
Sony Music tornerà a stampare LP nel 2018
Dopo quasi trent'anni, una delle grandi major discografiche tornerà a stampare dischi in vinile, la cui produzione avverrà in un impianto che potrebbe essere operativo entro il primo trimestre 2018, un operazione che è stata affidata agli ex-dirigenti Sony Music dell'epoca
Nonostante abbia stampato il suo ultimo vinile nel 1989 per dedicarsi ai CompactDisc e MiniDisc, l'anno 2018 segnerà il ritorno di Sony alla produzione di dischi analogici. Un annuncio che appare non così anacronistico se si considera che il mercato del vinile vede una crescita costante ormai da un decennio. Nel 2016 si sono addirittura registrate le vendite più alte di LP degli ultimi 25 anni, mentre per quello in corso si prevedono cifre dell'ordine dei 40 milioni di unità. L'avanguardia di questo fenomeno è certamente il Regno Unito, dove lo scorso anno sono stati acquistati oltre 3,6 milioni di dischi. Si tratta di cifre che rappresentano globalmente il 15-18% delle vendite di supporti musicali fisici.
Per il suo ritorno all'analogico Sony non ha esitato a richiamare dal pre-pensionamento i dirigenti Sony Music dell'epoca, così da sfruttare la loro conoscenze del settore maturate in tanti anni di attività. Della produzione si occuperà un impianto situato a sud-ovest di Tokyo, che potrebbe essere operativo già dal prossimo marzo. La maggioranza degli acquirenti del vinile viene comunque attratta da aspetti che hanno scarsa attinenza con la qualità sonora. Se in non pochi casi la motivazione è la pura mania di collezionismo, alcuni dichiarano di apprezzare il suono del vinile proprio per la presenza di rumore e scricchiolii...
Fonte: AV Cesar
Commenti (7)
a meno che non si tratti di registrazioni d'epoca questo è quanto si farà.
ho l'impressione che ci sia l'intenzione di celare dietro ad un'operazione nostalgico qualitativa, un interesse economico derivato dal fatto che ormai il CD sia stato soppiantato dal file piratato, mentre il vinile sia un supporto fisico che per forza si deve acquistare.
Non saranno grandi numeri, ma ormai i guadagni con la musica si fanno con i concerti, i diritti d'autore pagati dai servizi di streaming e quei pochi vinili che si stampano
a meno che non si tratti di registrazioni d'epoca questo è quanto si farà.
ho l'impressione che ci sia l'intenzione di celare dietro ad un'operazione nostalgico qualitativa, un..........[CUT]
E' un periodo di transizione a 360 gradi, con grande confusione, verso non si sa bene a cosa e che dobbiamo sorbirci.
Ovviamente tutto questo lascia campo libero a chi può e sa approfittarne ...
Non mi da nessun fastidio che ci siano persone che si dilettano in modo retrogrado o che credano agli asini che volano.
Solamente impossibile non dire che tecnicamente e praticamente ha poco senso.
Io ricordo bene con quanta impazienza si aspettava uscisse il cd per sopperire alle mancanze ed ai difetti vari degli LP.
Certo i primi cd erano acerbi, ma ormai l'audio digitale è maturo sotto ogni aspetto e senza limitazioni di sorta.
Piuttosto di questi revival io troverei più coerente migliorare la qualità dell'offerta, mantenendo il livello alto artisticamente parlando come pure nella qualità e correttezza di ripresa e nella produzione non usare compressori di dinamica e formati tipo l'MP3.
Ed un discorso analogo si potrebbe ben fare anche in campo video ma per altre ragioni, visto che qualcuno non ha ancora pensato di riesumare i filmini 8mm od il VHS ...
Può darsi che qualche piccola ditta si sia rimessa a produrre un modello di tornio incisore ma, più probabilmente, sono stati riesumati in qualche magazzino quelli sopravvissuti all'avvento del CD, magari acquistati da qualche appassionato.
A parte queste considerazioni può anche darsi che le stampe attuali siano migliori di quelle del passato, ma rimane l'obiezione di base fatta nel primo intervento di Stazza: la registrazione e quasi sicuramente anche il master multipista saranno stati realizzati in uno studio moderno con mixer digitale e registrati su hard-disk, quanto meno i lavori degli artisti noti, sicuramente esiste tutto un sottomercato di artisti semi o poco conosciuti prodotti da etichette pure loro poco conosciute (di nicchia, si direbbe) o, magari, conosciutissime e famose per la qualità tecnica, ma che non hanno sotto contratto artisti di levatura internazionale.
In altre parole, se sono un appassionato di Bruce Springsteen e mi piace il suo ultimo disco acquisterò il CD, pur sapendo che magari avrà delle limitazioni a causa della Loudness War, anche se su una della bancarelle in una della tante Mostre di Super Hi-Fi troverei magari lo stesso repertorio eseguito da una Band di Tre Case sotto Il Monte e inciso meravigliosamente su vinile, con registrazione fatta dal vivo su un favoloso Nagra a nastro e trasferita senza alcun intervento di elaborazione del segnale direttamente al tornio.
Non credo che gli artisti attuali eseguano due sessioni di registrazione del loro lavoro una per realizzare il CD e l'altra per realizzare il vinile e neanche che venga invece fatta un'unica sessione di lavoro impiegando contemporaneamente due mixer (uno digitale e uno analogico) che vanno a due catene separate, con due control room, il doppio dei tecnici, ecc.
Probabilmente si farà una seduta tutta digitale e poi si stampa, dal master digitale, il disco in vinile.
Quindi la diversità sarà data solo dall'aggiunta del fruscio e dalle imperfezioni del vinile.