
QLED autoemissivi più vicini
Una compagnia texana ha sviluppato Quantum Dots che mantengono inalterate le loro proprietà anche dopo 1000 ore di utilizzo continuo, risolvendo il degrado delle prestazioni provocato dal surriscaldamento, un risultato che potrebbe accelerare la produzione di reali display QLED elettroluminescenti
Quantum Materials Corp, azienda texana specializzata nella produzione di Quantum Dots senza cadmio, ha completato con successo un test di longevità sui nanocristalli quantici. Un risultato che potrebbe rivelarsi importante per lo sviluppo di display Quantum Dots in grado di generare luce sotto l'azione di un campo elettrico (elettroluminescenza). Finora TV e monitor Quantum Dots, che da quest'anno Samsung e altri produttori contrassegnano con la sigla QLED, utilizzano i nanocristalli in un filtro che espande il gamut dei convenzionali LCD retro-illuminati a LED.
I Quantum Dots possono anche essere incapsulati in una resina insieme a un LED blu e al circuito stampato che ne controlla l'emissione. Conosciuta da diversi anni come QD-LED on Chip, questa tecnologia è risultata finora promettente solo sulla carta. I test pratici hanno infatti rivelato problemi nel regolare con precisione la densità dei nanocristalli e lo spessore della resina. Il conseguente surriscaldamento provoca un degrado delle prestazioni e influisce anche nella riproduzione dei colori.
Quantum Materiels Corp sembra però aver intrapreso la strada giusta per superare questi problemi, ottenendo QD LED in cui i nanocristalli mantengono invariate le loro proprietà dopo un impiego ininterrotto di 1000 ore. L'esito viene considerato molto incoraggiante, ma deve ancora essere confermato dopo un ulteriore prova, in cui i Quantum Dots verranno sottoposti a un periodo di uso continuato pari a 3000 ore. Il successo di questo test potrebbe presumibilmente accelerare la produzione di QLED auto-emissivi, dalle caratteristiche quindi analoghe ai display OLED.
Fonte: AV Cesar