflex, impedenza nominale di 8 ohm, 88,5dB di sensibilità e una tenuta in potenza fino a 100 Watt, il tutto in poco meno che 9 chilogrammi di peso. Le DB-3 sono collegate ad una magnifica creatura di quel genio di Nelson Pass, l'integrato Pass Labs INT-25 da 25 watt in classe A (9.795€).


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Per il secondo sistema, come sorgenti abbiamo il lettore digitale Bryston BDP-3 (5.255€) e il DAC Bryston BDA-3 (4.990€) mentre  la parte analogica del secondo set prevede il phono Pass Labs XP-17 (5.810€), giradischi JA Michell GyroDeck Gyro SE (2,810€) con braccio JA Michell Techno Arm (1.095€) e testina Soundsmith Zephyr MIMC Star ES (2.095€).. Proprio queste in una concisa ma indicativa sessione di ascolto hanno evidenziato un comportamento sonoro all'altezza dei nostri brani più impegnativi. Nell'insieme questa sala è apparsa come la più equilibrata e performante dell'intera manifestazione.


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Dal sonicamente e artisticamente impeccabile "The Nightfly" di Donal Fagen, si passa a "Ruby Baby", brano che riesce a magnificare le doti della eccellente gamma alta, tipica dei tweeter a nastro di cui si giova la cassa, con un medio e un basso presenti ed estesi; fa seguito "Maxin".Già qui è chiaro a tutti che si tratta di un set eccellente sotto tutti i profili, che rispetta lo slogan del marchio, "perfectly natural". È poi la volta di Anette Askvik con "Liberty" in liquida, con una voce limpida pazzesca. La scena qui è ampia, fantastica. Il nastro del tweeter delle Proac dà il meglio di sé. Il sax è "profondo", materico e l'entrata in gioco della sezione ritmica non avviene a gamba tesa, ma appare quasi annunciata:si ode distintamente il rumore della pressione delle chiavi del sax. 


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Si passa ad utilizzare il giradischi con "Guantanamera" di Pete Seeger, The Weavers, "My ramblin' boy": il cicognone mi spiega che l'incisione originale è stata fatta alla Carnegie Hall in tre canali e da qui mixata in due canali. Inizia a suonare "I've got you under my skin", con l'orchestra di Erich Kunzel... Seguono la sinfonia n. 7 in LA maggiore di Beethoven eseguita dalla Berliner Philarmoniker e poi Rachel Podger che interpreta Vivaldi. Forse il volume questa volta è un po' troppo alto o forse qualcosa è andato in saturazione, ma qui gli speaker si irrigidiscono un po', al punto da emettere un suono vagamente "cartonato". Viene poi rimesso "Guantanamera", che offre una resa migliore. Ma è solo con il "Jack Loussier trio" che la stanza finalmente si rianima e agli astanti brillano occhi e fremono le orecchie!

 

Pagina 3 - LP Audio: Elac e Moon


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LP Audio

Tra le novità si segnala l’arrivo del marchio Moon nel carnet del distributore triestino LP Audio. Moon fa parte di Simaudio, azienda canadese (area di Montreal) dotata di interessanti amplificatori ed eccellenti server. Per l’occasione LP Audio era in collaborazione con il negozio brianzolo di Altà Fedeltà. Dal Canada era arrivato Ètienne Gautier, export manager che ha presentato l'azienda ed i prodotti esposti. Il distributore ha allestito due sale, una delle quali in collaborazione con il punto vendita Alta Fedeltà di Calco.

In una sala più piccola, quella in collaborazione con il punto vendita brianzolo, è al primo piano dove le piccole Elac Vela BS 403 suonavano con i valvolari di Prima Luna in una intesa musicalmente significativa. Le BS 403 nella nuova versione Vela sono l'evoluzione di un grande classico di casa Elac. Al momento rappresentano uno dei "due vie compatti" da supporto di livello autenticamente High-End. Siate avvisati.


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Nella sala principale, Ètienne ci racconta subito che in Canada, all'interno di Simaudio, viene tutto costruito "in house". Moon non produce tecnologia fine a se stessa, ma pone il proprio focus sulla musica, con particolare attenzione allo streaming audio di qualità, quindi Tidal e Qobuz, compatibile con Roon ed anche col formato MQA. Avendo designer interni per lo sviluppo, il perfezionamento e la correzione delle applicazioni per iOS e Android, l'azienda è in grado di operare correzioni in 48 ore dal momento della segnalazione. Veniamo ora all'impianto principale.

 
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La sala più grande, con fastidiosa illuminazione a LED di colore blu (quasi impossibile scattare foto decenti) con più di 20 posti a sedere disposti su tre file e senza visibile trattamento acustico, ha una dimensione verticale piuttosto contenuta. Siamo al cospetto di un nutrito set di elettroniche Moon accoppiate ad un paio di splendide Elac Concentro M (33.000€ la coppia), versione più piccola delle top di gamma Concentro (62.000€). La Concentro M è un tre vie dal peso di 90 chilogrammi, con 4 woofer da 22 cm, un midrange da 7/14 cm con radiatore ad anello AS XR e un tweeter JET 5 core, una impedenza minima di 2,8 Ohm (cautela, quindi, con gli abbinamenti!), una sensibilità di 88 dB e la raccomandazione di utilizzare amplificatori con potenza massima compresa tra 80 e 600 Watt.

I due finali stereo Moon 860A V2 sono deposti al centro, direttamente a terra ed erogano fino a 5 Watt in classe A, fino a 225Watt per canale in configurazione dual-mono su 8 Ohm, 450 Watt su 4 Ohm e 750W in configurazione mono su 8 ohm, con 110 dB di rapporto segnale rumore, un peso di 40 chilogrammi e un costo di 20.000€ cadauno. Questi finali, presentati nello scorso maggio a Monaco, pur essendo configurati a ponte, hanno una circuitazione che consente di far sì che ogni canale operi esclusivamente su una semionda, al fine di evitare che si generino i difetti tipici di tale tipologia di configurazione.

 
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Nel rack sono invece contenute tutte le altre elettroniche Moon, quindi il preamplificatore 740P (9.450€), lo streamer DAC 780D V2 (15.750€), il DAC-CD Transport 650D (8.700€), l'alimentatore 820S (8.400€) e il condizionatore di rete Powergrip YG-1. Negli ultimi due anni abbiamo approfondito enormemente la nostra esperienza con il suono Elac e non avevamo mai sentito le Concentro suonare così bene; notevole dinamica anche con impegnative incisioni sinfoniche in DSD, già presenti nel server e che in molti abbiamo ascoltato con piacere.

Il volume selezionato è quello perfetto per una attendibile valutazione del set. Luca Parlato, patron della LP Audio, appare disponibile ed esaustivo, fortunatamente pronto ad arrischiare il "senza rete", riproducendo anche brani proposti da ascoltatori interessanti a testare l'impianto, nella ferma convinzione della qualità dello stesso. Vengono proposte "Arcoluz", di Renaud Garcia-Fons, i Pink Floyd di The Wall, la Marcia imperiale (Darth Vader theme) di John Williams. Segue "Trouble'swhat you're in" con un Fink dalla voce chiara, ma piena di armoniche, tratto da "Distance and time", con una chitarra smorzata a mano e una scena oggettivamente meravigliosa.


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Con il passare dei minuti la dinamica e la pressione sonora aumentano: prima "Also spracht Zarathustra" diretto da Karajan, poi un "Fanfare for the common man" (non certo la fantasiosa edizione degli Emerson, Lake and Palmer)... Il set conferma la sua capacità di digerire tutto e di sopportare anche le pesanti prove di affidabilità e maltrattamento cui si prova ad attentare alle sue virtù. Il tema principale dal film "Air Force One" di Jerry Goldsmithci catapulta nel filone epico/evocativo: in sala i presenti quasi si emozionano, con una reazione che replica quella attesa dal compositore. Seguono la intro di Lawrence d'Arabia e il tema principale de "Lo squalo"...

Se da un lato si conferma il timbro autorevole e musicalmente attendibile del diffusore tedesco, dall’altro abbiamo colto qui una eloquenza dinamica inedita, con il sistema in grado di seguire il senso espressivo della frase anche nelle parti più delicate, così come di imporre un significativo ed emozionante impatto nei pieni orchestrali più impegnativi. Notevole il media player Moon in grado di elaborare con disinvoltura un'ampia carrellata di brani DSD e PCM senza alcuna incertezza. 

Pagina 4 - AudioGamma

AudioGamma - AudioDelta


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Il livello dei prodotti di questa edizione è apparso decisamente elevato. AudioGamma, nella sua sala grande, esponeva di fatto una selezione significativa del proprio ampio catalogo. In bella evidenza, la nuova serie di subwoofer REL, componenti che sono in grado di dimostrare come e quanto bene un componente per troppo tempo confinato all'ambito Home Theater potrebbe invece trovare agio in un importante sistema due canali tradizionali. Sul tema del subwoofer torneremo presto assieme ad Emidio Frattaroli su queste stesse pagine.

Le novità più interessanti esposte da Audiogamma in questa edizione autunnale del Milano hi-fi partono dal video, con il nuovo OLED Philips serie 984 con audio dedicato prodotto da B&W, insignito lo scorso agosto del Premio Eisa come miglior TV Home Theater, la nuova meccanica e convertitore digitale della Pro-Ject e la nuova gamma Formation di B&W che è alla sua "prima" ufficiale sul territorio italiano. 

 
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Sorpresa per le nuove nate compatte di Vivid Audio in una oltraggiosa ma originale colorazione verde. Che le Vivid Audio suonino bene ce lo ricordiamo dai tempi delle demo di Marco Cicogna al Top Audio, assieme a Gian Piero Matarazzo. Del resto anche qui a Milano il più grande modello da pavimento, Giya G2 serie 2 con quattro vie in bass reflex e cinque altoparlanti in alluminio, faceva la sua bella figura in una saletta dedicata, anche questa tra le migliori ascoltate in questa edizione del Milano hi-fi.


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Nella saletta "vivid", player Roon Nucleus, un media server musicale su base NUC con sistema operativo Linux ottimizzato, affiancato al lettore SACD/CD Esoteric K-01Xs con DAC Dual Mono a 32bit/384KHz con 8 convertitori AK4497 per canale in configurazione parallelo/differenziale. L'Esoteric è preamplificato dal valvolare Convergent SL1 Renaissance Black Path Edition, mentre i diffusori Vivid vengono pilotati dal finale CH Precision M1 capace di 200W per canale in stereo oppure 700W in modo a ponte, sempre su carico di 8 ohm.


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Per maggiori informazioni sui prodotti Audiogamma: audiogamma.it

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