housello ha detto:
spero che 'sta moda del "treddì" passi il prima possibile, sabato ho visto scontro fra titani (all'arcadia di melzo con sistema 4k, non in una saletta da 4 soldi) e sono rimasto imbarazzato: effetto ghosting, colori poco profondi, effetti profondità forzatissimi e mai convincenti... questa non è evoluzione, non è miglioramento.
il problema è che non vale neanche il discorso "se non ti piace non vederlo", perché nelle sale decenti i film li fanno solo in 3d, sono preoccupato per quando uscirà lo hobbit, il doverlo vedere presentato con quella tecnologia da baraccone non mi rasserena per nulla...
Già le premesse sono in questo caso sbagliate.
SCONTRO TRA TITANI non è un 3D nativo, ma non solo, è diventato fonte di critiche accese, perchè riconvertito, male, in pochissimo tempo, molto meno di quello che servirebbe per fare un lavoro come si deve; questo solo per incassare qualche soldo di più.
Insomma, sbagliatissima la scelta di vedere in 3D questo film in particolare, e sbagliatissimo l'usare questa pellicola come termine di paragone per criticare la stereoscopia.
Il problema in questi casi è più la cattiva informazione, e housello ce ne ha dato proprio conferma.
Del resto criticare questa tecnologia dopo aver visto SCONTRO TRA TITANI, che è una bidonata, è un po' come criticare il cinema italiano, e dire che fa e ha fatto sempre schifo, perchè ci si è visti solo i cinepanettoni e mai un film di Fellini o Leone.
Quanto al discorso di Ebert, il problema che ormai le Major stiano standardizzando i film, e che l'industria stia sempre di più mangiando quella che comunque è e rimane un arte, il Cinema, è verissimo e grave; in tutto questo la riconversione di film in 3D, che però erano stati pensati per il 2D, può essere un esempio calzante di quanto sta avvenendo ad Hollywood, ma da qui a criticare il 3D ce ne passa.
Il 3D è un po' come il colore, sta al regista, all'autore trattarlo in maniera artistica. James Cameron ad esempio lo ha fatto, facendo addirittura del 3D un perno del suo percorso autoriale, come scritto brillantemente da Gironi nella sua recensione sul sito di Coming Soon, da far leggere a tutti quelli che la menano ancora con la storia banale di AVATAR, salvo poi non aver compreso quello che è il fulcro centrale del film (a costoro consiglierei anche di leggersi l'analisi sull'opera di Cameron fatta da Enrico Ghezzi); peccato che molti altri registi, Tim Burton (sempre più schiavo del suo stile ormai stereotipato e degli incassi facili) in primis, abbiano dimostrato di non saper sfruttare la terza dimensione.
Ma state sicuri che se Scorsese e Herzog gireranno in stereoscopia non lo faranno con intenti da baraccone; in tal senso, le parole di Herzog sono emblematiche su come questa tecnologia può essere e deve essere intesa come una freccia in più nella faretra dell'arte.
Così come la scelta tra il girare in bianco e nero, o a colori, imprimendo poi con la luce soluzioni e tagli fotografici tutti diversi, così deve essere intesa la scelta tra il 2D e il 3D e le sue differenti utilizzazioni (sfruttando il parallasse negativo, positivo e così via)