Originariamente scritto da nordata
non mi sono mai posto quel problema , ascoltavo cosa veniva fuori cercando di mantenere una informazione il più possibile simile alla realtà (oltre che il livello complessivo), senza pensare troppo a tutti questi sofismi.
Lo supponevo
beh...
c'è una bella differenza tra mixare in studio e mixare live...
Il primo, è un ambiente che può offrire molto, il secondo offre solo dei problemi e mascheramenti vari.
Lo dimostrano anche i live di un certo spessore...bello, bellissimo l'impatto, ma visti gli ambienti (provate ad immaginare uno stadio), i compromessi sono notevoli....discorso a parte, meritano certi live e relative registrazioni, in teatri ed affini, dove l'ambiente può avere un'acustica di una bellezza unica.
M in un classico live, si usano macchine solitamente più economiche, perchè tanto nessuno (tecnico compreso), noterà differenze degne di nota, ammesso che si notino...
inoltre si usano solo microfoni dinamici (per ovviare ai feedback che i mic a condensatore innescherebbero vista la loro sensibilità), e spesso la qualità del banco di mixaggio, lascia a desiderare...
altro aspetto fondamentale, è:
le macchine o outboard che dir si voglia (eq, comp, gate/expander.....), sono analogiche e non hanno preset, quindi si devono fare delle scelte comuni (pensate anche a quelle esibizioni con diversi gruppi e diversa strumentazione); in studio invece, la sala di ripresa è molto più precisa e le scelte vengono ponderate con dovizia.La scelta dei microfoni, il loro posizionamento, l'accoppiata con i relativi preamplificatori e via dicendo, sino alla equalizzazione correttiva per eliminare risonanze, a quella creativa, a quella per far coesistere al meglio i vari elementi dell'arrangiamento; oppure si valuta se comprimere dinamicamente il rullante con attacco a 0.2ms, piuttosto che 0.4ms, per preservare il transiente ed una serie infinita di aspetti che io nemmeno immaginavo neanche alla lontana.
Senza contare le fasi preliminari, sul settaggio della strumentazione (accordatura delle pelli, giusto rodaggio delle corde di una chitarra, giusto posizionamento nella sala di ripresa e via dicendo).
Aneddoto:
anni fa, un amico mi chiese di partecipare ad un brano che aveva scritto...
il mio contributo fu molto marginale, ma ebbi modo di seguire parte della produzione, in quanto il disco fu mixato da un noto tecnico del suono de Roma, che conoscevamo.
Alla fine, realizzò due mix del brano...spiegando le diverse decisioni prese e quindi il diverso risultato.
Chiese di scegliere in base al proprio gusto personale.
Beh, io a fatica ho notato differenze, tanto queste erano davvero microscopiche...
Non oso immaginare, cosa succede nelle super produzioni, con costi decisamente più alti e con una serie di professionisti di altissimo livello
La bellezza e la magia del suono di alcuni dischi, è il lavoro certosino di artigiani della musica; ognuno ha contribuito a costruire il suono, partendo dal musicista con il suo tocco e la sua tecnica sopraffina, passando per il fonico che ne valorizza l'esecuzione e via dicendo...
Da quando mi diletto anch'io con il missaggio, ci sono volte che passo 5-10minuti a decidere se attenuare quella frequenza di 1 o 2 dB e cose del genere...certo, i miei risultati non sono comunque minimamente paragonabili a produzioni d'alto livello, ma vabbè
