Serata fantastica, quella di ieri sera, a casa di Dinoloia.
Che dire? C'era tutto: ospitalità, buona disposizione e... musica & film. Tutto quello che un audiofilo può desiderare in una serata di relax.
Del solito quartetto romano di "tester" mancava solo Pax (che avrebbe senz'altro preteso una attenta taratura di tutto l'impianto con fonometro professionale e, magari, sonda colorimetrica), in viaggio con moglie e figlio in giro per il mondo (ma recupereremo, stia tranquillo).
Sono arrivato per ultimo e ho trovato Dino e Stefano (Wallace) già in assetto di guerra: nell'ultimo tratto per trovare il posto ho solo aperto i finestrini e mi sono fatto guidare... dai decibel.
Ho quindi avuto accesso al
sancta sanctorum di Dino: piuttosto infrequente, a dir la verità, trovare tutto quel ben di Dio in un posto solo. Mi ha colto un leggero senso di stordimento: le 5 grandi Proac, il Lumagen, i due Krell facevano bella mostra di sé insieme all'Oppo 95 (con il quale condividono... il led dal colore viola-blu); dall'alto troneggiava un JVC X7 che priettava su un black diamond!
Siamo passati ad un primo ascolto "sportivo" (che quindi non ha alcuna pretesa di scientificità), lasciando inalterati i valori settati sull'impianto.
Inutile qui ribadire la diatriba sulla scelta del tipo di connessione, analogica o digitale: l'analogica (mi riferisco a quella offerta dal Krell HTS 7.1, a componenti discreti, perché non tutte sono curate allo stesso modo, anche all'interno dello stesso marchio) è semplicemente un altro mondo. Abbiamo provato a switchare su quella digitale, ottima, in effetti, ma insomma... piuttosto diversa.
Inutile presentare "le morbidone", le Proac. Eccellente marchio britannico di rango piuttosto elevato e dal suono inconfondibile, mai radiografante. Ebbene l'Oppo 95, con la sua innata nitidezza nel registro alto e medio-alto proprio con le Proac ha mostrato di dare il meglio di sé: questo suono caldo, ma frenato, non debordante del binomio sino-britannico naturalmente si avvaleva della "sempre vispa" e pimpante (o, per meglio dire, "pompante") coppia americana Krell e del sub Sunfire.
Dino ha messo su un fantastico blu-ray di Phil Collins, con un brano che metteva a dura prova tutto il registro basso della gamma sonora. Sentendo la gran cassa di Phil (certo, coadiuvata dal Sunfire) che mi batteva forte sul petto (quasi come ad un evento live) pensavo a quegli improvvidi che sostenevano che l'Oppo fosse "un po' leggerino"... Dopo una piccola discussione tra noi sul taglio da applicare sulle frequenze del sub (più esattamente sul dove, alla fonte o a valle, poi sul quantum, la frequenza, ed infine sul volume), siamo passati ad ascoltare il solito Terminator Salvation e più in particolare la famosa sequenza test tanto cara a Stefano. Ebbene, devo dire che rispetto a quanto udito nelle serate piacevomente tracorse a casa sua...
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...questo impianto suona in maniera molto diversa, potrei dire "più drammatica". Le emozioni vengono come moltiplicate e ci si sente letteralmente "investiti" dall'emissione sonora: non c'è scampo.
I miei dischi test hanno confermato l'impressione iniziale: le esecuzioni, anche di musica classica, prendono una piega "viscerale" a cui non è possibile sfuggire.
A notte fonda ci congediamo, grati al padrone di casa per la bella serata passata insieme, non senza avergli strappato una promessa di ripetere l'esperienza con pax dopo una attenta calibrazione dell'ensemble.
L'idea che ci ronza in testa ormai da tempo è di preparare una comparativa tra l'Oppo 95 liscio, l'Oppo 83-SE mod. Aurion Audio, l'Oppo 83-SE NuForce mod. Aurion Audio, il Cambridge 751 e il Pioneer LX-91 mod. Aurion Audio, insomma utilizzando (senza andar troppo lontano) i nostri 5 lettori universali (Dino ne ha due), sapendo in partenza che i lisci "dovrebbero" risultare penalizzati rispetto ai modificati, ma... meglio verificare, non si sa mai.
Intanto mi sento di poter confermare la nostra idea di sempre: ce ne fosse di roba come il 95, in giro...