Ciao Enzo,
mi permetto di entrare in questa discussione per portare alcuni chiarimenti sul mio DRC, ma anche sul sistema Audissey. Il tizio che ha sviluppato quest'ultimo infatti aveva messo in rete alcuni articoli tecnici che davano più di qualche informazione sul funzionamento del sistema. Non so se in seguito l'implementazione commerciale ha apportato ulteriori migliorie, ma forse qualche punto fermo lo si può mettere. Andiamo con ordine.
enzo-ita ha detto:
Il DRC usa dei filtri FIR a fase lineare.
Tali filtri anche se in teoria ottimi creano poi degli artifatti nel suono.
La rappresentazione grafica di un filtro lineare nel dominio dei tempi lo piazza in modo preponderante al centro del grafico e prima dello stesso è visibile del ringing chiamato preringing. Questo preringing può raggiungere un livello sufficiente da creare artifatti udibili nel suono.
DRC usa si dei filtri FIR ma non sono a fase lineare. Come da te accennato un filtro a fase lineare è, per definizione, perfettamente simmetrico rispetto allo 0 temporale, per cui presenta segnale sia prima che dopo lo 0 temporale. Il nostro orecchio per sua natura è circa 20 volte più sensibile a quello che accade prima dello 0 temporale di un filtro. Con i filtri a fase lineare si corre quindi il rischio di creare artefatti da "pre-echo", molto udibili e alquanto fastidiosi, tanto più nei filtri usati per la correzione acustica, che per necessità sono parecchio "lunghi" temporalmente.
DRC crea dei filtri che cercano di correggere per quanto possibile la risposta in fase del sistema avendo cura però di non eccedere nella parte di "pre-echo" e, a dir la verità, anche nel ringing successivo. Il tutto sotto il controllo di opportuni parametri a carattere psicoacustico. La gestione del pre-echo è uno dei problemi principali nella correzione dell'acustica ambientale. Un sistema di correzione che non ne tenga conto, al limite tagliando il problema alla radice usando filtri a fase minima, è destinato a fare più danni che altro. Un filtro a fase minima però deve rinunciare necessariamente ad una parte della correzione. Non è una differenza tragica ma è udibile.
Aggiungo anche che DRC non è più l'unico ad usare filtri di correzione mixed phase. Da parecchio tempo c'è Acourate, del buon Uli Brueggerman, e recentemente s'è aggiunto anche AudioLense.
enzo-ita ha detto:
1) Il DRC in realtà può solo lavorare su un unico punto di misurazione, al
limite se vengono misurati due punti può fare una media ma questo non è un modo corretto di equalizzare.
Assolutamente, lo scopo di DRC è sempre stata la massima correzione possibile, anche a costo di restringere l'area di ascolto allo stretto necessario per una singola persona.
enzo-ita ha detto:
2) Il MultEQ rileva informazioni sul suono nel dominio dei tempi in multiple posizioni e non fa nessuna media ma usa un sistema di clustering basato su una logica di tipo fuzzy. C'è un libro pubblicato su questo tema. Si può trovare cercando su amazon Kyriakakis.
Alcune precisazioni su questo schema. Innazitutto non è un metodo da prendere sottogamba. Il "trucco" usato dall'autore è piuttosto sveglio e fa riferimento anch'esso a ben precisi assunti psicoacustici per dare "l'impressione" che la correzione vada bene in più punti.
In realtà nessuna correzione può andare bene su un'area molto ampia, è un limite fisico imprescindibile. Il sistema del MultiEQ sfrutta le pieghe della psicoacustica per nascondere le parti che di volta in volta "vanno male" nei vari punti e quindi per renderle invisibili o quasi all'orecchio. Per esempio, per semplificare, se la correzione di un buco nel punto A comporta la creazione di un picco nel punto B, lascia il buco, in quanto il picco sarebbe molto più udibile del buco. Il tutto fatto in modo automatico e con valutazioni ben più raffinate e precise del semplice "tolgo un picco la e lascio un buco qua".
Naturalmente si deve sottostare a qualche compromesso, per esempio si è costretti a correggere "solo" a fase minima, ma se l'obiettivo è ottenere una correzione soggettivamente di buona qualità su un'area piuttosto ampia non credo si possa fare meglio.
Infine quando si parla di psicoacustica inutile guardare i grafici, a meno di non saperli interpretare in termini psicoacustici. Sarebbe come valutare un codec lossy dalle misure. Un codec lossy, tipo MP3, si sa a priori che "distorce" il suono e anche tanto. E' esattamente quello per cui è stato progettato e alle misure non potrà che risultare pessimo. Il punto è capire quanto sia bravo a "distorcere" senza che l'orecchio se ne accorga.
enzo-ita ha detto:
3) Il DRC utilizza filtri che non possono essere calcolati utilizzando un DSP mentre MultEQ utilizza una particolare versione di FIR che pure diminuendo la potenza di calcolo richiesta, mantiene la stessa risoluzione dei filtri del DRC che sono molto più pesanti da un punto di vista del processore. L'ottimizzazione che viene fatta sui FIR MultEQ utilizza concetti di psicoacustica che regolano il filtro in modo che utilizzi la potenza di calcolo dove effettivamente serve.
Questa non l'ho capita. Un filtro FIR può benissimo essere fatto girare su DSP. Certo quelli molto lunghi generati da DRC richiederebbero DSP parecchio potenti e costosi, forse tali da portare fuori mercato un processore commerciale.
Per quel che riguarda la soluzione usata da MultiEQ, anche se non rilasciano dettagli quasi certamente usano dei Warped FIR, WFIR in breve. I WFIR sono una via di mezzo tra i filtri FIR e gli IIR. Pur essendo relativamente facili da progettare, più o meno come i FIR, permettono di "distribuire" in modo non uniforme la risoluzione sulla banda disponibile, come per gli IIR. Questo permette di approssimare la distribuzione in frequenza (quasi) logaritmica del nostro orecchio, senza bisogno di usare una marea di coefficienti come fa DRC e senza impegolarsi nei casini di progettazione degli IIR.
Un'altra soluzione piuttosto furba (nel senso di intelligente, non nel senso che mira a fregare gli acquirenti

), utilizzata anche da Anders Torger nel suo primo sistema di correzione (NWFIR mi pare), prima che implementasse BruteFIR. Che io sappia i WFIR possono lavorare solo a fase minima, anche se non ho mai approfondito e non ne sono certo. In ogni caso per questo tipo di applicazione ciò non costituisce un limite, visto che comunque il clustering psicoacustico costringe ad un approccio a fase minima.
Saluti,