"Corazzata Potemkin": l'elenco dei film spaccamaroni che han fama di capolavori

Vorrei spezzare una lancia a favore di fortyseveninches :)

Mi pare di capire che il suo intento fosse volutamente scherzoso, per alcuni versi un po’ dissacrante, ma nella sostanza scherzoso, infatti prende spunto dalla mitica scena di Fantozzi e dalla corrazzata Potemkin.

Poi, come avete già sottolineato, ci sono molti film che hanno fatto la storia del cinema (che siano capolavori non lo so) ma che sono veramente pesanti.
Fortyseveninches ha usato il termine pallosi, ma credo che il senso del suo pensiero fosse film pesante, difficile da capire e da digerire, nonostante la sua “importanza”.

Sono d’accordo con Elena quando dice che per apprezzare un film di questo tipo (come la corazzata o altri polpettoni, come li chiamo io) occorre avere gli strumenti adatti per conoscerlo a fondo e coglierne tutti gli aspetti, in altre parole occorre fare una visione critica.

Per fare un’analogia io considero un capolavoro di scrittura il Maestro e Margarita di Bulgakov, mentre molti miei amici lo considerano solo un bel libro.
La differenza tra me ed i miei amici è che, oltre ad averlo letto in originale, ho letto diversi libri di critica, ho quindi conosciuto ed analizzato la struttura narrativa, le tematiche ecc ecc. Sono convinto che chiunque legga questo romanzo così come ho fatto io, lo consideri un vero capolavoro.

Per quanto riguarda i film “polpettone un po’indigesti” direi che vale lo stesso principio.
Per poterli valutare ed apprezzare per quello che sono occorre avere gli strumenti necessari per conoscerli a fondo, credo che nessuno si possa risentire se alcuni film che hanno fatto la storia del cinema sono considerati delle “cagate pazzesche” :)

Altro elemento importante da considerare ai fini della valutazione di un film è l’epoca ed il contesto in cui è nato così come il contesto culturale di chi lo fruisce.
Al terzo anno di russo la docente aveva deciso che eravamo pronti per vedere un film stupendo, un capolavoro del cinema sovietico: “Patibolo” un film di un regista georgiano. In confronto la corazzata è un cine panettone!!!!

Permettetemi una piccola segnalazione su Il quinto elemento, non lo reputo un capolavoro ma nemmeno un semplice film d’azione e fantascienza. A mio avviso il film tocca in modo leggero alcune tematiche più o meno importanti:
parodia degli stati uniti e del loro ruolo di salvezza per le nazioni del mondo. NB: nella scena finale Besson si permette di dare dell’idiota al presidente; parodia di Guerre Stellari; visione futurista di New York; esaltazione della bellezza e dell’unicità femminile; ruolo salvifico della donna e dell’amore.

Va be’ … è stato bello tornare a scrivere di temi letterari–cinematografici. Ora torno al mio vacuo lavoro :D
 
Forty, non è vero che il thread è bruciato; personalmente lo trovo molto stimolante.
Dimmi se ho inteso bene: come mi sembra di capire anche dalle chiarissime e pacifiche parole di Michele, forse intendevi dire che, pur riconoscendo il lavoro e lo spessore artistico alla base di titoli così altisonanti, tu li abbia trovati pesanti e noiosi. Dei "panettoni", per usare il termine lanciato da Michele :D
Se il tuo ragionamento è questo, non fa una piega, ma a maggior ragione mi viene spontaneo continuare la discussione, magari sostendendo un barlume di analisi, giusto per arrivare a scambiarsi contenuti e non solo battute. Ho solo cercato di invitarti a sostenere le tue opinioni e a ribatterle, se necessario.

Se invece il tuo intento era più simile ad aprire un thread per scambiarsi "quattro chiacchere da bar", tra battute e citazioni, allora non mi era chiaro :)

Michele, Patibolo è favoloso... un po' cupo forse, ma favoloso: come narra l'eroicità dei gesti, i tormenti, i grigi, le imposizioni dittatoriali vinte solo con la morte... bellissimo. Forse sono io che ho gusti un po' particolari, probabilmente :D
 
La_Elena ha detto:
Dei "panettoni", per usare il termine lanciato da Michele :D
Michele, Patibolo è favoloso... un po' cupo forse, ma favoloso
dei polpettoni pesanti, in contrapposizione al cine panettone leggero di Natale :)

sarà che Patibolo me l'hanno propinato in georgiano con sottotitoli in russo e che ero poco più che ventenne, ma per digerirlo ci sono voluti 2kg di alcaselzer :D
 
l'idea di forty mi intriga alquanto...

dico la mia del tutto opinabile:
Lunga vita alla signora (Olmi, 1987, leone d'argento)
Ok che i film devono essere capiti, credo e spero di averne colto il senso, ma cio' non toglie che ho passato due ore a chiedermi che cosa stavo vedendo! Altro che palloso!

Dogville (Von Trier, 2003)
sul tema capolavoro forse non lo e', ma ricordo che era comunemente spacciato come tale.
Ho sicurmente i miei limiti, ma volevo bruciare il cinema (cosa si fa per le donne...)

Detto questo ti capisco quando citi 2001 Odissea nello spazio: solo dopo i 30 anni sono riuscito a vederlo tutto. Oggi penso sia veramente un capolavoro, senza se e senza ma (ma te lo devi vedere in santa pace alle 2 di notte).

Vorrei citare Il signore degli anelli, ma poi verrei "crociffisso in sala mensa":D


R
 
@Michele: polpettoni, giusto... ho fatto confusione.
Beh in Georgiano con sottotilo russi avrei una certa difficoltà anche io :D

@Roberto: non ho mai visto Lunga vita alla signora ma spero di rimediare presto.
Dogville è un bel film, dai... cosa non hai apprezzato?

@Micky ti leggo :)

Non potreste anche aggiungere perché li considerate capolavori oppure polpettoni?
 
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ti prego fallo e aprimi la mente!
lo dico senza ironia.

su Dogville sono sincero: di quella visione mi e' rimasta la sgradevole impressione stile "cagata pazzasca", di fatto lo ricordo vagamente.
Gia' solo l'ambientazione, sempre se non ricordo male, per me e' troppo "artistica", ma ripeto, mio limite...

bye
 
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Ecco le mie cagate pazzesche :D

L’albero degli zoccoli (visto alla tv da molto giovane e mai più riavvicinato)
Odissea 2011 nello spazio
Io & Annie di Woody Allen (visto da troppo ragazzino)
Inserirei pure qualche film di Pasolini

Tutti i finali dei film tipo Guerre Stellari, il Signore degli Anelli, Pirati ai caraibi in cui ci sono 20-30 minuti di “battaglia epocale” e “improbabili prodezze” degli eroi.
Ma orami tutti i film contemporanei sono così, si vede che il marketing del cinema suggerisce che alla maggioranza del pubblico piace così … :cry:

Elena, come fai a conoscere Patibolo? È un film talmente di nicchia che non ho mai trovato nessuno che lo conoscesse, salvo i miei compagni di sventura all’università. Ti ricordi il nome del regista?
 
qua dissento con Elena :D perchè secondo me Dogville è uno dei peggiori Von trier, secondo solo a quella schifezza di Gli idioti
Dogville parte bene, ma poi si inabissa in un andirivieni ripetitivo e programmatico, mira a stupire con ricatti continui. 3 ore di epopea in cui dopo un'ora e mezza si era già detto tutto. gradisco la messinscena teatrale, le strisce bianche che segnalano ben altri confini socio-comportamentali all'interno della cittadina... ma narrativamente non c'è mordente e quella mdp a mano non aiuta di certo, lo fa sembrare un backstage :D

però obiettivamente al "buon film" ci può arrivare, capolavoro nemmeno per sogno.
 
Alt. Alt. Michele, non toccarmi Pasolini. L'associazione del suo nome alla parola "cagate" è un colpo al cuore, vero e reale. Il tuo commento mi ha spiazzata. Se vuoi spendo due giorni pieni per farti cambiare idea ma non toccarmi Pasolini.

L'Albero degli zoccoli andrebbe rivisto: ne ho un ricordo forte e dire che mi era piaciuto sarebbe eccessivo, ma ne riproporrei la visione.

michelemezza ha detto:
Elena, come fai a conoscere Patibolo?

Periodo legato alla visione di pelliccole di nicchia. Probabilmente avrai visto anche Lettera mai spedita o Lettera non spedita (non ricordo benissimo il titolo) che trovo altrettanto intenso.

michelemezza ha detto:
Ti ricordi il nome del regista?
Mi chiedi troppo... sparo: Perestiani?

Se interessa ancora il genere, ti consiglio di contattare quelle "invisibili" realtà di eventi cinematografici di nicchia che ancora sopravvivono nelle grandi città, Milano compresa. Personalmente mi sono trovata bene con la Cineteca del Friuli di Pordenone che, insieme al Festival del Cinema Muto, ad ogni edizione propone - o meglio si impegna a proporre - titoli e correnti socio-culturali praticamente dimenticati ai più. Mi devo preparare circa otto mesi prima di affrontare una delle loro rassegne :D però sono validi interlocutori: oltre ad eventi e proiezioni dispongono di un archivio storico notevole.

Micky, penso che andrò a rivedere Dogville: la tua analisi mi ha fatto venire più di un dubbio :D

Roberto: metto il film in programma entro il prossimo mese e ti dico ;)
 
Melancholia mi e' piaciuto e ne abbiamo gia' parlato.
Non me ne frega nulla se qualcuno lo definisce un capolavoro o una tranvata.

Il film deve piacere a me e tanto mi basta.

Della lista ho visto Solaris ... quello con Clooney.

Ricordo che era la mia prima proiezione casalinga con il mio primo crt, un Electrohome ECP3100.

Invito qualche amico e, non sapendo una mazza del film, lo immagino pieno di effetti speciali da mascella a terra.

Alla fine del film per terra si osservavano ben altri attributi ... e dico attributi non a caso.
 
mickes2 ha detto:
qua dissento con Elena :D perchè secondo me Dogville è uno dei peggiori Von trier, secondo solo a quella schifezza di Gli idioti

No, Mickes, qua non ti seguo: se Dogville è uno dei peggiori Von Trier, che dire del ripetitivo Manderlay o dell'insulso Antichrist (di cui salvo solo le gemme della prima scena e dell'ultima scena in un mare di noia e involontaria comicità... o ti devo forse ricordare la scena con la volpe parlante? :doh: ) o appunto di quella schifezza immonda di Idiots? La scenografia minimalista di Dogville, pur inserita in uno script non eccessivamente innovativo, è comunque riuscita IMHO a far risaltare la gamma interpretativa dei suoi attori, ed è comunque presente una tensione strisciante e ascendente per la durata del film che fa sì che la pellicola risulti (sempre IMHO) un godibilissimo pamphlet. Oltretutto, io mi ci sono pure immedesimato, e alla fine facevo un veemente tifo per lo sterminio di massa, quindi non mi sono certo annoiato. :p

Tornando al topic in genere, credo che ognuno di noi abbia delle corde che un regista riesce a toccare o no. Personalmente trovo ad esempio espressivamente noiosi al livello di pre-mortalità da coma irreversibile tutti i film diretti da Stephen Daldry, mentre rievocherei volentieri il tribunale dell'Inquisizione se mi dessero sufficienti garanzie di rogo per Sofia Coppola. Invece di Pasolini ho trovato alcuni suoi film disturbanti, più che pesanti in sé... Salò l'ho acquistato in blu ray tre anni fa e non ho ancora trovato la voglia di vedermelo, per dirne una. Antonioni e la sua incomunicabilità riescono comunque a comunicarmi qualcosa. Ermanno Olmi è bello pesante, ma se entri nella sua poetica, poi non ne esci più. Poi alcuni film di Greenaway mi risultano insopportabilmente sgradevoli (Baby of Macon su tutti), ma il suo stile estetico è inconfondibile...

Insomma, con questo dico che distinguerei fra pesantezza di un film, sgradevolezza di un film e noiosità di un film. Di diversi film posso dire che sono capolavori nonostante li trovi pesanti e/o sgradevoli, e che li guardi volentieri solo se mi sento quel giorno particolarmente ricettivo. Voglio dire... sono un grande fan di Haneke o di Von Trier, per non parlare di Pasolini o Kubrick, ma non sono esattamente quegli autori che metto nel mio lettore brd tutti i giorni a tutte le ore: devo essere "in the mood (for love)". Questo perché rientra nelle scelte degli autori quella di utilizzare un linguaggio filmico "consistente" (alla Malick) o di voler urtare la sensibilità del pubblico durante la proiezione, per cui si tratta perlopiù di sensazioni volute che un pubblico attento deve rispettare.

Viceversa, se trovo un film noioso, lì subentra già un giudizio di valore sul film stesso anche perché l'effetto di noia non credo rientri nelle intenzioni del regista (a parte forse l'ultimo Somewhere della Coppola, cui peraltro darei fuoco a prescindere). Quindi, un film noioso non sarà mai un capolavoro (specie se lo realizza Sofia Coppola :p ).

Bye, heavy Poles
 
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Poles ha detto:
No, Mickes, qua non ti seguo: se Dogville è uno dei peggiori Von Trier, che dire del ripetitivo Manderlay o dell'insulso Antichrist (di cui salvo solo le gemme della prima scena e dell'ultima scena in un mare di noia e involontaria comicità... o ti devo forse ricordare la scena con la volpe parlante? :doh: ) o appunto di quella schifezza immonda di Idiots?

Manderlay non l'ho visto, ma Antichrist per me è buono :D
tutti gli svolazzi pseudo-intellettuali, i simbolismi, le metafore, i rimandi a tarkovsky...mezza fuffa, son d'accordo. la volpe? semplicemente imbarazzante e inguardabile! con me con Von trier sfondi una porta aperta. il caos... e regnasse davvero 'sto caos, dico io! invece no, regna l'autismo e la bellezza smagliante della fotografia e delle ambientazioni; e elemento che rende per me il film buono, è questo rapporto particolare tra marito e moglie, morboso, angosciante, famelico, incontrollabile sfogo di una pulsione, il rimorso secondo il suo punto di vista (malato, come il suo cinema) artificioso, perchè dell'artificio c'è sempre e si nota. poi ripeto, per me è buono, numericamente un 7 (che non è un 9) questo per dire che siamo lontani dall'ottimo film, capolavoro nemmeno a parlarne. :)


Poles ha detto:
La scenografia minimalista di Dogville, pur inserita in uno script non eccessivamente innovativo, è comunque riuscita IMHO a far risaltare la gamma interpretativa dei suoi attori, ed è comunque presente una tensione strisciante e ascendente per la durata del film che fa sì che la pellicola risulti (sempre IMHO) un godibilissimo pamphlet. Oltretutto, io mi ci sono pure immedesimato, e alla fine facevo un veemente tifo per lo sterminio di massa, quindi non mi sono certo annoiato. :p
anche secondo me è riuscita (e l'ho anche scritto, ci tengo sempre a sottolineare quanto Lars Von trier dal punto di vista tecnico sia uno dei migliori in circolazione a livello mondiale, ovviamente). la tensione di cui parli e conseguente mordente, per me ha funzionato (molto bene) fino all'ora e mezza di pellicola. da qua in poi c'è un crollo, si è già detto tutto, e Von trier si accanisce con la protagonista e col povero spettatore che dilaniato si trascina alla visone di quegli intemrinabili 90 minuti supplementari :D il finale è fumoso e inutilmente sensazionalistico, per me un film irrecuperabile. ecco perchè non ho ancora visto Manderlay :D

Poles ha detto:
Insomma, con questo dico che distinguerei fra pesantezza di un film, sgradevolezza di un film e noiosità di un film. Di diversi film posso dire che sono capolavori nonostante li trovi pesanti e/o sgradevoli, e che li guardi volentieri solo se mi sento quel giorno particolarmente ricettivo. Voglio dire... sono un grande fan di Haneke o di Von Trier, per non parlare di Pasolini o Kubrick, ma non sono esattamente quegli autori che metto nel mio lettore brd tutti i giorni a tutte le ore: devo essere "in the mood (for love)". Questo perché rientra nelle scelte degli autori quella di utilizzare un linguaggio filmico "consistente" (alla Malick) o di voler urtare la sensibilità del pubblico durante la proiezione, per cui si tratta perlopiù di sensazioni volute che un pubblico attento deve rispettare.

assolutamente si, il tuo discorso non fa una piega. ci sono autori che vanno aspettati, non si possono guardare quando capita. bisogna scegliere il momento giusto altrimenti si rischia di rovinare una visione importante solo per la foga di voler vedere quel film a tutti i costi.

e fare sicuramente quella distinzione, non mi vedrei mai tutti i giorni Stalker di Tarkovsky, o Città dolente di Hou Hsiao-hsien, finirei minimo col cervello in fumo e gli occhi fuori dalle orbite. questi potrebbero essere definiti film pesanti (e lo sono, impossibile negarlo), che però non mi hanno mai annoiato durante la visione.

poi ci sono i gusti, per esempio a me la Coppola piace molto :p
quindi Lost in traslation se non è un capolavoro poco ci manca, Somewhere (che so che non hai gradito affatto ) lo promuovo sicuramente e gli assegno un bel 7,5. ma le motivazioni non te le dico :D

@Elena
eheh molto bene per Dogville : D
 
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per film più "palloso" di tutti i tempi ci metto "Aguirre furore di Dio" film tedesco del '72 di Werner Herzog visto da me in un cineforum con tanti capoccia...

.. mi sono poi chiesto... "Ma io, qui, che ci sto a fare..." ovviamente quando mi sono svegliato:D
 
Dave76 ha detto:
Era "una cagata pazzesca" e i minuti di applausi erano 92. ;)
E la corazzata era Kotiomkin, dato che Luciano Salce non ottenne i diritti sul film originale, quindi si è dovuto storpiare il nome del film da Potemkin a Kotiomkin e il regista russo è Einstein invece di Ejzenstejn, e le scene proiettate non sono quelle originali, ma sono state rifatte.

Fantozzi, capolavoro NON noioso!
 
Non è detto che un film debba essere "lento" e "culturale" per essere palloso: io mi sono addormentato al "Pirati dei Caraibi" N.3 e anche il King Kong di Peter Jackson lo trovo pesante.

Sono entrambi film che avrebbero funzionato benissimo con 30 minuti buoni di tagli...
 
fortyseveninches ha detto:
L'unica vera riflessione che mi fa sorgere il fenomeno Blade Runner è come mai in un film che è piaciuto tanto ad intere generazioni di maschi l'eroe si innamora di un androide-donna, senza veri ricordi, con una personalità progettata a tavolino (da un progettista uomo!), non in grado né desiderosa di mettere sù famiglia.

Io non vedo la storia d'amore di Blade Runner come il punto fondamentale del film.

Quello che fa di Blade Runner un capolavoro, sono gli ambienti cupi, la visione pessimistica del futuro, i molti simbolismi sparsi per il film e soprattutto il rapporto con il proprio creatore che tira in ballo il tema della mortalità umana.
 
gattapuffina ha detto:
Io non vedo la storia d'amore di Blade Runner come il punto fondamentale del film.

Il film senz'altro ha fatto scuola per l'ambientazione, per non parlare della musica di Vangelis (credo di averla ancora nel telefonino... :cool: ). E, soprattutto, è diventata "di culto" la battuta finale dell'androide morente ("Ho visto cose che voi umani non riuscite nemmeno ad immaginare...") autentico tormentone conosciuto anche da chi non ha mai visto il film.

Ciò non toglie che la chiave del film (e del romanzo) è il paradosso del cacciatore di androidi che si innamora di un androide-donna, di qui la mia "riflessione" (virgolette non casuali ;) ) più di carattere sociologico che cinematografico.

Anzi rilancio: non solo Rachel nella finzione è uscita dalla mente di un uomo (Sebastian, il progettista di androidi) ma entrambi sono stati immaginati da Philip K.Dick, anche lui uomo. Insomma proprio la tipa giusta di cui innamorasi.
 
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