Cavi e suggestione

Mi reinserisco e vi chiedo: cavi di alimentazione, perchè un cavo di alimentazione oltre ad avere una portata di corrente maggiore dovrebbe dare benefici a livello audio? :wtf:
Un cavo di potenza può modificare il segnale tagliare certe frequenze rendendole meno udibili in base alla sua geometria materiale amperaggio, ma non capisco in che modo un cavo che trasporta semplicemente corrente ancora non elaborata, possa migliorare il livello qualitativo audio se non aiutare il trasformatore con un maggior flusso e quindi potenza... Non è una critica ma una domanda la mia, da ignorante. :)
Siccome mi piace sempre sperimentare di persona, che cavo potrei provare? Qualcosa di economico...
 
Fra tutte le possibili spiegazioni che ho sentito addurre la migliore mi sembra quella
che considera il cavo di alimentazione,l'ultimo metro di una lunga catena si,ma l'unica parte di questa catena che si trova allo scoperto nel nostro ambiente di ascolto, come fonte di inquinamento elettromagnetico che viene poi raccolto ad esempio dai cavi di segnale.In base a questa spiegazione fondamentale è una robusta schermatura che confini il campo elettromagnetico prodotto dal cavo di alimentazione, per quanto possibile, entro lo spazio fisico occupato dal cavo stesso.
Sebastiano.
 
Bhe questo è un aspetto che avevo si sempre valutato ma non in questo modo: cavo di alimentazione potrebbe non inquinare i cavi di segnale/potenza se ben schermato e quindi apportare benefici al risultato audio...
Una spiegazione plausibile... quindi che cavo mi compro? :D
 
Non capisco perchè dovrebbe fare differenza se il cavo di alimentazione ha una schermatura "robusta", quando anche i cavi di segnale ne hanno già una, spero robusta, questa sì.

Si dirà che "two is meglio che uan", anche indossare la cintura e le bretelle è sicuramente più sicuro che non usare solo una delle due possibilità, però....

Ci sarebbe da tener presente che l'ambiente è già normalmente saturo di segnali a frequenza di 50 Hz, per via della nostra rete elettrica e che sia schermato l'ultimo metro non cambia molto.

A parte tutto questo, devo invece constatare che anche tra i ferventi sostenitori dell'importanza dei cavi esistono divergenze di vedute o teorie del perchè si debbano fare certe cose.

Secondo Iano i cavi di alimentazione hanno importanza perchè possono arrecare disturbo alle altre connessioni di segnale.

Molti altri sostengono, invece, che l'importanza dell'utilizzo di cavi di alimentazione speciali e relativi connettori ancora più speciali, sia per non far entrare nell'apparecchio disturbi sovrapposti alla tensione di rete, disturbi che, se non eliminati, andrebbero a sovrapporsi alla tensione continua che alimenta l'elettronica, sporcando il segnale.

Il tutto coadiuvato da filtri di rete ancora più speciali.

Devo dire che, personalmente, preferisco la prima ipotesi, anche se impiegando un cavo di segnale serio (che non vuol dire esoterico) non si hanno particolari problemi.

Ciao
 
Io comprerei un cavaccio della corrente elettrica .Il cavo di alimentazione poi me lo costruirei da solo, mettendo una schermatura,poi due,poi tre...per vedere l'effetto che fà.
Non saprei dire di più per mancanza di esperienza in merito,ma ho fatto una sperimentazione assimilabile a questa con i cavi di segnale,e ho verificato che ciò sembra avere un senso.
Nel caso dei cavi di segnale però la differenza è fra mettere una schermatura "leggera" e il non metterla affatto.La schermatura sembra avere infatti delle controidicazioni per altri versi.Così nel mio impianto si è rivelato utile togliere la schermatura nel cavo fra sorgente e pre,ma non nel cavo fra pre e finale,probabilmente a causa della vicinanza del finale e delle sue interferenze.
Le controindicazioni per la schermatura in un cavo di segnale io me le sono spiegate in questo modo:in un cavo di segnale ,che al pari di ogni cavo enette interferenze,queste si riflettono nella schermatura e tendono a persistere quindi nello spazio fisico occupato dal cavo.Alla fine bisogna quindi mediare,"ad orecchio" fra le interferenze esterne e le "autointerfernze" interne e quindi usare o non usare la schermatura in base a dove il cavo và posizionato.
Un cordiale saluto
Sebastiano.
 
scusami iano, ma mi sorge spontanea una domanda:
ma che impianto hai per riuscire a notare differenze sostanziali fra un cavo e l'altro? Come vedi tutti noi abbiamo in firma il nostro impianto (bello o brutto, costoso o economico ma è il nostro impianto).
Sarebbe, secondo me, buona norma che anche tu ci facessi conoscere le tue apparecchiature.

Grazie
 
Hai ragione gvairo,
mi riprometto di farlo in modo dettagliato più in là,come avete fatto tutti voi.In generale comunque nelle prove includo fra l'altro e volutamente un becero compattone,le differenze io le sento anche con questo.Insomma se si tratta di autosuggestione,e io continuo a non escluderlo,questa agisce su me indipendentemente dalla qualità dell'impianto.
Per adesso solo un veloce accenno(sono fuori casa e non ricordo tutte le sigle):
cd player Pioneer,pre passivo Albarry,pre attivo Audio research,finali Albarry/Lector/NuForce diffusori Focal due vie/Klipsh Heresy III /B&W CM1.

Nelle prove dei miei cavi con questi componenti,fatta sempre salva la suggestione,il pre passivo si fà sempre preferire a quello attivo.L'esatto contrario succede quando provo cavi commerciali.Cioè cioè coi miei cavi e col pre attivo il risultato non è male,solo un poco più finto.

Un cordiale saluto, Sebastiano.
 
Cavi e capacità - spiegazione fisica

caro Iano, come noterai dalla mia "firma" uso un pre-passivo NVA P90sa (anche se abbastanza "rielaborato") e confermo la tua osservazione riguardo al miglioramente di definizione sulle altissime ottenuto sottraendo la schermatura al cavo che va dal SACD al PRE. Tieni conto che con i pre-passivi noi abbiamo collegamenti verso il PRE, ed anche da questo al finale, ad alta impedenza (nel mio caso specifico con i volume Elma-stepped personalizzati viaggio in un range 30K-60K ca.).
Specificamente ho fatto prove usando un Tasker microfonico con due poli interni e schermatura esterna completamente scollegata. Non c'e' nessun problema di captazione di rumore elettromagnetico a patto che il percorso del cavo eviti accuratamente qualunque tratto parallelo ad una 220-AC. La spiegazione fisica è abbastanza ovvia, secondo me: far passare il negativo nel polo interno anzichè nella calza riduce drasticamente la capacità del cavo da 120pF a 63pF.
Il fatto che la stessa tecnica non va bene se applicata al collegamento PRE->Finale deriva dal fatto che in questo caso l'ampiezza del segnale è ridottissima e dunque l'aspetto più critico in questo caso è la protezione del polo positivo dalle interferenze (quindi qui ci vuole una super schermatura, e infatti uso i Sound Pipe della NVA che come schermatura e negativo usano un "tubo" conduttore di rame pieno).
Saluti,
SC
 
Ultima modifica:
Caro sc-ita,fà sempre bene al cuore avere una qualche conferma anche parziale.
Nella mia sperimentazione non ho usato altri strumenti che l'orecchio...per ignoranza.Ma non provare neanche a spiegarmi ...sono allergico alle impedenze capacità e induttanze.Mastico ogni tanto solo qualche resistenza perchè mi distende i nervi.
Il Tasker mi sembra un carroarmato tedesco,però potrei sbagliarmi.

Per quanto riguarda consigli su cavi di segnale da acquistare,direi Kimber,Cardas,Van Den Hull,Monster cable,in ordine di preferenza.Non è un caso che Cardas si dichiari discepolo di Kimber.Van Den Hull è un genio a parte e Monster è sinonimo di concretezza.Si tratta però di impressioni vaghe.In generale infatti non ho fatto prove che possano dirsi sufficienti con i cavi commerciali.Il loro prezzo me lo ha impedito.

Un cordiale saluto,Sebastiano.
 
sc_ita ha detto:
...riduce drasticamente la capacità del cavo da 120nF a 63nF...
Mi sbaglierò, ma mi sembrano valori un po' altini, non è che hai scritto nF ed intendevi pF ?
Il fatto che la stessa tecnica non va bene se applicata al collegamento PRE->Finale deriva dal fatto che in questo caso l'ampiezza del segnale è ridottissima
Solitamente dopo un pre il livello del segnale è più alto di quello in ingresso al pre medesimo, infatti la sensibilità degli ampli non è mai molto elevata, questo, ovviamente nel caso di preamplificatori.

Nel caso si utilizzino quelli che vengono, in modo sbagliato, chamati "pre" passivi, poichè di (pre)amplificazione non ne esiste alcuna ma sono solo dei commutatori con regolatore di livello, il segnale in uscita non è che possa essere molto ridotto rispetto a quello in entrata, se si vuole ascoltare a livelli normali.

Ciao
 
per Pablitho

Circa i miei cavi, nulla di fantasmagorico, me li sono fatti da me, usando la stessa vecchia tecnica impiegata in decine di anni sin da quando costruivo per hobby ampli a valvole (non perchè era chic, ma perchè esistevano solo quelle :rolleyes:) e poi sino ad un po' di tempo fa quando realizzavo control room e regie varie per piccoli studi di registrazione o emittenti private, ma si sa che questi sono ambienti in cui non si dà molto peso ad interferenze e rumori di fondo e chi li utilizza non ha un orecchio molto fine. :D

Ciao
 
Hai ragione! Si tratta di Pico Farad.
Le considarazioni fatte sopra riguardano solo i cosiddetti PRE-Passivi (notare che scrivo PRE e non AMPLI). L'attenuazione si fa banalmente con un partitore di tensione e per avere ad esempio 50 dB di attenuazione (volume ca. al minimo) facendo il calcolo troverai che l'ampiezza della DDP del segnale che viaggia verso il finale è ridottissima (circa 1/333 della DDP a monte del partitore).
Nel caso dei passivi (che secondo me hanno molti vantaggi audio ma non sono semplici da inserire in un sistema) la capacità dei cavi gioca sulla risposta alle alte frequenza proprio perché si hanno in genere elevate impedenze, molto più elevate che nei pre-attivi.
Ciao,
SC

p.s. Il gioco funzione se i PRE-passivi sono usati SOLO con finali con altissimo guadagno, chiaramente. Il "finale" NVA ad es. ha 4 stadi di transistors. Comunque in sostanza hai ragine il PRE-passivo non è altro che volume + selettore e il volume deve essere di altissima qualità. A monte del PRE sta solo l'unità Phono-RIAA.
 
Ultima modifica:
sc_ita ha detto:
notare che scrivo PRE e non AMPLI
L'uso del termine "pre" è la semplice abbreviazione del termine "preamplificatore" non sta ad indicare una categoria di apparecchi nuova e con particolari caratteristiche; comunque è solo una questione linguistica, di nessun conto.

....per avere ad esempio 50 dB di attenuazione (volume ca. al minimo) ....l'ampiezza della DDP del segnale che viaggia verso il finale è ridottissima...
Sono perfettamente d'accordo che con controllo di livello al minimo (qual che sia il modo in cui viene realizzato) il segnale in uscita sarà bassissimo, direi praticamente nullo, ma durante l'uso normale e con la sensibilità di un ampli finale normale, il livello del segnale non sarà "bassissimo" ma dell'ordine di qualche centinaio di mV.

perché si hanno in genere elevate impedenze, molto più elevate che nei pre-attivi.
Non dovrebbe essere necessariamente così, anzi, sarebbe cosa da evitare accuratamente e sarei abbastanza meravigliato se si realizzasse un dispositivo che ha una impedenza di uscita non bassa e magari, cosa ancora più grave, neanche di valore costante, in barba a qualsiasi buona norma e logica di progettazione.

Il realizzare un partitore con determinate caratteristiche di impedenza di uscita non dovrebbe essere impresa ardua.

Ciao
 
Beh, nel campo dei PRE-passivi la situzione è questa. Per fare un esempio l'impedenza di ingresso di un finale NVA è 47K (nel mio caso il carico con due in Bi-ampli sarà 23.5K).
Questo è il dato di partenza. Non avrebbe senso abbassare l'impedenza al di sotto di tale valore tramite il partitore, appesantirei solo il carico di lavoro della sorgente sprecando corrente che va a dissiparsi nei resitori del partitore. Tieni conto che quello che so è centrato sull'uso degli ampli e dei pre NVA che hanno tutta una loro filosofia. Non mi sbilancio a generalizzare ma mi pare che con i PRE-attivi la questione sia completamente diversa.
Il senso del mio intervento era quasto: davo ragione a iano nel "caso specifico" di PRE-passivo provando a fornire una spiegazione tecnica (circuiti RC, in base ai miei ricordi di elettrotecnica e fisica2, sono ingegnere civile e non sono un elettronico!).
In effetti i miei volumi sono proprio fatti con un Elma stepped a 24 posizioni con resistori collegati a partitore sulle 24 posizioni.
Saluti,
SC
 
Ultima modifica:
nordata ha detto:
Circa i miei cavi, nulla di fantasmagorico, me li sono fatti da me, usando la stessa vecchia tecnica impiegata in decine di anni ...
E non ti sembra che dai tempi di Cartagine, ci siano state delle evoluzioni ??:ciapet:





:fiufiu:
 
mah! Caro Puka, forse più che una evoluzione una maggiore consapevolezza del problema.
Ma senza voler innescare alcuna polemica,a volte ho l'impressione che più i tecnici sono competenti più si lasciano "suggestionare" dalle misure.Insomma più che usare gli strumenti che sanno maneggiare con abilità,a volte rischiano di confondersi con questi.
A me pare chiaro che,volenti o nolenti,un valido sistema di misura per i cavi,che al momento ancora non esiste, non può non passare per una validazione data dalle orecchie insieme all'uso di tutti i metodi statici che si prestino allo scopo.Nell'ambito di un forum ci si può divertire a fare un grossolano abbozzo di ciò.

Cordiali saluti,Sebastiano.
 
Puka ha detto:
...ci siano state delle evoluzioni
Certamente !

Nel marketing di sicuro ed anche nelle tendenze assecondanti di alcuni "articolisti" che osannano o scoprono nuove esigenze o verità in concomitanza della messa in vendita di nuovi prodotti da parte di questo o quel produttore.

Mi ricordo benissimo, avendolo vissuto, all'incirca tra la la seconda e terza Guerra Punica, alla svolta data dall'introduzione dello stato solido nell'alta fedeltà.

Tutti, e sottolineo tutti, i famosi redattori, esperti, orecchie di pipistrello delle nostrane riviste ed anche delle blasonatissime estere a lodare, magnificare, osannare e levare alti ringraziamenti al dio dell'elettronica per questa novità e tutti a spiegare del perchè e del percome era meglio, quali erano i difetti dei circuiti a valvole ed i vantaggi dello stato solido, comprese prove di ascolto estatiche ed estasiate (e i circuiti di allora non è che fossero favolosi, con transistors al germanio e circuitazione di uscita non ancora complementare).

Eppure in tutte le prove di ascolto veniva esaltata la qualità, ecc. ecc. eppure dovevano avere ancora bene in mente il "suono" delle valvole.

Per moltissimi anni fu così, poi qualche costruttore ebbe la brillante idea di riproporre un ampli valvole.

Immediatamente gli stessi redattori, recensori, orecchie di pipistrello iniziarono a lodare ed a dire quali erano i vantaggi delle valvole rispetto allo stato solido e quali erano gli svantaggi di quest'ultimo, ovvero esattamente l'opposto di quanto alcuni di loro avevano detto e scritto in precedenza (tanto era passato del tempo, chi se ne ricorda più).

E questo può essere detto per moltissimi aspetti di questa nostra passione.

Mi sembra strano che nessuno, sino ad un certo periodo, si sia mai accorto della nefasta influenza che i cavi avevano sul risultato finale, però da quando qualche produttore scoprì che poteva fare un po' di soldini vendendo cavi, moltissimi si sono accorti di cose evidentissime ed irrinunciabili, ma fino a quel momento non se ne erano resi conto ?

Può darsi, ma sono perplesso.

Considerato poi che cavi che risolvono buona parte dei problemi possono essere benissimo realizzati in casa anche da semplici appassionati, anche in mancanza di studi approfonditi alle spalle, la cosa è veramente strana, trenta anni fa nessuno ha mai sentito la necessità di farsi i propri cavi ? Può darsi anche questo, ma sono nuovamente perplesso.

Stessa cosa, ad esempio, per il CD, quando uscì lodi e ringraziamenti, poi anatema e ludibrio.

Di solito poi capita con prodotti che non richiedono una grandissima ricerca, ma che possono offrire un notevole ritorno economico.

Vedasi appunto gli ampli a valvole dove, salvo qualche rarissimo caso di costruttori che hanno sempre fatto quello, le circuitazioni sono semplici ricopiature di quelle di oltre 40 anni fa, senza alcuna seppur minima innovazione, a volte cose o trucchetti realizzativi che erano la norma per qualsiasi costruttore, anche hobbysta, sono sbandierate come mirabolanti innovazioni.

Recentemente ho letto un articolo in cui si accennava al fatto della scomparsa dei controlli di tono dagli ampli "seri", l'articolista però giungeva alla conclusione che i supposti effetti negativi dati dalla presenza di tali controlli è minore degli effetti positivi che la presenza degli stessi avrebbe.

A parte il fatto che sono perfettamente d'accordo con l'articolista, non mi meraviglierei se tra un po' qualche costruttore (o più di uno) non riintroduca tali controlli in una sua nuova serie (poichè bisogna pur fare qualcosa di "nuovo") ed allora a leggere commenti entusiasti su tutte le riviste, spiegazioni del perchè non se ne possa fare a meno e prove di ascolto d esperti ed appassionati per giudicare quale sia meglio; purtroppo qui molti hobbysti non potranno realizzarsi in casa il "controllo non plus ultra" poichè, anche se pur semplice, tale circuito richiede già l'applicazione di qualche formula e non si presta a realizzazioni alchemiche e misteriose o dettate da ispirazioni mistiche.

Ciao
 
iano ha detto:
...non può non passare per una validazione data dalle orecchie insieme all'uso di tutti i metodi statici che si prestino allo scopo...
Infatti è quello che tutti gli scettici chiedono a gran voce da tantissimo tempo: una prova, rigorosamente controllata, che vuol dire un blind test, magari in doppio cieco, fatta su un gruppo di ascoltatori, che non sa cosa stia ascoltando e quando, su un numero di prove statisticamente valido e con un numero di risposte pure loro statisticamente valido.

Il che esclude prove del tipo: "L'ho fatto ascoltare ad un mio amico (o gruppo di amici) e lui ha detto che era meglio".

Falla con, ad esempio, 4 cavi (magari uno un normale cavo da elettricista di grande sezione, un altro un cavo come il precedente ma fatto come il famoso Star, gli altri due cavi di quelli che livellano le risonanze, eliminano i riverberi ed adattano l'impedenza in tempo reale), nessuno tra gli ascoltatori sa cosa sono nè può vedere quale sia impiegato ad ogni istante, ed ognuno deve dire quale è meglio e/o dare un giudizio su ognuno.

Alla fine si vedono le percentuali di preferenze ed i giudizi, se il risultato è statisticamente valido avremo finalmente una base seria da cui iniziare a studiare e discutere, se il risultato rientra nella normale incertezza se ne dovrebbe però dedurre che......

Purtroppo un prova come questa non può essere fatta in un normale appartamento, andrebbe condotta nella sala di ascolto di una rivista del settore, attrezzata opportunamente per l'occasione ed ho qualche dubbio che una rivista accetterebbe di condurla, il rischio che i risultati possano scontentare qualcuno è troppo grande, con possibili effetti negativi sulla rivista stessa.

Ciao
 
Chi ha osannato all'inizio i pur scadenti,allora,stato solido
era ampiamente confortato dalle misure e ascoltava le misure più che l'impianto.Chi oggi osanna i cavi peggio ancora,ascolta balle.L'impianto però con le proprie orecchie sono sempre pochi ad ascoltarlo .C'è chi abbocca all'esca delle misure e chi preferisce nutrirsi di balle esoteriche.E alla fine c'è sempre qualcuno che torna con i risultati di una pesca miracolosa.
Il fenomeno cavi è al 99% poco mischiato con niente .
La truffa si è innestata però su un problema che è reale.
Perchè se è vero che in ambito hi fi non abbiamo assistito a grandi rivoluzioni,piccoli miglioramenti su tutte le variabili che compongono l'impianto di riproduzione ci sono state,supportati da note e affermate teorie e tecnologie per ciò usate.Ma qualunque cosa ci stia nel mezzo il punto di partenza e di arrivo sono sempre le orecchie.Ma se continuiamo a disprezzare le nostre orecchie non andiamo da nessuna parte.
Un cordiale saluto,Sebastiano.
 
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