LG Display: perdite per 152M di Euro
Non sembra un gran momento per i produttori di TV e dopo la notizia della vendita della divisione TV da parte di Philips, ora è LG Display ad annunciare forti perdite per il secondo trimestre consecutivo
Nonostante la forte crescita nelle quote di mercato, il secondo produttore al mondo di pannelli LCD non sembra passare un gran momento. La divisione LG Display del colosso coreano ha annunciato lo scorso lunedì di aver subito perdite per il secondo trimestre consecutivo. Il rosso ammonta ora a 239 miliardi di Won, circa 152 milioni di Euro. LG Display imputa la causa al forte declino della domanda che ha generato un crollo dei prezzi.
Sempre secondo LG, la situazione dovrebbe migliorare nel corso dell'estate, con i prezzi che dovrebbero tornare a salire. Vedremo se sarà effettivamente così (qualche dubbio lo nutriamo).
Fonte: LG Display
Commenti (15)
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Son finiti i tempi delle vacche grasse, con i pannelli piatti (lcd e plasma), la risoluzione maggiore (cambiata dopo decenni), il passaggio al digitale terrestre (almeno in europa )c'è stata una corsa sfrenata all'acquisto di nuovi apparecchi, perchè il salto rispetto a quelli di 10 anni fa è stato enorme.
Ora non sanno più che inventare per ripetere le ultime annate, e sono in sovraproduzione.
Se poi ci si mette pure la crisi...
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Originariamente inviato da: doorsimoMI SPIACE SOLO PER GLI OPERAI... PRODOTTI CHE VALGONO 2 SOLDI VENDUTI ALLE STELLE!!!!!
queste 2 frasi sono in contraddizione: come detto da altri il prezzo dei beni di consumo negli ultimi 20 anni è crollato (forse non te lo ricordi ma 20-25 anni fa il prezzo di un TV top di gamma era paragonabile a quello di un'utilitaria) ma questo crollo è stato possibile solo grazie allo spostamento della manodopera in paesi dove il lavoro costa poco.
Il problema è che prima o poi il giocattolo si rompe: i prezzi scendono ma se non trovi più chi ha la possibilità di acquistare (perchè non ha più un lavoro) non ottieni molto...per un po' si potrà andare avanti vendendo ai paesi emergenti...finchè almeno non raggiungono un tenore di vita occidentale e allora si cercheranno nuovi paesi poveri dove far produrre i beni...ma prima o poi ci si dovrà rendere conto che un modello di sviluppo basato esclusivamente sul contenimento dei costi non può funzionare in eterno (i paesi poveri dove delocalizzare prima o poi finiscono..a meno di non intendere la questione in senso ciclico: diventiamo noi i nuovi poveri, si abbassano i salari e torniamo competitivi per il prossimo ciclo".
In estrema e semplicistica sintesi se il tuo problema sono gli operai allora la realtà è che i prezzi sono troppo bassi. -
Originariamente inviato da: Spectrum7glrCUT
per un po' si potrà andare avanti vendendo ai paesi emergenti...finchè almeno non raggiungono un tenore di vita occidentale e allora si cercheranno nuovi paesi poveri dove far produrre i beni...
Sempre che vogliano occidentalizzarsi visto gli unici a occidentalizzarsi sono quelli dell'europa dell'est
ma prima o poi ci si dovrà rendere conto che un modello di sviluppo basato esclusivamente sul contenimento dei costi non può funzionare in eterno (i paesi poveri dove delocalizzare prima o poi finiscono..a meno di non intendere la questione in senso ciclico: diventiamo noi i nuovi poveri, si abbassano i salari e torniamo competitivi per il prossimo ciclo".
Ed è proprio quello che stan cercando di fare
è una questione di mentalità alla fine
paesi come argentina brasile e india hanno imparato che le multinazionali portano nel lungo periodo solo fame miseria e disoccupazione perchè al momento di una crisi la loro unica strategia è accanirsi sul wellfare dimostrandone la colpa sebbene loro sono i primi che han bruciato miliardi con scelte e strategie aziendali assurde sul motto quantità a discapito di qualità
Scommentto che tra non molto finirà come l'ambito automobilistico e cioè piangeranno merenda e per farsi aiutare pretenderanno sempre più contributi... del resto è l'unica cosa che sanno fare con quella mentalità al momento. -
L' aria di crisi non risparmia nessuno, Panasonic annuncia un taglio di 40.000 posti di lavoro cioe' il 10% del personale.
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Il sistema è ormai troppo efficiente... dappertutto.
Un operaio produce il 200% di 30 anni fà e richiede che il 40% di quei prodotti venga venduto per pagare la sola manodopera.
Il 40% di 200% è circa l'80% in più di 30 anni... quindi attualmente per pagare la manodopera si deve vendere 18 pezzi circa in luogo dei 10 di 30 anni fà, quando si era in pieno boom economico.
Fate vobis... o si torna ad un mercato corretto, riducendo l'influenza della globalizzazione, il mondo comprende che solo le produzioni di qualità durano nel tempo e che queste vanno pagate, gli imprenditori capiscono che posso ormai guadagnare percentuali molto basse facendo impresa e quindi diminuiscono i loro margini di profitto o qui non si andrà avanti, specie in Stati come l'Italia.
Il problema è che chi investe i suoi soldi in borsa, per un ovvio gioco delle parti che non ha cattiveria alcuna, stà favorendo le imprese più spregiudicate e che fanno del profitto immediato una questione più importante della sostenibilità nei decenni e soprattutto, mi duole dirlo, ma non è possibile che chi non fa impresa ma investe in finanza non producendo nulla e non creando alcun posto di lavoro abbia percentuali di guadagno triple e tasse pari a un quinto di chi invece rischia e crea occupazione.
Io non credo ci sarà un futuro, ormai me la sono giocata io... ma per i miei figli!