Marco, scusa se mi intrometto ancora per ribatterti, ma non ne posso fare a meno, e mi sono già trattenuto in altri thread.

Il fatto è che la pansiamo in modo molto diverso, quasi opposto, però non sono solo io quello strano, anche tu ritieni di avere idee diverse dalle consuetudini, quindi è naturale che nascano queste divergenze.
Originariamente inviato da Microfast
Importante ovviamente anche la qualita' dell'intero sistema di riproduzione cui particolare attenzione va sicuramente data a trasduttori e locale ( molto piu' che alle elettroniche come influenza sulla qualita' di riproduzione).
Sull'importanza del locale di ascolto non ho dubbi, ma sono assolutamente contrario a ritenere di secondaria importanza le elettroniche rispetto ai diffusori. Forse perchè le elettroniche se misurate non richiedono equalizzazioni? La risposta è nell'ascoltare diffusori di qualità con elettroniche, cavi ecc. per farle andare al meglio. Usando elettroniche di costo più alto si avvertiranno bene i benefici apportati dalle elettroniche, e addirittura in certi casi anche i diffusori stessi sembreranno appartenere ad un'altra categoria, senza ancora mostrare i propri limiti. Dopo difficilmente si penserà di investire su grandi diffusori per abbinarli a più modeste elettroniche.
Pure da non trascurare e' la possibilita' di avere una resa costantemente valida e ripetibile, caratteristica questa che mi porta a rinunciare all'analogico; saprai sicuramente dell'acronimo in campo video dell'NTSC ( mai due volte lo stesso colore ), in campo audio con l'LP si potrebbe coniare il termine NTSL ( mai due volte lo stesso ascolto ) vuoi per la polvere, un nuovo graffio, l'usura del disco che aumenta sempre piu' etc etc ...
Sull'analogico non voglio dilungarmi, ma mi sembra che il tuo principale metodo di valutazione siano gli scricchiolii, la polvere, e l'usura, che comunque in apparecchi di classe sono quasi del tutto trascurabili.
Oggi ho fatto qualche test in cuffia tra la resa del mio vecchio REVOX B226 signature con i suoi DAC Philips double crown, I DAC AD1853 del DENON AVC-A1se e i Crystal Cs4392 del Pioneer DV747 :
Se facessi andare le casse come si deve, senza tante equalizzazioni e con elettroniche di indubbia qualità, le cuffie non ti servirebbero più per fare raffronti, le useresti solo per non disturbare il vicino...
Le differenze sono veramente modeste a parte una lieve maggiore trasparenza e analiticita' dovute penso ai sistemi di miglioramento della risoluzione AL24 di Denon e High bit di Pioneer.
E fra quelli del Denon e del Pioneer che mi dici? Probabilmente si equivalgono, ma si dovrebbero evidenziare caratteristiche diverse, personalità diverse, interpretazioni diverse. Se ciò non accade è possibile che sia la catena non abbastanza analitica, non i DAC quasi indistinguibili. Comunque sono sicuro che confrontandoli su una adeguata catena con un CD Marantz17Kis, un Micromega o un Audio Note,(tanto per non fare esempi estremi) le differenze dovrebbero emergere anche chiaccherando tranquillamente di sport o lavoro.
2) Vale veramente la pena perdere tempo ( e molto danaro ) per queste sottigliezze quando basta spostare una cassa di dieci cm. per avere una riproduzione ben differente ?
Sono certo che se faccio sentire lo stesso brano con due CDplayer diversi, e lo stesso vale per l'amplificazione, chiunque avrebbe molte meno difficoltà ad apprezzarne le differenze, rispetto a spostare le casse di 10 (o più) centimetri(senza andare volutamente a cercare stani rinforzi sulle pareti, avvicinando eccessivamente i diffusori al muro).
Ci sono difetti mille volte piu' evidenti di una doppia o tripla conversione D/A da eliminare prima di cercare i dettagli.
Se il segnale è in partenza già rovinato da una modesta conversione D/A, poi da una non attenta preamplificazione, oltre che da una non valida amplificazione di potenza e cablatura, allora si potranno fare doppie e triple conversioni ritenendo che non interferiscano in modo rilevante sul segnale. E sarà pure inutile cercare dettagli che abbiamo perso nella sorgente, o per strada, eliminando o migliorando le doppie e triple conversioni.
La spiegazione di questo modo di ragionare cosi' diffuso e radicato nel tempo penso sia dovuto all'impossibilita' di ottenere risultati in questo contesto con i metodi vecchi ( fino a poco tempo fa gli unici disponibili ) e alla capacita' dell'orecchio pur partendo da una situazione gia' deteriorata in partenza di apprezzare comunque le sottili differenze.
Penso che ti stai riferendo all'equalizzazione digitale. Beh, se il nostro orecchio avrà una capacità limitata ad apprezzare certe sottili differenze, tanto meglio, perchè accanirsi con sofisticati sistemi di misura? Il fatto è che in altri parametri l'orecchio è sensibilissimo e persino suscettibile nei confronti di certa distorsione. Spesso più che "HiFi" potremmo parlare di "Gran Casino", ovvero "
ti prego abbassa il volume che sarà pure musica HiFi però non ce la faccio più a sopportarla - grazie!. Se questi ti sembrano piccoli dettagli trascurabili...
Io mi sono accorto che c'e' molto di piu' su cui lavorare .....
Tu Marco, probabilmente hai lavorato bene come equalizzazione, con validi risultati. Ritengo però che la tua passione per l'elettronica e per i metodi matematici, ti facciano perdere di vista il discorso generale nel quale si colloca l'equalizzazione, e i criteri più semplici e realistici di valutazione. Per raggiungere il meglio, per colmare quel grosso gap nel cercare di rendere piacevole la musica riprodotta quasi come dal vivo a volumi sostenuti, il "lavoro" deve interessare l'intera catena di riproduzione che invierà il segnale ai diffusori, e all'ambiente che dovrà permettergli di esprimere le proprie qualità.
Insomma, hai forse una piccola perdonabile "deformazione professionale"!

(Solo una mia considerazione, sei liberissimo di pensare che io sia solo un illuso ascoltone con qualche problema alle orecchie e non solo...

)
Ciao