Nuove B&W Nautilus con diamond tweeter

guz ha scritto:
...bravo, sempre molto preciso,
toglimi un'ultima curiosità, se un diamante sinterizzato, che ha caratteristiche fisiche identiche al diamante, al microscopio, forse non dovrebbe avere l'aspetto visibile sulla foto di cui sopra...
mandi.-

di questo non ho proprio idea!
Così a naso non sono sicuro che un diamante visto al microscopio, con luce dietro, risulti completamente "trasparente" e/o "luminoso": potrebbe essere che a causa della struttura policristallina la luce in alcuni punti viene deviata in maniera tale da non raggiungere l'occhio dell'osservatore.
Come dicevo, però, non è nient'altro che un'idea
 
Michele Spinolo ha scritto:
di questo non ho proprio idea!
Così a naso non sono sicuro che un diamante visto al microscopio, con luce dietro, risulti completamente "trasparente" e/o "luminoso": potrebbe essere che a causa della struttura policristallina la luce in alcuni punti viene deviata in maniera tale da non raggiungere l'occhio dell'osservatore.
Come dicevo, però, non è nient'altro che un'idea

IO ho un'altra spiegazione, ma sempre da logica deduttiva, non da conoscenze specifiche.

Se si parte da polveri di graffite, sinterizzandole, si avrà un cambiamento di fase della graffire in diamante, ma mantenendo una macrostruttura granulare unite tra loro nelle zone di contatto, se guardi un sinterizzato di polvedi di acciaio ha quella struttura. si ha più flessibilità di forma, ma il risultato non avrà la trasparenza del diamante.

Analogamente per i sinterizzati di acciaio si avrà un qualcosa del peso specifico leggermente minore ( che sui TW va solo meglio ) e dalle caratteristiche meccaniche simili al metallo, ma anisotrope.

Credo che i diamanti sintetici, ottenuti con lo scopo di ingannare il diamante vero, siano ottenuti partendo da un blocchetto di ghraffite omogeneo, non macinato, in tale modo ottenere una struttura finale omogenea su tutta la pietra, ma dovranno partire da un cristallone di graffite.

Comunque non c'entra niente con il lavoro fatto dalla B&W. Non so neanche se il diamante sia deponibile via PVD o CVD io ero rimasto al fatto che di base per convincere il carbonio a fare le piramidine bisogna metterlo sotto pressione, e tanta, non bastava scaldarlo! Ma forse si sono inventati qualche diavoleria dove basta scaldarlo e usare qualche atmosfera strana per ottenere diamante.

vediamo se interviene erick ad illuminarci :)

Ilario.
 
B&W

Secondo me la vera novita sta nel nuovo centrale che e'finalmente all'altezza delle 800.Il resto mi sembra contorno.
ciao
 
Re: B&W

Sebastiano ha scritto:
Secondo me la vera novita sta nel nuovo centrale che e'finalmente all'altezza delle 800.Il resto mi sembra contorno.
ciao

Sebastiano,

Guarda che ti sbagli,

Di uguale alla vecchia serie, c'è solo il mobile, nulla più!

Tutti i trasduttori e il crossover sono stati riprogettati.

Ilario.
 
Re: Re: Re: Re: Re: Nuove B&W Nautilus con diamond tweeter

maurocip ha scritto:
Quanto mi piaci...:D :D

se non hai almeno la quarta misura di tette ed i capelli lunghi non se ne fa niente!

Intanto ricordo ad Andrea che la terza armonica di 20 kHz sta a 60 kili. Non ho mai detto che 100 kHz non servono, ho detto che ragionevolmente una banda passante molto larga produce effetti strepitosi sulla fase e sulle armoniche che cadono in questo intervallo. E' appena diverso ma ...simile. Se avete ascoltato almeno una volta la musica in una classica casa americana tutta legno e stoffa probabilmente ...rivedrete l'inviluppo della curva che viene fatta assumere ai tweeter. Due piegature diverse (America-Canada da una parte...resto del mondo dall'altra no eh?)
Giampy
 
Un'altra nota e' che le misure, per quanto valide, ormai non riescono assolutamente piu' a dimostrare del tutto le qualita' dei diffusori oltre un certo costo ...........

Le distorsioni sempre basse, le MOL e MIL sempre valide, la risposta all'impulso altrettanto. [/I][/QUOTE]

Non proprio vero. Intanto guarda la time energy e dimmi, cosa vedi? Io vedo un grafico simile a quello delle cupole morbide, senza microesitazioni. E qui le vostre chiacchiere sui materiali impiegati cadono rovinosamente. Non è importante cosa usi e come ci arrivi, è importante avere QUESTO risultato. Il berillio della Yamaha faceva ******, questo funziona, e non è tutto. Lo studio della sospensione per una membrana così leggera non è uno scherzo, così come la simmetria magnetica e le diffrazioni di onde millimetriche. La waterfall intanto rende, una volta tanto, l'esatta idea di come suona quel midrange, quasi come la risposta all'impulso: sembra quella di un tweeter! Insomma non si giudica una sola tecnologia costruttiva perchè non sta tutto li il problema. Ovviamente.

Giampy
 
Giampy ha scritto:
Non proprio vero. Intanto guarda la time energy e dimmi, cosa vedi? Io vedo un grafico simile a quello delle cupole morbide, senza microesitazioni. E qui le vostre chiacchiere sui materiali impiegati cadono rovinosamente. Non è importante cosa usi e come ci arrivi, è importante avere QUESTO risultato. Il berillio della Yamaha faceva ******, questo funziona, e non è tutto. Lo studio della sospensione per una membrana così leggera non è uno scherzo, così come la simmetria magnetica e le diffrazioni di onde millimetriche. La waterfall intanto rende, una volta tanto, l'esatta idea di come suona quel midrange, quasi come la risposta all'impulso: sembra quella di un tweeter! Insomma non si giudica una sola tecnologia costruttiva perchè non sta tutto li il problema. Ovviamente.

Giampy

Caro Giampiero, io parlavo, piuttosto che della prova in questione, piu' in generale ( ma anche in questa, confrontando tutti gli altri grafici quello che dico non e' poi cosi' sballato ammettilo ............. ).

Non si puo negare invece che, sempre piu' spesso, esaminando i risultati dei test, senza sapere di cosa si tratta, si potrebbero confondere diffusori di qualita' e prezzo piuttosto diverso, differenze che poi ai test d'ascolto vengono fuori chiaramente, se non addirittura stravolgono alcune "pecche" misurate ( tipo le famose Tannoy, di cui ricordo una risposta all'impulso che tu stesso definisti inquietante, se ricordo bene ).

Se proprio ci tieni rileggero' un po di numeri e citero' qualche esempio, dove non c'e' il tweeter al diamante a smentire quanto affermo.

Lo ripeto ancora, non in modo polemico e senza nessuna pretesa sia ben chiaro, ben sapendo quanto sia difficile ( ma chi c'e' meglio di te per tirar fuori qualche idea geniale ? ), che sarebbe bello inventarsi qualche test ancora piu' impegnativo, e questo sarebbe auspicabile non solo per i diffusori ..........

Stai tranquillo comunque, che mi sono accorto che la risposta all'impulso era migliorata di molto rispetto al tweeter in alluminio, infatti se ricordi bene tempo fa scrissi, che il punto "debole" a mio avviso delle B&W stava proprio qui; tu subito commentasti con un "ni" ( accidenti, sei proprio un bastian contrario ) ma questi sviluppi indicano che non avevo poi tutti i torti ......... :)

Quanto al Berillio delle Yamaha quando mai ho detto che era all'altezza come tecnologia di costruzione ed applicazione a quella recente sviluppata da JMLAB ?

Io ho solo fatto notare che come materiale impiegato non era una prima assoluta, tutto li ...........

Saluti
Marco

Ps. Adesso che mi ricordo un altro esempio: confronta un po di test di subwoofer.
Ultimamente ne ho visti tanti di prezzo tra i 1000 e i 2000 Euro che vantano piu' o meno gli stessi risultati strumentali ( distorsione e MOL ) di unita' molto piu' costose ( tipo i Velodyne DD tanto per fare un esempio ); ho provato ad ascoltarne qualcuno, ma sinceramente rispetto ai DD ( come sai ho un bel DD18 ) non mi sembrano all'altezza.
 
Microfast ha scritto:
Caro Giampiero,

Lo ripeto ancora, non in modo polemico e senza nessuna pretesa sia ben chiaro, ben sapendo quanto sia difficile ( ma chi c'e' meglio di te per tirar fuori qualche idea geniale ? ), che sarebbe bello inventarsi qualche test ancora piu' impegnativo, e questo sarebbe auspicabile non solo per i diffusori ..........


Ps. Adesso che mi ricordo un altro esempio: confronta un po di test di subwoofer.
Ultimamente ne ho visti tanti di prezzo tra i 1000 e i 2000 Euro che vantano piu' o meno gli stessi risultati strumentali ( distorsione e MOL ) di unita' molto piu' costose ( tipo i Velodyne DD tanto per fare un esempio ); ho provato ad ascoltarne qualcuno, ma sinceramente rispetto ai DD ( come sai ho un bel DD18 ) non mi sembrano all'altezza.


Marco, so perfettamente che con te si può parlare senza fare polemiche e quindi mettiti tranquillo.
Inventarsi qualche test? Eh, facile a dirsi! Abbiamo messo in cantiere delle misure nuove ed altre già usate in passata, anche se con modalità fortemente differenti. La nuova MOL dei condotti ci ha chiarito molti punti oscuri del condotto di accordo, con delle distorsioni che proprio non ci aspettavamo. La cosa bella che in America avevano tentato una cosa simile soltanto ad Fb senza esplorare la zona inferiore a velocità maggiore e non ne avevano tratto grosse indicazioni, anche perchè la misura è abbastanza pericolosa per i woofer. Se non risolvevo il modello del reflex rispetto alla velocità non me ne sarei accorto nemmeno io. Stiamo mettendo a punto la misura della risposta in potenza, ma ti assicuro che non è uno scherzo. La fase relativa al variare dell'angolo invece mi ha squarciato un velo sulla conoscenza dell'incrocio, ma per ora tengo le cose per me, visto che sono difficilmente graficabili. Per il resto stiamo realizzando dei segnali musicali elevati al rango di segnali di analisi. Poi la distorsione armonica vista dal punto di vista della fase....ma non farmi sbilanciare. Per quanto riguarda la MOL dei sub hai ragione, e so pure perchè, ma se distorsione c'é vuol dire che c'é. Per ora ti saluto, e se novità ci saranno spero tu le legga dalla rivista.

Giampy
 
Giampy ha scritto:
Per il resto stiamo realizzando dei segnali musicali elevati al rango di segnali di analisi. Poi la distorsione armonica vista dal punto di vista della fase....ma non farmi sbilanciare. Per quanto riguarda la MOL dei sub hai ragione, e so pure perchè, ma se distorsione c'é vuol dire che c'é. Per ora ti saluto, e se novità ci saranno spero tu le legga dalla rivista.

Giampy

Accidenti Giampiero, e' da anni che sognavo che qualcuno intrapredesse questa strada, ci ho pensato un'infinita' di volte: invece dei soliti segnali di misura che succede a confrontare strumentalmente il comportamento di un diffusore ad un vero e proprio segnale musicale.

Certo non e' uno scherzo, ma sarebbe fantastico ..............

Per il resto, stai pur tranquillo che non posso fare a meno dei tuoi articoli, misurazioni comprese :)

Saluti
Marco
 
Giampy ha scritto:
Marco, so perfettamente che con te si può parlare senza fare polemiche e quindi mettiti tranquillo.
Inventarsi qualche test? Eh, facile a dirsi! Abbiamo messo in cantiere delle misure nuove ed altre già usate in passata, anche se con modalità fortemente differenti. La nuova MOL dei condotti ci ha chiarito molti punti oscuri del condotto di accordo, con delle distorsioni che proprio non ci aspettavamo. La cosa bella che in America avevano tentato una cosa simile soltanto ad Fb senza esplorare la zona inferiore a velocità maggiore e non ne avevano tratto grosse indicazioni, anche perchè la misura è abbastanza pericolosa per i woofer. Se non risolvevo il modello del reflex rispetto alla velocità non me ne sarei accorto nemmeno io. Stiamo mettendo a punto la misura della risposta in potenza, ma ti assicuro che non è uno scherzo. La fase relativa al variare dell'angolo invece mi ha squarciato un velo sulla conoscenza dell'incrocio, ma per ora tengo le cose per me, visto che sono difficilmente graficabili. Per il resto stiamo realizzando dei segnali musicali elevati al rango di segnali di analisi. Poi la distorsione armonica vista dal punto di vista della fase....ma non farmi sbilanciare. Per quanto riguarda la MOL dei sub hai ragione, e so pure perchè, ma se distorsione c'é vuol dire che c'é. Per ora ti saluto, e se novità ci saranno spero tu le legga dalla rivista.

Giampy

Giampiero,

le rilevazioni fuori asse sia orizzontale che verticale non ho ben capito perchè vengano pubblicate (e rilevate?) solo per i canali centrali, quando ho letto un po' dappertutto essere una parametro fondamentale per un diffusore l'uniformità dell'emissione polare.
 
ango ha scritto:

...

Ma forse si sono inventati qualche diavoleria dove basta scaldarlo e usare qualche atmosfera strana per ottenere diamante.

vediamo se interviene erick ad illuminarci :)

Ilario.

I metodi di produzione dei diamanti in realtà si sono evolute parecchio negli ultimi anni e sono diventate molto più economiche, richiedendo un dispendio di energia più "contenuto", se così si può dire.
La produzione partendo da grafite sottoposta ad alta pressione ed alta temperatura è stato solo uno dei primi passi per la produzione, intorno agli anni 50.
Molto presto si è passati a sistemi di accrescimento in atmosfere cariche di composti semplici del carbonio, tenute ad elevate temperature (circa 1000°C), come tetraioduro di carbonio o anche semplice metano.
I difetti maggiori di questi diamanti sono le micro inclusioni di grafite che si forma durante il processo, inficiandone le caratteristiche chimiche e fisiche.
La struttura non perfettamente organizzata in un unico cristallo e le inclusioni di grafite, rendevano i diamanti artificiali più fragili e non trasparenti; negli ultimi anni i processi sono migliorati parecchio, tanto che comincia ad esserci un inizio di concorrenza tra diamanti naturali e sintetici nel campo della gioielleria.
Si sono affinati principalmente due sistemi di "produzione" chiamati CVD (Chemical Vapour Deposition) che vaporizzano sostanze come metano (i cinesi sono riusciti anche con anidride carbonica, pare con ottimi risultati) a temperature tra i 1000 e i 2000°C.
La prima tecnica viene operata sotto vuoto e permette la crescita del diamante partendo da una gemma naturale attorno alla quale si depositano gli altri atomi di carbonio, mantenendo una struttura molto coerente e ben orientata. Da questa tecnica si ricavano diamanti anche di oltre 2 mm di spessore, di ottima qualità e purezza, adatti ad essere tagliati.
Questi, successivamente trattati con tecniche HPHT (alta pressione/alta temperatura) utilizzata spesso anche su gemme naturali qualitativamente inferiori, possono essere ulteriormente raffinati e sbiancati, rendendoli quasi irriconoscibili da diamanti veri, se non con particolari analisi, come la spettrofotometria UV.

La seconda tecnica prevede l'accrescimento di diamente policristallino su superfici anche di qualche centimetro quadrato sempre mediante vaporizzazione di metano o altro, ma in presenza di idrogeno, che garantisce una minore formazione di inclusioni di grafite.
In questo caso sulla superficie non si deposita uno strato compatto di diamante ma crescono in modo disordinato tanti cristalli indipendenti, che non potrebbero resistere senza il substrato.
Le superfici trattate in questo modo guadagnano notevolmente in resistenza all'usura ma esistono problemi di sfaldamento degli strati se sottoposti a deformazioni meccaniche, per via delle piccole inclusioni di grafite.
Ovviamente c'è un forte irrigidimento della struttura trattata, ma nel caso di lamine come quelle di un tweeter direi che il grosso del lavoro lo fa il substrato.

Un tweeter è per sempre... De Beers:D
 
Kilo ha scritto:

Le superfici trattate in questo modo guadagnano notevolmente in resistenza all'usura ma esistono problemi di sfaldamento degli strati se sottoposti a deformazioni meccaniche, per via delle piccole inclusioni di grafite.

insomma alla fine della fiera i tweeter B&W equivalgono a tweeter in ghisa!:D :D :D :D
 
Michele Spinolo ha scritto:
insomma alla fine della fiera i tweeter B&W equivalgono a tweeter in ghisa!:D :D :D :D

Sta di fatto che solo quelli al Berillio e questi al diamante evidenziano una risposta all'impulso pulita come quelli a cupola morbida, insomma il meglio della cupola morbida e rigida combinati.

Saluti
Marco
 
Kilo ha scritto:
I metodi di produzione dei diamanti in realtà si sono evolute parecchio negli ultimi anni e sono diventate molto più economiche, richiedendo un dispendio di energia più "contenuto", se così si può dire.
La produzione partendo da grafite sottoposta ad alta pressione ed alta temperatura è stato solo uno dei primi passi per la produzione, intorno agli anni 50.
Molto presto si è passati a sistemi di accrescimento in atmosfere cariche di composti semplici del carbonio, tenute ad elevate temperature (circa 1000°C), come tetraioduro di carbonio o anche semplice metano.
I difetti maggiori di questi diamanti sono le micro inclusioni di grafite che si forma durante il processo, inficiandone le caratteristiche chimiche e fisiche.
La struttura non perfettamente organizzata in un unico cristallo e le inclusioni di grafite, rendevano i diamanti artificiali più fragili e non trasparenti; negli ultimi anni i processi sono migliorati parecchio, tanto che comincia ad esserci un inizio di concorrenza tra diamanti naturali e sintetici nel campo della gioielleria.
Si sono affinati principalmente due sistemi di "produzione" chiamati CVD (Chemical Vapour Deposition) che vaporizzano sostanze come metano (i cinesi sono riusciti anche con anidride carbonica, pare con ottimi risultati) a temperature tra i 1000 e i 2000°C.
La prima tecnica viene operata sotto vuoto e permette la crescita del diamante partendo da una gemma naturale attorno alla quale si depositano gli altri atomi di carbonio, mantenendo una struttura molto coerente e ben orientata. Da questa tecnica si ricavano diamanti anche di oltre 2 mm di spessore, di ottima qualità e purezza, adatti ad essere tagliati.
Questi, successivamente trattati con tecniche HPHT (alta pressione/alta temperatura) utilizzata spesso anche su gemme naturali qualitativamente inferiori, possono essere ulteriormente raffinati e sbiancati, rendendoli quasi irriconoscibili da diamanti veri, se non con particolari analisi, come la spettrofotometria UV.

La seconda tecnica prevede l'accrescimento di diamente policristallino su superfici anche di qualche centimetro quadrato sempre mediante vaporizzazione di metano o altro, ma in presenza di idrogeno, che garantisce una minore formazione di inclusioni di grafite.
In questo caso sulla superficie non si deposita uno strato compatto di diamante ma crescono in modo disordinato tanti cristalli indipendenti, che non potrebbero resistere senza il substrato.
Le superfici trattate in questo modo guadagnano notevolmente in resistenza all'usura ma esistono problemi di sfaldamento degli strati se sottoposti a deformazioni meccaniche, per via delle piccole inclusioni di grafite.
Ovviamente c'è un forte irrigidimento della struttura trattata, ma nel caso di lamine come quelle di un tweeter direi che il grosso del lavoro lo fa il substrato.

Un tweeter è per sempre... De Beers:D

Grazie dell'intervento Kilo!

Non sapevo che fossi un tecnologo.

è così in rapida evoluzione questo settore che si è sempre troppo indietro.

Ilario.
 
onorato

semplicemente ILLUMINATO da tale chiarimento...

...si fa presto a dire diamante... da appassionato di materiali (in genere) , dopo questa spiegazione mi sento arricchito$$$!!!

mandi.-
 
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