Si molto particolare come film, la storia del killer è solo un pretesto, in realtà è un road movie sul "cinema", sulle responsabilità e i limiti di un artista, sia esso un regista o un pittore.
cito: "Costruito per sottrazione, The Limits of Control mostra ciò che non dovrebbe mostrare, i tempi morti, le pause e le attese, mentre eclissa le spiegazioni dei nessi narrativi o le azioni principali. Isaach de Bankolé effettua un viaggio dal determinato all'indeterminato: passando gradualmente da aeroporti e città alla campagna fino al deserto il protagonista assume quasi il ruolo dello spettatore, una specie di delegato dello spettatore stesso, con le sue aspettative e i suoi schemi concettuali. Uno spettatore che cerca indizi e sequenze narrative anche laddove non c'é niente da cercare, dove non c'é nessun significato. Ma solo della musica, della luce, dei colori e delle immagini"
A me ha ricordato "fino a alla fine del mondo" di Herzog, non saprei dirti perchè.
Come tutti i film di Jarmush lo rivedrò, so già che non lo rivedrò per capire meglio ma "solo per guardare le figure"!
M