barbara aghemo
Operatore
non credo che...
la misura differenziale sia facilmente applicabile al campo HT, perche` il microfono di rilevazione viene poi posto in estrema vicinanza del generatore di suono che si vuole misurare, cosa poco attinente all'ascolto reale, dal quale non v'e` comunque modo di estrapolare l'influenza dell'ambiente per la distanza diffusore-ascoltatore(a meno di non mettersi le casse a mo' di cuffie).
Piuttosto, ha senso cercare di operare con sistemi di diffusori meno sensibili alle variazioni di dimensioni e alle interazioni con l'ambiente stesso, ossia le sorgenti lineari (AKA Line Arrays), e possibilmente dipolari a spettro pieno.
I tradizionali trasduttori dinamici (coni, cupole) hanno delle limitazioni intrinseche dovute al principio di funzionamento, che non consente loro di nono interagire pesantemente con l'ambiente, trascinando l'incidenza sonora dello stesso nell'evento riprodotto.
Vedasi il successo della tipologia MTM e delle filtrazioni di quarto e sesto ordine, oltre alle Linkwitz-Riley, tutte soluzioni volte a controllare la direttivita` delle sorgenti, a superare i problemi di fase all'incrocio e la generazione di "buchi" od "esaltazioni" sui diagrammi polari.
Personalmente sono convinto che la strada sia, dal lato elettroniche, nel dominio del digitale, e ce la stanno mostrando prodotti come Tact, Krell, Lexicon, Yamaha, con dsp sempre piu` potenti e sempre piu` efficaci nella trattazione del segnale in tempo reale...l'ulteriore passo sara` quello di arrivare a diffusori con caratteristiche di radiazione assolutamente controllate, e solo allora, con un numero di canali probabilmente pari a dieci o dodici, potremo iniziare a parlare di olografia sonora.
Ad ogni modo, posso confermare la validita` del lavoro svolto da Microfast, avendo ascoltato il risultato con le mie orecchie, e rappresenta, senza ombra di dubbio alcuno, un passo volto nella giusta direzione.
L'impianto perfetto? No, per carita`, ma certamente migliore di prima del trattamento, e di parecchio...molto piu` di quanto si possa ottenere passando da un amplificatore ad un altro, per non parlare da un cavo all'altro.
Ancora molto sensibile, a mia opinione, allo spostamento del punto d'ascolto, ma si tratta di un limite del tipo di tecnologia utilizzata, cosi` come delle dimensioni dell'ambiente.
Quanto ai "minimalisti", si leggano con un copia ed incolla nel loro browserl'articolo di cui posto il web address qua sotto, scritto da un primario esponente dell'audio hiend di qua dell'oceano, e chissa` che non comincino a cambiare parere..
"www.keithyates.com/audiominimalism.htm"
Ciao a tutti
la misura differenziale sia facilmente applicabile al campo HT, perche` il microfono di rilevazione viene poi posto in estrema vicinanza del generatore di suono che si vuole misurare, cosa poco attinente all'ascolto reale, dal quale non v'e` comunque modo di estrapolare l'influenza dell'ambiente per la distanza diffusore-ascoltatore(a meno di non mettersi le casse a mo' di cuffie).
Piuttosto, ha senso cercare di operare con sistemi di diffusori meno sensibili alle variazioni di dimensioni e alle interazioni con l'ambiente stesso, ossia le sorgenti lineari (AKA Line Arrays), e possibilmente dipolari a spettro pieno.
I tradizionali trasduttori dinamici (coni, cupole) hanno delle limitazioni intrinseche dovute al principio di funzionamento, che non consente loro di nono interagire pesantemente con l'ambiente, trascinando l'incidenza sonora dello stesso nell'evento riprodotto.
Vedasi il successo della tipologia MTM e delle filtrazioni di quarto e sesto ordine, oltre alle Linkwitz-Riley, tutte soluzioni volte a controllare la direttivita` delle sorgenti, a superare i problemi di fase all'incrocio e la generazione di "buchi" od "esaltazioni" sui diagrammi polari.
Personalmente sono convinto che la strada sia, dal lato elettroniche, nel dominio del digitale, e ce la stanno mostrando prodotti come Tact, Krell, Lexicon, Yamaha, con dsp sempre piu` potenti e sempre piu` efficaci nella trattazione del segnale in tempo reale...l'ulteriore passo sara` quello di arrivare a diffusori con caratteristiche di radiazione assolutamente controllate, e solo allora, con un numero di canali probabilmente pari a dieci o dodici, potremo iniziare a parlare di olografia sonora.
Ad ogni modo, posso confermare la validita` del lavoro svolto da Microfast, avendo ascoltato il risultato con le mie orecchie, e rappresenta, senza ombra di dubbio alcuno, un passo volto nella giusta direzione.
L'impianto perfetto? No, per carita`, ma certamente migliore di prima del trattamento, e di parecchio...molto piu` di quanto si possa ottenere passando da un amplificatore ad un altro, per non parlare da un cavo all'altro.
Ancora molto sensibile, a mia opinione, allo spostamento del punto d'ascolto, ma si tratta di un limite del tipo di tecnologia utilizzata, cosi` come delle dimensioni dell'ambiente.
Quanto ai "minimalisti", si leggano con un copia ed incolla nel loro browserl'articolo di cui posto il web address qua sotto, scritto da un primario esponente dell'audio hiend di qua dell'oceano, e chissa` che non comincino a cambiare parere..
"www.keithyates.com/audiominimalism.htm"
Ciao a tutti